Il Christo-Serpente. Cristianesimo e misteri antichi. Parte III

La lettera di Mar Saba in cui Clemente alessandrino conferma l’esistenza di un vangelo segreto di Marco

Seguendo il filo dell’esposizione precedente, soprattutto i sospetti passaggi di Ippolito, veniamo  all’esistenza di una tradizione segreta all’interno del cristianesimo in epoca patristica. L’esistenza di un “cristianesimo misterico” è ormai abbastanza accettata persino dalla critica ufficiale (si mettano l’anima in pace i bravi cattolici) sebbene la materia presenti numerosi e irrisolti interrogativi. In ogni caso la storiografia sul cristianesimo ha dovuto ammettere come dato indiscusso la presenza, in seno ai primi secoli della Chiesa, di una disciplina arcani, che prevedeva l’insegnamento delle dottrine in maniera progressiva ai catecumeni, secondo la modalità delle religioni misteriche (storico il saggio di Hatch del 1888 Influenza delle idee greche ed usi alla Chiesa cristiana).  Anche la messa anticamente era divisa in due parti: la prima alla quale poteva accedere il catecumeno, e la seconda che era riservata ai soli iniziati ai misteri cristiani (quando ancora il battesimo poteva avere la connotazione di un rito iniziatico).

Ecco dei riferimenti nella Patristica greca: S. Giovanni Crisostomo (in I Cor. hom., XL, 1) dice: “vorrei parlar chiaramente, ma non oso a causa dei non iniziati“.

San Basilio esplica che:

Dei dogmi e Kerygmata , che sono tenuti nella Chiesa, riteniamo alcuni dall’insegnamento scritto e alcuni ci derivano dalla tradizione apostolica, che erano stati tramandati en mystèrio. E entrambi hanno la stessa forza nelle materie di religione […] Essi provengono dalla tradizione silenziosa e mistica, dall’insegnamento segreto e non pubblicabile” (de Spiritu Sancto, 66).

Se questi aspetti segreti vertevano sugli elementi del rito, cosa certa dato che esso era riservato in quanto missa fidelium, non possiamo sapere quali altri elementi questi segreti orali coprissero, e se vi fossero dottrine interne che andavano oltre il dogma cristiano quale è stato divulgato in pubblico.

Del resto il fatto che fosse non-scritto indica qualcosa in più rispetto ai dogmi che sono stati scritti e insegnati come catechesi. Questa segretezza rispetto non solo ai sacramenti ma persino alle dottrine, alcune delle quali solo oralmente non a tutti potevano essere divulgate, è ribadita anche da San Cirillo di Gerusalemme.

Invece i padri della chiesa latina come Agostino o Ireneo smentiscono che vi fossero tradizioni apostoliche segrete, e che vi fosse bisogno di un insegnamento esoterico. E’ inutile negare che –malgrado la tendenza all’unità della Chiesa- vi fossero in realtà due Cristianesimi.

Ormai è appurata l’autenticità della “lettera di Mar Saba”, ritrovata negli anni ’80, fatta sparire dal patriarcato ortodosso di Gerusalemme, ma fortunatamente presente in copia fotografica.

Al di là di ogni altro brano citato dai padri orientali, questo testo è fin troppo esplicito. San Clemente d’Alessandria (siamo ancora quasi in epoca “apostolica”) risponde al suo discepolo Teodoro che l’apostolo Marco scrisse addirittura due vangeli di cui uno segreto. Esso sarebbe conservato nella sua diocesi di Alessandria. I Carpocraziani ne avrebbero una copia modificata e corrotta.

Tuttavia la provenienza apostolica di questa tradizione segreta era certa per Clemente:

egli (Marco) non ha divulgato ciò che non deve essere pronunciato, né ha scritto della ierofania dell’insegnamento del Signore…”.

Queste verità esoteriche, di cui Marco avrebbe solo accennato l’esistenza, condurrebbero l’ascoltatore -dice san Clemente-  nel “santuario più intimo della verità nascosta dai sette veli”. Peraltro neanche questo vangelo segreto dice tutto, ma si limiterebbe a testimoniare una ierofania e la presenza di un trasmissione orale, ma senza profanare questo mistero.

Quanto alle manipolazioni carpocraziane… Clemente sembra quasi ammettere che la pozione dei Carpocraziani fosse vera, e andasse nascosta per quanto più fosse vera. Dice:

Perché, anche se dicono qualcosa di vero, chiunque ami la verità non dovrebbe, anche così, essere mai d’accordo con loro. Perché  non tutte le cose vere sono la verità, né quella verità che sembra vera solo secondo opinioni umane va preferita alla verità vera, secondo la fede”.

Come a dire: “non dico che hanno torto, ma per verità di fede noi dobbiamo comunque smentire!”

E’ davvero un’affermazione compromettente.

San Clemente alessandrino

In ogni caso tradizioni segrete vi erano, ed avevano origine apostolica, o almeno tale era ritenuta dai Padri greci e orientali.  Tuttavia, intorno al IV secolo (siamo negli anni del concilio di Nicea), questa tradizione esoterica, prima chiaramente attestata almeno presso alcuni Padri, sembra iniziare un periodo di abbandono. Gregorio di Nissa (335-395) scrive: “Al giorno d’oggi questa tradizione [segreta] non viene più osservata in molte chiese” (Vita Mosis II, 160). Infine, dal IV secolo in poi non si hanno più tracce di un insegnamento segreto, né nelle lettere, né nelle omelie dei Padri della Chiesa.

Considerando questi primi tre secoli e mezzo, ritengo verosimile che vi fossero quattro diverse categorie di membri del clero, con atteggiamenti diversi nei confronti della tradizione esoterica cristiana:

1) una parte che nulla sapeva di queste trasmissioni segrete (se non limitandosi a celebrare la seconda parte del rito escludendo i catecumeni). Non solo, ma essi ritenevano ridicolo che esistesse una rivelazione segreta. S. Agostino irride a questa affermazione, per lui non è vero che svelare un insegnamento a chi non è pronto lo possa danneggiare. E’ una sciocchezza: non può succedergli nulla! Del resto, se Agostino non fosse stato così incapace di comprendere il senso del Mistero non avrebbe abbandonato il Manicheismo. Sant’Ireneo (Adversus haereses III,3,1), definisce un delirio che gli Apostoli avessero trasmesso in segreto una parte della rivelazione solo ad alcuni vescovi… evidentemente dimenticando come gli stessi vangeli più volte facciano intendere un insegnamento segreto e uno aperto (Mc 4,12-13).

In effetti c’è anche una componente umana in Ireneo: il rozzo e barbaro vescovo delle Gallie, geloso, che nega una trasmissione che non ha potuto ricevere.

2) Color che negano apertamente ogni segreto, condannano come eretico chi ne parla, ma forse ne è a conoscenza e forse anche iniziato. Vedasi la strana affermazione di Ippolito (cfr. parte II di questo saggio).

3) Coloro che, all’interno della Chiesa ufficiale,  rivendicano esplicitamente una tradizione apostolica segreta.

