Giuseppe Mazzanti è un giovane studioso di Imola, laureato in Storia medievale. Ha all’attivo numerose pubblicazioni in materia, che lo segnalano come un nome significativo nel campo della ricerca storica.
Ora Mazzanti si propone anche come autore di narrativa: ha appena dato alle stampe il romanzo storico Eresia e delitto, nel quale mostra di possedere eccellenti qualità di affabulazione.
Il romanzo è ambientato a Viterbo dove, sulla porta della Chiesa di San Giacomo, una mattina del 1113, viene trovata affissa una pergamena che contiene dieci tesi eretiche, firmata con caratteri apparentemente indecifrabili. Il papa Pasquale II, per indagare sulla vicenda chiama due investigatori d’eccezione: l’anziano giurista Irnerio e il giovane monaco Bernardo di Chiaravalle.
I due personaggi cominciano le indagini senza disporre di indizi importanti, ma riescono ad interpretare alcuni elementi con l’aiuto di avvenimenti fortuiti, finchè arrivano a ricostruire le vicende che hanno portato all’affissione delle tesi eretiche.
Il genere del romanzo storico non è facile, e rischia di passare inosservato, data la vastità di titoli del genere che affollano gli scaffali delle librerie, ma il libro di Mazzanti sicuramente esce nel modo migliore dalla prova, esibendo una scrittura classica e misurata, molto efficace per calare il lettore nel contesto storico in cui è ambientato il racconto. Lo stile è sempre scorrevole, e la trama della storia è agile, ben congegnata, e capace di «incollare» alle pagine il lettore, come si addice ad ogni buon «giallo».
Con quest’opera d’esordio, Mazzanti merita sicuramente di essere considerato come uno dei narratori più promettenti dell’attuale panorama letterario.
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Giuseppe Mazzanti, Eresia e delitto, Edizioni Pendragon, Bologna, Novembre 2005, pp. 168, euro 13,00.
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