Il piccolo popolo degli elementi

ninfeIl piccolo popolo degli elementi, il mondo delle salamandre, degli gnomi, delle ondine e dei silfidi, proveniente, in varie forme, dalla cultura e dal folklore dei popoli centroeuropei, fa il suo primo ingresso nella letteratura magica con l’opera del celebre medico e mago rinascimentale Paracelso De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus.

Tali esseri alchemici legati ai tradizionali quattro elementi, secondo Paracelso, occuperebbero un livello intermedio, una dimensione immateriale ed invisibile, tra realtà materiale ed evanescenza spirituale che non a tutti è dato penetrare.

Nel primo capitolo del De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus si precisa che queste creature, pur essendo molto simili all’uomo per caratteristiche fisiche e intelligenza, sarebbero prive dell’anima, che distingue l’uomo dagli animali. Afferma infatti Paracelso: “Per essere uomini non manca loro che l’anima. E poiché gli manca l’anima, non pensano né a servire Dio né a seguire i suoi comandamenti […] Così, come tra le creature terrestri l’uomo è quello che s’avvicina più a Dio[…], tra gli animali sono i nostri esseri quelli che s’avvicinano più all’uomo”(1). Dunque gli Elementari (così vengono chiamati questi esseri) non possono essere definiti né buoni né cattivi, perché non avrebbero coscienza della differenza tra il bene o il male. Tuttavia alcuni Elementari sortirebbero effetti positivi sull’uomo, altri negativi, ma sembrerebbe sia praticamente impossibile evitare il contatto con queste entità che pullulano nell’atmosfera, pronte a rispondere al richiamo dei moti psichici riflessi nell’aura umana.

Dalla Cabala possiamo trarre molte informazioni che confermano la testimonianza di Paracelso. In realtà gran parte degli insegnamenti che possediamo rispetto agli Elementari sono derivati dalla Cabala. Li troviamo citati per nome, quelli della sfera della Shekhinàh così come quelli che presiedono ai quattro elementi. In Yalqùt Chadàsh si legge: “Non c’è una cosa al mondo, non la minima erba, a cui non sia preposto uno spirito”(2).

Di salamandre, gnomi, silfidi e ondine si tornerà a parlare più di un secolo dopo l’opera paracelsiana, grazie alla fervida immaginazione di un singolare sacerdote francese, Nicholas Henry Montfaucon de Villars, che nel 1670 pubblica il suo primo romanzo, Le Comte de Gabalis, ou entretiens sur les sciences secrètes, tradotto per la prima volta in Italia dall’enigmatico Principe Raimondo di Sangro… il che è tutto dire…

Al 1811 risale invece il racconto romantico Undine, scritto da Friedrich de la Motte Fouqué, avente come protagonista un’ondina, figlia del Re del Mare, la quale abbandona il suo ambiente per cercare un amore umano che le consentirà di ottenere un’anima immortale. Infatti pare che qualora un elementale si integri con una mente umana, possa divenire immortale.

Secondo l’antica filosofia ermetica, l’uomo non sarebbe che un microcosmo, un universo in miniatura, costituito dagli stessi quattro elementi fondamentali costitutivi dell’Universo: aria, acqua, terra, e fuoco, mentre gli Elementari, esseri semi-intelligenti, sarebbero costituiti di uno solo degli elementi fondamentali, che perciò li caratterizzerebbe.

Giuliano Kremmerz , il principale divulgatore italiano di occultismo e magia ermetica del XX secolo, ne Il mondo secreto e l’Avviamento alla scienza dei magi, così parlerà di questi esseri: “Gli spiriti del fuoco danno il calore, quelli dell’aria tendono alla variabilità e al movimento ecc. Al tempo dei Neoplatonici si cominciò a personificarli, e allora si ebbero gli gnomi (spiriti terreni), i silfi (quelli dell’aria) le salamandre ecc” (3).

