L’I.R.A. e l’indipendentismo irlandese. Un saggio di T. P. Coogan

La storia dell’indipendentismo irlandese è stata segnata da gesti eroici, da sacrifici estremi e dal ricorso, in alcune circostanze, all’uso della violenza. Al centro di tale congerie storica sta l’I.R.A., l’esercito indipendentista repubblicano, la cui origine e le cui vicissitudini interne sono chiarite dalla pagine di un interessante volume di Tim Pat Coogan, Storia delle origini dell’I.R.A. (1919-1970), nelle librerie per Oaks editrice, con prefazione di Fiorenzo Fantaccini (per ordini: info@oakseditrice.it, pp. 317, euro 24,00). L’autore nacque in una famiglia segnata dal nazionalismo. Il padre contribuì, lo ricorda il prefatore, alla creazione del sistema giudiziario irlandese, sorto in sostituzione di quello inglese. Negli anni Quaranta fu segretario del Fine Gael, gruppo politico moderato sorto dalla scissione del Sinn Féin. La madre, attrice e giornalista, pubblicò un romanzo storico di grande successo, The Big Wind. Poco più che adolescente, Coogan iniziò a scrivere per l’Evening Press, divenendo più tardi direttore dell’Irish Press per circa vent’anni.

Nel 1966 uscì un suo libro dedicato alla storia d’Irlanda dopo la rivolta del 1916. Fino ad allora, l’indipendentismo aveva avuto, quali riferimenti culturali, l’antica storia dell’isola di Smeraldo, la mitologia celtica e le suggestioni letterarie a essa legate. Era necessario, a dire del nostro autore, portare l’attenzione sugli eventi contemporanei. Il volume conteneva, allo scopo, un capitolo dedicato all’I.R.A. Alla luce del successo di questo primo testo, a Coogan venne proposto di scrivere un libro pioneristico dedicato alla sola storia dell’I.R.A. Egli accettò e iniziò a lavorare alla nuova opera nel 1967. In quegli anni, l’esercito repubblicano sembrava essere “in sonno”, una sorta di “vulcano estinto”: «ma poco prima che il volume venisse pubblicato, nel 1970, in Ulster si erano verificate le rivolte settarie che segnarono l’inizio dei […] Troubles e che fecero riemergere con forza il conflitto tra la comunità cattolica e quella protestante» (p. III). Nel 1969 era, peraltro, sorta, a causa di divisioni interne, l’I.R.A. Provisional. Alcuni Ministri irlandesi furono accusati, ma in seguito assolti, di aver fornito armi a tale frazione rivoluzionaria.

La Storia delle origini dell’I.R.A. ha un merito fondamentale. Non si avvale solo di una cospicua documentazione relativa al tema indagato, ma fa riferimento alle esperienze dirette di molti militanti, intervistati dall’autore. I quadri dell’esercito repubblicano, all’inizio, mostrarono diffidenza nei confronti di Coogan. Il capo di stato maggiore dell’I.R.A., Cathal Goulding, diede istruzioni ai suoi sottoposti di non rilasciare dichiarazioni di alcun tipo. Coogan, durante il primo approccio con loro, tese a rassicurali sulle sue intenzioni e, alla seconda intervista, ottenne   informazioni di rilievo. Grazie a tale metodo, raccolse oltre cinquecento testimonianze, che rappresentano il cuore del volume che stiamo presentando. L’edizione italiana, ripropone la prima versione del libro, che in Irlanda fu un best seller. Successivamente, fino al 2002, il testo è stato editato più volte e aggiornato. La ricostruzione-narrazione storica prende le mosse dagli anni Venti e giunge fino agli inizi degli anni Settanta. L’esegesi della “questione irlandese” si spinge molto indietro nel tempo. Essa muove: «dalla colonizzazione delle sei contee dell’Ulster nel 1609 da parte di Giacomo I, alla creazione degli United Irishmen da parte di Wolfe Tone […] (e attraversa) la Grande carestia e alle (le) conseguenze dell’Atto di Unione d’Inghilterra e Irlanda del 1800» (p. VI).

Il libro ricostruisce puntualmente la storia dell’I.R.A., sorta per difendere l’Home Rule e per realizzare l’unità irlandese, che avrebbe dovuto comprendere anche le contee del Nord. Lo statuto dell’esercito repubblicano venne redatto nel 1923. Da allora, l’organizzazione ha conosciuto fasi alterne di sviluppo. Sono particolarmente rilevanti i capitoli che l’autore dedica ai rapporti dell’I.R.A. con gli Usa, data la presenza in quel paese di un numero consistente di patrioti irlandesi, con la Russia e con la Germania nazista. Durante la Seconda guerra mondiale, infatti, i tedeschi avevamo interesse ad indebolire l’Inghilterra servendosi di atti di sabotaggio realizzati da appartenenti all’esercito repubblicano. La posizione di neutralità, assunta dal governo irlandese di de Valera, impedì che ciò accadesse. Importanti, ai fini storici, risultano i capitoli che indagano la campagna terroristica, messa in atto in Inghilterra, tra il 1939 e il 1940, il racconto degli internamenti dei repubblicani durante la Seconda guerra mondiale e le “Campagne del Confine” degli anni Cinquanta, che stanno a monte del conflitto etnico-religioso dei decenni successivi.

Dalle interviste, ben raccordate con la documentazione fornita dall’autore, si evince l’eterogeneità ideologica dell’I.R.A. Coogan, a volte, si attarda nella descrizione di eventi drammatici che hanno avuto per protagonisti militanti dell’esercito repubblicano. Da un lato, condanna fermamente l’uso della violenza e precisa che il libro non ha, quale obiettivo, il proselitismo a favore della lotta armata, d’altro lato, dalle sue pagine si evincono il coraggio e l’idealismo dei membri dell’I.R.A. Quale paradigma delle intenzioni di Coogan potrebbe essere scelta la figura di Dan Breen che, nel 1919, assieme a un drappello di compagni, uccise due poliziotti inglesi. Questi, in seguito, si convertì alla prassi politica del Costituzionalismo, i cui obiettivi sono simbolizzati dalla bandiera d’Irlanda: «Sono profondamente convinto che l’unità irlandese sarà raggiunta […] non con la forza, ma con un accordo simile a quello della bandiera irlandese: verde per il Sud cattolico, arancione per il Nord protestante, e bianco per la pace tra le due parti» (p. 13).

Nonostante ciò, Coogan riconosce di aver tratto dagli incontri con gli uomini dell’I.R.A. un insegnamento essenziale: la storia è il prodotto dell’azione umana. Pertanto, nelle pagine in cui racconta la dura reclusione cui essi furono sottoposti o ne ricorda le esecuzioni sommarie, ne onora il coraggio, lo spirito di sacrificio, la memoria.

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Giovanni Sessa è nato a Milano nel 1957 e insegna filosofia e storia nei licei. Suoi scritti sono comparsi su riviste e quotidiani, nonché in volumi collettanei ed Atti di Convegni di studio. Ha pubblicato le monografie Oltre la persuasione. Saggio su Carlo Michelstaedter (Roma 2008) e La meraviglia del nulla. Vita e filosofia di Andrea Emo (Milano 2014). E' segretario della Scuola Romana di Filosofia Politica, collaboratore della Fondazione Evola e portavoce del movimento di pensiero "Per una nuova oggettività".
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