Contro il Leviatano

Gli ultimi scritti di Piero Visani

Piero Visani è stato intellettuale libero e anticonformista. Romagnolo trapiantato a Torino, da storico militare di vaglia quale era, per oltre vent’anni è stato consulente del Ministero della Difesa. A oltre due anni dalla prematura scomparsa, è nelle librerie, per i tipi di Oaks, una raccolta di suoi scritti, arricchiti dall’introduzione del figlio Umberto. Ci riferiamo a Contro il Leviatano. Ripensare la politica, la storia, lo spettacolo (per ordini: info@oakseditrice.it, pp. 166, euro 20,00).

La silloge consta di cinque parti. La prima raccoglie articoli relativi alla visione del mondo, la seconda testi inerenti alla politica, la terza è costituita da scritti sulla guerra, la quarta da saggi su letture, spettacolo e sport, la parte conclusiva da testi riguardanti gli scenari futuri del mondo. L’introduzione di Umberto è conclusa da una lettera che Piero rivolse al figlio.

Testo commovente, dal quale si evince non solo il forte, sincero e appassionato legame paterno, ma la stessa tempra caratteriale di Visani: studioso che ha sempre fatto della libertà, della coerenza e della testimonianza del proprio mondo valoriale, ragione di vita: «Posso aver fallito tutto ma non ho fallito il compito principale che mi ero dato: quello che mio figlio fosse memoria vivente delle mie idee e di me» (p. 13). Fin dall’incipit del volume, l’autore ricorda che, a partire dall’infanzia, in lui si manifestò un intenso amore per l’Italia, sentita quale Patria. A scuola era attratto dalle gesta degli eroi del Risorgimento o dalle battaglie campali, il cui esito ha determinato le sorti del mondo. Per questo, i suoi studi universitari furono centrati sulla Storia militare e mossi dalla convinzione che polemos è legge vigente nella vita dell’intero cosmo. Posizione decisamente inattuale, che Visani ha constatato, nel corso della vita, confermata dalle visite ai luoghi dove si svolsero le grandi contese belliche. A Waterloo, ad esempio, ebbe contezza che: «I luoghi della Storia parlano» (p. 21) e insegnano che: «nessuna sconfitta è veramente tale se si salvano l’onore, la dignità, la memoria» (p. 22).

Tale affermazione ci fa comprendere che paradigma di vita dell’autore è da individuarsi nelle gesta di Carlo Fecia di Cossato, discusse nel volume. L’ufficiale, dopo una brillante carriera in marina, per fedeltà al Re, l’8 settembre rispose al fuoco di navi tedesche ma: «maturò il convincimento di essere stato l’involontario protagonista di una resa ignominosa» (p. 29). Per questo, si tolse la vita. L’onore, prima di tutto. In quella tragica giornata, non si comportò allo stesso modo, chiosa Visani, la maggioranza degli italiani che: «si preoccupò come sempre di acconciarsi ai nuovi padroni» (p. 31). Tale difesa della dignità, la certezza di condividere una medesima “comunità di destino”, sono state rintracciate dal Nostro, nella dignità esistenziale di due popoli in lotta per l’indipendenza, irlandesi e scozzesi, che egli ebbe la ventura di conoscere durante i soggiorni in queste terre della Tradizione.

Centrale nel volume è il capitolo dedicato alla politica. Da esso si evince quanto l’intellettuale torinese avesse contezza del tratto liberticida del regime della governance, nel quale, da tempo, si sono involute le democrazie liberali. La condizione del cittadino europeo è paradossale: «Le armi di distrazione di massa lo persuadono quotidianamente di vivere nel migliore dei mondi possibili, mentre, a livello pratico, pezzi della sua libertà e sovranità vengono perduti ogni giorno» (p. 40). Nessuno di noi è sovrano, in quanto, come ha insegnato Schmitt, non possiamo decidere né dello “stato d’eccezione”, né d’altro. La situazione politica contemporanea è definita “totaldemocratica”. Si tratta di un pericolo estremo, contro di essa vanno canalizzate le forze d’opposizione, le intelligenze ancora vive, anche se l’esito della battaglia è più che incerto: «Non penso che l’Europa si salverà […] ma le buone battaglie è sempre bene combatterle» (p. 43). All’evidente fallimento della narrazione metapolitica del potere vigente, è necessario sostituire una visione metapolitica alternativa allo stato presente delle cose. Le categorie di Destra e Sinistra risultano obsolete nel confronto con il Leviatano. La vera opposizione è quella che vede contrapposti i difensori della libertà e i fautori della “totaldemocrazia”. Il caso italiano è emblematico, teatrale, in tale contesto. Viviamo da molti decenni un eterno 8 settembre, un susseguirsi di tradimenti a danno degli interessi e della sovranità nazionale.

Per il Nostro è necessario ripensare la politica attraverso una nuova considerazione dell’idea di guerra. Da un lato, dovremmo lasciarci alle spalle l’idea moderna del nemico assoluto, rappresentante del Male, sic et simpliciter da eliminare, mentre, dall’altro, sarebbe auspicabile il recupero di: «una genuina inimicizia relativa» (p. 72). Essa è del tutto improbabile, in quanto la concezione moralista della politica e della guerra oggi prevalente, ha trasformato quelli che erano i conflitti tra Stati, in guerra civile internazionale. Detto ciò, bisogna agire al fine di identificare un nemico reale, con il quale la composizione del conflitto potrà essere sempre possibile. A tale conclusione teorica, ricorda Visani, per vie diverse, sono giunte Nuova Destra e Nuova Sinistra. Le politiche mondiali attualmente in atto, sostenute dagli USA, sono invece drammaticamente caratterizzate in senso moralista, come si evince dal conflitto russo-ucraino.

Un libro composito, una lettura godibile e fluida, indotta dalla prosa accattivante di Visani. Contenutisticamente, si tratta di un testo esposto sui problemi del presente. Dalle sue pagine emergono gusti e disgusti dell’autore, dall’ambito letterario a quello sportivo e cinematografico (dall’amore per Jünger e Le tempeste d’acciaio a quello per il rugby e Antonio Conte). Vista la visione del mondo di Piero, anche nel chiudere questa recensione non possiamo che far nostro l’augurio del figlio: Requiescat in bello.

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Giovanni Sessa è nato a Milano nel 1957 e insegna filosofia e storia nei licei. Suoi scritti sono comparsi su riviste e quotidiani, nonché in volumi collettanei ed Atti di Convegni di studio. Ha pubblicato le monografie Oltre la persuasione. Saggio su Carlo Michelstaedter (Roma 2008) e La meraviglia del nulla. Vita e filosofia di Andrea Emo (Milano 2014). E' segretario della Scuola Romana di Filosofia Politica, collaboratore della Fondazione Evola e portavoce del movimento di pensiero "Per una nuova oggettività".
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