Di Hermes dice Zeus nell’Odissea che “il compito a lui più caro è di essere all’uomo compagno” (Od. X,302). Mescolato agli uomini, ma sempre inafferrabile, Hermes-Mercurio è il nume che forse ha fatto avvertire maggiormente la sua presenza dopo il declino del paganesimo antico. Inteso come Dio delle “lettere” e delle arti che nobilitano l’uomo, Mercurio è il soggetto di quell’opera – il De nuptiis Mercuri et Philologiae – che rappresenta l’anello di congiunzione tra l’eredità classica e l’educazione medievale. Le arti liberali – alcune delle quali dense di significati metafisici come l’astronomia e la stessa musica – nel corso del Medio Evo avrebbero dato soddisfazione interiore a quella ristretta cerchia di persone che non si accontentavano del credere, ma cercavano di porsi in un atteggiamento più maturo e virile di fronte agli enigmi dell’universo e ai misteri della vita. Veicolo di comprensione delle due grandi metafisiche classiche di Platone e di Aristotele, le Arti Liberali svolgevano, nella loro apparente astrazione, un funzione squisitamente mercuriale di mediazione tra l’umano e il divino. Una mediazione che, a differenza della fede predicata dai pulpiti, non mortificava ma esaltava la ragione naturale degli uomini.
Se per tutto il Medio Evo Mercurio propizia il diffondersi nei ceti letterati di un modello di educazione squisitamente classico, a partire dal Trecento il nume sembra quasi abbandonare il suo gusto per il nascondimento, per venire allo scoperto col suo volto e col suo nome. Hermes aleggia sul Rinascimento italiano e come Ermète Trismegisto lo onorano i saggi dell’Accademia fiorentina. L’umanesimo italiano tende a sostituire alla Bibbia di Jahvè e Joshua – libro sacro della fede – il Corpus Hermeticum ovvero il canone sacro a Mercurio, tutto incentrato sull’esercizio delle facoltà intellettive superiori volte alla conquista dei supremi veri. Proprio quando la spiritualità biblica riprende il sopravvento – grazie all’azione intransigente di Lutero e alla reazione energica del Papato – Giordano Bruno porta alle conseguenze più audaci il culto mercuriale affermando la necessità storica di una “religione della mente” ispirata ad Ermete Egizio. Il rogo acceso in campo dei fiori avrebbe attestato il fatto che tale culto non era mera divagazione letteraria.
Ma intanto Mercurio ritorna a celarsi e ad agire dietro le quinte. Il filone dell’ermetismo, l’insieme dei libri scritti secondo un linguaggio ellittico, talora beffardo e addirittura ingannevole mostra tutti i crismi della personalità del nume. “Solo chi ha l’oro può fabbricare l’oro”, questa frase piena di ironica saggezza espressa in un testo alchemico dopo intricate descrizioni di mescolanze svela nuovamente il volto sorridente del dio. Tuttavia dietro il sorriso spesso fuorviante non vi è la menzogna. Dopo secoli di faticose decifrazioni (di “ermeneutiche”) la cultura europea scoprirà lo spessore delle affabulazioni alchemiche. Jung ne ricava una psicologia. Evola ne dimostra il valore puramente iniziatico. Steiner pone le basi di una sintesi tra ermetismo e scienza sperimentale. Ciò non vuol dire che oggi si assista al “trionfo di Hermes”. Il dio in verità rifugge dalle affermazioni plateali. Tuttavia, oggi più di ieri, il suo soffio si avverte lungo le strade della modernità. Di Hermes parla anche il Vangelo quando dice che “lo spirito soffia dove vuole”. Quando nella mente di un pensatore educato all’interno del convitto plumbeo del materialismo si accende un’idea metafisica allora balena l’intelligenza ermetica.
Ovviamente il dio non ha smesso di scherzare: tutta la New Age è uno scherzo di Hermes. Quando le dame dell’alta borghesia si riuniscono in salotto per cinguettare di Spiritualità e Armonia Cosmica chi se non Hermes si diverte a sussurrare nelle loro orecchie i più deliziosi nonsensi? Come sempre il divino imbroglione vela e disvela. E se comunica agli uomini la dottrina divina pure non cessa di avvolgerla in una “maja” dorata. Forse nei prossimi tempi Hermes diventerà più serio e pronuncerà parole più precise, più chiare. Perché oggi si avventano contro l’Europa spiriti truci, inesorabili, lugubri. Che, con l’aria serissima di “chi ci crede”, cospargono il mondo di falsità. Tutto il contrario di Hermes, che ridendo e giocando dice le verità più profonde.
Michus
…esattamente come Pulicenella! Chi cerca trova Ma fuor dalle cervella…