Sun Vessel – Atlantean Blood – The Weird Rider – Discipline Of Hate
Attenti e compiaciuti lettori, quel che vi presento in questo mio nuovo testo non parrebbe di avere niente a che fare con la scienza indoeuropeistica, almeno stricto sensu, ma in lato sensu sì, certamente, e ne capirete tra poche righe il perché.
Daudeferd, infatti, non si occupa solo di Glottologia, Linguistica comparata, documentazione archeologica e antropologica, ma si occupa da svariati anni anche di particolari forme di espressione musicale che ovviamente trovano linfa vitale e scopo nell’alveo dei culti ancestrali e delle più avite tradizioni dei popoli d’Europa: conoscere, vivere, contestualizzare, tutelare, conservare tutto il nostro patrimonio culturale e spirituale, nostro remoto retaggio, nostro cammino e nostro obiettivo futuro.
Fortunatamente, in questa oscura epoca (Kali Yuga), sì tanto decadente divenuta ed ancora in fieri, abbiamo noi Europei la possibilità di appigliarci alle nostre memorie storiche e folkloriche, potendo così trovare scampo alla implacabile piaga del ‘’deserto che avanza’’; di rimanere sempre verdi e vitali dinanzi alla morte spirituale e culturale quale peggiore e mesto scenario a cui ormai ahimè siamo avvezzi nel nostro quotidiano vivere.
Lo studio ci salva, ma anche l’arte. Continuiamo ad essere, anzi a persistere, come il nostro avo Cro-Magnon ci ha abituati sin dagli albori della nostra presenza (Satya Yuga) nella nostra Urheimat: allo studio della Natura, all’osservazione dei fenomeni, alla contemplazione dei noumeni, alla codificazione delle nostre acquisizioni cognitive in simboli, all’operatività prescelta nell’esprimere e comunicare la nostra profonda consapevolezza, l’essenza dell’Io, che ovviamente necessita quel Werkraum per lasciar traccia del proprio sé. Il graffire un segno sulla nuda e fredda roccia è imprimere la propria memoria, la propria Voluntas: una Actio che diventa simbolo del proprio sé, della propria Weltanschauung, ed essa si fa Storia, la Storia si fa Cultura, e la Cultura è sopravvivenza, ed ancora a livelli più alti di consapevolezza, essa, la Sapienza, trascendentale, fa della Cultura il segno dell’esistenza.
Questa Voluntas, tra le varie modalità espressive, ha come canale di energia anche le onde sonore: parole, espresse in prose e poesie, canti e suoni, anche accompagnati da movimenti del corpo intenti a formare sincronicamente simmetrie, che scandiscono in modo quantitativamente preciso (numerico) e qualitativamente programmato (cadenza-metro) il tempo impiegato all’abilità performativa entro quello spazio prescelto quale luogo sacro (‘’ritagliato’’, come usavano dire gli antichi Elleni con temenos). Così nacquero le arti del narrare, della musica e della danza, quali momenti celebrativi e rituali-propiziatori che le Muse ci dettero nel tempo antico. E con esse, con le arti, noi possiamo portare avanti le nostre speranze: la nostra sopravvivenza.
Certo, nel tempo, tutte queste forme espressive (d’arte) hanno perso il loro valore sacrale degli albori, divenendo viepiù sempre più ‘’umane, troppo umane’’, più decadenti: verso quell’umano ‘’sin troppo umano’’, ben lontano dalla Kultur e sempre più affetto di Zivilisation, con il quale noi Europei, ahimè, proprio ai tempi odierni non ci riconosciamo per niente.
C’è chi come me ha fatto scelte diverse, proprio perché nutre sentimenti differenti dalla massa della Zivilisation, e anela ardentemente alla Kultur, a quella voce remota della Tradizione, del retaggio dei nostri Ahnen, gli Avi.
Poiché Homines, si sa, similes cum similibus facillime congregatur: ed ecco che ci siamo ritrovati e riuniti ad una nuova tavola rotonda, provenendo da varie e remote parti del nostro Miðgarðr, avendo ascoltato il richiamo della nostra Tradizione ancestrale.
The Hyperboreans’ Sun, ossia ‘’Il Sole degli Iperborei’’, è un sodalizio artistico-musicale, spirituale e culturale, nato per mia volontà e che ha riunito attorno ad un comune fine, il risveglio e la tutela della Tradizione ancestrale europea, progetti musicali come Sun Vessel dai dintorni di Melbourne (Victoria, Sud-Est dell’Australia), Atlantean Blood dalla Germania, The Weird Rider da Kiev, Ucraina, e Discipline Of Hate dall’Italia. Questo risveglio e questa tutela della Tradizione ancestrale europea, in preciso ambito sacrale, mai fu tanto preciso il termine di Bloodtheism (preso dal titolo di un album di un progetto che adoro, gli Arditi), che potrebbe facilmente -sebbene non letteralmente- tradursi in ‘’Culto delle proprie radici’’, o anche delle proprie origini.
Sono molto differenti gli stili musicali seguiti e proposti da questo sodalizio ‘’iperboreo’’, ma è giusto anche dire che seppur apparentemente diversi tutti essi prendono forma da una sostanza comune, condividendo comunque lo stesso genoma, la medesima essenza, che ben si manifesta -e buon sangue non mente- nelle emozioni (input) e sensazioni (output) che essi stessi, indipendentemente l’uno dall’altro, o tutti essi fusi in un’unica cosa, riescono a destare nell’ascoltatore: Neofolk, Ambient, Black/Death Metal ….. Musica per la Tradizione europea.
Inizio col recensire il primo album/cd, a cui segue anche una brevissima intervista all’artista australiano da me condotta (e così farò anche con gli altri, tranne, ovviamente, con i Discipline Of Hate).