Gli Elementari vengono anche detti Spiriti della Natura in quanto amerebbero vivere nei boschi, vicino ai corsi d’acqua, fiumi e laghi o in prossimità di solfatare e vulcani. Ma sarebbe possibile trovarli anche in città, più facilmente nei parchi, nei giardini, nei campi di erbacce, dove possono riprodursi come semi di piante, cadendo nel terreno e germogliando in nuovi esseri, che vivono e  muoiono come loro.

“Come tutti gli esseri viventi gli Elementari necessitano di nutrimento, che assorbono dai corpi umani o animali, che aiutano in una sorta di mutualismo facoltativo nella lotta per l’esistenza.” (4). E, qualche volta, nella loro continua azione sugli esseri viventi, possono essere assorbiti dalla mentalità incosciente dell’uomo o da quella istintiva dell’animale, divenendone parte integrante, acquistando così pensieri e forza nervosa che prima non avevano, divenendo coscienti della stessa coscienza del loro ospite e potendo giungere a prevalere sull’intelligenza fino alla formazione di un tipo misto, umano ed elementare che sopravviverà nelle successive reincarnazioni. In genere Éliphas Lévi e alcuni altri cabalisti fanno poca distinzione tra spiriti elementari che sono stati uomini, e quegli esseri che abitano gli elementi, e che sono le forze cieche della natura.

creature-del-piccolo-popolo“In un certo senso si potrebbero assimilare gli elementari a dei virus astrali, che si moltiplicano nelle creature viventi trasfondendo il loro genoma e modificandone l’espressione fenotipica in modo confacente alla loro natura. Sono dunque pensieri vivi, recanti impresse qualità determinate; anime embrionali appartenenti ad una linea evolutiva non animale, ma che si avvicina piuttosto a quella vegetale” (5). Un essere elementare, tuttavia,  può venire a contatto intellettivo solamente con un suo simile, dunque un uomo pessimista, attirerà elementari “neri”, un ottimista, “bianchi”.

Il chiaroveggente, vagliando il mondo astrale, potrà osservare le moltitudini di Spiriti di Natura, che lavorano o giocano, e talvolta sarà in grado di studiare, stupefatto, le magnifiche evoluzioni di questi ordini inferiori della natura, coaguli di materia astrale pregni di una determinata qualità tipica del corrispondente elemento, dotati di consapevolezza ed una certa intelligenza, raccolti in un nucleo piccolissimo di sostanza astrale che ne rappresenta la base strutturale ed in un certo senso il corpo, che – come accennato – nel corso dei secoli sono stati personificati in quattro differenti specie:

  1. gli Gnomi, spiriti della Terra;
  2. le Ondine o Sirene, spiriti dell’Acqua;
  3. le Silfi o Silfidi, spiriti dell’Aria;
  4. le Salamandre, spiriti del Fuoco.

Elementari della Terra: Gnomi

Il termine “gnomo” per designare tutti gli Elementari della terra fu coniato da Paracelso che lo derivò dal latino genomus cioè ‘abitante della terra’. Gli gnomi sarebbero in grado di muoversi liberamente nell’elemento Terra, nel cui doppio eterico vivrebbero, ed avrebbero la conoscenza di tutti i segreti delle piante e dei minerali. Essi sarebbero per lo più amichevoli, ma esisterebbero anche alcune razze malvagie, come è desumibile da questo passo di Porfirio, in cui il filosofo neoplatonico afferma che: “non c’è cattiveria che non abbiano l’audacia di spingere all’estremo; hanno il carattere talmente violento ed insolente che fa sì che ordiscano spesso e tendano insidie e trappole tra le più violente ed inaspettate, e, quando fanno di solito la loro uscita, sono nascosti in parte ed in parte fanno violenze, si compiacciono dovunque regni l’ingiustizia e la discordia.” (Sembra chiaro che Porfirio avesse avuto qualche difficoltà con gli elementari!)

Gli gnomi appaiono frequentemente nelle fiabe della tradizione folkloristica germanica – come in quelle dei fratelli Grimm – e sono tradizionalmente rappresentati come vecchietti minuscoli e burberi, custodi di tesori. Tolkien utilizzò  il termine “gnomo” in alcune opere giovanili per indicare la seconda delle tre schiere degli elfi che intrapresero il loro viaggio verso Valinor. Uno dei libri moderni più celebri sul “piccolo popolo” è Gnomi (Leven en werken van de Kabouter) degli olandesi Rien Poortvliet e Wil Huygen, in cui se ne descrivono minuziosamente usi e costumi, il tutto corredato da splendide illustrazioni.

