Viaggia sospeso in aria sfruttando il principio della repulsione magnetica. Viaggia così veloce da non lasciare ad un verde-ambientalista neppure il tempo di indignarsi e protestare. È il treno a levitazione magnetica, una delle grandi innovazioni tecnologiche degli ultimi venti anni. Se il mondo delle comunicazioni fosse più razionale nella scelta delle sue priorità, se fosse meno drogato da notizie effervescenti, ma vacue come bollicine d’acqua frizzante, allora si parlerebbe meno di Pacs, di calciatori e veline e molto più di argomenti legati alla rivoluzione tecnologica del nostro tempo.
Parliamone allora, e diciamo sul treno magnetico due cose che non stupiranno il lettore: primo, lo hanno inventato i tedeschi. Secondo, i cinesi lo vogliono copiare. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso varie potenze industriali erano impegnate nella realizzazione di trasporti “terra-aria”, tuttavia i tedeschi (e in parte i giapponesi) sono quelli che maggiormente si sono impegnati in una ricerca che prometteva risultati favolosi, ma presentava anche ardui ostacoli ingegneristici. La potenziale instabilità di vettori che scorrono velocissimi senza sfiorare materialmente il binario, l’impatto di un campo magnetico così forte e avvolgente sull’organismo dei viaggiatori e soprattutto i costi stratosferici per le infrastrutture erano i tre freni che per anni hanno rischiato di stoppare al capolinea il treno magnetico.
Ad ogni modo i tedeschi hanno continuato a credere con ostinazione a questa possibilità di sviluppo e quando altre nazioni abbandonavano la ricerca sulla levitazione magnetica, loro si sono impegnati a risolvere uno a uno i problemi tecnici ritenuti insormontabili. Per questo oggi il brevetto “Maglev” del treno magnetico, così come certi televisori e certi elettrodomestici a lunga garanzia, ha un libretto di istruzioni scritto in tedesco.
Ad Emsland, nel territorio della Bundesrepublik dal 1984 c’è un tratto sperimentale di 34 chilometri sul quale i treni magnetici hanno già coperto un totale di 550mila chilometri, a velocità impensabili per i treni tradizionali e senza incidenti o danni collaterali alla salute. Sempre alla metà degli anni Ottanta a Berlino Ovest la società M-Bahn costruiva un “Maglev” su un percorso di un chilometro e mezzo che collegava tre stazioni della metropolitana. Il test con traffico di passeggeri fu sperimentato pochi mesi prima della caduta del Muro e il servizio regolare fu inaugurato nel giugno del 1991, ma paradossalmente la fine della divisione della città danneggiò questa innovazione: dal momento che il traffico di passeggeri veniva a modificarsi radicalmente dopo la riunificazione di Berlino la linea del treno urbano a levitazione magnetica venne dismessa e sostituita con una nuova linea metropolitana di tipo tradizionale. In compenso, a Monaco dì Baviera è andato avanti negli anni successivi il progetto di un sistema a levitazione magnetica che colleghi la stazione centrale (perno di interconnessione delle reti di metropolitane e di vari trasporti locali) e l’aeroporto. Qualora il treno magnetico cominciasse ad accarezzare l’aria della Baviera il viaggio dall’aeroporto alla stazione centrale della capitale della birra si ridurrebbe da 40 a 10 minuti.
Gli esempi citati evidenziano quali sono i punti di forza e i limiti strutturali della tecnologia a levitazione magnetica, allo stato attuale dell’arte. Il vantaggio evidente è la straordinaria riduzione dei tempi: essendo sospeso in aria, il treno magnetico non ha punti di contatto materiale con la rotaia e pertanto l’unica forza che si oppone al suo moto è quella dovuta all’attrito con l’aria. Di conseguenza, il modello “Maglev” è in grado di viaggiare a velocità elevatissime come un consumo di energia contenuto e con un livello di rumore ridotto. Alcuni treni magnetici arrivano fino ai 650 km/h, vale a dire rasentano la velocità del trasporto aereo. Tuttavia le infrastrutture di supporto all’espressione di questa potenza rappresentano il punto dolente: i loro costi sarebbero proibitivi sulle lunghe distanze; per questo le dimensioni dei percorsi a levitazione magnetica rimangono per oggi limitate ai brevi tratti di raccordo tra stazioni e aeroporti o tra fermate metropolitane.