Più di un anno fa, così per caso, mi imbattei sul web, in cerca di sonorità che già ben conoscevo, in questo progetto nuovissimo e freschissimo di meraviglioso Neofolk: Sun Vessel ….. dall’Australia. Il primo brano che ascoltai, Sacred Nobility, con quella peculiare immagine scelta accuratamente per fare da sfondo perfetto alla soave cascata di versi, fu folgorante. Mi venne la pelle d’oca: musica, parole e quella immagine erano e tuttora sono ….. semplicemente perfetti. Cercai altri brani allora, trovandone sempre di belli, sempre ardenti e soavi al tempo stesso, di cui uno addirittura con il campionamento della voce di Julius Evola, presa da una tarda intervista: The Long Peace That Follows. A quel punto provai anche uno strano brivido percorrere il mio corpo: io devo assolutamente contattare questo musicista!
Ascoltai tutti i brani disponibili sul web, il suo album, Etched In Eternity, al tempo non ancora disponibile su formato discografico (autoprodotto e rilasciato in data 2 Aprile 2022), il suo mini album, Toil & Trial, anch’esso molto accattivante sin dalla copertina (quattro brani, tutti belli, molto evocativi, soprattutto dai forti toni nostalgici, Toil & Trail, Honour Again, Spirit Of The Age, We Were Born In The Right Time, autoprodotto e rilasciato in data 21 Settembre 2021), poi altri brani ancora (fino all’ultimissimo album, ancora autoprodotto, A Seed Fallen To Earth, firmato in data 14 Gennaio 2024); senza contare le sue bellissime partecipazioni a cover e collaborazioni varie. Intanto, lui, il nostro artista australiano, mi rispose, davvero molto compiaciuto ….. sebbene io fossi probabilmente ancor più compiaciuto di lui. E tra le altre cose, senza saperlo, lo avevo già trovato tempo prima (1 o due anni prima, non ricordo), ma smarrito nel marasma del web, a dir il vero senza così tanta attenzione da parte mia dopo aver visto e ascoltato un suo ‘’strano’’ o meglio dire inusuale video nel quale leggeva proprio alcune Meditations on the Peaks: Mountain Climbing as Metaphor …, ovvero ‘’Meditazioni dalla cima della montagna: scalare montagne quale metafora’’ di Julius Evola! Quel testo a noi Italiani noto col titolo: Julius Evola, Meditazioni delle vette, Edizioni del Tridente, La Spezia 1971.
Intanto quella musica, la sua arte, per mesi e mesi ha invaso la mia mente, e sino ad oggi, anche a distanza di tempo e così ripetuti ascolti, essa risulta essere sempre nuova, fresca, bella, rinvigorente, da pelle d’oca: proprio quanto gli dissi sin dall’inizio, in perfetto stile di cantautorato alla Death In June dei primi anni ’90, una buona dose di primissimo Of The Wand And The Moon ed un cucchiaino proprio (just a tea spoon) di primordialissimi Strength Through Joy; ma il tutto eseguito in un modo assolutamente personale, consono ad una forte e spiccata personalità, molto strutturata.
Anche se l’album Etched In Eternity si snoda in un continuum di ballate tipicamente Neofolk (nove brani su un totale di dieci), una più accattivante dell’altra, dalla prima, Beauty Is In The Way We Live, passando con nobile tatto a True Abode, Clear Was The way, Light Of The Heart, Golden Hour, Our Torch Shines Brightly, Now & Forever, la suddetta The Long Peace That Follows dedicata a Julius Evola, e così via fino alla sensazionale, dinamica, imperativa ed ultima Resistance Is Fertile, che precede la suddetta Sacred Nobility, ve ne è una, Sky-Way Of Warriors molto evocatica ed in stile Martial, in cui l’influenza ‘’ardita’’ degli Arditi è facile da scorgere (piacciono molto ad entrambi, infatti).
Ebbe inizio così la nostra corrispondenza, facendo così conoscenza reciproca e avviando anche la nostra collaborazione. Lo aiutai nella ricerca di una label, ma alla fine un altro palato fino del genere Neofolk si fece avanti dalla Francia e gli produsse finalmente l’album nel corso del 2023 con il marchio In Illo Tempore, parte della Vltima Ratio Regvm, ora divenuta Gladivs.
Anche quest’ultimo lavoro di Sun Vessel, A Seed Fallen To Earth, non fa ancora una piega: si presenta sempre bello, delicato, introspettivo, ma al tempo stesso splendente, imponente, proprio come un tenero germoglio di primavera, ancora bianco e verde molto chiaro, così tanto tenero, tutto avvolto dalle annerite fronde boschive cadute nel tetro e mortuario autunno ed imbibite di umidità, ma che grazie all’energia ricevuta dal Sole di primavera con inarrestabile forza inizia ad ergersi verso l’infinito celeste, l’iperuranico regno degli Altissimi, divenendo lentamente ma continuamente, inarrestabilmente, superando ogni avversità, quella robusta quercia che ci sovrasta immane: l’albero secolare del fulmine, che nella Weltanschauung indoeuropea è *perkw–os ‘’colpito’’ ….. dalle saette del Dio Padre Celeste (da cui il lemma latino quercus, quello gallico o celtico herkos, così anche ᚪ ac del sistema runico anglo-sassone/frisone, da cui a sua volta la derivazione inglese oak, quella tedesca Eiche e quella norvegese eik). Altri dieci brani, tutti da amare, tutti da ascoltare più e più volte, riscoprendo in essi, proprio come nel primo album, nuove sensazioni, nuovi pensieri, nuove meditazioni, sempre nuove energie: Meditation Beyond Good & Evil, The Ecstasy Before The Agony, Through The Copse, Thorugh The Meadow (con la collaborazione della notre belle fille Camarade celto-bretone Bleunwenn, di cui riporto la strofa finale ‘’I remember a place I’ve never been/it’s more my home than any place I’ve known in this life/home, I’m coming back to you/I’m returning to the Source’’, firmata in data 18 Febbraio 2023, in traduzione ‘’Ricordo un luogo nel quale non sono mai stato/ma mi è più familiare di qualsiasi altro luogo io abbia conosciuto in questa vita, ed io ci sto ritornando/io sto facendo ritorno alle Origini’’), Seeking Always The Silence (ispirata alla vita del tedesco Hans Georg Henke, che giovanissimo milite di soli 16 anni al servizio della Luftwaffe per la difesa della propria Patria, rimase immortalato piangente nei famosi scatti fotografici del giorno 3 Aprile 1945, quando venne raggiunto dai soldati americani della 9° Armata, di cui riporto ancora la strofa finale … ‘’The grief teaches lessons/that no other can/but silence is courage/this too shall pass’’, firmata in data 13 Ottobre 2022, in traduzione ‘’S’impara dal dolore/ciò che nient’altro può fare/ma il silenzio è coraggio/anche questo dovrà finire’’), Mutinous Destiny, Creation’s New Camouflage, No Mediation; Pure Contact, Purity’s Witness, Divine Authority, Dharma Quest.