Sempre secondo Paracelso, i raggi del sole avrebbero il potere di trasformare gli gnomi in pietra. Mentre, per chi volesse cimentarsi in una evocazione, Éliphas Lévi nel Dogma e Rituale dell’Alta Magia indica il nome del loro sovrano: Gob. Altri gnomi di alto lignaggio sono Mentifil, esperto di alchimia, e Idurah, esperto di erbe e minerali.

Altri nomi e sottogruppi degli Elementari della terra sono: Driadi (Spiriti degli alberi), Brownie (Elfi domestici), Cluricauni (folletti irlandesi di natura godereccia), Pixie (folletti verdi della Cornovaglia), Elfi, Silvestri, Satiri, Durdali, Lemuri, Silvani, Vulcani, Etnei, Montani, Nani, Troll.

Generalmente gli Elementari di Terra se sono positivi danno la tenacia, il senso di responsabilità, di rettitudine e invitano alla prudenza. Quelli negativi generano eccessi di pigrizia, di tristezza e melanconia, di avarizia.

Elementari dell’Acqua: Ondine

Gli Elementari dell’acqua sono le Ondine. Esse sarebbero per la maggior parte di sesso femminile, estremamente somiglianti agli umani, e dotate di una ammaliante bellezza. La loro impareggiabile carica erotica pare venga sfruttata per incantare l’umano che osi entrare nel loro regno con fattezze maschili, il quale, una volta ammaliato, rischierebbe di restare per sempre vincolato alla forma di folletto d’acqua e di morire nel mondo fisico. Tali Elementari sarebbero dunque i più pericolosi di tutti.

Può essere quindi saggio mutarsi in un elementare di sesso femminile, onde prevenire ogni possibile molestia.

il-piccolo-popoloLe ondine, tuttavia, possono essere anche innocue o addirittura amichevoli, e fornire notizie sulle piante acquatiche, sui pesci e sulle pietre che giacciono sui fondali fluviali o marini. Secondo la tradizione, le ondine sono prive di anima (e quindi non avrebbero una vita oltremondana dopo la morte) ma possono guadagnarsene una sposando un uomo mortale.

Nel folklore germanico le ondine sono rappresentate come creature misteriose simili alle sirene greche, che talvolta attirano gli uomini fino a farli annegare. Sono in genere rappresentate come bellissime donne con la coda di pesce. Una celebre ondina del folklore germanico era Lorelei. Un esempio di ondine in certo senso amichevoli appare invece nel Nibelungenlied, in cui i Burgundi, mentre attraversano il Danubio, vengono avvisati dalle ondine della pericolosità del loro viaggio.

Éliphas Lévi riferisce che la loro regina ha nome Nicksa. Un’altra sirena di alto grado è Isaphil, che ha al suo seguito molte ninfe e fate d’acqua, che può mettere al servizio del mago.

Gli Elementari d’Acqua se sono positivi conferiscono tranquillità, temperanza, stimolano la tendenza al perdono e alla compassione. Quelli negativi accentuano la timidezza, la voglia di sottomissione, l’accondiscendenza e al tempo stesso l’indifferenza e la freddezza nei rapporti.

Elementari dell’Aria: Silfidi

Agli occhi del chiaroveggente le Silfidi (o i Silfi) appaiono alate, ma in effetti sono le forme fluenti dell’aura a dare questa impressione; nelle Silfidi predominano generalmente tonalità di rosa ed azzurro, con una radiosa luce multicolore che circonda la loro testa. Sono creature estremamente timide, genii del vento e dei boschi, aventi una figura agile e snella, tanto che la parola “silfide” viene adoperata usualmente per indicare ragazze di analoga corporatura. Viceversa i silfi dei temporali sono esseri scuri e minacciosi, che incutono paura a vedersi e che ricordano dei grandi pipistrelli.