Origene (C.Cels, VI, 6,76) scrive con orgoglio:

gli apostoli sapevano meglio di Platone quali verità dovevano mettere per iscritto e come dovevano essere scritte, e quali quelle che non dovevano essere scritte per nessun motivo destinandole alla moltitudine; ciò che deve essere detto e ciò che non è di questa natura”.

San Clemente non è da meno e, smentendo Ireneo, afferma:

“dopo la resurrezione il Signore trasmise la tradizione della gnosi a Giacomo il Giusto, a Giovanni, e a Pietro, questi agli altri apostoli e loro ai Settanta, fra cui Barnaba” (Euseb. Hist. eccles. II,1,4).

Anche costoro, difensori di una “gnosi ortodossa”, si schierano però contro le altre scuole gnostiche che denunciano come “eretiche”. In fondo l’atteggiamento di 2) e 3) è simile: coloro che mostrano di possedere un esoterismo sono potenzialmente dei nemici. Tuttavia il gruppo 2) ne nega l’esistenza, il 3) che poi fa capo alla Chiesa di Alessandria non ha timore di ammettere che esiste una tradizione apostolica segreta, ma ne rivendica il monopolio contro altre scuole gnostico-cristiane. In effetti vi sono due diverse Chiese, con cristianesimi simili solo nell’aspetto esteriore: il gruppo 1) è la Chiesa latina, il gruppo 2)e 3) è la Chiesa greca ed egiziana.

Origene

Vi è infine il gruppo 4), le varie scuole gnostiche autonome. Molte di queste facevano ancora parte però del “corpo della Chiesa”. E soprattutto anche esse possedevano la successione apostolica, si fondavano sugli stessi vangeli (anche canonici) seppur interpretati in chiave allegorica e non solo storica. Alcuni dottori gnostici erano vescovi e il più famoso, Valentino, fu quasi eletto papa. Una bella difficoltà per i sostenitori della non-ortodossia dello gnosticismo cristiano.

Quale era il motivo per cui anche i sostenitori di 3) (Clemente, Origene, Cirillo di Gerusalemme, S. Giovanni Crisostomo) criticavano gli “eretici” gnostici non meno di quanto facessero i loro omologhi Padri latini?

A mio avviso costoro (Padri orientali), possedeva realmente la trasmissione esoterica risalente al Cristo, così come i maestri gnostici del tipo di Bardesane, Eracleone, Basilide e Valentino. Questo si riscontra in una analoga tendenza alla lettura allegorica dei testi, e nel sostegno a tutta una serie di dottrine che poi vennero bandite dai concili e dal cristianesimo ufficiale, dottrine appunto di tipo gnostico o platonico-gnsotiche. Perché allora anche loro schierati contro gli eretici?

Va detto che questi dottori della Chiesa orientale forse potevano essere depositari solo di una parte di quella trasmissione segreta; così questo possesso parziale spiegherebbe la loro riluttanza ad accettare dottrine che erano tradizione per altri gnostici cristiani – i quali avevano la totalità della trasmissione- ma non per loro. In effetti, come al solito, chi possiede il più comprende chi possiede il meno, chi possiede il meno non può comprendere chi possiede il più. E’ una legge costante dell’esoterismo di tutti i tempi (fenomeni analoghi vengono descritti nei testi buddhisti che parlano di trascendenti assemblee di bodhisattva nel piano sambhogakaya in cui alcuni membri meno evoluti risultano sconcertati dalle conoscenze dei loro superiori che appaiono loro eretiche).

Tuttavia vi può essere un secondo elemento di minor buona fede da parte di Clemente e degli altri, fattore che accennai nel mio articolo su Paolo di Tarso e la Gnosi. I gruppi di gnostici cristiani (valentiani, basilidiani…) rappresentavano un elemento difficilmente controllabile. Assai difficilmente un detentore di una trasmissione esoterica, che poteva anche essere un Realizzato, si sarebbe sottomesso all’autorità spesso solo esteriore di un pontefice o di un gruppo ecclesiale… che spesso neanche sapevano di quelle verità.

Questi gnostici “integrali”, alcuni dei quali erano effettivamente dei Maestri Realizzati (dei parahamsa, si direbbe nell’induismo) erano a tutti gli effetti dei Christi. In quanto tali essi avevano trasceso ogni gerarchia umana (anche se spiritualmente fondata). La loro realizzazione autonoma, basata solo su una trasmissione apostolica diretta e sull’ascesi individuale, poteva essere ugualmente trasmessa o innescata in altri, in maniera diretta e non mediata, secondo un lignaggio non ecclesiale ma diretto (di tipo “yogico”). L’intrinseca autocefalìa di questo processo avrebbe minato sin dall’origine l’unità della Chiesa.

Se non fossero stati eliminati fisicamente (loro e i loro documenti segreti, apocrifi), il potere di questi dottori gnostici avrebbe prima o poi compromesso lo sviluppo del cesaropapismo ecclesiale, in un fiorire di scuole ognuna legittima, ognuna in pace con le altre, e sostanzialmente paritarie, confederate. In effetti il cattolicesimo si è incarnato come la rivincita dei gruppi ebraici o giudeo-cristiani nel creare una struttura burocratica e imperialista contrapposta a quella dei loro “oppressori” romani. O meglio fu il meccanismo attraverso cui l’ebraismo si impadronì della macchina burocratica dell’impero romano.

Se avessero prevalso gli gnostici, invece, il cristianesimo oggi avrebbe assomigliato più o meno all’induismo, con una diversità di scuole e correnti, spesso anche distanti formalmente, ma correlate su un impianto di fondo condiviso e con dei testi di riferimento comuni (Veda e Upanishad, smrti e shruti), ma senza forme oppressivo-coercitive e autorità militarmente armate, o un potere di controllo centrale.

Anche i Padri orientali, tuttavia, seppure detentori anche solo parziali di una trasmissione gnostica, dal momento in cui accettarono come prioritaria l’edificazione di una unità politica, optarono per il potere di Questo Mondo.

Sulla scorta di queste premesse, torniamo ora al periodo apostolico.

Ho fin qui ipotizzato la presenza di una corrente misterica “ellenistica” all’atto fondativo del cristianesimo, misteri ai quali anche Gesù doveva essere iniziato. Ho cioè sostenuto che, sebbene lo sfondo su cui ci si muoveva era esteriormente ebraico, doveva esserci un gruppo (da identificarsi nei seguaci del Battista, forse i Nazorei) che segretamente coltivasse un qualche tipo di mistero pagano o sincretico ebraico-pagano.

Ciò si fonda essenzialmente sulla presenza di tratti chiaramente non derivabili da tradizioni ebraiche. Del resto, come dissi, il fatto che il “fondatore” del cristianesimo sia incorso nell’ostilità dei rappresentanti ufficiali dell’ortodossia ebraica, si spiegherebbe molto bene riconoscendo che le radici cristiane non coincidevano esattamente con quelle ebraiche.