Vi presento Sun Vessel, per la prima volta in assoluta e mia esclusiva al pubblico italiano.
Riporto la breve intervista sia in lingua inglese sia in lingua italiana; nella versione originale in lingua inglese (in corsivo), così che i lettori possano anche cogliere il senso originario, scritto direttamente dall’artista.
Why Sun Vessel? What inspired you for such a name?
Perché Sun Vessel? Cosa ti ha ispirato per un nome simile?
The name came to me when I was considering a project through which solar-oriented ideas and concepts could be expressed. The sun represents this metaphysical principle in phenomenal form. A vessel contains something. Therefore putting the two together, ‘’Sun Vessel’’ presented itself, and music was the medium in which it found its output.
Il nome mi è venuto in mente mentre stavo valutando un progetto attraverso il quale si potessero esprimere idee e concetti orientati al solare. Il sole rappresenta questo principio metafisico in forma fenomenica. Un vaso contiene qualcosa. Quindi mettendo insieme i due, ‘’Sun Vessel’’ si è presentato e la musica è stata il mezzo in cui ha trovato la sua uscita.
What about your Runic path and Traditionalism?
Cosa mi dici del tuo percorso runico e del tradizionalismo?
From the moment I ever saw runes, something stirred within. Perhaps it was blood memory, but I knew that they had a big significance in our history as European people, not only for writing but for all sorts of things magical and spiritual.
Having being raised a Christian, but never quite ‘’internalizing it’’, I was a bit jaded with the Abrahamic view of things and started to look elsewhere. After floundering around a bit with dead ends, I began researching Indo-European religion generally and found resonance with much of it, including Eddic, Vedic and Buddhist writings as well as Greco-Roman. Alongside all this I was also reading stuff from the Traditionalist school.
So you could say laying eyes on the runes really had a big hand in where I am today. I don’t begrudge my Christian upbringing though, it’s played a part as well. I’ve always been interested in the big questions.
Dal momento in cui ho visto le Rune, qualcosa si è mosso dentro. Forse era un ricordo di sangue, ma sapevo che avevano un grande significato nella nostra storia come popolo europeo, non solo per la scrittura ma per ogni sorta di cose magiche e spirituali.
Essendo cresciuto come cristiano, ma non avendolo mai ‘’interiorizzato’’ del tutto, ero un po’ stanco della visione abramitica delle cose e ho iniziato a guardare altrove. Dopo aver dibatteto un po’ in vicoli ciechi, ho iniziato a fare ricerche sulla religione indoeuropea in generale e ho trovato risonanza con gran parte di essa, compresi gli scritti eddici, vedici e buddisti, nonché greco-romani. Oltre a tutto questo leggevo anche materiale della scuola tradizionalista.
Quindi si potrebbe dire che posare gli occhi sulle Rune abbia davvero avuto un ruolo importante nel determinare dove mi trovo oggi. Non disprezzo però la mia educazione cristiana, anche questa ha avuto un ruolo. Sono sempre stato interessato alle grandi domande.
Tell us about your first meeting with Evola’s books and thoughts.
Raccontaci del tuo primo incontro con i libri e i pensieri di Evola.
I began to read his works in my early 20s. I began with Revolt Against the Modern World, which was a mistake (or was it?), as it’s one of the most difficult of his works to understand, especially when you don’t know where he’s coming from. Eventually, after reading some of his other books and soaking up some understanding of his position, I was finally able to gain some understanding as to what he was saying in Revolt, and it opened up a new world for me. As I said, all this alongside the many religious texts I was reading.
Ho iniziato a leggere le sue opere quando avevo vent’anni. Ho iniziato con Rivolta contro il mondo moderno, che è stato un errore (o forse no?), poiché è una delle sue opere più difficili da comprendere, soprattutto quando non sai da dove viene. Alla fine, dopo aver letto alcuni dei suoi altri libri e aver compreso un po’ la sua posizione, sono riuscito finalmente a capire cosa stesse dicendo in Rivolta, e mi ha aperto un nuovo mondo. Come ho detto, tutto questo insieme ai tanti testi religiosi che stavo leggendo.
What is the real purpose of Sun Vessel?
Qual è il vero obiettivo di Sun Vessel?
It was started out of a need to channel creative energy into something healthy, and to illustrate concepts, ideas and feelings in order to ‘’get them out’’, instead of letting them brew. It’s never all sunshine, sometimes it’s clouds. My hope is that it’s contributing toward something bigger than itself, too.
È nato dalla necessità di incanalare l’energia creativa in qualcosa di sano e di illustrare concetti, idee e sentimenti per ‘’farli uscire’’, invece di lasciarli fermentare. Non c’è mai sempre il sole, a volte ci sono anche le nuvole. La mia speranza è che contribuisca anche a qualcosa di più grande di se stesso.
