Questo articolo è suddiviso in tre parti:
SECONDA PARTE
Gotteskampf
È necessario che tutti gli accademici di un popolo coinvolto in un così profondo movimento si pongano al servizio dei capi di tale movimento per rendere comprensibili i loro obiettivi nazionali, politici e sopranazionali (…) con tutte le loro conoscenze politiche e intellettuali, con tutte le informazioni che possiedono sui paesi stranieri e sul mondo.
Karl Haushofer, Der nationalsozialistiche Gedanke in der Welt, München 1933
Il 9 agosto 1934 la “Deutsche Allgemeine Zeitung” pubblicò l’intervento di un professore emerito di germanistica dell’Università di Giessen, Otto Behagel, che con accademico sussiego accusava i non addetti ai lavori (gli Aussenseiter) di intraprendere ricerche sulla preistoria senza possedere le necessarie qualificazioni. Alla filippica del vecchio accademico non replicò soltanto il quotidiano della NSDAP, il “Völkischer Beobachter”; il contrattacco più deciso fu sferrato dai giornali controllati da Darré, sui quali intervennero il ministro in persona e alcuni suoi collaboratori, tra i quali appunto von Leers. Il termine Aussenseiter venne rivolto contro chi lo aveva usato: “proponendosi come unici ed esclusivi garanti di una ‘vera’ ricerca storico-scientifica, i professori come Behagel si mostravano del tutto insensibili alle proposte innovative che avrebbero caratterizzato la Germania nazista e apparivano dunque essi stessi come i veri outsider rispetto alla nuova realtà del Terzo Reich” (37).
Nel 1935 von Leers pubblicò Das alte Wissen und der neue Glaube e contribuì con una Storia dell’antisemitismo tedesco a un’ennesima edizione del Manuale della questione ebraica (38), curato da colui che “fu senza dubbio il più influente di tutti i Völkischen” (39), Theodor Fritsch (1852-1933).
In seguito von Leers collaborò regolarmente agli “SS-Leithefte”, pubblicati dall’Ufficio per la Razza e l’Insediamento sotto il patronato di Richard Walther Darré, Reichsbauernführer e ministro dell’alimentazione e dell’agricoltura.
Nel 1936, oltre a trattare argomenti giapponesi sulla rivista “Volk und Reich”, pubblicò Blut und Rasse in der Gesetzgebung (40), una panoramica storica delle legislazioni razziali, dalle civiltà antiche (India, Iran, Grecia, Roma) fino all’Estremo Oriente (Cina, Giappone) e all’Occidente moderno (Americhe, Sudafrica, colonie inglesi e francesi). All’interesse di von Leers per gli studi giuridici si riferisce anche una sua relazione sull’argomento “Criminalità ebraica”, che venne presentata a una conferenza presieduta da Carl Schmitt (1888-1985) e svoltasi il 3-4 ottobre 1936 intorno al tema “L’ebraismo nella giurisprudenza”. Gli atti della conferenza furono poi pubblicati in una serie di opuscoli sotto il titolo generale Das Judentum in der Rechtswissenschaft.
Nel semestre invernale 1936-’37 ricevette dall’Università di Jena un incarico per l’insegnamento di Storia giuridica, economica e politica su basi razziali. Nel marzo 1938 diventerà, sempre a Jena, professore straordinario. Dal 1 gennaio 1940 sarà ordinario di Storia tedesca con particolare riguardo alla storia contadina. Contemporaneamente dirigerà il dipartimento di storia e sarà membro del Senato accademico dell’Università di Jena (41).
Il 30 gennaio 1938 ottenne, assieme a Wolfram Sievers (1905-1948) (il segretario generale della Ahnenerbe che sarà impiccato a Norimberga), il grado di Sturmbannführer (maggiore) delle SS. Nello stesso anno pubblicò Rassengeschichte des deutschen Volkes (Berlin 1938).
Nel frattempo la produzione libraria di von Leers non conosce sosta: escono Arteigenes Recht und Unterricht (1937), Rassen, Völker und Volkstümer (1939), Der deutsche Lehrer als Kulturschöpfer (1939).
Nel 1938, von Leers fu nominato professore di scambio all’Università di Roma. Qui egli prese contatto con le redazioni delle riviste “La Difesa della Razza” e “La Vita Italiana”. In particolare, collaborò con Giovanni Preziosi (1881-1945) e ne divenne amico, apprezzandone le qualità del carattere; a diciotto anni dalla morte, lo ricorderà come “un Romano antico, un uomo catonico, una persona di grande onestà e rettitudine sia nella vita privata che nella pubblica” (42).