Mano di Sabazio. Da notare le tre dita alzate, come nella liturgia cristiana

Le premesse di questa confluenza sono da comprendersi nello spirito del tempo. Nell’evo antico era forte la tendenza comparatistica a cercare, tra i culti nazionali, corrispondenze nelle varie forme esteriori (es. correlazione Mercurio-Hermes, o Hermes-Toth). Da questo atteggiamento, che esplose poi nel periodo tardo antico, non sfuggì anche l’ebraismo… si creò così un importante filone di magia ellenistico-romana, quello che va dai Caldei babilonesi ai filosofi teurghi della tarda-antichità, che aveva inserito nel proprio pantheon e nel proprio dottrinario segreto la figura del dio ebraico, identificato con Kronos. Così il filone sincretico (o più correttamente “comparativo”) aveva stabilito il parallelismo Kronos-Yahweh. Anche Varrone reatino afferma che “il dio dei Giudei è chiamato Iaô dai Caldei nei loro scritti segreti” (Rer.div. I, fr.17 Card.). Altre assimiliazioni furono tra Serapide o (Giove Serapide) e lo Jahweh (pronunciato Iao in greco): un’ iscrizione ritrovata in Spagna è dedicata a Zeus-Serapide-Iao (Perera, Ebenes, El sello de Dios, pp.58-59).

Ovviamente i già detti Samaritani furono il canale privilegiato di questa osmosi nel senso di recezione, anche in ambiente ebraico, di dottrine religiose o magico –sincretiche di origine caldea.

La koinè creata dal periodo ellenistico ampliò certamente questi scambi ad ambiti non solo caldei o babilonesi.

Di questi interscambi si “giovò” anche il mysterion di Sabazio frigio, come sostenne Cumont. Del resto la semplice assonanza, forse non casuale, fra Juppiter Sabatius e Jahweh Sabaoth favorì la fusione delle due divinità.

Così potremmo non stupirci se parte del culto misterico di Sabazio fosse in qualche forma seguita anche in margine al mondo ebraico (peraltro assai ostile a influssi esogeni). Di certo i cristiani mutuarono dal culto di Sabazio la mano benedicente con le tre dita alzate, simbolo del dio frigio o ebraico-frigio. Da notare di sfuggita che nella mano pantea di Sabazio fa spesso capolino un serpente. Nelle iniziazioni di Sabazio veniva introdotto un serpente aureo nella scollatura della veste dell’iniziando e di sicuro la drammaturgia del serpente doveva avere un particolare significato in quel culto.

Tuttavia io ritengo che i misteri di Sabazio siano tutto sommato una componente secondaria o indiretta  nel processo di fondazione del cristianesimo.

Nella prossima parte esporrò più chiaramente quali le fonti storiche di questi misteri….

Bibliografia ragionata

M. Smith, The Secret Gospel: The Discovery and Interpretation of the Secret Gospel According to Mark, London Victor Gollancz Ltd. 1974.

Per l’interpretazione della lettera di Mar Saba. Vedasi anche:

M. Smith, Clement of Alexandria and a Secret Gospel of Mark. Cambridge, Mass. Harvard University Press, 1973.

G. Stroumsa, Morton Smith and Gershom Scholem, Correspondence 1945-1982. Boston, 2008.

R. Guénon Considerazioni sull’esoterismo cristiano e san Bernardo, Oggero, Carmagnola, 1997.

Qui Guénon espone un punto di vista che, se è corretto nelle linee generali, comprende pure notevoli e imperdonabili omissioni. Pur ammettendo l’esistenza di un’origine esoterica del cristianesimo sembra non saper nulla della sua provenienza, tema di questo mio saggio breve. Ugualmente Guénon ritrova la presenza di un esoterismo in San Bernardo di Chiaravalle ma ben poco ammette sulla  provenienza di questo esoterismo, le cui origini si perdono nella sopravvivenza di una linea isiaca in alcune aree della Francia, di cui è testimonianza il culto delle Vergini Nere presso i Cistercensi. Come al solito quello di Guénon risulta un esoterismo annacquato: dimentica completamente di nominare la filiazione druidica di san Bernardo e di san Malachia d’Irlanda. Gli influssi pagani celtico-druidici sulla tradizione cistercense sono un fatto su cui il “metafisico di Blois” non spende neppure una virgola.

R. Guénon Considerazioni sulla via iniziatica, Gerardo Casini editore, Sant’Arcangelo di R. 2010.

Fra le varie tesi qui sostenute dall’autore, molte delle quali anche corrette, viene formulata la curiosa e assai partigiana teoria filocattolica secondo cui l’“eresia” nascerebbe da una illegittima confusione fra il piano esoterico e quello exoterico.

Queste indebite confusioni sono tuttavia la prassi reale, essendo i due ambiti facilmente confusi in molte tradizioni spirituali: si pensi all’Oriente dove in realtà questa distinzione spesso neanche esiste e dove elementi dei due domini si intercalano senza soluzione di continuità come nell’induismo e nel buddhismo.

In secondo luogo, è tutto da dimostrare che il dottrinario di qualche eresia cristiana fosse eretico perché confondesse i due piani. In realtà il cattolicesimo tacciò di eresia qualsiasi dottrina che non fosse in linea col suo dogma, ivi comprese quelle completamente e autenticamente esoteriche. A dimostrazione di ciò basti pensare che l’Ordine Templare, ordine completamente ed interamente esoterico sin dall’inizio, fu sciolto e perseguitato per eresia e non per “indebite commistioni fra esoterico ed exoterico”.

Se poi i membri di una Chiesa, iniziali depositari di una via esoterica, per proprio difetto spirituale non hanno saputo conservarla e hanno visto di metterla “in sonno”, non avevano alcun titolo per perseguitare quanti –meglio dotati di qualificazioni e attributi spirituali – hanno invece portato avanti quella trasmissione. Se la corrente maggioritaria della Chiesa avesse anche deciso di perdere quelle tradizioni e di diventare un istituzione exoterica, non aveva alcun diritto di imporre questa scelta a chi avesse conservato quella tradizione. Così si vede che la causa della vera confusione fra i due piani lamentata da Guénon andrebbe semmai ricercata proprio nella scelta regressiva della Chiesa di darsi una forma exoterica. Se fosse rimasta una istituzione misterica nulla si sarebbe creato di questa eventuale confusione. Oppure, se il progetto cristiano di creare un exoterismo fosse stato corretto, e non dettato da quella volontà di creare una trappola cosmica (quale è il Cristianesimo attuale), sarebbe stato necessario creare il legittimo spazio per conservare le dottrine e le forme esoteriche in esso presenti. Ciò è stato omesso nel costituire il Cristianesimo ufficiale, così non vi fu nessun modo per la conservazione legittima di un esoterismo in Europa proprio, per colpa della Chiesa Cristiana.

Come lamentarsi dunque se qualcuno abbia salvato quello che poteva, nel modo che poteva?

