130 anni di H.P. Lovecraft. Il suo mito e la sua eredità culturale
La vita e l’opera di HPL. Un ricordo nel 130mo anniversario della nascita.
Archivio di storia, letteratura, tradizione, filosofia. Online dal 1998.
Questo spazio è dedicato alla letteratura fantastica in ogni sua forma: dalle origini nel mito e nell’epopea sino alla fantasy, alla fantascienza e all’horror moderni.
La vita e l’opera di HPL. Un ricordo nel 130mo anniversario della nascita.
Una raccolta di racconti fantastici, dei generi più diversi, curata da Dalmazio Frau e Andrea Scarabelli.
Pubblicata per la prima volta in italiano, a cura di Andrea Scarabelli, l’autobiografia di Jacques Bergier.
Di tutti i romanzi di Abraham Merritt, il più carico di reminiscenze mitologiche – e, quindi, di simbolismi – è certo Il vascello di Ishtar.
L’antologia Oniricon, pubblicata da Bietti, riunisce tutti i sogni e gli incubi del solitario di Providence.
Il romanzo di Wu Ming 4 Stella del Mattino restituisce al lettore un Tolkien molto lontano dalla realtà.
Una retrospettiva su Howard Phillips Lovecraft nella ricorrenza degli 80 anni dalla morte.
Vincenzo Fani Ciotti (1888-1927) fu autore di un preveggente romanzo fantastico-futurista in cui si mescolano invenzioni scientifiche, anticipazioni sociali e polemiche politiche.
Alla più nota attività di storico delle religioni Mircea Eliade affiancò una ricca e importante produzione narrativa, che viene qui sinteticamente presentata.
La pièce teatrale di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco svela cosa è successo dopo la partenza di Frodo e Gandalf dai Porti Grigi.
Per comprendere a fondo la visione del mondo che ha sostenuto la lunga attività intellettuale di Ray Bradbury sono ora a disposizione del lettore italiano dodici interviste.
Che la fantascienza italiana non sia stata caratterizzata, sin dai suoi esordi popolari, da una presenza costante e quindi fattiva e incisiva di riviste, è un dato di fatto acclarato.
Fra i tanti autori di tale narrativa fantastica, J. R. R. Tolkien è, con la sua trilogia de Il signore degli anelli, quello dei moderni, che forse più di tutti manifesta una straordinaria densità simbolica.
Il tema della bellezza traspare nell’intera opera tolkieniana, sia nelle descrizioni dei paesaggi, sia nei personaggi stessi. La bellezza di un luogo può colpire a tal punto da suscitare un sentimento di struggimento verso ciò che va oltre l’apparenza ed il presente, per riconnettersi al tempo in cui “il mondo era giovane” e tutto appariva fresco e nuovo.
Si può dire che la tentazione del fantastico abbia colpito un po’ tutti i nostri maggiori scrittori, veristi compresi, anche se saltuariamente. Più diffusa la vena sotterranea a livello di narrativa popolare, e lo sforzo di una critica aperta e intelligente dovrebbe essere quello di riportarli alla luce.
Il pionieristico studio di Paul Harold Kocher ripercorre ampie sezioni del corpus tolkieniano, attraverso una serie di chiavi di lettura che ne svelano l’intima attualità.
Tolkien andrebbe apprezzato anche come creatore di un logos tipico del fantasy nelle cui pagine si incarna la idea del “mito come linguaggio”.
Uno studio comparato tra il viaggiatore onirico americano e il professore inglese. Due precursori: Lovecraft di un peculiare concetto di horror, Tolkien di quel che si può agevolmente definire fantasy classico.
Chi apprezza l’opera di H. P. Lovecraft conosce bene il legame che unì il “Demiurgo di Providence” al gatto, il flessuoso, cinico ed indomito signore dei tetti.
Il mondo della Tecnica nell’opera tolkieniana rappresenta una sub-creazione volta al negativo, che inverte il segno della creazione e ne snatura il senso profondo.
Le religioni (e la teologia) sono argomenti che hanno sempre attirato gli scrittori fantastici e fantascientifici. In particolare la Chiesa cattolica, sotto il profilo temporale e spirituale, ha ottenuto attenzione speciale sia in positivo che negativo.
L’orrore di Lovecraft non abita l’inconscio dei personaggi ma le stelle sovrastanti, non appartiene alla loro interiorità ma si manifesta come irruzione di un’alterità pulsante e spaesante.
Giunta alle soglie dei 1600 numeri, Urania delle Edizioni Mondadori è stata la rivista che maggiormente ha favorito il successo di pubblico in Italia del genere fantascientifico.
Fa un certo effetto vedere una corposa antologia del «meglio» di H.P. Lovecraft pubblicata nella collana Classici Universale Economica Feltrinelli accanto a opere di Novalis, Maupassant, Dostoevskij, Whitman, London, Wilde, Austen e Goethe.
Con Ray Bradbury scompare uno degli ultimi rappresentanti della grande e irripetibile «età d’oro della fantascienza».