A Roma, von Leers tenne alcune conferenze pubbliche. Il 15 giugno 1940 parlò a Palazzo Zuccari, alla Sezione di Storia della Cultura dell’Istituto della Kaiser Wilhelm-Gesellschaft, su un argomento storico diventato di quotidiana attualità: L’Inghilterra. L’avversario del continente europeo. Sempre a Palazzo Zuccari, il 19 giugno venne invitato dal Circolo di Studi italo-tedesco a parlare sugli Elementi comuni nella storia italiana e germanica; otto giorni dopo, la conferenza fu ripetuta al Teatro delle Arti, per invito dell’Istituto Fascista per le Relazioni Culturali con l’Estero (43).
Nel 1940, recensendo per “Odal” il secondo volume di Herd und Altar di Bernhard Kummel (1897-1962) (44), von Leers si schierò a favore di quest’ultimo nella polemica che lo vedeva contrapposto a Otto Höfler. Il germanista e traduttore dell’Edda Bernhard Kummer, che come von Leers insegnava all’Università di Jena, aveva desunto dalle antiche saghe islandesi l’immagine di un “mondo eroico di Germani, che vivevano tra focolare e altare una vita felice e moralmente pura (…) Ma questo mondo tranquillo (Midgard), nel quale domina la figura di Thor, viene infranto e sconvolto dalla religione di Odino e del Walhalla dell’età dei Vichinghi (…) La religione di Odino s’impone dunque col suo spirito demonico-distruttivo e individualistico-aristocratico (Utgard). La lotta tra queste due opposte forze spirituali, in cui la dinamica distruttiva di Utgard s’impone sul sereno Mitgard, avrebbe dato inizio alla progressiva decadenza del mondo germanico, cui l’estraneo Cristianesimo avrebbe inflitto un ultimo colpo rovinoso” (45). Contro questa visione “antidemonica” dell’antichità germanica scese in campo uno studioso della scuola viennese di Rudolf Much, Otto Höfler, che col suo Kultische Geheimbünde der Germanen (46) aveva già sostenuto “l’importanza nel mondo dei Germani di culti e riti demonico-estatici coltivati da associazioni maschili segrete di guerrieri” (47). Non nella natura contadina, che comunque non veniva negata, andava ricercato secondo Höfler l’originario carattere del mondo germanico, bensì in uno spirito guerriero di tipo estatico-rituale. Mentre a favore della tesi di Höfler si schierò il mensile ufficiale dell’Ahnenerbe, “Germanien”, che nel 1937 aveva pubblicato diversi articoli del caporedattore J.O. Plassmann e dello stesso Höfler, von Leers, come abbiamo anticipato, intervenne nel 1940 a fianco di Bernhard Kummer, attaccando la teoria della componente demonico-estatica delle associazioni maschili guerriere e riconoscendo a Kummer il merito di aver fatto notare che il mondo contadino dei Germani, custode dei valori tradizionali, si era dovuto scontrare con il concetto di una “autorità” derivante dalla Chiesa.
Negli anni della guerra, von Leers svolse un’intensa attività sul fronte interno. Nel 1940 uscirono due libri sulla questione ebraica: Wie kam der Jude zum Geld? (48) e Judentum und Gaunertum (49). Con Die berufstätige Frau diede invece un contributo a un volume collettivo sulla politica femminile del nazionalsocialismo (50). Nel 1941, oltre a Für das Reich e ad un libro sulla “rinascita spirituale” della Germania (51), pubblicò due studi ampiamente documentati circa i retroscena della politica statunitense e di quella sovietica (52). Nel 1942 videro la luce due nuovi libri sul contadinato tedesco (53), che andarono ad aggiungersi a Der Weg des deutschen Bauern von der Frühzeit bis zur Gegenwart, uscito qualche anno prima (54). Nel 1944, oltre a pubblicare Die Verbrechernatur der Juden, scrisse l’introduzione ad uno studio di Schramm sull’omicidio rituale, nella quale si legge: “Il giudaismo è criminalità ereditaria, sincretismo religioso in cui ha un ruolo considerevole la fede nei demoni. Chi lotta contro l’ebraismo, ‘compie l’opera del Signore’ e combatte una guerra santa (Gotteskampf)” (55).