Peraltro, a ben guardare, la Chiesa ha perseguitato come “eretiche” dottrine che erano anche vere e proprie religioni indipendenti e perfettamente esoteriche (senza dunque la confusione dei due piani, tanto riprovevole secondo Guénon). Il Catarismo era a tutti gli effetti una corrente manichea (infatti il suo testo base, la Interrogatio Johannis, era un testo manicheo) “specializzatasi”, se così si può dire, per accentuazione dell’elemento cristiano, dato che il manicheismo originario  fu una sintesi delle tradizioni cristiane, zoroastriane e buddhiste. Inoltre il Catarismo ebbe sin dall’origine i caratteri di una organizzazione segreta e inziatica e non exoterica. Pertanto non si troverebbero proprio gli estremi per tacciarla di “eresia” secondo le faziose formulazioni del papa Guénon. Il Catarismo era un sistema iniziatico, una religione esoterica, autonoma e indipendente dal cristianesimo cattolico, e fu estirpata manu militari secondo quello che oggi sarebbe genocidio. Come detto stessa sorte toccò al Templarismo.

Al massimo la teoria di Guénon è applicabile solo a poche correnti come il Priscillianesimo del IV secolo che veicolava temi gnostici nel corpus ecclesiale cattolico. Tolta questa sola eccezione, la definizione di Guènon non è quasi mai applicabile. Essa poi è del tutto incapace di definire cosa sia “eresia” nel caso della stragrande maggioranza delle eresie cristiane (valdesi, umiliati, patarini, dolciniani..) che ben poco di “stravaganza” dottrinale possedevano, limitando la loro eterodossia al campo sociale.

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23 Responses

  1. Noemi
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    Premesso che la distinzione fra i termini Christos e Chrestos mi è apparsa un supporto d’ importanza centrale per l’intera sua argomentazione (Gesù come iniziato e non già come unto), e uno dei possibili punti di partenza per chi voglia approfondire gli aspetti esoterici del cristianesimo, scrivo qui di seguito note sparse, scaturite nello stabilire mano a mano relazioni. Sono riflessioni in parte fuori dal seminato e frutto di un neofita, ma forse qualcuna può rivestire dell’interesse. continua…

  2. Noemi
    | Rispondi

    continua…
    Lei scrive: <Questi gnostici “integrali”, alcuni dei quali erano effettivamente dei Maestri Realizzati (dei parahamsa, si direbbe nell’induismo) erano a tutti gli effetti dei Christi. In quanto tali essi avevano trasceso ogni gerarchia umana (anche se spiritualmente fondata). La loro realizzazione autonoma, basata solo su una trasmissione apostolica diretta e sull’ascesi individuale, poteva essere ugualmente trasmessa o innescata in altri, in maniera diretta e non mediata”, secondo un lignaggio non ecclesiale ma diretto (di tipo “yogico”>: penso all’Hinayana, il Piccolo Veicolo buddhista, ovvero la Via per pochi. Forse un’attinenza c’è con la evangelica “strada stretta”, percorso iniziatico anch’esso non accessibile alla moltitudine?

  3. Noemi
    | Rispondi

    continua…
    Lei parla degli Avatar, uomini illuminati che assurgono ad un livello superiore e paragona gli Avatar a Gesù affermando che se la Chiesa avesse sposato una concezione cristallina come quella induista per spiegare la figura del Cristo Gesù, sarebbero state eliminate, nei primi secoli, tante dispute e tante forzature sulla natura di Questi. A me però sembra che la definizione proposta dalla Chiesa su Gesù “vero Dio e vero Uomo” (la maiuscola è mia) sia una definizione che –per quanto, magari, frutto di dispute e di compromessi – si sposi con l’idea di un Gesù/ Avatar illuminato dallo Spirito Santo. Che poi il Credo affermi l’esistenza di un Figlio unigenito, generato e non creato, della stessa sostanza del Padre, nato da Lui prima di tutti i secoli, non mi sembra in contraddizione con quanto sovraesposto. Il Figlio è il Cristo – da sempre nel Padre – incarnatosi in un Uomo che acquista natura divina e manifesta agli uomini la vera Realizzazione dell’Umano. continua…

  4. Noemi
    | Rispondi

    continua…
    La doppia natura di Gesù, vero Dio e vero Uomo, mi sembra bene espressa nel Vangelo di Tomaso (Infanzia di Gesù). Al di là del problema dell’attendibilità dei Vangeli apocrifi, dobbiamo comunque considerare, con Moraldi, come molti di essi esprimano un sentire comune, veicolo anche di grandi intuizioni. Nel Vangelo di Tomaso, tornando all’argomento sulla doppia natura di Gesù, vediamo un bimbetto di cinque anni che parla con i sapienti mettendoli in difficoltà per poi tornare bambino, anche con i tratti dispotici e insolenti che accomunano i bambini. E’ un vangelo che contribuisce a centrare il grande enigma, quello sul vero Dio e vero Uomo. (fine)

  5. Ammonio Italico
    | Rispondi

    Mi presento,
    sono un amico fraterno e, a suo tempo studente, di "Musashi". Essendo egli in questo momento molto impegnato e impossibilitato a rispondere, mi ha autorizzato a rispondere in sua vece.

    Per prima cosa rilevo che il citato da Noemi vangelo "di Tommaso" non è un vangelo gnostico: si tratta del Vangelo greco di Tommaso, che non ha nulla a che vedere con il Vangelo copto di Tommaso, ritrovato a Nag Hammadi dopo duemila anni di censura.
    Il vangelo greco dell'infanzia non è un libro "bandito". E' sì un vangelo detto apocrifo, perchè non accettato nel canone, ma è sostanzialmente non gnostico e in linea con il sentire del "cristianesimo generale", tanto che non è mai stato perseguitato ed anzi molte leggende medievali che hanno ispirato l'iconografia e tanta parte della pittura cristiana sono tratte da lì, ed era sostanzialmente tollerato in epoca medievale, se non come autorità religiosa, almeno come ispirazione "edificante" per i fedeli. Come stupirsi dunque che nulla in esso smentisca la "versione cattolica"??
    Se così fosse sarebbe stato bandito assai più a stretto giro, tanto da meritare meglio il nome di "apocrifo"
    (=nascosto). Nessuno ha mai nascosto quel vangelo, che semmai è più propriamente un vangelo "non ufficiale". Ripeto: se fosse stato un vangelo con sentori di "eresie" non sarebbe sopravvissuto.

  6. Ammonio Italico
    | Rispondi

    In generale comunque non mi terrei a questo vangelo. Esso appartiene al genere letterario favolistico, assai allineato con i contemporanei romanzi ellenistici (di cui è certamente un sottoprodotto popolare).
    Il tenore puerile dei miracoli capricciosi attribuiti a Gesù Bambino, le marachelle sovrannaturali, tipo il far morire la gente per dispetto, sono piuttosto in linea con la parodistica "parola di Giobbe" del comico Covatta, che non con la bellezza degli stessi quattro vangeli. Per me il Vangelo dell'infanzia detto di Tommaso, tale è e nulla merita in termini di considerazione in sede di dottrina.

    Veniamo alla nozione di "avatara" che deve a questo punto essere chiarita, a quanto vedo.
    Dire che il Dogma cattolico si "sposi" con questa idea non è possibile.
    La definizione di "vero Dio e vero Uomo" ne è, nella migliore delle ipotesi, una "grottesca approssimazione". Laddove non si voglia ipotizzare una vera e propria malafede del clero cattolico che ha voluto alterare ( o nascondere) una verità della Gnosi.
    Dire che il dogma cattolico è in linea con la distinzione che ha introdotto Musashi, è un po' come dire che l'ottone è come l'oro perché hanno lo stesso colore.

