“L’Italia è un’illusione, anzi un miraggio”.
A pronunciare queste parole non è stato qualche pericoloso secessionista, ma nientemeno che il poeta Mario Luzi che, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, è stato un intellettuale di riferimento dell’establishment patriottardo.
Che l’Italia come concetto politico sia un’idea del tutto inconsistente non è certo una novità. Pochi, però, hanno il coraggio di gridare al mondo che “il re è nudo”. Uno di questi è il Prof. Sergio Salvi, studioso di consolidata fama accademica specializzato nello studio di movimenti autonomisti e di “nazioni senza stato”.
Nel saggio L’Italia non esiste, Salvi analizza l’artificiosa concezione di stato che si è concretizzata nella penisola e che oggi compatta la classe dirigente in un feticistico culto della patria che unisce destra e sinistra, liberali e comunisti, preti e massoni…
Nessuno ha mai pensato seriamente all’esistenza di uno stato italiano fino al XIX secolo e tutta la storia della penisola si svolge dalla più remota antichità fino alla fine dell’Ancien Régime sul Leitmotiv del particolarismo. Con la Rivoluzione francese si diffonde il mito della patria “una e indivisibile” attorno al quale si costruisce una nuova entità territoriale.
La nascita dell’Italia come stato unitario avviene quasi per caso, senza nemmeno una strategia organica: i monarchici di Cavour e i repubblicani di Mazzini arrivano al traguardo seguendo strade diverse e la classe dirigente risorgimentale si trova a dover gestire situazioni del tutto impreviste. Il nuovo stato nasce quindi come un mostro di Frankenstein, composto dai cadaveri degli stati preunitari cuciti fra di loro.
L’Italia unita è la tipica espressione dell’internazionalismo massonico; quanto di più lontano si possa immaginare dalle teorie tedesche del “sangue e suolo” che in quegli stessi anni si sviluppavano in Germania. All’epoca dell’unificazione gli Italiani non avevano nemmeno una lingua comune, poiché il volgare fiorentino era solo lingua letteraria. Del resto ancora oggi nel Sud della penisola la lingua italiana è poco praticata e la popolazione si esprime abitualmente in dialetto.
Inoltre la divisione regionale del nuovo stato viene effettuata sulla base di considerazioni erudite ispirate alle antiche regioni romane, che spesso non riflettono più la realtà.
I regimi politici che si sono succeduti in Italia hanno cercato, ognuno a modo suo, di dar vita a un culto della patria, ma sembra che non siano stati molto convincenti: Salvi analizza vari movimenti autonomisti che hanno operato nella seconda metà del XX secolo: Sicilia, Sardegna, Sud Tirolo, Val d’Aosta, fino ad arrivare alle teorizzazioni macroregionali di Gianfranco Miglio.
L’ultima parte del libro è dedicata al movimento indipendentista della Lega Nord, che ha rappresentato il più importante tentativo di contestazione dell’assetto statuale italiano e che, pur in un contesto culturale ostile a ogni idea identitaria, ha avuto il merito di far entrare nel dibattito politico parole come “federalismo”, “autonomia”, “indipendenza”…
Il risveglio civile della Padania rappresenta la reazione della società sana del Nord che non vuole farsi risucchiare da un sistema di potere mafioso che è espressione delle connotazioni psicorazziali della popolazione meridionale, nonché del carattere criminogeno della democrazia di mercato.
Il volume, infine, è corredato da un’interessante cartografia che espone le varie ipotesi di suddivisione territoriale della penisola.
* * *
Sergio Salvi, L’Italia non esiste, Leonardo Facco Editore, Treviglio (BG) 2003, pp.244.
Antonio
Ma se non esiste l'Italia come possiamo pensare di essere italiani? Se essa si sta sgretolando, in tutti i sensi: geologicamente, idrograficamente, spiritualmente e moralmente per andare a dar corpo a Leghe varie, del Nord, del centro e del sud, senza mai trovare un iideale comune di patria, di politica e di società, credo che non mi sbaglio se, specialmente oggi, è più onesto considerarci APOLIDI. Saluti. Antonio.
jnanatapas
Mi sembra una tesi quanto meno discutibile, in quanto di Italia si parla almeno dai tempi dell'Impero Romano passando per il Sacro Romano Impero.
IO
Italia è un'espressione geografica, come Europa.
andrea
PER NOI CHE ABITIAMO AL CONFINE DELL'IMPERO QUESTA NON E' UNA NOVITA'; ESISTONO L'OCCITANIA,IL PIEMONTE, LA PADANIA , LE POPOLAZIONI CELTO LIGURI ; L'ITALIA E' SOLO UNA MERA ESPRESSIONE GEOGRAFICA E POLITICA CREATA PER GESTIRE IL POTERE A CASA NOSTRA.
Andrea Pelli
jananatapas, la "esistenza" dell'Italia ai tempi dell'impero romano, come ci è stata tramandata, è una delle prime cose che vengono confutate nel libro.
adalberto
La Penisola Italiana è uno stupendo Territorio costituito da Cento Patrie etniche. Unire per il giusto verso questo Territorio significa armonizzare idealisticamente queste Cento Patrie valorizzando la specificità storica delle loro Tradizioni.
roberto
@adalberto: Patrie, Tradizioni… troppe maiuscole, troppa importanza. l'armonizzazione dell'italia, come tu la vedi, ha voluto dire dal 1861 distruggere le industrie del sud e prosciugarne la forza lavoro a vantaggio del nord. esiste il sud, il centro e il nord, e sarebbe ora che ci si rendesse indipendenti.
antonio
sono sostanzialmente d'accordo con la gran parte delle osservazioni storiche-sociali-linguistiche economiche;credo pero' che un po ' alla volta il sistema stia riuscendo a perseguire il suo scopo di omogeneizzazione e fagocitosi degli individui, delle etnie,delle lingue locali spacciandolo x costruzione di nazione.caluti cordiali.
