Riflessioni sul destino della Russia. Parte II
Seconda parte del saggio sulla Russia nel Novecento di Pietro Missiaggia.
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Seconda parte del saggio sulla Russia nel Novecento di Pietro Missiaggia.
La morte del Vazir Muchtar, romanzo di Jurij Tynjanov, torna in libreria per i tipi di Settecolori.
Le fonti e lo spirito del comunismo russo, opera tra le più note di Berdjaev, era centrato su un’idea essenziale: il comunismo russo, pur esplicitando un tratto anti religioso, nel corso del tempo è andato assumendo una connotazione palingenetica, salvifica e pseudo-religiosa.
Nel recente saggio di Paolo Borgognone viene delineata la storia dell’involuzione politica della sinistra italiana.
L’esempio russo ci dovrebbe imporre uno stimolo ad una novella Rinascenza, ben più radicale di quella postmedievale che fu più che altro una Rinascenza di rari spiriti eletti.
I temi del pensiero politico di Vladimir Putin, ribaditi nel suo discorso nel Giorno della Costituzione del 12 dicembre 2013, delineano una politica in linea di continuità con la storia e l’anima russa.
Il discorso tenuto da Vladimir Putin alla decima conferenza di Valdai nel settembre 2013 apre interessanti prospettive geopolitiche per il futuro dell’Eurasia.
Agli occhi di Toynbee, il comunismo sovietico si configura come una sorta di nuova religione laicizzata e terrestrizzata, ma la Russia nella sua sostanza resta pur sempre uno Stato-Impero totalitario che raccoglie l’eredità simbolica e politico-religiosa dell’Impero Romano d’Oriente.
L’intenzione è quella di realizzare con gli amici che sono interessati un network di intellettuali motivati dall’ideale della integrazione Europa – Russia.
Zjuganov mantiene intatti i princìpi ispiratori dell’eurasiatismo, affermando la necessità di costituire un Kontinentalblock avverso ai progetti delle potenze oceaniche