1 | Beauty Is In the Way We Live | |
2 | True Abode | |
3 | Clear Was the Way | |
4 | Light of the Heart | |
5 | Golden Hour | |
6 | Our Torch Shines Brightly, Now & Forever | |
7 | The Long Peace that Follows | |
8 | Sky-Way of the Warriors
Featuring – Nullus Abnormocracy |
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9 | Sacred Nobility | |
10 | Resistance Is Fertile |
Link utili per ascoltare e comprare i dischi di Sun Vessel:
https://sun-vessel.bandcamp.com/
https://vltimaratioregvm.bandcamp.com/album/etched-in-eternity (vedasi adesso Gladivs, sempre su Bandcamp.com)
https://gladivsrecords.bandcamp.com/album/etched-in-eternity
Youtube.com/@sunvessel
https://bio.link/sunvessel
Ma la magia di Sun Vessel non rapì in quel periodo soltanto me. Questo almeno compresi, allorquando, così, all’improvviso, si fece avanti un misterioso progetto musicale e culturale, con il fragoroso e folgorante nome di Atlantean Blood: un vero e proprio lampo nel firmamento della musica sperimentale, psicadelica ed ambient, che dapprima ci lasciò stupiti, letteralmente a bocca aperta, con una cover di Sun Vessel, precisamente la bellissima ballata Sacred Nobility, che tanto piacque e lasciò attonito anche il nostro australiano. Da lì a poco nacque l’interesse, tanto in Sun Vessel tanto in me, per questa nuova rivelazione, accorgendoci che era da anche un po’ di tempo che questa stupefacente e misteriosa entità pubblicava non solo brani musicali, uno più bello ed interessante dell’altro, ma pure particolari video incentrati sui culti antichi della Tradizione europea, sempre con un certo accenno paneuropeo tra l’altro, ed altri incentrati su meditazione yogica e runica. Ci accorgemmo anche che Atlantean Blood non agiva da solo, ma spesso accompagnato da una meravigliosa voce femminile, che sempre dava quel qualcosa in più sia in bellezza sia in completezza armonica, che ben più ne esaltava la potenza dei vari brani. E il nostro australiano cosa fece allora? Per nobile risposta fece una cover di Atlantean Blood, precisamente un brano preso dal suo secondo album, Dreams Of The Black Sun, intitolato Blood Memory, a cui pure diede un nuovo magico sfondo ad accompagnare le meravigliose melodie: ancora una volta, nel nostro australiano emerge dirompente quello state of mind che è l’Europa più antica ed incontaminata. I due progetti si incontrano, stringono fratellanza, e così anch’io entro nella cerchia ristretta di Astral Avalon, il nome dato da Atlantean Blood al proprio spazio creativo spirituale e culturale. Incontriamo così anche la giovane ucraina The Weird Rider, e conviene pure Bleunwenn della meravigliosa terra di Bretagna, il Finis Terrae celtico. Inizia così una nuova fase con un rinnovato sodalizio, e cominciano pure svariate collaborazioni: un brano pensato da me, con un testo scritto da me, nel quale presero parte tutti quanti per dedicarlo a sorpresa a Sun Vessel; un brano che si inspira direttamente, già nel titolo e nella impostazione, allo struggente pezzo di Death In June, intitolato This Is Not Paradise dell’album But, What Ends When The Symbols Shatter?, narrato, non cantato, splendidamente da David Tibet dei Current 93. Il brano in questione, non fa una grinza, è stato intitolato Rhys … This Is Not Paradise, ancora una volta narrato, non cantato, in lingua inglese da The Weird Rider e in lingua francese da Bleunwenn. Ed ancora una volta, Sun Vessel ‘’chiama’’ in soccorso Atlantean Blood e The Weird Rider per un nuovo brano, tutto particolare, questa volta elettronico, intitolato Calling Forth, ben ispirato a quei particolari pezzi elettronici di Nada! di Death In June nell’ormai remoto 1985. Il brano infatti ricorda anche nel titolo il noto pezzo The Calling dell’album Nada!, ed è molto bello, nostalgico, come sempre: antico e nuovo al tempo stesso. Anche The Weird Rider e Bleunwenn fanno musica per loro conto ed hanno produzioni all’attivo, sebbene i due generi siano molto diversi. L’ucraina The Weird Rider ci delizia con sonorità molto plumbee ed elettroniche, che hanno il loro fascino, cercando di esprimere quella profonda sensazione di sgomento e magnificenza acquisita dinanzi al complesso simbolismo arcano indoeuropeo: l’Ucraina fu terra di ondate Kurgan, di Sciti, Slavi, Variaghi, questo non si dimentichi.
Se il primissimo album di Atlantean Blood, tutto rigorosamente Ambient, intitolato Basileia e sinora mai dato alle stampe ufficiali, è stato privo di cantato, ecco che dal secondo, ormai divenuto un duo molto psicadelico, la fragranza di The Weird Rider si fa sentire quasi in ogni brano, e così anche nel terzo album Transmission From Orion che io ricevetti come regalo nel giorno del mio compleanno. Bellissime le cover eseguite da Atlantean Blood–The Weird Rider: Helige Krieg dei grandi Werkraum e Little Black Angel dei Death In June, poi inserita in questo nuovo terzo album ma rinonimata per l’occasione Little White Angel; entrambi eseguite con stucchevole originalità. The Weird Rider intatto ha dato i suoi frutti: il suo primo ep, intitolato Exploration Of Hidden Knowledge, rilasciato in data 11 Settembre 2023 e contenente questi accattivanti 4 brani per all’incirca 28 minuti di magico-onirica musica elettronica (Lunar Path, Shipwreck, Encrypted Signals ed Errata), è disponibile attraverso il canale di distribuzione del circolo Astral Avalon, assieme al materiale discografico di Atlantean Blood.
The Weird Rider
1 Lunar Path 07:502 Shipwreck 06:483 Encrypted Signals 06:094 Errata 06:57
Sembra impossibile stare appresso a questa Kundalini ridestata ed ormai in flusso: Vril aziona senza soluzione di continuità Atlantean Blood e The Weird Rider, con sempre nuove tracce sonore, sempre nuove grandi sorprese per l’udito e l’anima. Poi un altro video di Atlantean Blood, e qualche giorno dopo una nuova collaborazione tra Sun Vessel, Atlantean Blood e il canto eterico della nostra ucraina. Prima di passare alla doppia intervista ad Atlantean Blood e The Weird Rider, voglio aggiungere poche altre righe agli album di Atlantean Blood sinora disponibili, anche solo da ascoltare via web.
