L’importanza dell’ultimo libro di Giovanni Sessa sta nella costruzione di un itinerario filosofico e realizzativo per quel lettore che voglia prender parte al dibattito teoretico postmetafisico.

Di tutti i romanzi di Abraham Merritt, il più carico di reminiscenze mitologiche – e, quindi, di simbolismi – è certo Il vascello di Ishtar.

Gli scritti di Andrea Emo raccolti col titolo In principio era l’immagine dischiudono il pensiero di un filosofo appartato, radicale ed aristocratico.

Due recenti pubblicazioni ci ricordano che molti dei mali del nostro hanno avuto un’evidente accelerazione nel tanto mitizzato 1968.

Walter Otto era convinto che i poemi omerici contenessero il paradigma più alto della concezione olimpica del divino, punto apicale nella storia delle religioni.

Il libro di Roberto Guerra tenta di cogliere nell’azione di Mussolini la dimensione propriamente poietica, creativa, demiurgica, sia in senso politico che intellettuale.

L’influenza esercitata da Poe sulla letteratura occidentale successiva è profonda ed imprescindibile.

La Tradizione è liberata dalla collocazione retroattiva e torna a mostrarsi come origine sempre vigente nel tempo.

Le fonti e lo spirito del comunismo russo, opera tra le più note di Berdjaev, era centrato su un’idea essenziale: il comunismo russo, pur esplicitando un tratto anti religioso, nel corso del tempo è andato assumendo una connotazione palingenetica, salvifica e pseudo-religiosa.

In un’area immensa come quella dell’America centrale e meridionale, la prassi del sacrificio umano si riscontra presso culture civili molto differenti e molto lontane tra loro nello spazio e nel tempo.

Probabilmente, questo del 2017, è uno dei numeri più significativi finora prodotti dell’Annuario della Fondazione Evola.

L’ultimo libro di Roberto Calasso è rivelatore della sua visione del mondo: l’ermetismo è via d’uscita dal moderno, l’Innominabile attuale.