Anche questo nuovo titolo della collana Waffen SS, come il precedente sulla Wallonie, nasce soprattutto dalle testimonianze dei reduci, molti dei quali ancora in vita, ancora più numerose, interessanti ed inedite.
La viva voce dei numerosi protagonisti coinvolti in prima persona sul campo di battaglia è sempre inquadrata nel giusto contesto storico ed osservando la documentazione ufficiale, pur se carente. Sulla Charlemagne in particolare siamo stati chiamati ad uno sforzo immane, vista la quasi totale mancanza di documenti ufficiali presso gli archivi americani e tedeschi, lacuna in parte colmata grazie ai documenti relativi alle altre formazioni della Waffen SS o dell’Esercito che si batterono nello stesso settore e grazie all’opera di ricerca del nostro compianto amico e collaboratore Jean Mabire, che alla storia delle SS francesi aveva dedicato anni di studi e pubblicato tre libri. Le sue interviste ai reduci, soprattutto a quelli che oggi non sono più in vita sono state fondamentali per il lavoro di ricostruzione storica delle varie battaglie in cui fu coinvolta la formazione SS francese.
Oltre alla trilogia di Mabire sono state prese come riferimento anche le opere di Carlos Caballero Jurado, anche lui autore di tre libri sui volontari francesi, di Richard Landwehr, i testi di Saint Loup, Saint Paulien e l’ultimo libro di Robert Forbes, senza tralasciare i libri-testimonianza di Bayle, Gaultier, Rostaing, Costamagna, vere e proprie miniere di informazioni.
Perché dedicare un nuovo libro proprio ad una formazione della Waffen SS già trattata da numerosi altri autori in tutto il mondo? Senza voler avere la presunzione di aver redatto l’opera definitiva sull’argomento, innanzitutto per avere finalmente un’opera completa in italiano che trattasse la storia della formazione francese, partendo dalla formazione della Brigata fino alla Divisione, ripercorrendo tutti i fronti e le battaglie in cui fu coinvolta: dal fronte della Galizia, a quello della Pomerania, passando per le epiche battaglie difensive di Danzica, Kolberg, fino alla lotta tra le strade di Berlino, sicuramente la battaglia più conosciuta della Waffen SS francese.
Senza dubbio la Charlemagne, tra le Divisioni straniere della Waffen SS fu quella che dimostrò sul campo tutto il suo valore, come testimoniato dalle parole di elogio espresse sia dal Generale Hausser che da Felix Steiner.
Da rilevare inoltre che in tutte le precedenti opere, anche di recente realizzazione, sono stati commessi numerosi errori sui nomi dei protagonisti, sulle località, sulle unità impegnate, errori dovuti principalmente alla mancanza di fonti primarie ed ufficiali, errori che si sono per cosi dire tramandati in ordine cronologico da un testo all’altro. E non meraviglia che molti autori si sono troppo attenuti alla testimonianze dei reduci, che sono sì una preziosa fonte di informazioni, ma che interessano il singolo combattente, che non può ricordare tutto sulla sua unità, ma solo la sua realtà circostante. Ancora oggi, nonostante le interviste del compianto Jean Mabire, al Generale Krukenberg, a Fenet e a molti altri reduci della Divisione, alcuni punti sono ancora oscuri. Incrociando queste interviste con le varie testimonianze dei reduci ancora in vita, verificando le date, i luoghi, le unità coinvolte, siamo riusciti alla fine ha ricostruire (speriamo) fedelmente la storia della formazione francese, prima della Brigata e poi della Divisione Charlemagne, anche di quei reparti minori che sul finire della guerra si ritrovarono sparsi per il Reich, da Danzica fino alla Baviera. Naturalmente aspettiamo eventuali segnalazioni per nostri errori od omissioni, non soltanto da parte degli esperti storici ma anche dei nostri stessi lettori.
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Massimiliano Afiero, Charlemagne. I volontari francesi nella Waffen SS, ed. Marvia, 2008, 360 pagine, oltre 260 foto in b/n, appendici d’approfondimento, 16,5×24, brossura, € 30,00.