  7. Ammonio Italico
    | Rispondi

    Qui è in questione la nozione gnostica di distinzione fra Gesù e Cristo, come si percepisce nelle apocalissi di Pietro e nelle due di Giacomo, ad esempio, e come a detta dei padri (Ireneo) fu sostenuto dai dottori gnsotici:
    "Aliud esse Jesum, aliud esse Christum".
    Gesù e Cristo sono due "entità separate", non la stessa "Persona" in cui coesistono due nature contemporaneamente (Uomo e Dio). Nel dottrinario gnostico almeno. Se poi si segue la teologia cattolica, ovviamente no.
    Ma bisogna porsi in termini di metafisica gnostica, per comprendere questo passaggio.
    Anzitutto il concetto di "dio" è semplicistico. Per lo gnostico il Cristo non è Dio in senso di Assoluto in se stesso. il Cristo è un Logos cioè un Eone, una potenza emanata dall' Assoluto (quindi non l'Assoluto in sè, sebbene nessuna emanazione divina sia realmente separata dall'Assoluto).
    In quanto tale, come Eone, esso è un principio cosmico, una realtà Superindividuale e perciò è ontologicamente impossibile che esso "coincida" con qualsiasi essere individuale (angelo, genio o uomo). Anzi è proprio questa impossibilità a spiegare la necessità dell'avatar.
    Questa Forza o principio cosmico, L'Eone, si sceglie un "veicolo" per manifestarsi sul piano delle forme individue.
    Va da sé che, facendolo, lo fa come "Influenza spirituale", senza cioè perdere la sua natura sovraindividuale. Perciò il rapporto col suo avatar terreno è del tutto contingente, transeunte e temporaneo (differenza rispetto al dogma cattolico).
    Il crestos è colui che appunto, essendo un "giustificato", ha la sua parola giustificata e parla per bocca del Logos, ma non è il Logos, ne si fonde con esso. Ne è solo lo strumento, e per certi versi l'intemediario. Gesù fu lo strumento del Christo-Eone del Pleroma.

    Essere un crestos, cioè un iniziato indica appunto che Gesù dovette lavorare iniziaticamente su di sé per trent'anni, per preparare la discesa del Logos (che avvenne probabilmente sul Giordano, se ci dovessimo basare sul "racconto" dei canonici). E questo smentisce il vangelo dell'infanzia che ne fa un bambino sovrannaturale per nascita.
    Va da sè che la presenza avatarica non può protrarsi indefinitamente. In Gesù rimase per tre anni. Che dice sulla croce? "Forza mia, perché mi abbandoni?" fu lì che il Cristo " si ritirò". E questo spiega come la "presenza avatarica" sia temporanea in un essere umano.
    In genere, presso molti insegnamenti, l'avatar non può discendere per più di tre anni massimo. I veicoli eterici e astrali di un essere umano, ancorché evoluto iniziaticamente, non reggerebbero una simile corrente nel circuito.
    Ricordo poi che essendo una forza sovraindividuale non ha necessità di discendere su un solo individuo.
    Pensiamo ai Tulku della tradizione tibetana. Non è infrequente che un grande bodhisattva lasci dietro di sè un tulku, che però può spesso delocalizzarsi su tre persone distinte. Un uomo verrà quindi ad incarnare la Parola, un altro il Corpo e un altro la Mente di quel bodhisattva o buddha (più vi sarebbero le Azioni e le Qualità, che se si manifestano portano a cinque i tulku). Questo anche perchè è più difficile
    trovare un individuo che manifesti le condizioni karmiche per assommare tutti e tre glia spetti.

    Ad esempio è assai probabile, che il Logos cristico sia sia manifestato soprattutto in Giovanni Battista più che in Gesù (come afferma la gnosi mandea). Io credo peraltro, ma è una mia convinzione, che non posso attribuire a "Musashi", che il Cristo si sia manifestato contemporaneamente in Gesù della tribtù di Giuda, in Giovanni Battista e in Simon Mago.

    In ogni caso il dogma cattolico dice ben altro. Erede più prossimo della Gnosi è la cristologia monofisita, che afferma che Cristo è solo un essere divino. Essendo il veicolo umano del tutto contingente, e per lo gnostico, puramente strumentale e inessenziale.
    L'importante è che il Logos sia disceso, poi se sia stato veicolato per un periodo in Gesù o in altri è cosa del tutto secondaria.

  8. Ammonio Italico
    | Rispondi

    Quanto ad altre dottrine gnostiche come quelle docetiste che fanno di Gesù una specie di nirmanakaya (come direbbero i buddisti) cioè un corpo magico (mayavirupa) un semplice ologramma "fisico" o in trermini tradizionali un "corpo apparizionale" non fa altro che riprodurre un altro modo di vedere la "inanità" del veicolo materiale.
    L'influenza spiriuale è il significato, la luna,;il veicolo è il dito che la indica. Ma il dito non è la Luna. Uomo e Dio non coincidono. Questo è il Magistero gnostico.

    Altre visioni più specialistiche come quelle della gnosi valentiniana, che fanno di Gesù stesso un eone, non contraddicono questo punto di vista. Infatti per l'eonologia valentiniana Gesù e Cristo sono entrambi eoni divini ma sono assolutamente distinti. Il Cristo viene coemanato insieme all'Eone Spirito Santo. Gesù fu emanato da tutto il Pleroma, ed ebbe una missione diversa da quella degli eoni Cristo e Spirito.
    Però il tutto non contraddice la visione docetista perché Gesù non sarebbe più un essere materiale, nè un uomo.
    Così la cristologia monofisita (ad esempio dei copti e degli antiocheni) segue le linee del valentinianesimo.
    Ma qui si tratta di un punto di vista già più specializzato.

    • Noemi
      | Rispondi

      Grazie per l'ampia risposta. Sono dentro un labirinto e ho bisogno di coordinate, non già per uscirne ma per muovermici dentro. E capisco che i tentativi di conciliare il noto con l'ignoto inibiscono sul nascere nuove conoscenze e producono confusione. Le sue puntualizzazioni hanno reso più chiara la mappa. A me alzare gli occhi verso la luna velata che sta sopra il labirinto…