Il primo, Basileia, album totalmente Ambient, molto interessante, attualmente è soltanto disponibile per l’ascolto online. Magari, forse in un non lontano futuro verrà dato alle stampe da qualche benemerita label. Lo speriamo. L’ultimo brano è un eccezionale omaggio ad uno dei Nostri Grandi e Irriducibili: Varg Vikernes, il Lampo nel firmamento del Nord.
Il secondo album, Dreams Of The Black Sun –il titolo dice già tutto-, si presenta in tutto lo splendore della metamorfosi compiuta dal progetto: l’Ambient c’è ancora, ma ben diluito nell’intruglio magico e arcano di Progressive, Martial, Neofolk ed anche qualcosa di molto particolare che sfiora persino il Doom. Brani come Secrect Of The Vril Women, Lucifer-Kristos, Northern Heritage (poi ripresentata in nuova versione nel seguente album, Trasmission From Orion, così come altre) e Blood Memory (rifatta, come già detto da Sun Vessel), lasciano il segno. L’album, dapprima rilasciato in versione su cassetta, molto old fashioned, dalla piccola label tedesca Teutonic Fury, poi è stato rilanciato in formato cd con nuovo artwork, e di recente anche nella splendida versione in vinile 12’’ in collaborazione con l’altra label, sempre tedesca e molto rinomata, ossia la Darker Than Black. Il terzo album, Transmission From Orion, non è ancora disponibile in alcun formato, ma ascoltabile via web; è sempre sulla scia del secondo, con questo intruglio mantrico a base di Progressive, Martial e Neofolk, ma meno ambient, e con brani nuovi che restano in mente per tutto il giorno e si canticchiano con grande facilità: la prima traccia, Apoliteia, approssimativamente recita: ‘’I want to leave so far away from the sick society,/I want to live on my own in a place of ancient stones,/Apoliteia, Apoliteia …’’, in traduzione ‘’Io voglio andar via così lontano dalla società marcia,/io voglio starmene da solo in un luogo di pietre antiche,/Apoliteia, Apoliteia …’’ e come dargli torto! A questa prima bellissima canzone segue Beyond The Northern Wind, che mellifluamente trascina estaticamente fino a Satya Yuga Will Come con il suo caratteristico mantrico refrain: ‘’… Satya Yuga, Satya Yuga, Golden Age will come again’’, in traduzione ‘’… Satya Yuga, Satya Yuga, l’Età aurea ritornerà’’. Poi la suadente Orion, l’energica Isle Of Thule, il rifacimento di Northern Heritage con The Weird Rider (suo remixaggio), e così anche la cover di Death In June rinominata Little White Angel, che è semplicemente stupenda! Tutto l’album, sebbene molto breve, come il secondo del resto, meno di 30 minuti entrambi, è molto bello, resta impresso nella mente e ad ogni ripetuto ascolto è come se si rinnovasse, volta per volta, potendo in esso cogliere sempre dei messaggi nuovi e delle peculiarità uniche proprie del suo stile unico, inequivocabile.
Dreams Of The Black Sun
1 Secret Of The Vril Women
2 Northern Heritage
3 Princess Basileia
4 Pleiadians
5 Lucifer Kristos
6 Allfather Wotan
7 Blood Memory
8 Untersberg
9 Fuer Elise
Segue ora la breve e doppia intervista al frontman del progetto Atlantean Blood (AB) e The Weird Rider (TWR): ad ogni domanda le risposte di entrambi nell’originale inglese e poi da me tradotte in lingua italiana.
Why Atlantean Blood/The Weird Rider (everyone answers for one’s own project)? Please, explain to us the choise and the meaning
of such a name for your project.
Perché il nome Atlantean Blood/The Weird Rider (ognuno ovviamente risponde per il proprio progetto)? Per favore, spiegateci la scelta e il significato di un nome simile per il tuo progetto.
AB: The name is supposed to express a closeness to our roots (from an exoteric perspective). We used the term ‘’atlantean’’ because it sounded best to us. It also could have been ‘’hyperborean’’ or ‘’thulean’’ or something similar, but the term itself isn’t that important.
TWR: I came up with this artist name a long time ago, without putting any meaning into it. It just appeared in my head. Later I found out that the weird/wyrd is the web of destiny and Odin was a Rider. So the beautiful coincidence turned out.
AB: Si suppone che il nome esprima una vicinanza alle nostre radici (da una prospettiva exoterica). Abbiamo usato il termine ‘’atlantideo’’ perché ci suonava meglio. Potrebbe anche essere stato ‘’iperboreano’’ o ‘’thuleano’’ oppure qualcosa di simile, ma il termine in sé non è così importante.
TWR: Mi è venuto in mente questo nome artistico molto tempo fa, senza dare alcun significato preciso ad esso. Mi era appena apparso in testa. Più tardi ho scoperto che lo Weird/Wyrd è la rete del destino e Odino era un Cavaliere [Egli, Padre di Tutti e del tutto, è, nota di Daudeferd]. Così si è rivelata la bella coincidenza.
Tell us about your first approach to Traditionalism, and how it is
important to you in a Germanic level and an European one.
Raccontaci del tuo primo approccio al Tradizionalismo, e quanto è importante per te a livello germanico ed europeo.
AB: For me our traditions are rituals, which are supposed to bring us closer to our roots again and remind us who we are and where we come from. An appreciation of mother nature and also an appreciation of yourself. In my opinion people who despise their own ancestry and culture have lost their self-respect completely and this is also the reason why they always want to force their own self-hatred onto others. It is natural to feel a connection to your roots because this is necessary for the survival of your folk.
