Giuseppe Mazzanti, studioso di storia originario di Imola, dopo la bella prova di Eresia e delitto, pubblica il suo secondo romanzo: L’inganno della virtù. Anche questa volta si tratta di un racconto ambientato nel medioevo, e precisamente a Macon, in Borgogna, nel secolo XI. Mazzanti conferma le sue buone doti di scrittura, che in questo secondo libro risultano amplificate da un impianto narrativo di notevole complessità.
Nel quadro di uno scontro politico fra il conte Otello e il vescovo Riccardo si snoda una storia articolata di cui sono protagonisti rudi uomini d’armi, giovani innamorati e prelati dediti alla simonia e al concubinato. Nella ricca galleria di personaggi spicca la singolare figura di don Ribaldo di Barbiens: un sacerdote opportunista, sfrontato, arrivista e niente affatto convinto delle verità di fede.
Il racconto si tinge di giallo quando nel villaggio di Macon, colpito dalla carestia, imperversa un autentico serial killer: un cannibale che divora le sue vittime. Sarà proprio la caccia al criminale a dare luogo a inaspettati sviluppi delle storie individuali dei protagonisti: alcuni sprofonderanno nella dannazione, altri imboccheranno la strada virtuosa della rigenerazione spirituale.
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Giuseppe Mazzanti, L’inganno della virtù, Gruppo Albatros Il Filo, Roma 2009, pp.316, € 16,50
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