  9. Opera Rossa
    | Rispondi

    cit: – presso molti insegnamenti, l'avatar non può discendere per più di tre anni massimo.-
    A quale scuole appartengono questi insegnamenti dove la discesa avatarica non può rimanere per più di tre anni? Da quello che leggo viene proprio travisato il senso letterale del termine Avatar o Avatàra, che lo voglio ricordare è solo della tradizione induista e significa "Canale Divino". Possiamo confrontare altre scuole di pensiero e trovare analogie, ma è diverso da quello che si afferma. Un Avatar non è un uomo illuminato ne un Maestro Realizzato, non pratica nessuna sadhana o ascesi in vita. Esso non nasce come essere umano che deve realizzarsi, perchè esso stesso è Dio sceso in terra! Questo va compreso bene, perchè non si può Assolutamente definire Gesù un Avatar, ma solamente un Iniziato che stava terminando il suo percorso di realizzazione! Come tale i suoi insegnamenti toccano "passaggi" ben definiti della vita di un individuo che cerca di realizzarsi completamente. Facciamo attenzione a non far credere che tutti i Maestri realizzati ovvero i Liberati in vita o Jivamukta siano di fatto Avatar, poichè è errato e fuorviante! « Per la protezione dei giusti, per la distruzione dei malvagi e per ristabilire i princìpi della Giustizia Divina, Io mi incarno di era in era » Infatti l'Avatar è la Trasfigurazione stessa della Shakti che muove un intera era o generazione.. Un Avatar non si prepara 30 anni per essere tale, nasce con dei "segni" per Svelarsi all'umanità come Colui che ha risposto alle preghiere dei giusti.. La Discesa del potere della Monade in un Iniziato invece ha altri "processi" metafisici ( quelli che qui vengono menzionati come discesa avatarica..) cit: -I veicoli eterici e astrali di un essere umano, ancorché evoluto iniziaticamente, non reggerebbero una simile corrente nel circuito. – Se un Iniziato si è connesso con la Monade è ben capace di reggere tale "Forza", il motivo non è nei suoi veicoli che saranno già sicuramente allineati, ma semmai esistono delle "leggi" cicliche che operano sulla Discesa, Stabilità, e Riassorbimento in seno alla "manifestazione" Cristica..ma questo accade nel Percorso, sul Sentiero e alle Iniziazioni Maggiori agli Adepti come Gesù, certamente non ad un Avatar..

  10. Musashi
    | Rispondi

    Babaji, maha-avatara di Shiva, nella sua ultima incarnazione ha passato più di un decennio in ritiro in grotta, praticando assiduamente sadhana, per prepararsi ad essere "canale divino".
    E questo toglie ogni discussione.

    i segni ci sono sempre nel caso di persona umana designata ad essere avatara, tuttavia la persona designata ad essere canale è e resta sempre un essere umano, e deve sempre praticare per essere in grado e degno di far discendere l'Influenza spirituale.
    I suoi veicoli sottili per purificati che siano, dice bene Ammonio, per quanto astrologicamente predisposti
    o non facilmente possono contenere quella forza. Il contenitore umano non sarà mai perfettamente adeguato al contenuto divino
    Può anche accadere che l'essere destinato a diventare avatara "rifiuti" questa missione.
    Opera Rossa tu confondi l'avatara inteso come Infulenza spirituale (la Shakti Divina), che è sempre eterna e non-umana, dall'avatara in senso stretto cioè dall'uomo che ne fa da canale per un certo tempo.
    Tant'è vero quello che dico che infatti questi avatara muoiono tutti, compreso lo stesso Krishna della leggenda hindu.
    Se fosse come dici tu sarebbero immortali.
    Ne segue che propriamente avatara è un essere umana che incarna contingentemente e temporaneamente una Discesa divina.
    Ma come dice bene Ammonio, non bisogna confondere l'Influenza spirituale con chi ne fa da ponte.
    o può accadere che dopo un certo numero di anni la forza divina si ritiri, è il caso di molti avatara recentemente riconosciuti in India dalla maggior parte delle scuole.
    Ad esempio Amma e Sai Baba, pur essendo stati per un certo numero di anni degli avatara hanno cominciato a "degenerare". dopo il venir meno della Forza Divina che li ispirava, hanno cominciato a darsi ado operazioni di magia nera vampirica sui loro accoliti, per non perdere il potere materiale che avevano acquisito e questo è un fatto estremamente negativo.

  11. Opera Rossa
    | Rispondi

    Cerchiamo di rimanere sull'argomento, e non entriamo sul personale, perchè se lei mi scrive : Tu ti confondi- iniziano le proiezioni inconsce, ovvero non conosce (interiormente) che si sta confondendo..Sia certo ho 40 anni di studi, non mi confondo. Babaji non chiude nella maniera più assoluta la questione! Babaji è un Essere Realizzato che per Secoli e Secoli ha mantenuto la "discesa avatarica" che ha anche effetti visibili sul suo corpo, nell'aspetto sempre di 16enne, ovvero all'epoca del suo stato di suprema Illuminazione..in una sua precedente esistenza .E' quello che si chiama : un Anima Adombrata..nella maniera più totale. Non si è quindi messo a fare gli esercizietti ..nella sua ultima incarnazione, perchè la sua Illuminazione non è avvenuta in questa incarnazione, ma secoli fa! Babaji Non Si Reincarna! E' uno Yogi Immortale! Rimane nascosto nelle montagne e si svela a chi vuole..Un Avatar non è un essere umano..e Non deve praticare proprio Nulla! Semmai "Usa" il veicolo fisico per la "Manifestazione".. La Shakti come principio Eterno s'Incarna nell'Avatar che la usa e distribuisce, ma solo nell'Avatar..Un Avatar a differenza di uno yogi possiede il potere di essere kaalateeta..ovvero regola ogni azione temporale..oppure avere sankalpa..ogni Sua parola è destinata a compiersi, questi Non sono siddhi, ma poteri Divini o meglio "qualità" del Divino! Il corpo grossolano che adopera è solamente un "mezzo" una volta cessato il suo scopo, darà la Liberazione alle cellule del corpo che l'hanno ospitato..Di quale morte parla? La visuale che prospetta nel suo commento è quello di un essere fragile invasato che poi muore..Assolutamente, un Avatar esula da questo! Se conoscesse tramite "cosa" la manifestazione Divina vuole dar vita a questo "processo" che richiede anni di ricerca..non la penserebbe più così! E' una ricerca che dura secoli per ottenere un Adhara adatto ad una manifestazione avatarica potente ..Ogni cosa ha dei cicli ed un Avatar li rispetta più che mai, finito il compito, torna alla Non manifestazione. Quindi non depone a favore della sua tesi la morte di un Avatar, poichè non è un uomo, ma Abita un corpo di un essere umano. Per Loro Volontà, voglio Ricordarlo, decidono di terminare l'incarnazione. Babaji essendo un un Immortale e non si reincarna da tempo non conosce la morte, perchè il suo compito è un altro… Temporaneamente e contingentemente: fosse solo per 50 anni, significa che l'essere umano come lo conosciamo non esiste in un Avatar. La personalità o triade inferiore è totalmente soggiogata e fatta strumento..prima dell'anima ( e qui c'è il segreto degli Avatar) poi della Monade, insomma è un Canale così diretto, che l'umanità che manifesta è un ombra che appare e scompare solo per far avvicinare e per non spaventare..La Natura Divina può fare strani effetti ! Scrive e tratta gli Avatar come fossero dei bambocci che sono usati e questo perchè il punto di vista è umanocentrico, poi li vede così in balia di forze che addirittura iniziano a degenerare e per il colmo a fare magia nera o vampirica..Da nascono queste assurde congetture? Forse Esattamente da dove nasceva la sua convinzione che la discesa avatarica non rimane per più di tre anni ?..Ancora aspetto documentazione in risposta.. Dove è scritto? S'informi bene sugli Avatar e su Babaji. Buona Giornata

  12. Musashi
    | Rispondi

    Ripeto anche una emanazione di esseri divini o buddhici deve tenere conto del karma e delle leggi di questo piano.