TWR: I think it is very important to recognize what is appropriate and what is not, both for yourself and in terms of how you influence others, because we are all more connected than we think. For me, such understanding often works intuitively, or based on observations of certain phenomena. The stratification of European society is frustrating, especially the fact that people are becoming less and less like something created by nature/God. And all because they don’t even need themselves.
AB: Per me le nostre tradizioni sono rituali che dovrebbero portarci più vicini alle nostre radici e ricordarci chi siamo e da dove veniamo. Un apprezzamento per madre natura e anche un apprezzamento per te stesso. Secondo me, le persone che disprezzano i propri antenati e la propria cultura hanno perso completamente il rispetto di sé e questo è anche il motivo per cui vogliono sempre imporre il proprio odio per se stessi agli altri. È naturale sentire una connessione con le tue radici perché questo è necessario per la sopravvivenza della tua gente.
TWR: Penso che sia molto importante riconoscere cosa è appropriato e cosa no, sia per te stesso che in termini di come influenzi gli altri, perché siamo tutti più connessi di quanto pensiamo. Per me, tale comprensione spesso funziona in modo intuitivo o sulla base dell’osservazione di determinati fenomeni. La stratificazione della società europea è frustrante, soprattutto il fatto che le persone stanno diventando sempre meno simili a qualcosa creato dalla natura/Dio. E tutto perché non hanno nemmeno bisogno di se stessi.
How do you feel this dark age named Kali Yuga, and why Europe felt in this decline?
Come senti quest’epoca oscura chiamata Kali Yuga, e perché l’Europa si sente coinvolta in questo declino?
AB: Everything in nature is based on creation and destruction. So the Kali Yuga is just part of a cicle. Besides that I think that linear time is something that only exists here in the 3rd dimension, so I think the Kali Yuga is just the result of the collective mind of the people in this realm. With other words, you have to work on your own mind to start the Satya Yuga within yourself. Life is a fight against yourself. Your real essence against your artificial ego. This is what I like to call ‘’the holy war’’.
TWR: I think that when there is a lot of negative things going on around us, we should maintain good relationships with the people we care about and not do destructive things under the influence of negativity from outside, clearing our mind. Thus, without letting Kali Yuga inside us.
AB: Tutto in natura si basa sulla creazione e sulla distruzione. Quindi il Kali Yuga è solo parte di un ciclo. Oltre a ciò, penso che il tempo lineare sia qualcosa che esista solo qui nella terza dimensione, quindi penso che il Kali Yuga sia solo il risultato della mente collettiva delle persone in questo regno. In altre parole, devi lavorare sulla tua mente per avviare il Satya Yuga dentro di te. La vita è una lotta contro te stesso. La tua vera essenza contro il tuo ego artificiale. Questa è quella che mi piace chiamare ‘’la guerra santa’’.
TWR: Penso che quando accadono molte cose negative intorno a noi, dovremmo mantenere buoni rapporti con le persone a cui teniamo e non fare cose distruttive sotto l’influenza della negatività esterna, schiarendo la nostra mente. Quindi, senza lasciare entrare il Kali Yuga dentro di noi.
What is the purpose of Atlantean Blood/The Weird Rider?
Qual è l’obiettivo di Atlantean Blood/The Weird Rider?
AB: The goal is first of all the creation of music. And I see music or frequencies in general as a kind of magic ‘’spells’’, because you can manipulate the world with it. To some it brings joy and positive energy, while others feel negative or get offended by it. But it always causes a change in the mind.
TWR: I enjoy the creation process. I like to keep myself busy with this. And the product of this process is already a mixture of my inner world with the things that inspire me. And why not show this story to others, perhaps in this way to find like-minded people or just give someone a nice melody for the night, for example?
AB: L’obiettivo è innanzitutto la creazione di musica. Ed io vedo la musica o le frequenze in generale come una specie di magici ‘’incantesimi’’, perché puoi manipolare il mondo con essa. Ad alcuni porta gioia e positività, buona energia, mentre altri si sentono negativi o ne vengono offesi. Ma provoca sempre un cambiamento nella mente.
TWR: Mi piace il processo di creazione. Mi piace tenermi occupata con esso. E il prodotto di questo processo è già una miscela del mio mondo interiore con le cose che mi ispirano. E perché non mostrare questa storia ad altri, magari in questo modo per trovare persone che la pensano allo stesso modo o semplicemente regalare a qualcuno una bella melodia per la notte, per esempio?
Per contatti e acquisto del materiale fonografico di entrambi i progetti, contattare:
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E così giungiamo ad acer in fundo, o meglio dire all’espressione artistica (ed anche ideologica) estrema, e che più estrema non si può, della quotidiana battaglia nell’epoca del Kali Yuga contro le scatenate forze dell’anti-tradizione (liberalismo, liberismo, marxismo, freudianesino), dove l’unica speranza è la guerra totale (‘’Do you want Total War?’’, urlava dai palchi il nostro Boyd Rice/NON), senza compromessi, senza patteggiamenti di alcuna sorta, senza tregue, proprio così, ‘’until the living flesh is burned’’.
