Il Sessantotto di J. Evola e J. Palach
Due recenti pubblicazioni ci ricordano che molti dei mali del nostro hanno avuto un’evidente accelerazione nel tanto mitizzato 1968.
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Due recenti pubblicazioni ci ricordano che molti dei mali del nostro hanno avuto un’evidente accelerazione nel tanto mitizzato 1968.
Walter Otto era convinto che i poemi omerici contenessero il paradigma più alto della concezione olimpica del divino, punto apicale nella storia delle religioni.
Il libro di Roberto Guerra tenta di cogliere nell’azione di Mussolini la dimensione propriamente poietica, creativa, demiurgica, sia in senso politico che intellettuale.
Le fonti e lo spirito del comunismo russo, opera tra le più note di Berdjaev, era centrato su un’idea essenziale: il comunismo russo, pur esplicitando un tratto anti religioso, nel corso del tempo è andato assumendo una connotazione palingenetica, salvifica e pseudo-religiosa.
L’ultimo libro di Roberto Calasso è rivelatore della sua visione del mondo: l’ermetismo è via d’uscita dal moderno, l’Innominabile attuale.
Il nuovo libro di Massimo Donà rende l’«onore delle armi» filosofiche a Gentile, più di quanto, fino ad oggi, abbiano fatto gli scritti dei gentiliani.
Nell’opera principale del conte Alfred De Vigny vengono sintetizzati mezzo secolo di sovvertimenti sociali e di glorie conquistate sui campi di battaglia.
La Sapienza arcaica non segnò una rottura nei confronti del mito, non manifestò, sic et simpliciter, l’affermarsi della ratio: il lógos greco sorse in colloquio stringente con la cultura che lo precedette.
L’epistolario dei fratelli Heidegger, tra politica e affetti familiari.
A cento anni dalla pubblicazione del Tramonto dell’Occidente di Oswald Spengler continua a gravare un senso di crisi profonda.
Aleksander Dugin si fa latore di un progetto che potrebbe determinare il corso del futuro del mondo.
Sono stati recentemente pubblicati Hegel, Evola e la conoscenza del divino. Studi sulla teosofia platonico ermetica di Giandomenico Casalino, e Per Julius Evola di Mario De Marco.