    Anzitutto NESSUN Buddha, nessun Tulku, Salvatore di Questo o di Quello, nessun Avatara, nessun Bodhisattva, Soter, Shaoyshiant o qualsiasi altra denominazione si usi, NESSUno di essi può manifestarsi se non vi sono CAUSE e CONDIZIONI (secondo l'insegnamento di Lama Tzong Khapa).
    Cause e condizioni sono datedal Karma planetario della Terra, dal karma positivo o negativo dei praticanti, dal fatto che i discepoli abbiamo o meno rispettato i samaya (voti).

    Un buddha ssolutamente illuminato, nel momento in cui abbandona ogni stato di esistenza non ha più potere su questa manifestazione, non vi può più tornare.
    Pertanto vi è la preghiera di non abbandonare il samsara ai Maestri di tutti i Lingaggi !

    Tuttavia se lo fa un essere illuminato lascia o può lasciare dietro di se delle Anime Magistrali, dei tulku, delle emanazioni ecc.. che saranno esseri non del tutto illuminati (cioè non oltre il decimo Bhumi) altrimenti non sarebbero QUI!!!
    Sono invece "esseri sul sentiero" come si dice in linguaggio tecnico. ma proprio per questo anche loro sono in qualche modo vincolati al karma
    e pertanto non possono eludere la necessità di ricevere potenziamenti attraverso le iniziazioni, prendere e mantere puri i voti (samaya) e operare in conformità al Dharma.

    Si badi: il loro Principio Cosiente (mente del Risveglio) non è contaminata, ma i loro veicoli iperfisici devono essere mantenuti puri e incontaminati se devono epletare la loro missione!!!

    NON SOLO: essi necessitano anche di "circostanze secondarie" cioè il karma dei loro discpoli che se non è buono interferisce con la vita del tulku (la può ance accorciare) e soprattutto può creare problemi alla sua futura incarnazione ( o discesa).

    Come vede le cose sono molto più complesse di come la espone Lei.
    Evidentemente Lei non ha mai ricevuto istruzioni dirette da maestri di queste Tradizioni.

  13. Musashi
    | Rispondi

    Quanto al "soggiogare completamente i veicoli inferiori"…bè non si soggioga proprio niente.
    Soprattutto tolga il completamente:

    in questo piano della manifestazione tutto è relativo.

    INFATTI:

    prendiamo il caso dei Gompo: i Protettori.

    Quando un essere come Padhasambhava ha soggiogato le divinità del tibet, o altri siddha che hanno fatto la stessa cosa con entità mondane,
    oppure quando Saraswati ha creato la sua forma mondana di Parvati, in realtà questi esseri hanno soggiogato la mente di esseri mondani (del piano sottile) esseri divini non illuminati, e ne hanno messo le facoltà a protezione dei Particanti.

    TUTTAVIA nessuno di essi è stato soggiogato completamente (come dice opera rossa).
    INFATTI i Dharmapala mondani posso, seppure soggiagati da un Buddha, ad un certo punto, a causa del Degenerare del Dharma, rompere il loro samaya (l'iniseme dei voti) e praticare azioni anche demoniache.
    questo è un fatto purtroppo ben frequente in Tibet, Nepal, Buthan e non parliamo poi dell'Induismo degenerato dei nostri giorni.
    Ed è un fatto che può dipendere soprattutto dal karma terreno dei praticanti che a loro volta creando karma negativo perturbano il campo dei meriti che questi esseri si sono creati.

    Negare questo significa negare la legge di interdipendenza degli Esseri, annuciata dal Buddha Sakyamuni, esplicata dai santi maestri Nagarjuna e Chanrdakirti, edefinitaviamente affermata da lama Tzong Khapa.

    Tutto anche cioò che riguarda un essere Illuminato diepnde da cause e condizioni !!!!

    "Nulla vi è che non dipenda da cause e condizioni. ciò che non dipende da cause condizioni non è"

    Questo è l'insengnamento del Buddha.

  14. Musashi
    | Rispondi

    Puetroppo come vede, sono molto preparato dottrinalmente.

    lei dice solo ovvietà e imprecisioni, che evidenziano una visione astratta e idealizzata degli "avatara" …
    e non "avatar" come dice lei (quello è il titolo di un film; avatara con la -a: si tratta di un singolare maschile; il sanscrito perdio!!!)

    visione astratta di un occidentale alla Guenon. immagino che Lei avrò letto "considerazioni sulla via inziaitica" e niente più..testo in effetti in cui si evince questa erronea lettura che lei riporta. Guenon come lei non sapeva il sanscrito e non era mai stato iniziato alle scuole yogiche dell'India.

    lei deve aver letto e Guenon e forse Raphael

    si vede dall'enfasi fideistica e dall'auto adulazione verso queste realtà viste in modo utopistico.

    Io sono stato in Giappone (dove ho vissuto per 20 anni), ricevuto trasmissioni shingon, India e Nepal, ho avuto trasmissioni da maestri di vari lignaggi tantrici, e per di più mi occupo di traduzioni e insegnamento universitario (anche se non sono un indologo nello specifico).

    la sua preparazione è astratta, libresca e idealizzante.

    ……ricevere commentari segreti, istruzioni e insegnamenti orali da grandi Lama, oggi ormai passati,
    è un'altra cosa!

    Come vede le ho spigato dottrinalmente e fattualmente (biografie dei siddha alla mano! ) tutti i punti inesatti del suo pensiero.

  15. Musashi
    | Rispondi

    E' talmente evidente che lai si è esalta parlando di queste cose dal fatto che si esperiem esattamente come un libro di Raphael con tatto di "Tat Twam Asi" tutto in maiuscolo!
    Lei parla come un libro stampato:
    lei cita la dottrina advaita di un livello libresco e da Lei evidentemente mal compreso, come si evince dal fatto che le mancano degli asset dottrinali specifici.

    Lei è l'esempio classico di esoterista fallito ed auto esaltato dei nostri giorni che pretende (alla luce di quaranta anni di letture occludenti il pensiero, opera davvero luciferica!) di fare il maestro ma non è degno ancora neanche di essere discepolo.

    che Lei NON sia un iniziato è derivabile dal fatto- come ammette Lei stesso- che ignora che un iniziato formula dei voti che sono samaya nelle tradizioni orientali, in occidnete prendono la forma di "Promissioni".

    Purtroppo il giochino non le riesce! di matti esaltati di pseudo-esoterismo che hanno solo letto se ne trovano un tanto al chilo.

    Lei non è un iniziato.

    L'opera non rossa ma "nera" che lei svolge è quella di provovatore. Ne sia consapevole o meno, lei con le sue forme pensiero che si è creato in tanti anni di letture
    è uno (spero) inconsapevole agente della Controiniziazione.