Lettori, questo è il progetto che porta il deflagrante nome Discipline Of Hate. Progetto nato più di 25 anni fa, concepito nell’assolata Sicilia Sud-orientale, ma nato nel Nord della Gran Bretagna, dove poi è cresciuto, ed infine ritornato di nuovo in Italia. Il progetto Discipline Of Hate proviene da un ambiente spirituale e culturale (propriamente cultuale) che è quello del Tradizionalismo evoliano, profuso in senso romualdiano, con il preciso intento di invocare, onorare e difendere senza arresa la Weltanschauung indoeuropea, o meglio dire nordica, europea, iperborea (ognuno usi il termine aggettivale che voglia, o che ritenga più opportuno). Assorbendo e ricombinando variegati elementi sonori provenienti dai più estremi ascolti, ciò che ne è venuto fuori è questo durissimo e devastante stile inconfondibile: grinding Black/Death Metal, definibile anche senza remora Blackened Deathgrind, una sorta di versione grinding degli ellenici Der Stürmer, oppure anche come una specie di versione più Death Metal dei tedeschi Absurd o dei nostri italianissimi Frangar, in cui riecheggi simili a infuocate e letali schegge di Fallen Christ, Morbid Angel, primissimi Deicide ed i veterani Necrovore, primissimi Impaled Nazarene e primissimi Incantation, degli oscuri finnici Belial, Damnation (quelli polacchi), dei selvaggi senza compromessi australiani Bestial Warlust e Sadistik Exekution, dei grandiosi austriaci Miasma, Unlord, dei primissimi Schizo, catanesi (sto parlando delle leggendarie demo, rilasciate tra il 1985 ed il 1987, in una delle quali è possibile ascoltare una intro ad una delle tracce realizzata con un sampler del famoso pezzo Death Of A Man di Death In June del 1986, che commemora la morte eroica di Yukio Mishima, contenuta nell’album The Wörld Thät Sümmer; e primo album Main Frame Collapse del 1989), dei primissimi, genovesi, Necrodeath (demo e primi due album, dunque tra 1985 e 1989), di quei torvi e duri britannici quali Necrosanct, Mithras e Throne Of Nails, emergono violentemente scagliate a velocità incredibili da un gorgo profondissimo e violentissimo originatosi nella suprema, oscura e terrificante Schola scandinava di quasi trentacinque anni or sono (soprattutto quella norvegese); il tutto in lega molecolare con la tradizionale (e pertanto tradizionalista) Schola del Martial, dell’Ambient e del Nuovo Folk, in cui risplendono nomi aurei quali Arditi, Puissance, Triarii, Legionarii, Toroidh, Folkstorm, Der Blutharsch, Blood Axis, gli olandesi A Challenge Of Honour e Blot (proprio il fondatore di quest’ultimo progetto ha preso parte alla realizzazione dell’album Natura Duce di Discipline Of Hate); e con l’aggiunta di quel marchio ‘’Traditional Evolian’’ che sta a significare sia il fatto di essere molto influenzato da Julius Evola, ma anche da altri pensatori del Tradizionalismo europeo, sia il fatto di essere anche ‘’Traditional’’ tout court, quale sottogenere estremo del Black/Death Metal che fa da trade mark-brevetto di un nuovo modo di esprimersi, sempre nel fosco ambito dei generi musicali estremi (in questo caso uno specifico in particolar modo), di cui ne è appunto il capostipite. Non mancano invero ai giorni odierni vari gruppi che per vie totalmente diverse siano addivenuti -non si sa come- a soluzioni stilistiche molto simili, anche e soprattutto concettuali (molto probabilmente è stato proprio quest’ultimo fattore, quello concettuale, emergente ovviamente dalla medesima Weltanschauung, a determinare questa convergenza stilistica, mai assolutamente cercata o voluta, mai dunque volontaria): Martial Barrage, canadesi e molto belligeranti, a seguire, sempre canadesi, Revenge e Axis Of Advance, gli americani Arghoslent, che sebbene molto conosciuti nell’area propongono uno stile decisamente molto differente rispetto a quello del progetto Discipline Of Hate, e ciò dicasi anche per i veterani, sempre americani, Infester ed Evil Incarnate; poi gli irlandesi Abaddon Incarnate (primissimi lavori), con un peculiare stile, molto grinding e caotico, ma sempre molto distante di quello recante il nome Discipline Of Hate; poi ancora gli ellenici Wargrinder e Hate Manifesto, tra cui proprio i Wargrinder sembrano più avvicinarsi al verbo Discipline Of Hate, sebbene sempre senza quell’aurea mistica che fa largo uso di possenti dosi di Martial e Ambient.
In questo caso specifico, ossia di questo nuovo sottogenere, del quale il nome Discipline Of Hate ne conserva il primato assoluto (essendo un progetto nato sul finire degli anni ’90), ma senza mai aver potuto influenzare direttamente o indirettamente gli altri gruppi (che se già c’erano, come nel caso dei gruppi americani, hanno sempre suonato stili molto differenti), resta sempre il fatto che il progetto Discipline Of Hate è stato l’unico a saper dare valida risposta (quantomeno a coglierne direttamente il senso più recondito) a quella struggente eco di dolore giuntaci da una delle bellissime composizioni dell’album Kampf (2003) del progetto italiano Tronus Abyss, in particolar modo a quel struggente recitato di Atratus nella canzone omonima: ‘’Io, figlio di un’Europa che non si riconosce più. Il sentimento dell’odio che affrange la mia anima. Il pianto di un popolo che non si ritrova mi si strozza in gola. Io creo, ma lui distrugge. Il figlio dei Savi. Quei Savi che hanno perso l’amore ed il Cameratismo per Essa. Davanti a noi balaustre e filo spinato’’.
Discipline Of Hate è la reazione a questo dolore, spirituale e fisico: la lotta nel Kali Yuga, senza compromessi, con ferrea determinazione ed aurea solennità, fino al superamento ed alla Vittoria.
