Chi è italiano, e chi no
Si può ottenere la cittadinanza, ma non si può imporre il possesso della nazionalità, cioè la vera appartenenza ad un popolo, che è soprattutto un fatto interiore.
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Si può ottenere la cittadinanza, ma non si può imporre il possesso della nazionalità, cioè la vera appartenenza ad un popolo, che è soprattutto un fatto interiore.
Un bilancio impietoso del Sessantotto a cinquanta anni di distanza.
La classe politico-intellettuale-giornalistica italiana soffre di paranoia, una malattia che si manifesta con una sindrome di persecuzione collegata ad una sindrome di onnipotenza.
Il crepuscolo dello scientismo di Giuseppe Sermonti merita di essere letto perché liquida molte fisime che possono far presa sugli sprovveduti.
Visto come stanno andando le cose in Italia non si sa a chi ci si debba rivolgere per un parere, se a un politologo, a un sociologo o a uno psichiatra.
L’addurre come spiegazione per ogni genere di abusi e violenze sulla donna il persistere di un modo di pensare orientato al patriarcalismo, è cosa che può far valere solo chi non abbia la più pallida idea di ciò a cui corrispondono i valori virili.
Un recente libro di Adriano Scianca indica come la battaglia all’eroticamente corretto vada fondata sul recupero della differenza.
I continui attentati terroristici confermano che il tanto propagandato ius soli è un’opzione illogica, motivata esclusivamente da bassi fini elettoralistici.
Quando prevalgono i pre-giudizi ideologico-politici nei fatti culturali si cade in gaffe spesso gravi e clamorose.
La proposta di una colletta per generare un benefico shock ai partigiani affranti.
Un recente studio statistico dell’ISTAT prospetta un destino di decadenza e sostanziale estinzione del popolo italiano.
Un libro di Pierfranco Pellizzetti descrive impietosamente le principali “cordate” intellettuali presenti sulla scena del dibattito pubblico italiano.