A concepire il progetto titanico di un’estensione delle reti magnetiche alle grandi distanze è stata ultimamente la Cina. L’impero cinese sta valutando la possibilità di utilizzare i Maglev per collegare le sue principali città: è un’ipotesi dai costi proibitivi e soprattutto richiede altissima competenza tecnologica. Per soddisfare questa seconda esigenza i cinesi si sono rivolti alla Transrapid, la compagnia tedesca che già aveva messo a punto la tratta magnetica di Emsland e che nel 2002 ha esaudito i desideri di Pechino collegando l’aeroporto internazionale di Shanghai con la città di Pudong. La linea è lunga solo 30 chilometri, ma la velocità massima di percorrenza giunge a superare di un soffio i 500 chilometri orari. Affascinati dal gigantismo industriale i cinesi hanno chiesto ora ai tedeschi di impegnarsi in un’altra impresa faustiana: la realizzazione di una rete di trasporti magnetici lunga 200 chilometri tra Shangai e Hangzhou; un affare da 3,4 miliardi di euro. Stavolta però i tedeschi hanno nicchiato. La Transrapid International (che è poi un consorzio tra le due pesantissime industrie della Siemens e della Thyssen-Krupp) si è dichiarata indisponibile alla collaborazione, per una motivazione “intellettuale”. In cambio del succoso affare i cinesi volevano la condivisione della tecnologia della levitazione magnetica. Volevano insomma leggere nel libretto di istruzioni del meccanismo e a quel punto il consorzio germanico ha risposto: «copiatemi tutto, ma non
il mio treno».
Non sono solo i cinesi ad impegnarsi per trasformare la levitazione magnetica in qualcosa di più grande che non un “teletrasporto” tra aeroporti e stazioni centrali. La Nasa ed altre agenzie spaziali stanno effettuando ricerche sui Maglev per sviluppare dei lanciatori spaziali più economici e nel contempo efficienti. Ma forse il tentativo di applicazione più ambizioso non ha a che fare con lo spazio ma con la terra, anzi con il “sotto-terra”. In Svizzera si sta perseguendo il progetto di una linea ferroviaria a levitazione magnetica: un treno magnetico che corre in un tunnel in cui è stato fatto il vuoto dovrebbe raggiungere i massimi effetti aerodinamici. Per ora gli svizzeri pensano alla realizzazione di un asse ferroviario est-ovest che colleghi Ginevra e San Gallo e un asse nord-sud da Basilea a Bellinzona. La combinazione della levitazione magnetica con i tunnel sotterranei potrebbe davvero rappresentare l’uovo di Colombo per cogliere tutti i vantaggi della velocità “magnetica” e ridurre i costi delle infrastrutture di complemento. Se l’accoppiata dei due elementi dovesse riscuotere il successo pratico che i sostenitori gli pronosticano allora il futuro dei trasporti magnetici sarebbe aperto ed esaltante: un futuro fatto di linee scavate anche sotto i mari e gli oceani, percorse da treni che in assenza di attriti terrestri supererebbero i 5000 chilometri all’ora. Ma adesso chi glielo dice a quegli ecologisti di stampo luddista e arcaicizzante che dovranno andare sott’acqua per ostacolare anche questo treno?
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Tratto da L’Indipendente del 25 giugno 2006.
Albert Mairhofer
Slogan: Senza ruote e con forza idrica attraverso le Alpi!
Sarebbe proprio l’Italia che dovrebbe sviluppare una nuova logistica. L’Italia, circondata dal mare, con fiumi e canali esistenti o non terminati (Venezia-Padova), che portano il mare nel retroterra, ha i presupposti per trasformarsi e di spostare il traffico merci sulle idrovie e sulle autostrade del mare, già dotate di infrastrutture portuali.
L’introduzione della linea ferroviaria Berlino-Palermo con la galleria del Brennero (BBT) nell’elenco dei TEN avvenne ancora prima della nascita dell’idea progettuale, della cosidetta Idrovia Danubio-Tirol-Adria, che è talmente innovativa e di grande importanza per lo sviluppo in Italia ed in Europa. Rivoluzionerà il trasporto dei beni!
AlpenKanalTunnel – Senza ruote e con forza idrica attraverso le Alpi ! Il canale transalpino può accogliere inoltre
un TRENO A LEVITAZIONE MAGNETICA – Maglev– per collegare Monaco in Baviera e Verona con un mezzo velocissimo, ( Viaggiare senza ruote…volare senza ali ! )
andrea
Articolo interessante anche se apri con un affermazione illogica giudicando i pacs alla stregua del gossip !Le unioni omosessuali appartengono ai diritti umani fondamentali a prescindere dall'innovazione tecnologica