Note
37 A. D’Onofrio, op. cit., p. 139.
38 J. von Leers, Zur Geschichte des deutsches Antisemitismus, in T. Fritsch, Handbuch der Judenfrage, Hammer Verlag, Leipzig 1935. La prima edizione del Handbuch der Judenfrage è del 1887.
39 A. Mohler, op. cit., p. 455.
40 J. von Leers, Blut und Rasse in der Gesetzgebung. Ein Gang durch die Völkergeschichte, J.F. Lehmanns Verlag, München 1936.
41 Anna Bramwell (op. cit., p. 78) scrive che von Leers divenne docente di giapponese all’Università di Jena; ma di ciò non abbiamo trovato conferma altrove. D’altronde la Bramwell si mostra piuttosto incerta nelle notizie relative a von Leers: “A quanto pare collaborò per il Fronte tedesco del lavoro fino al 1939, e sembra che appartenesse alle SS” (ibidem; sottolineature nostre). Inoltre, a causa della mancanza del contesto corrispondente, risulta alquanto oscuro il senso di quest’altra informazione: “Darré scrisse a Hitler, nel 1939, rendendosi garante dell’affidabilità di Leers” (ibidem). 42 “Ho collaborato molto con Preziosi, eravamo amici ed ho avuto occasione di conoscere il suo carattere. Egli non era solo un uomo di conoscenze profonde e solidissime, era anche un Romano antico, un uomo catonico, una persona di grande onestà e rettitudine sia nella vita privata che nella pubblica. Per i nemici era inattaccabile e perciò temuto, amava la sua bella Patria e la difendeva con energia, ma sempre in una forma umana; non era neanche persecutore degli ebrei, era soltanto difensore dei valori patriottici ed umani contro una minaccia terribile: la tirannide giudaica. In una forma esemplare egli ha dimostrato come combattere la nostra lotta, con intelligenza e con un gran tesoro di conoscenza. (…) Vale amice, Giovanni Preziosi, magne Romane et defensor Penatium, vale in tua gloria!” (Omar Amin von Leers, Giovanni Preziosi, “Osare”, a. I, n. 2, settembre-ottobre 1963, p. 3).
43 Le due conferenze furono poi pubblicate, in lingua italiana, in due diversi opuscoli dalla Verlag Anton Schroll & Co., Wien 1940.
44 Bernhard Kummel, Herd und Altar. Wandlungen altnordischer Sittlichkeit im Glaubenswechsel; Band II: Der Machtkampf zwischen Volk, König und Kirche im alten Norden, Leipzig 1939.
45 A. D’Onofrio, op. cit., pp. 251-252.
46 Otto Höfler, Kultische Geheimbünde der Germanen; vol. I: Das germanische Totenheer. Mythos und Kult, Frankfurt am Main 1934. (È apparso soltanto il vol. I).
47 A. D’Onofrio, op. cit., pp. 252-253.
48 J. von Leers, Wie kam der Jude zum Geld?, Theodor Fritsch Verlag, Berlin 1940.
49 J. von Leers, Judentum und Gaunertum. Eine Wesens- und Lebensgemeinschaft, Berlin 1940.
50 J. von Leers, Die berufstätige Frau, in Coler/Pfannstiehl (Hrsg.), Frau und Mutter, Bägel Verlag, Düsseldorf 1940.
51 J. von Leers, Die geistige Wiedergeburt einer Nation, Berlin 1941.
52 J. von Leers, Kräfte hinter Roosevelt, Theodor Fritsch Verlag, Berlin 1941 (trad. francese: Forces occultes derrière Roosevelt, Maison Internationale d’Èdition, Bruxelles s.d.); Juden hinter Stalin, Deutsche Informationsstelle, Berlin 1941.
53 J. von Leers, Bauerntum, Reichsnähstand Verlag, Berlin 1942; Geschichte des deutschen Bauernrechts und des deutschen Bauerntums, Reclam, Leipzig 1942.
54 J. von Leers, Der Weg des deutschen Bauern von der Frühzeit bis zur Gegenwart, Reclams Universal-Bibliothek, Leipzig 1937.
55 J. von Leers, Vorwort, in: Schramm, Der jüdische Ritualmord. Eine historische Untersuchung, Theodor Fritsch Verlag, Berlin 1944.
evoliano
Andando più avanti,la vita di von Leers si fa più interessante,si nota già nell'uomo ciò che l'avrebbe portato fare propria la fede maomettana,nelle sue idee si nota la costante presenza dell'elemento religioso spirituale,oramai devo leggere l'ultima parte del suo viaggio mi chiedo che riserverà!