Il simbolismo del picchio

Il nome di questo uccello ci viene dal latino volgare *piculus, che è una forma diminutiva del termine classico picus. Quest’ultimo, che è probabilmente imparentato con pica (“gazza”), appartiene alla famiglia indoeuropea, come l’umbro peico, l’antico alto tedesco speth, il norreno spathr e il sanscrito pikas (cuculo). Pokorny, lo studioso tedesco autore del più noto e autorevole dizionario comparativo dell’indoeuropeo, ne identificò il tema originario in *(s)peiku-.

John Greppin scrive che “si potrebbe rilevare che i Piceni, una delle antiche popolazioni italiche, derivano il loro nome da questa radice, probabilmente a causa di una qualche associazione totemica”. Interessante ciò che a proposito del simbolismo scrive sinteticamente J. C. Cooper: “Nella mitologia indoeuropea il picchio è l’uccello del fuoco e del fulmine, simboleggiato dal segno rosso che lo contraddistingue e dal fatto che il suono che produce somiglia a quello del legno quando viene sfregato per accendere il fuoco”. D’altronde, lo troviamo spesso associato a divinità maschili e guerriere: Zeus-Giove, Ares-Marte, Silvano e Trittolemo per quanto riguarda il mondo classico. Per Plutarco “i Latini hanno per il picchio una venerazione e un riguardo particolari”.

volario Nel suo saggio sul simbolismo degli uccelli, Alfredo Cattabiani riferisce un’interessante narrazione leggendaria relativa al mitico re Pico, il quale viene trasformato da Circe nel caratteristico pennuto dal becco appuntito per aver rifiutato di amarla. Lo studioso narra anche un altro episodio dell’antichità, tramandatoci da Plinio: sulla testa del pretore urbano e giurista Elio Tuberone si posò una volta un picchio. Gli indovini predissero che se si fosse lasciato andare, avrebbe preannunciato la rovina dello Stato; se lo si fosse ucciso, sarebbe morto Tuberone. Questi senza esitare lo fece a pezzi, e morì a sua volta di lì a poco. Esempi, questi, di animo nobile e disinteressato, che nei giorni odierni sono pressoché inconcepibili.

Non è per nulla casuale che, come spesso avvenuto con la cristianizzazione, nel simbolismo siano prevalsi gli aspetti “oscuri”: infatti “il cristianesimo lo ha associato al diavolo, considerandolo simbolo dell’eresia e delle insidie che minano la fede e la natura umane” (Cooper).

Eppure come ogni simbolo anche quello del picchio presenta il suo opposto: due significati del tutto diversi, come le facce di una stessa medaglia, che rispecchiano l’universo nel frammento. Così, secondo Charbonneau-Lassay il picchio verde è simbolo del Cristo che non dà pace al Nemico (cioè il verme), cacciandolo ovunque con il suo becco appuntito.

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Tratto da La Padania dell’11 novembre 2001.

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Alberto Lombardo è stato tra i fondatori del Centro Studi La Runa e ha curato negli anni passati la pubblicazione di Algiza e dei libri pubblicati dall'associazione. Attualmente aggiorna il blog Huginn e Muninn, sul quale è pubblicata una sua più ampia scheda di presentazione.
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