Io so
Una rivisitazione del celebre “io so” di Pier Paolo Pasolini, riveduto e corretto da Michele Fabbri.
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Una rivisitazione del celebre “io so” di Pier Paolo Pasolini, riveduto e corretto da Michele Fabbri.
Per salvare l’Italia dal baratro in cui stiamo sprofondando, occorrerebbe una politica del tutto diversa: ma un’alternativa non può venire da sinistra: la sinistra è il problema, o almeno una parte non piccola di esso.
Il potere di suggestione dei media può tirare la cosiddetta opinione pubblica in qualsiasi direzione immaginabile, anche la più assurda, folle e autodistruttiva.
Si preferisce enfatizzare alcuni aspetti della seconda guerra mondiale e passare sotto silenzio altri, in maniera da creare un’impressione complessivamente distorta.
I “compagni” si sono improvvisamente scoperti “patrioti”, anche perché avvolgendolo in un incarto patriottico sperano di farci ingoiare il frutto avvelenato di un’Italia multietnica.
Il nuovo libro di Luigi Iannone Il profumo del nichilismo mette esemplarmente a nudo le tante aporie della moderna società “democratica”.
La diffidenza, il sospetto forse rendono la vita un po’ più spiacevole, ma sono la condizione necessaria per non farsi prendere in giro, per mantenere almeno la capacità di pensare in maniera indipendente.
Nella “Camera di Meditazione” delle Nazioni Unite c’è un affresco dell’artista svedese Bo Beskow. Secondo alcuni la linea ondulata che attraversa il disegno in diagonale rappresenterebbe il serpente, ovvero Satana, e le 72 sezioni in cui è divisa l’opera rappresenterebbero i 72 nomi diabolici…
L’ignobile spettacolo dei mondialisti che si riscoprono “patrioti” sulla via di Damasco.
La società matriarcale contemporanea, fondata su mode e consumi, ha prodotto una serie di anomalie e disturbi del comportamento che spesso sfociano nella cronaca nera.
Il “quinto principio della termodinamica” applicato alle scienze sociali rivela il disegno dell’omologazione mondialista.
Il liberalismo si basava su due presupposti che l’esperienza di questi ultimi vent’anni si è incaricata di dimostrare essere del tutto falsi: che il disporre di diritti (legalmente statuiti sulla carta) sia lo strumento principe per il soddisfacimento dei bisogni, e che l’esistenza di istituzioni rappresentative (cioè composte da rappresentanti eletti) sia garanzia di libertà.