Esistono pochi temi che incontrino tanto favore nell’immaginario popolare – al punto di ispirare romanzi, saggî, film, dipinti, drammi teatrali, opere musicali, giochi e via lungamente dicendo – quanto quello del Graal. Si tratta di un emblema stesso della spiritualità, che nelle sue innumerevoli varianti e interpretazioni riconduce essenzialmente sempre a uno stesso tema, quello cioè della cerca cavalleresca, del perfezionamento spirituale, della prova iniziatica. E così chi abbia un minimo di dimistichezza con i testi medievali fondamentali sul tema (quelli di Robert de Boron, di Wolfram von Eschenbach, di Chrétien de Troyes per citare alcuni dei più noti) assiste sempre con un certo disappunto alle divagazioni e le mistificazioni che di questo tema così ricco e interessante vengono fatte dalle tante scuole spiritualistiche che purtroppo infestano il panorama pseudoreligioso caratteristico dei tempi attuali. Così, il Graal ai giorni nostri riassume variamente l’idea di quella “panacea di tutti i mali” che un’umanità abbruttita e degradata ricerca nel piccolo misticismo d’accatto.
È chiaro, però, che a tutti i temi ci si può avvicinare con animo, predisposizione e capacità differenti. Questo è del resto un fatto tipico ed essenziale di tutto il linguaggio dei miti, e cioè la comprensione dei simboli è data a tutti, ma a livelli diversi, secondo le capacità intellettuali e intuitive di ciascuno. Una guida di tutto valore, per il tema in questione, costituisce certamente Luce del Graal, testo recentemente ristampato dalle Edizioni Mediterranee dopo circa cinquant’anni dalla prima edizione italiana. Si tratta di una raccolta di alcuni degli scritti più significativi e penetranti sul tema: da Guénon a Vendryes, da Jean Marx a Viscardi a R. Nelli sono riunite diverse interpretazioni, alternate ad alcuni dei passi più significativi della letteratura medievale europea sul tema. L’introduzione alla nuova edizione è di uno dei più noti filologi romanzi, Francesco Zambon, che definisce giustamente il volume come “un’eccellente iniziazione al mito del Graal e alla lettura dei testi che lo elaborarono a partire dal Medio Evo“.
Ci sembra importante rilevare un ultimo elemento: questa edizione è stata pubblicata sulla base della copia del libro che giaceva nella biblioteca che fu di Julius Evola, la quale recava la dedica di Cristina Campo: giusta ci è sembrata la decisione del curatore, Gianfranco De Turris, di dedicare a entrambi questi due studiosi, pur così diversi, la nuova edizione.
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AA.VV., Luce del Graal. Mito – esoterismo – storia – epica cavalleresca, Edizioni Mediterranee, Roma 2001, pp. 320, £35.000.
Tratto da la Padania del 12 maggio 2001.
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