Kaisaros
Ma veramete il concetto di Italia esiste,se non dall'epoca Romana,
dall'epoca Longobarda e la loro quasi completa unificazione della penisola,
per non parlare del periodo rinascimentale,col sogno Italiano di Cesare Borgia
o di Machiavelli,che si lamenta della frammentazione politica(vista quindi come tutt'altro che naturale).
Inoltre,sin da prima del risorgimento,esistevano nelle zone di immigrazione Italiana
associazioni Italiane(ad esempio le organizzazioni di operai ITALIANi;non lombardi,duosiciliani o papalini).
Si afferma che la frammentazione Italiana sia causata dalla sua diversità interna;
ma forse è la sua diversità interna ad essere stata causata dalla sua passata frammentazione……
Questo,senza voler incensare porre lo Stato giacobino al di sopra
del concetto di sangue e sulo;
ma anche lo Stato giacobino per eccellenza,come la francia,
nasce su un "sangue e suolo"(i dominii dei franchi).
Andrea
@kaisaros: la "quasi completa" unificazione della penisola da parte dei Longobardi è quantomeno opinabile e comunque non era di certo un'unità statale centralizzata, né mi risulta (ma vado a memoria) che i longobardi abbiano utilizzato il termine Italia per i loro possedimenti. Il regno d'italia altomedievale era esteso tra le alpi e l'emilia. Infine, ammesso e non concesso che Machiavelli con il termine Italia avesse in mente quella attuale, era uno e benché possa aver influenzato degli intellettuali di epoche successive, non esprimeva certo un'opinione o un'idea diffusa all'epoca.
Il libro l'ho letto un quindicina d'anni fa, ma mi pare di ricordare che tutte queste circostanze e tutti i falsi miti unitari, creati ad arte tra 700 e 800, siano confutati ampiamente.
Kaisaros
x andrea:
e chi se ne frega se era centralizzata?
E poi,chi se ne frega se la chiamavano Italia
(nonostante lo facessero,dato che parlavano latino volgare)?
La conquista Longobarda interessò tutta l'Italia
escluse Roma e Ravenna.
Illuminante in questo senso l'aneddotto
in cui Autari giunge fino a Reggio Calabria
e tocca con la lancia la Colonna Reggina esclamando:
"Usque hic erunt Langobardorum fines".
Per quanto riguarda Machiavelli
c'è poco da "non cooncedere" riguardo
quello che intendeva con Italia;
per definire gli stranieri in contrapposizione
agl Italiani(è lui ad usare la parola ITALIANI)
parla dei popoli oltre le Alpi.
Più geograficamente chiaro di così non si può.
Come Machiavelli anche Cesare Borgia.
Di conseguenza affermare che nessuno abbia mai
parlato di Stato Italiano prima del secolo XIX
è sbagliato.
C'è proprio bisogno di ricorrere ad argomentazioni
sbagliate?
Andrea
Ok, se dici tu che sono argomentazioni sbagliate mi adeguo, visto che non sono uno storico. Tu stesso cogli l'argomento fondamentale quando scrivi:
<>
Questa frammentazione è durata quanto? Diciamo dieci secoli, così lasciamo stare i Longobardi? Dopo tutto questo tempo in cui l'attuale Italia ha avuto almeno tre linee di evoluzione diverse non è stata una forzatura l'unificazione?
Ma sono discorsi inutili, perché l'osservazione tristemente vera è quella di antonio: nell'era della comunicazione di massa, 50 anni di tv "nazionale" hanno soffocato più di 1000 anni di tradizioni locali (ti potrei citare Pasolini, per es.).
Nonostante ogni indagine statistica di qualsiasi tipo mostri immancabilmente un divario tra nord, centro e sud, le differenze vanno assottigliandosi, purtroppo verso il basso.
Georg
L'italia è solo ed esclusivamente uno stato. Niente di più.
Non è una nazione né una patria.
È uno stato multietnico fino dalla sua fondazione.
Le sue due componenti principali, quella mitteleuropea e quellla mediterranea, sono inconciliabili sotto tutti i punti di vista.
huri
oh Dante Aligheri lo conosce questo luminare di Salvi?Si è per caso laureato, come Pierino, a Addis Abeba?
oppure Petrarca o il Macchiavelli, sono anche loro dei pazzi contemporanei?
Naturalmente per citare i grandi del Rinascimento…il luminare conosce il rinascimento?
Comunque felici voi..a proposito se il nord si staccasse, cosa impossibile, farebbe il gioco della Germania e diventerebbe un'altra Slovenia 😀
Nik
@ Huri…la maggior parte degli uomini sapienti non hanno mai posseduto un titolo (vedi dante o altri) Tu sccrivi Machiavelli con due C e dimostra quanto vali.Per il resto non spieghi e non argomenti nulla.