INDICE
Prefazione di Jean Pierre Sourd
Introduzione
I. La collaborazione francese
II. I volontari francesi nella Waffen SS
III. Addestramento
IV. Continua la propaganda
V. Trasferimento in Boemia
VI. Fronte della Galizia
VII. Fronte della Visloka
VIII. Riorganizzazione dei reparti
IX. La Divisione SS Charlemagne
X. Fronte della Pomerania
XI. Belgard
XII. Festung Danzig
XIII. Festung Kolberg
XIV. La ritirata del battaglione Fenet
XV. Neustrelitz
XVI. Berlino
XVII. Infuria la battaglia
XVIII. L’ultimo quadrato
XIX. La fine degli altri reparti francesi
APPENDICI D’APPROFONDIMENTO
A. Informazioni sull’unità
B. Diario di guerra
C. Ordine di battaglia
D. Numeri di Feldpost
E. Corrispondenza gradi Waffen SS-Heer
F. Lista ufficiali di Bad Töllz
G. Elenco aspiranti ufficiali
H. Documenti Gamory-Dubourdeau
I. Documento di Albert Pouget
J. Decorati con Ritterkreuz
L. Attestato di Lamy
M. Distintivo per distruttore carri
N. Mostrine speciali
O. Scudi da braccio
P. Inno della Charlemagne
Q. Le armi della Charlemagne
R. I manifesti di propaganda
S. Breve glossario tedesco-italiano
T. Bibliografia
fabiano bressanelli
avevo trovato chi vende l'elmetto della Charlemagne div. SS, ma ora non lo trovo più. Voi potete aiutarmi?
“Une jeunesse française” tomo 5: Division Charlemagne « Tradizioni
[…] Il volume dedicato alla divisione: https://www.centrostudilaruna.it/charlemagne.html […]
fabiano bressanelli
Io sto cercando un elmetto o dei decalcs o disegni della Charlemagne… non sono riuscito a trovare niente…
grazie mille Fabiano
massimo
io sto cercando diperatamente le mostrine della SS Charlemagne. Qualcuno sa dove le posso trovare?
aryano81
Invece di "trovare" vecchi cimeli da collezionisti , buoni solo per dar sfoggio alle proprie manie "feticiste" , magari incorrendo in qualche falso ben architettato o addirittura , come adesso si assiste più spesso MADE IN CHINA , cercate di "trovare" in voi stessi , lo spirito e soprattutto la consapevolezza di questi EROI , che vollero fare di BERLINO l' ultima roccaforte e baluardo dell' Europa ; cercate di farlo se vi riesce , ma ne dubito visto che il vostro materialismo , ahimè complice la società moderna, è stomachevole ;
Datevi al gioco del Risiko , magari sfoggiando uno di questi "elmetti" e se vi posso dire un'ultima cosa , sperando che non ve la prendiate troppo , vergognatevi per quello che scrivete !
Centro Studi La Runa
Io non trovo che il collezionismo di cose militari sia da condannare, né che escluda il lavoro su di sé.
massimo
Lo spirito e la consapevolezza di questi eoi è già ben impressa nella mia mente e una cosa non preclude certo l'altra. Cercavo solo un ricordo, tra l'altro da regalare a un caro amico per il suo compleanno. Lui ha una stanza piena di cimeli e ricordi, ma non va certo in giro con l'elmetto delle SS in testa, visto che non è un deficiente…
aryano81
No infatti , probabilmente avete ragione voi , mi dovrei ricredere ;
sapete anche a me è venuto il desiderio di possedere dei boxer con il nodo di runa al centro ,non sarebbero male o no ?!?
Chissà chi è provvisto di questo articolo , ho provato un pò dappertutto , ma purtroppo nessuno mi ha dato una risposta .
Potreste aiutarmi voi visto che "amate" molto il collezionismo .
Centro Studi La Runa
Anche se posta in termini scherzosi o polemici la questione è seria. Riguarda il rilievo che si può attribuire agli oggetti e la questione etica. Quanto al primo, il commentatore precedente pare affermare che gli oggetti non abbiano alcun valore: solo gli uomini e le loro gesta. Forse è una tesi giusta, ma non mi convince. Vi sono oggetti, e ancor più luoghi, che sono impregnati della loro storia. In questo senso mi pare triste, per esempio, l'idea che la Blutfahne sia finita negli Stati Uniti.
Quanto alla seconda questione, quella etica, il commentatore sostiene, almeno implicitamente, che per onorare i morti occorra comportarsi in modo ascetico; il possesso di cose sarebbe di per sé da condannare. E' una visione pauperistica che non trovo condivisibile, tanto più quando la si vuol far valere per gli altri oltre che per sé stessi. L'asceta a mio avviso non dovrebbe desiderare un mondo di asceti, ma limitarsi alla meditazione.
mathys
Camarade un grand merci pour ton travail.
alex
Cari amici è un peccato che invece di condividere determinati ideali ci si perda in banali disquisizioni da pollaio. Ognuno di noi è libero di "interpretare" se stesso; io non condanno nessuno ne biasimo nessuno. Al limite non condivido determinate scelte, ma non per questo sollevo polemiche che non portano a nulla. Io mi sono tatuato l'emblema della Charlemagne ormai da anni, cosa devo fare? Mi amputo una parte del corpo? 🙂
Di certo c'è una cosa: onore a chi ha combattutto per degli ideali puri!
