Gli ottanta anni di Gianfranco de Turris

Pubblichiamo l’Introduzione di Andrea Scarabelli e Giovanni Sessa al libro di AA.VV., Gianfranco de Turris. Uomo di espressioni varie e Tradizione una, fra qualche giorno nelle librerie per Oaks editrice (pp. 402, euro 30,00) in cui 77 autori rendono onore agli ottant’anni di de Turris e alla sua instancabile attività letteraria e intellettuale.

Il libro che avete tra le mani non è solo un omaggio a una delle personalità intellettualmente più curiose e trasversali degli ultimi sei decenni italiani. Ne è una collezione di memorie o un resoconto di improbabili “come eravamo”. Piuttosto, è la cartografia di tutto un ambiente culturale, fatto di uomini e incontri, libri e convegni, iniziative progettate e altre realizzate, che ha visto in Gianfranco de Turris un punto di riferimento. Sparsi tra i saggi qui raccolti – occasionati dal suo ottantesimo compleanno – non è difficile individuare alcuni dei momenti fondamentali della cultura cosiddetta “non-conformista” e dei saperi “di frontiera”, sensibilità che ha attraversato e attraversa tre generazioni, come dimostrato dall’età anagrafica dei compilatori. Un ambiente che, agli inizi del nuovo millennio, ha ancora molto da dire. Anzi, di più: è forse il solo a disporre delle giuste coordinate per decifrare il futuro.

Questo volume nasce da un’idea di Nuccio D’Anna, accolta dai curatori e da Luca Gallesi, che ci ha permesso di farlo arrivare in libreria, trasformando efficacemente la dimensione privata di “una festa a lungo attesa” in una controstoria della cultura italiana. Essa appare tra le righe dei contributi qui raccolti, alcuni più personali, altri relativi alle attività di GdT, altri ancora dedicati ad alcuni dei molti argomenti di cui si è occupato: il fantastico in tutte le sue forme ed espressioni, Tolkien e Lovecraft, lo studio critico dell’opera evoliana, l’impegno politico-culturale, il ruolo di promotore editoriale… Non mancano nemmeno racconti, soprattutto di tipo fantastico (preponderante, naturalmente, la quota lovecraftiana), che in pochi scambi di battute evocano atmosfere e suscitano mondi, portando i lettori in universi tanto ignoti quanto maledettamente familiari.

Una polifonia di voci che converge però su un unico fuoco: l’attività di qualcuno che ha saputo introdurre nella cultura italiana autori, correnti e pensieri ben prima che il mainstream li riscoprisse, facendolo con una serietà e un rigore editoriale quasi unici in un Paese dove la produzione culturale è venduta un tanto al chilo. Non sono pochi, soprattutto tra i più giovani, coloro che hanno fatto tesoro di questo metodo, realizzando riviste, collane e iniziative usando come preferirei:prendendo a modello quelle di GdT. Che, tra le altre cose, ha sempre evitato quelle passerelle mediatiche che finiscono per stregare – e, spesso, fregare – molti altri. Alla domanda: «Quanti libri ha curato?», risponde sempre: «Non li ho mai contati», quasi scocciato, con una certa impazienza, come a dire: «E ora passiamo a cose più interessanti, come ad esempio il prossimo libro, la prossima rivista, il prossimo convegno…». Anzi, i prossimi, essendo il Nostro capace di lavorare indefessamente su tre o quattro progetti contemporaneamente, senza mai mancare di rispondere alle email, al telefono, né sottraendosi ad amici e collaboratori, in un’epoca di “uomini sfuggenti”.

Ecco, abbiamo ceduto alla tentazione, citando Evola, che ha parlato anche di “impersonalità attiva”, espressione che spesso finisce in bocca a ipertrofici dell’Ego, con i loro eterni ritornelli: «Non mi hai chiamato», «non mi hai citato», «non mi hai invitato»… Nulla di tutto ciò affligge Gianfranco, che attivo lo è, senza ombra di dubbio, e anche impersonale. Impossibile dimenticare infatti la sua attività di cacciatore di talenti nell’ambito della letteratura fantastica. Un talent scouting di cui pochissimi si occupano, preoccupati soprattutto di vedere pubblicate le proprie opere, più che quelle altrui. GdT, no: legge tutto ciò che gli viene spedito (e non è poco), dà consigli, promuove o boccia, suggerisce correzioni, dopodiché, se l’opera è giudicata meritevole di attenzione e pubblicazione, la passa a uno dei mille editori con cui collabora – e tutto questo, gratis et amore Dei, “per puro amore della cosa”, come ama ripetere.

Questo e altro troverete nel libro che avete fra le mani. Introdurlo non è semplice. Difficile chiedere una introduzione al diretto interessato (soprattutto perché, come da antica tradizione, la copertina non gli piacerà, piacendo a noi!). Più facile curarlo, come abbiamo fatto.

Auguri, Gianfranco.

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Segui Giovanni Sessa:
Giovanni Sessa è nato a Milano nel 1957 e insegna filosofia e storia nei licei. Suoi scritti sono comparsi su riviste e quotidiani, nonché in volumi collettanei ed Atti di Convegni di studio. Ha pubblicato le monografie Oltre la persuasione. Saggio su Carlo Michelstaedter (Roma 2008) e La meraviglia del nulla. Vita e filosofia di Andrea Emo (Milano 2014). E' segretario della Scuola Romana di Filosofia Politica, collaboratore della Fondazione Evola e portavoce del movimento di pensiero "Per una nuova oggettività".

  1. mauro sartirana
    | Rispondi

    L’omaggio a de Turris è più che dovuto,fa il paio con “Il viaggiatore immobile” di Andrea Gualchierotti.
    Per me appassionato di fantascienza ed horror de Turris è l’ultimo “Grande Vecchio Saggista”,tutti gli altri amici della SF purtroppo sono mancati:Aldani,Valla,Curtoni,Lippi,Vegetti,Catani,Montanari.Resta solo Pestriniero
    …..che tristezza…….

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