EVOLA 1974-2024. Un pensiero per l’Europa
Un convegno in occasione del cinquantennale della morte di Julius Evola.
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Un convegno in occasione del cinquantennale della morte di Julius Evola.
Studi Evoliani 2016 dimostra quanto intenso sia il lavoro messo in campo dalla Fondazione per diffondere, come stabilito dal suo statuto, l’opera e il pensiero di Julius Evola.
Il libro di Gianfranco de Turris è un’opera di ricostruzione e contestualizzazione storica che, in termini stilistici, può essere avvicinata alla tradizione del biografismo anglosassone.
Tramite la rete si è diffusa una ridda di pseudo-citazioni di terza mano, indice del grado di attendibilità di certe notizie.
È da poco uscito il numero doppio (168-169) di Vie della Tradizione che raccoglie gli Atti del Convegno tenutosi a Napoli il 21 giugno del 2014 per commemorare il quarantennale della morte di Julius Evola.
Uno sconclusionato e imbarazzante convegno “antifascista” sulla storia delle religioni.
Nel 1927 uscì in Francia La crisi del mondo moderno, sintesi valoriale della corrente di pensiero che si è posta in modo radicalmente critico nei confronti della modernità, lungo tutto il secolo XX.
Forse attorniato da eroi, nel Walhalla o nei Campi Elisi, starà già inviando il suo austero ma benevolo sguardo ai tanti militanti dell’area culturale e politica che predilesse.
Un intervento critico contro la partecipazione della Fondazione Evola a un convegno di studi organizzato da ambienti massonici.
Il presente saggio costituisce un estratto dall’Introduzione del recente libro del prof. Giovanni Sessa Itinerari nel pensiero di Tradizione (Chieti 2014).
A quarant’anni dalla morte, Julius Evola si dimostra quanto mai attuale per le sue analisi fuori dal coro, per averle fatte in una prospettiva non limitata al contingente, ma avendo lo sguardo proiettato lontano.
A l’encontre d’Evola, Heidegger fait un appel à la tradition occidentale, et pour lui cette tradition n’est pas une simple vue de l’esprit, un “mythe mobilisateur” qui se perd dans des lointains inde-européens, mais une réalité tangible dont il a pu suivre les méandres depuis l’aurore de la philosophie grecque des penseurs présocratiques.