I luoghi idonei per incontrare le Silfidi sarebbero le pianure, le montagne, le altezze vertiginose e, comunque, i luoghi molto ventosi. A causa del collegamento delle Silfidi con l’elemento aria, associata alla dimensione mentale, una delle loro funzioni è aiutare gli uomini a ricevere ispirazione, soprattutto nelle arti creative.

Per entrare in contatto con loro non è necessario prenderne le sembianze, ma è sufficiente il processo di trasmutazione nell’elemento corrispondente. Essendo molto schivi è tuttavia veramente complicato riuscire a raggiungere un reale avvicinamento con loro, a meno di non essere molto avanzati nelle arti magiche. In caso di successo, si avrà la possibilità di imparare molto sulle leggi che governano i piani mentale ed astrale; si potrà apprendere l’arte di governare i venti e le tempeste e farsi spiegare il significato di qualunque simbolo.

Éliphas Lévi dice che il loro re si chiama Paralda, e che questi avrebbe sede sulla più alta montagna della Terra; ma vanno menzionati anche Apilki, Erkeya e Cargoste.

Gli Elementari d’Aria che hanno influenza positiva danno la gioia, la gentilezza, l’ottimismo, la lucidità e la prontezza mentale. Quelli che hanno influenza negativa spingono alla frivolezza, alla presunzione, alla vanagloria.

Elementari del Fuoco: Salamandre

Le Salamandre (da non confondersi con gli animali omonimi, sebbene ad essi associate simbolicamente) sono gli Elementari del fuoco e senza questi esseri il fuoco non può esistere. Molto raramente si mostrano agli esseri umani. Per evocarle l’ora migliore è quella del mezzogiorno ed è preferibile farlo muniti di acqua benedetta.

Non hanno una forma fissa, assomigliano per lo più a lingue di fuoco. Sono considerate le più potenti tra tutti gli Elementari e possono talora incarnare energie altamente distruttive. Vivono nei pressi di vulcani attivi o in zone desertiche.

Si dice che il loro sovrano sia un essere chiamato Djin, il cui aspetto incute rispetto e soggezione. Altre salamandre di alto rango sono: Pyrhum, che può insegnare tutto lo scibile relativo al suo elemento, così come può mettere al servizio del mago un gran numero di folletti del fuoco; Itumo, che può insegnare a controllare i fulmini e a generare tempeste; Tapheth, che oltre ad essere esperto di alchimia può assistere il mago per far sì che il fuoco non gli nuoccia.

Tra gli Elementari collegati al fuoco la tradizione popolare cita anche le Fiammelle, le fate del fuoco, visualizzate per lo più come piccole luci svolazzanti attorno al fuoco.

Gli Elementari del Fuoco quando hanno influenza positiva stimolano il coraggio, l’autorità, la fermezza, l’entusiasmo e la generosità. Quelli che hanno influenza negativa stimolano la rabbia, la violenza, la lussuria, l’odio e il desiderio di vendetta.

NOTE

(1) De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus, Paracelso.

(2) Séfer Yalqùt Chadàsh, Rabbi Yisrael Ben Binyamin di Belzec.

(3) Dizionario Kremmerziano dei termini ermetici, U. D. Cisaria, 1984, Edizioni Mediterranee.

(4) Tshecundia Ibis, Mario Krejis, 1999, Edizioni del Cigno.

(5) Tshecundia Ibis, Mario Krejis, 1999, Edizioni del Cigno.

BIBLIOGRAFIA

Paracelso, De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus.

Rabbi Yisrael Ben Binyamin di Belzec, Séfer Yalqùt Chadàsh.

U. D. Cisaria, Dizionario Kremmerziano dei termini ermetici, 1984, Edizioni Mediterranee

Mario Krejis, Tshecundia Ibis, 1999, Edizioni del Cigno.

Eliphas Levi, Dogma e Rituale dell’Alta Magia, 1921, Athanor.

Nicholas Henry Montfaucon de Villars, Le Comte de Gabalis, ou entretiens sur les sciences secrètes.

