Sigmund Freud: fenomenologia degli antenati

La catastrofe identitaria causata dal progressismo ha messo in moto ogni sorta di contraccolpo. Tutta una serie di ripensamenti e marce indietro ha caratterizzato la paranoia libertaria, soprattutto negli ultimi decenni. L’ecologismo è un caso: i trionfi industrialisti, gli stakanovismi comunisti e liberali, alla fine dove hanno portato? Alla nostalgia della campagna, alla retorica della comune contadina, al rimpianto per la natura immacolata… tutte cose di cui le Sinistre, per la verità, internazionaliste e cosmopolite come sono, cioè culturalmente de-localizzate, non dovrebbero impicciarsi. Vanno a parare in situazioni che sono tutte in quota-Tradizione, roba per ruralisti fascisti, magari per nazisti Blut und Boden

Ma le Sinistre intelligenti, quelle che pensano, non amavano la modernità diffusa, non esaltavano la cosmopoli liberatrice, lo spazio-mondo privo di radici? Le Sinistre e le Destre liberali mondiali hanno fatto di meglio, un vero colpo da maestro… con una sola mano si sono appropriate tanto del progressismo quanto del suo contrario… È il loro stile. Saccheggiano a man bassa i forzieri ideologici del Fascismo, ma guai a farglielo notare… del resto, non capirebbero.

Paradossale è poi quel rifugio per sbandati in cui sono andate a cascare le élites progressiste, dopo lunghe stagioni di propaganda laica e illuminista: fatte a pezzi dalle contraddizioni dialettiche e marxiste, consistenti quote di mandrie libertarie le abbiamo viste rifugiarsi con gravi perdite dalle parti della new age.

I fondamentalisti laici alla disperata ricerca del sacro. Non è divertente? Non è assurdo? Non è osceno? Gli illuministi atei incalliti che elemosinano un po’ di sano tradizionalismo esoterico, magari alla buona, magari fatto passare per l’ultimo grido dell’intellettuale dialettico… Trangugiano brandelli di sapienza tantrica o di analisi transazionale come fossero pillole anabolizzanti. E ne godono. E non avvertono la contraddizione. Sono stupidi? O saranno invece furbissimi? Non sospettano il ridicolo? No, non lo sospettano.

E allora, ecco apparire una turba ben remunerata di santoni professionali e di guru improvvisati, fatti in casa o deportati da location esotiche… poi ecco una sequela serrata di diete ayurvediche, body-building vagamente yoghici, counceling di gruppo, training autogeni… ipnosi ericksoniane, massaggi rei-ki, runologie, magismi, erbari, meditazioni alla maniera di un Oriente deturpato ma non importa… mescoli il tutto, lo prezzi, lo vendi, fai trend, gli incassi ci sono, il mercato del sacro tira… vedi come il progressista idiota stressato deculturato ci crede… Il bestiario rende bene, gli epocali fallimenti, le devastanti crisi personali e generazionali, dopo tutto… se guardati con gli occhiali rosa-fucsia della new age, sembrano quasi dei successi…

Tutto sembra funzionare a meraviglia, per le masse di depressi in fuga dal management e dalla struggle of life che piaceva tanto ai lib-lab. Queste truppe in rotta vanno a finire tutte nella discarica di saperi recuperati all’ultimo minuto e debitamente manipolati, adattati alla bisogna. Fino a ieri maledetti come esempi di oscurantismo passatista, oppressivi cascami medievali e fascisti… ma poi ritirati fuori alla svelta, con l’aria, tipicamente progressista, di aver fatto l’ultima, sensazionale scoperta.

Esiste un enorme sottobosco in cui tutta questa sterpaglia mal nata e peggio coltivata vigoreggia inestricabile. È la sub-cultura dei “nuovi saperi”… Case editrici, centri di studio, gabinetti di autoanalisi, esperti nel restauro psicanalitico, pubblicazioni specializzate, interviste a docenti carismatici, settimane di formazione emotiva, organizzazioni di recupero della personalità, gruppi di lavoro relazionale, corsi di relazioni interpersonali in agriturismi con piscina, nel verde, ampio parcheggio… Si direbbe un circo equestre allestito a casaccio, col tipico cattivo gusto del parvenu, con la tipica incultura della mala razza democratico-pacifista… In realtà, si tratta di un vasto sottomondo in cui il naufragio e la disfatta con molto dolore dell’ideologia progressista non potrebbe apparire più evidente. Si tocca con mano. E, allo stesso tempo, si tratta di un business su scala internazionale, un’industria con giganteschi fatturati.

In questi contesti, prima o poi, inevitabilmente, ci si imbatte in bufale di portata mondiale come ad esempio il memorabile Osho Rajneesh, o come Scientology, o il channelling, poi si affollano “fraternità universali”, “templi di saggezza”, la “società biogenica”… Qua e là anche qualche prete neo-spiritualista… neo-carismatico… letture pacifiste della Bibbia… perché no un po’ di massoneria egizia… un tocco di templarismo… a scelta, una vale l’altra… Tutte plateali dimostrazioni del tracollo verticale dell’autocoscienza occidentale.