Alex
Liviokarite
Giusto liberta di interpretare e bello ricordare quei valorosi soldati in qualunque modo si interpreti la cosa tenerne vivo il ricordo nel cuore e nello spirito e anche un tatuaggio e un grande riconoscimento per quei puri eroi. ONORE ALLA CHARLEMAGNE SEMPRE
Livio karite
Ora vi dico di piu sono venuto in possesso di una croce di guerra autentica di 2 classe e dell storia e dell attestato del glorioso soldato che la conquisto nella battaglia di kursk in russia sono orgoglioso di averla e mi e carissima infondendomi coraggio e rispetto per quel glorioso combattente che la conquisto onore a lui sempre.
Aryano 81 vergognati tu a parlare di boxer con la runa rispetta le opinioni evita battute idiote e scendi dalla tua presuntuosita di maestro spirituale che tanto non sei e rispetta i segni in cui credevano gloriosi soldati e non permetterti di affiancarli a uno squallido boxer neanche per semplice ironia.
aryano81
mi dispiace ma non ho motivo di vergognarmi , e l’ “epitoto” dei boxer era una semplice figura allegorica per dire che purtroppo a parer mio oggi vengono accaparrati oggetti simbolici e soprattutto onori che non appartengono a Noi , non per nostro demerito , ma perchè oramai simboli di un Passato che fu e che non può appartenere a Noi , mentre Noi facciamo di tutto per essere alla loro altezza.
Certi Uomini vanno emulati , ricordati , non sfoggiando di certo semplici oggetti , ma con la loro memoria
Ovviamente questo è il mio punto di vista opinabile certo , ma ricordate il barone Evola che se la prendeva con ” gente bardata di nero e sfoggiando croci celtiche ”
Le croci di guerra lasciamole ai veri Eroi……
Marcello
L’Europa è morta quando gli ultimi francesi della Charlemagne hanno deposto le armi.
Si potranno dire tante cose ma l’Europa è morta lì. Non a caso la loro bandiera era Carlo Magno e non a caso hanno difeso fino all’ultimo donne e bambini tedeschi dalla carneficina che i russi si portavano dietro. Violentavano tutto e tutti, donne, bambine e bambini. L’Europa è morta lì e non risorgerà mai più.
aryano81
Plaudo al commento di Marcello: purtroppo l’ Europa è morta lì nell’ istante in cui dei francesi valorosi , gli ultimi veri Europei , hanno deposto le armi anche se pochi di loro lo fecero , dato che i più preferirono sacrificare la propria vita piuttosto che arrendersi; fu l’ ultimo canto del cigno. Noi che per fortuna siamo gli unici che portiamo vivo il ricordo di quei avvenimenti e di quelle gesta eroiche, ci troviamo pure ad essere nella frustrante posizione di raminghi , in un tempo che fu , serbando la speranza che un giorno potrà ancora esserci….
Livio
La mia verita e che nessuno si deve prrmettere di azzardare giudizi su di me tantoche in internet nascosto dietro un mause quegli eroi passati e sepolti come dicono altri per me invece sono vivi ed energia cosmica nel mio cuore come gli eroi della X e tanti altri….. E attingo da loro energia e forza spirituale ognuno e libero di fare il suo percorso quando lo
fa con onore rispetto e fedelta con o senza un elmetto una runa una croce di guerra sono
Ppercorsi personali in un epoca in cui tutto e vacuita e perdita di ideali da parte della massa ringrazio sono esistiti quegli eroi che mi anno dato e mi danno tanto.
claudio b.
Scusate se mi intrometto ma vorrei dire la mia.Da anni porto sempre,nel mio abbigliamento,l’insegna della Charlemagne e spesso me ne viene chiesto il significato.la richiesta mi permette di spiegare e tramandare la storia di questo straordinario reparto.Come si vede anche gli oggetti possono essere utili.
Guìdo Eduardo Maniglia
Chi faceva parte della divisione? Com’è era composta di quali voluntari. Perché ho trovato dei documenti di mio padre voluntario nella seconda guerra mundial. Nato in Venezuela nel 1915 arruolato in Italia nel 1932.