Il progetto Discipline Of Hate pertanto suonano genuinamente: True Traditional Evolian Blackened Deathgrind, music for Heritage, Honour and Pride, ben contraddistinto dai due simboli in associazione, la Ruota Solare ed il glifo runico Cweorð ‘’accensione/illuminazione’’. Il glifo runico Cweorð è la fiamma luciferina che arde eterna dentro, che si sente nella mente, ultimo chakra raggiunto da Kundalini destata, quella fiamma interiore ispirata dalla Ruota Solare, quale sua origine e destinazione ultraterrena, e che per siffatta causa aspira pertanto a tornare alla sua origine, a far ritorno nella sua sede primigenia e sempiterna. Cweorð è quanto mandato dalla Ruota Solare nel mondo sub-lunare, il mondo sensibile, e che poi sempre ad Essa deve far ritorno: interiormente arde una fiamma che ha origine dalla Ruota Solare. Nella Disciplina, nell’Ordine imposto al Kosmos, dunque nel simbolismo stesso della Ruota Solare: la Forza primigenia divina e virile che impone l’Ordine, segna lo spazio e il tempo nell’infinito vuoto sbadigliante, che il tutto conteuto nel Chaos, così come è descritto nel Ṛgveda (X, Puruṣasūkta) ‘’Puruṣa evedaṃ sarvaṃ yad bhūtaṃ yac ca bhavyam’’ (Puruṣa è tutto questo Universo, sia ciò che è stato sia ciò che deve ancora essere). L’Odio, quale sentimento supremo di repulsione e di purificazione da ciò che ci è nemico, assolutamente alieno, in totale contrapposizione, vale a dire tutta questa immonda, immorale, stupida ‘’modernità’’ imposta alla grande massa cosmopolita e ciecamente obbediente da queste lobbies di potere sovrapolitico di scuola anti-tradizionale attraverso tutti i suoi lunghi e viscidi tentacoli (liberalismo, liberismo, marxismo, freudianesimo, neopositivismo, scientismo, trans-genderismo e trans-umanesimo, e tante altre orrende mostruosità).
Discipline Of Hate
Heritage : Honour : Pride
Molte informazioni biografiche ed anche quelle inerenti agli orientamenti filosofici e dottrinari del progetto, così come le maggiori esplicazioni sui concetti espressi tanto nei testi (e così i testi stessi, tutti da seguire e leggere attentamente durante l’ascolto) tanto nella loro lucida e precisa sequenza nel formare un concept imprenscindibile, e tanto ancora nella scelta dei colori (sempre alchemici) e nella grafica in senso generale (sempre simbolica), sono esse contenute nelle releases: Palingenesis MCDLXXXVIII – A New Ancient Order To Come, un ep prodotto in formato vinile 7’’ dalla label catalana Negra Nit nel Maggio 2021, limitato a sole 40 copie in colore trasparente, molto elegante e per gusti collezionistici raffinati; Natura Duce – Visions Of Blood, Fire And Iron Before The Palingenesis, album cd prodotto dalla sottoetichetta Heimat und Jugend (001) nel Luglio 2023, in collaborazione con la tedesca Christhunt, contenente nuovi 12 brani plus i 6 pezzi del precedente 7ep Palingenesis, per un totale di 18.
Non voglio togliere a nessuno la sorpresa sul contenuto testuale e concettuale in genere (tra orientamenti e vari simbolismi espressi nell’artwork di entrambe le releases, ma posso solo dire per stimolare la vostra curiosità che: Palingenesis nasce da una Weltanschauung già compiuta, già matura e provata, in cui la forma esteriore rifulge l’essenza, è già frutto della plasmazione operata dalla Voluntas e pertanto divenuta (la forma) Rubedo; Natura Duce è quanto avviene nelle fasi precedenti, nella lotta eroica ‘’solo contro tutti’’ nel Kali Yuga, superando la Nigredo, passando per l’Albedo, poi la Citrinitas fino al compimento … Rubedo, che è la Palingenesi.
Natura Duce è un disco concept nel senso più stretto del termine, va ascoltato dal primo all’ultimo brano senza soluzione di continuità; va capito, interiorizzato, metabolizzato, attuato. È un disco per la trasformazione interiore, per la forza interiore, per la Voluntas. Qui forma mentis deve essere riflessa nel modus operandi, e questo anche viceversa: la razza spirituale di evoliana memoria è il genoma psichico, il Logos, puro e sempiterno, che si manifesta nel mondo materico mediante la forma, ossia la razza espressa in termini biometrici. Il titolo già dice chiaramente ciò: ‘’Come Madre Natura comanda’’.
La fosche atmosfere evocate hanno lo scopo preciso di analizzare non solo l’esteriorità pessima e vuota di significati spirituali dei tempi odierni, ma anche di scavare dentro noi stessi e pertanto di ritrovare la vera essenza di noi stessi. Tinte fosche, terribili anche, proprio come nel primo periodo del pittore norvegese Edvard Munch, quello del naturalismo espressionista, allorquando egli diceva di dipingere con ‘’il sangue del cuore’’; ma un naturalismo espressionista applicato con forza, determinazione e sfida a scenari brulicanti di azioni belligeranti come nelle opere più dinamiche di Paolo Doni detto Uccello.
La sfida lanciata dal progetto Discipline Of Hate al decandente e frustrato mondo moderno è possibile riassumerla in frasi prese dai maggiori pensatori del Tradizionalismo europeo: ‘’There are situations where the true existence is to oppose resistance’’ (Ernst Jünger). Oppure parafrasando lo stesso Julius Evola: non arrendersi, oggi, è la regola; in questa perdente società noi dobbiamo permetterci di mantenere un carattere forte.
Discipline Of Hate risponde: ‘’Wir kapitulieren niemals’’.
Link utili per acquistare i supporti fonografici del progetto Discipline Of Hate:
discipline, hate, disciplineofhate (paura.cat)
Search Results for “Discipline Of Hate” – CHP | CHRISTHUNT PRODUCTIONS
discipline of hate | eBay (Tenebris Marsica, Italia)
1 | Hate (Living The Kali Yuga) | |
2 | Furious Winds | |
3 | On The Golgotha | |
4 | Bloody Fields | |
5 | Iconic Christian Kidnapping Kindness | |
6 | Waste And Dust | |
7 | Flame Of Hatred | |
8 | In The Name Of War And Hate | |
9 | Scythed Heads As Harvest | |
10 | Wrath | |
11 | Death Is Liberation | |
12 | Outro – The Palingenesis (And Then… Victory Came, Satya Yuga) | |
13 | Wings Of Death | |
14 | Misanthropy | |
15 | Warlust | |
16 | Your Promised Land | |
17 | Inverted Cross | |
18 | Wolf Among the Flocks |
Note: 13-18 Bonus tracks taken from the Palingenesis MCDLXXXVIII 7ep.
Gennaio 2024
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