Peschiamo dal mucchio e leggiamo: «La psicogenealogia è attenta ai progressi delle neuroscienze sulla psiconeuroimmunologia e sui rapporti mente-corpo e presta orecchio alle ricerche della biologia evolutiva e dell’etologia, con cui condivide lo sforzo di decodifica della trasmissione transgenerazionale e di ricerca di come avvenga». Un cammeo di cabala progressista. Chiaro, no? La psicogenealogia è quella “nuova scienza” che pensa che nel DNA ereditario, e addirittura nella «affettività fondata sul legame di sangue», riposi il destino individuale e di stirpe. Neo-nazisti? Razzisti inveterati? No, mondialisti liberali. La neuro-linguista Anastasia Miszczyszyn nel suo recente libro Il potere delle radici, ad onta del suo nome impronunciabile, parla chiaro. Dice che si devono prendere in grande considerazione «la coscienza biologica e l’effetto delle memorie ancestrali, provenienti dal passato umano (sia quelle della stirpe sia quelle della specie) e animale, sulla percezione dei conflitti psicologici e sulla loro espressione fisiologica in un sintomo organico». Il dottor Mengele non avrebbe saputo dir meglio. Si legge inoltre che questa coscienza biologica, unitamente alla coscienza della stirpe, deve portare a conoscere sicuri traumi vissuti da antenati, trasmessi geneticamente e in grado di condizionare la vita bio-psichica dei discendenti. La redazione dell’albero genealogico di famiglia, l’indagine sull’obbedienza al codice di clan dei propri avi, lo studio delle basi biologiche dell’affettività, del codice delle leggi naturali, dell’essere umano come essere biologico, devono portare scientificamente alla liberazione della psiche attraverso il recupero della memoria collettiva. Stralci dal Mein Kampf?

Da ingenui, pensavamo infatti che questi materiali facessero parte di discipline, come dire, bandite dalla dominante ideologia del melting-pot. E pensavamo che questi discorsi li avessero già fatti personaggi ben precisi. Che so, Platone, quando parla dell’anamnesi: la reminiscenza del mondo delle idee. Oppure, l’inconscio collettivo di Jung, magari applicato al wotanismo germanico: l’identità primordiale del popolo riemersa in epoca moderna con il Nazionalsocialismo. Oppure, ancora, la memoria ancestrale postulata da Wiligut, il “Rasputin di Himmler” che parlava di identità biologica di razza da recuperare dal più lontano passato, attraverso uno sforzo psichico di tipo tantrico. Gli studiosi di ariosofia che rilanciarono il pangermanesimo razziale nel Novecento usavano questi linguaggi. Il vecchio hitleriano Miguel Serrano parla da decenni della memoria cromosomica… Ma che c’entrano i mondialisti?

La Miszczyszyn divulga teorie assemblate – indovinate un po’ – in America, come antidoto contro la depressione delle masse borghesi. La psicogenealogia altro non è che una trovata incredibile, che dovrebbe ricostruire la psiche devastata di chi ha subito lo stress lavorativo, garantendo… il successo personale, l’espansione professionale, il benessere finanziario… La memoria dell’eredità biologica ancestrale viene messa al servizio dell’ottimizzazione delle qualità produttive. Si parla infatti non tanto di pazienti, quanto di clienti cui vendere un progetto vincente…

L’ambiente si proclama implacabilmente freudiano. Gestita da personaggi leader del settore, quali ad esempio (occhio ai nomi) Claude Sabbath e Nicolas Abraham, la psicogenealogia organizza lavori di gruppo a Palo Alto e filma gli schizofrenici a colloquio con i parenti (ma non faceva lo stesso l’SS-Standartenführer Wolfram Sievers, intendiamo il capo della Ahnenerbe?), mentre alla Scuola Sistemica Strategica di Filadelfia si rafforza la sensibilità dei clienti verso i doveri naturali e la lealtà familiare. Il risultato sarà una contorta «decodifica della trasmissione transgenerazionale». Ma poi si capisce perché sono freudiani. Su tutto aleggiano le nozioni di colpa e di trauma. Il peccato dell’avo ti stressa, ti fa essere un perdente: ripercorrilo, e guarirai. Nel libro La sindrome degli antenati a cura di Amina Iacuzio si svela l’arcano: «Già la Bibbia afferma che il peccato del padre ricade sulla testa dei figli». E inoltre: «Già Freud aveva affermato in Totem e tabù che i processi psichici si prolungano da una generazione all’altra». Ora tutto è più chiaro.

Freud è quello che, a furia di rimestare nelle fogne della sub-psiche, inventò l’attrazione sessuale del figlio per la madre e l’omicidio del padre da parte dei figli… e ne fece il centro della sua psicanalisi sovversiva. Siamo tutti assassini e degenerati sessuali. L’etica dell’orda e il disturbo mentale: atto primo della civiltà. Si capisce che i suoi allievi di oggi ne ripetano la grave nevrosi. In un altro libro del medesimo milieu sottoculturale, Riconoscere ciò che è. La forza rivelatrice delle costellazioni familiari, dello psicoterapeuta Bert Hellinger, si persegue apertamente l’idea di «progresso attraverso la colpa». Questo vilissimo progressismo, secondo il quale «la grandezza sta nell’ordinario» e la normalità sta nel deforme e nel malato, sfiora i valori essenziali della vita senza saperli riconoscere. Sente la verità che c’è nell’ereditarietà, avverte il valore decisivo che hanno la stirpe, il sangue, i legami genetici e di bio-appartenenza. Ma, non potendoli condividere per vizio democratico tendente all’ibrido, li contorce, li rovescia, e così facendo li uccide un’altra volta. Nelle mani di questa gente, il retaggio diventa sindrome degenerata. La potenza identitaria dei patrimoni biologici diventa strategia vincente per l’affermazione individuale in azienda. E la memoria ancestrale, sottoposta al trattamento freudiano di queste logge della new-age psicanalitica, genera il mostro sociale del profitto psichico. Gratti l’intonaco dei paroloni e trovi l’immancabile guasto liberal: persino la genealogia e l’ereditarietà diventano strumenti al servizio dell’utile finanziario. Il progressista deturpa tutto ciò che tocca.

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Tratto da Linea del 18 luglio 2008

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