    E con ciò si taccia!

  16. Vetriolo Romano
    | Rispondi

    Saluto il caro Ammonio e l’amico e mentore Musashi.

    La totale incomprensione di questi esaltati, psicoinduisti o psicoesoteristi e’ rimarchevole!

    Chiaro e’ il modo con cui evidentemente si relazionano a dottrine che oggi sono diffuse e divulgate, ma che essi assimilano e vi si aggrappano come ad ideologie psichiche.

    Tale e’ questo persanaggio Opera Rossa, che col suo vano sproloquio non si sa cosa vuole ottenere se non fare confusione.

    Davvero vi e’ il sospetto come ben dice Musashi che di questi cadaveri psichici e mestatori si possa servire il Fronte Nero della controiniziazione!

    Musashi,

    non rispondiamo nemmeno, condanniamoli al silenzio!

  17. Anonimo
    | Rispondi

    Due nozionismi da wikipedia si scontrano all'Ok Corral. Il bue riuscirà a dare del cornuto all'asino ?

  18. Opera Rossa
    | Rispondi

    Chiaramente continua ad offendere, molto piccato evidentemente dalla mia risposta ultima che deve aver agitato ancora una volta le sue “Acque”! Trovo però ancora una volta divertenti, veramente spassose, le sue continue Proiezioni. Per non parlare dell'esoterista fallito ed auto esaltato dei nostri giorni.. oppure Dulcis In Fondu: che pretende di fare il maestro ma non è degno ancora neanche di essere discepolo. 
    E Qui Diciamola Tutta, Si è SVELATA alla Grande l'Ombra ..L'Ombra nascosta ancora mai osservata..che tradisce in maniera esaustiva l'Esaltazione che la contraddistingue insieme ad l' alta considerazione che ha di se stesso, a torto, che le fa scrivere castronerie e imperativi ordini..

    Scenda da quel piedistallo che le fa scrivere: si taccia !
    ( ogni tanto il senso del ridicolo fa bene, lo dovrebbe usare!)

    Ogni cosa che Gratuitamente mi attribuisce Le Appartiene!

    La mia è una Re-Azione e lo è a suo beneficio, non sia mai che comprende che tutto quello che pensa di me, non conoscendomi, è in realtà lo specchio di quello che lei è!?

    Non sento il bisogno di spiegarle il perché del mio quarantennale studio..che prende sempre ad esempio come se fosse un atto osceno..che colora con i suoi tentacoli egoici! Posso però dirle che è del tutto inutile che lei cerca di inquadrarmi in una dottrina o in una lettura..posso anche aggiungere che il cibo della mente è cattivo se preso Prima dell'esperienza, ma ha il sapore dolce se è assunto Dopo le esperienze.
    Per il resto, le sue parole nei miei confronti non creano nessuna agitazione, so bene che lo specchio riflette ..chi ci guarda dentro!Continui quindi a specchiarsi per bene se è di Questo che ha Bisogno!
    In ogni caso le sue parole sono da gran mal- educato, diciamolo, incapace di un dialogo sereno, senza toccare la persona sul personale, insomma si attacca al fumo della pipa..
    Ed è fuori di ogni dubbio che è Questa l'unica cosa che gli Riconosco, per Certo: Il fumo..

    Nel suo mondo si convince che la conoscenza delle dottrine o pochi scritti, sono importanti da tenere sì celati, ma da Usare per Farsene Vanto e per darsi carisma e fantomatico mistero all'uopo.. siano il “Sale” della vita?
    SICURAMENTE lei è uno dei TANTI che ha preso i voti con riti exoterici..
    L'Avevo già Intuito..dalle credenze che esplicita che sono Forma e poca Sostanza!
    Perché l'esaltazione è tipica di siffatti tipi, qualsiasi dottrina seguono!
    Ebbene non scomodi dottrine, viaggi, trasmissioni.. i suoi racconti, i dettagli, sempre pronto a sciorinare, suoi e del suo amico, i contatti.. sono manifestazioni MOLTO EGOICHE!
    TUTTE Patacche Umane! Solo e molto Umane..
    Certamente non le dichiara un chela, un discepolo , tanto meno un iniziato!

  19. Opera Rossa
    | Rispondi

    Se le “trasmissioni” non le hanno insegnato a comportarsi in maniera civile, gentile, educata, Degna.. allora lo scopo è fallito e la mèta è lontanissima.. perché tutto il sapere che perderà appena la memoria inizierà a cederle …non sarà servito a NIENTE!
    Ci sono persone che hanno fatto 30 anni di Yoga senza approdare a nulla.. che valore può avere il suo viaggio durato 20 anni in Giappone ..se non ha imparato a Dominare le “acque”? Un altra patacca?

    Questa è la sua Controiniziazione: la Proiezione di se stesso.. che penosamente atribuisce al sottoscritto!
    Devo dire che già dalle sue parole sull'opera vampiriche di chi è Degenerato..mi aveva allarmato all'attenzione ..
    Una coazione a ripetere dunque: – L'opera non rossa ma "nera" che lei svolge è quella di provovatore. Ne sia consapevole o meno, lei con le sue forme pensiero che si è creato in tanti anni di letture 
    è uno (spero) inconsapevole agente della Controiniziazione.  –

    Leggiamolo nella Comprensione della dinamica mentale:
    L'opera non rossa, ma nera che Io svolgo è quella di provocatore. Ne sono consapevole o meno, Io con le mie forme pensiero che mi sono creato in anni di letture..sono (spero) inconsapevole agente della Controiniziazione–
    Ecco è Lampante!
    M'indica il suo Effettivo Stato..
    Cosa lei sta Vivendo!
    Dunque le cose stanno così.. ci sta facendo inconsciamente sapere che lei fa della Controiniziazione ..e spera di farla inconsapevolmente! Me lo Auguro Tanto, Per lei e questa Sua Proiezione su di me , Possa Aiutarla a Comprenderlo Veramente e a Fermarsi!!
    Ho appreso molte cose da su lei..in poco tempo!
    Mi Creda!
    E' un libro aperto! Per me..

  20. Musashi
    | Rispondi

    Qualcuno potrebbe farsi molto male!

  21. Anonimo
    | Rispondi

    Scontro epico fra iniziati da tastiera. Meditate su questi comportamenti, gente, meditate…

  22. pilar
    | Rispondi

    …”Di certo i cristiani mutuarono dal culto di Sabazio la mano benedicente con le tre dita alzate, simbolo del dio frigio o ebraico-frigio.”
    Ho trovato l’articolo pieno di spunti interessanti, io sono una storica dell’arte medievale e bizantina e ho solo una cosa da appuntare: l’affermazione riportata sopra è inesatta ovvero il gesto delle tre dita (nell’occidente latino) e del pollice sopra al terzo dito (nell’oriente bizantino) tipico del Cristo è mutuato dai gesti della Retorica, è il gesto dell’Adlocutio che solo nel tardo altomedievo (dimetico di pratiche una volta consuete) viene erroneamente identificato come gesto benedicente.

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