Friedrich de la Motte Fouqué, Undine, 2004, Filema.

Rien Poortvliet e Wil Huygen, Gnomi, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.

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11 Responses

  1. ekaros
    | Rispondi

    ” E un minuscolo ente, in una nerissima notte, soffiò al mio orecchio interiore:
    nel rimanere immobil, rimanendo…
    e nel fermare il mobile, fermando…
    e mobil e immobil poi unendo…
    dove sol uno real regna regnando…

    E la notte si colorò di un tenue rosato bagliore,
    per poi tutto dissolversi nel nulla.
    Ma quei pochi versi rimasero impressi, come scolpiti, dentro di me, e scavarono dentro, e un qualcosa apportarono con il passare del tempo…”

  2. Aliend
    | Rispondi

    Gentile Autore, La ringrazio per avermi risposto ad alcune domande che ultimamente mi frullavano per la mente su questo argomento. Molto interessate il suo articolo, grazie per avercelo donato.
    Cordiali saluti, a

  3. ekaros
    | Rispondi

    grazie a voi e per la vostra cortese attenzione a queste mie righe.

  4. Giovanni Balducci
    | Rispondi

    Grazie a voi per la cortese attenzione.

  5. ekaros
    | Rispondi

    niente avviene per caso…solo il limite umano può evocare questa parola, ma oltre…
    e così il caso scompare…nel nulla…e tutto è così immensamente diverso dal piccolo limite umano…

  6. ekaros
    | Rispondi

    ” E terreus disse : ho forse un io? un vero io?
    E moricus rispose: non uno ma mille io… E ognuno parla, domina e s’impone momentaneamente sugli altri, per poi tacere e lasciare il posto ad altri io. E così fino alla fine, quando il composto si dissolve in mille forze… e tutto torna nell’oceano senza alcun nome. E’ un arrancare continuo, teorie di voci di sensazioni di idee regnano ininterrottamente nel mentale, è una casa di spettri dalle cui finestre entra e esce qualsiasi vento e al cui interno si odono mille voci. E’ terra di fumo, terra di caos, terra di anarchia. E’ terra di corsari, di ladri, di parassiti, di politicanti promettenti oro e potere. E’ terra di saltimbanchi, terra di falsità, terra di morte. E’ terra da bruciare…terra da trasmutare… terra da sublimare…
    E terreus disse: In questo caos è possibile costruire? fare ordine? E’ possibile abbattere l’anarchia e il dominio dei venti e degli spettri? E così fondare un regno avente per capo un re, forte e stabile e saggio? E’ possibile tutto questo?
    Seguì un lungo silenzio, poi una voce dall’alto prese a dire:

    Se la soluzion del mondo
    nella vita tu vorrai,
    segui il prius, e mai il secondo,
    e radioso tu sarai.

    E poi tutto scomparve nella notte.

  7. Dario Giacoletto
    | Rispondi

    ..ho trovato interessante l’articolo per cui, l’ho replicato nel mio blog con l’intento di dare seguito all’argomento. Spero di non aver incorso in disapprovazione. Saluti

  8. Giovanni Balducci
    | Rispondi

    Si figuri, ha fatto bene. Saluti

  9. Giovanni Balducci
    | Rispondi

    ekaros, cosa intende per “segui il prius, e mai il secondo”?

  10. ekaros
    | Rispondi

    A dario giacoletto, grazie per la gentile attenzione, che approvo in ogni senso.

    ” armonizzar nell’interior è sommo….”

    grazie per

  11. ekaros
    | Rispondi

    A giovanni balducci.

    Il prius…fu un silenzio luminoso, un senso di libertà assoluta, attimi di pace. E sotto, basse vibrazioni, psichismo di ogni genere, voci e rumori e figure…e il cupo rimbombar del tempo, dei tempi, che si perdeva in un vortice di sfavillanti colori.
    Poi tutto si chiuse, ma rimase un caldo ricordo, da rievocare sempre, una base per costruire dentro, e per salire… Un campo di forza? Attivo?

    E…provando e riprovando il cor s’allegra….

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