Razze e caste in India

storia-dell-indiaPochi si sono rallegrati quanto chi scrive per l’ascesa al potere in India di forze nazionaliste che si propongono, fra l’altro, di difendere quanto resta di una gloriosa civiltà che affonda le sue radici nel lontano passato, retaggi sempre più minacciati oltre che dall’implacabile avanzare dell’occidentalizzazione, anche da fattori quali l’impetuosa crescita demografica della (per ora) minoranza islamica e dalla subdola attività dei missionari delle varie confessioni cristiane. [1]

Il clima di difesa della propria cultura che si sarebbe affermato in India (e di cui non possiamo non rallegrarci) spiega forse l’affermarsi e il diffondersi anche fuori dal subcontinente di alcune tesi che mirano a rivoluzionare la versione solitamente accreditata della storia dell’India antica: in parole povere si nega che vi sia mai stata una invasione ariana [2] e conseguentemente che il sistema delle caste, usualmente ritenuto creato dagli invasori per preservare la loro stirpe dalla mescolanza con i vinti soggiogati, rifletta delle originarie differenze razziali.

Queste tesi sono difese dalle formazioni della destra nazionale più o meno legata all’induismo e le possiamo trovare nell’interessante opera di un europeo che se ne è fatto portatore. Si tratta di Koenrad Elst, autore di una ponderosa opera in 2 volumi, The saffron swastika. The notion of hindu fascism. Voice of India, New Delhi, 2001 intesa a confutare ogni accusa di fascismo rivolta alla destra induista, cosa che, dobbiamo dire, gli riesce molto bene. [3]

thuleCostui sostiene che la teoria dell’invasione ariana non riposerebbe su alcuna prova archeologica (anzi si accumulerebbero quelle che la smentiscono) e che fu usata dai Britannici per giustificare il loro dominio coloniale. Inoltre le innegabili differenze che si notano, sul piano fisico, tra gli appartenenti alle diverse caste sarebbero dovute alle differenze ambientali, ad un gusto, sviluppato tardivamente, per le donne dalla carnagione chiara ed all’endogamia. Dato che gli appartenenti alle caste più basse sono quelli che cadono con maggiore facilità vittime della propaganda di quelli che, anche in India, vengono definiti monoteismi semitici, è chiaro come i difensori dell’induismo facciano di tutto per cancellare alcuni aspetti sfavorevoli a costoro di ciò che rimane del sistema delle caste (se non il sistema stesso, iniziando dall’abolizione dell’intoccabilità), negando in primis che esso si basi su una differenziazione razziale fra dominatori discendenti dagli invasori e la progenie delle popolazioni conquistate. [4]

Riteniamo che prima o poi bisognerà discuterne anche in Italia e, a questo proposito, segnaliamo un articolo apparso il 21 Maggio 2001 nell’edizione online del Times of India a firma di Chidanad Rajghatta, dal titolo Indian male caste in european mould?, che potremmo tradurre: I maschi delle caste indiane sono di stampo europeo?.

Vale la pena di segnalarne i contenuti; vi leggiamo infatti:

la componente maschile delle caste superiori indiane è geneticamente più simile agli Europei di quella delle caste inferiori, che sarebbe maggiormente asiatica.

Tali idee erano sostenute in un saggio destinato ad essere pubblicato sulla rivista Human Menome. Gli autori di tale studio sostenevano, sulla base dei dati tratti dalle conclusioni delle loro ricerche, che gli eurasiatici occidentali immigrati in India durante gli ultimi 10.000 anni erano per lo più maschi e il materiale genetico mostrava come gli antenati degli uomini e delle donne indiani provenissero da diverse zone del mondo. Inoltre tali studi rilevavano che le differenze riscontrate offrivano una chiave per la comprensione dell’origine del sistema delle caste; risulterebbe infatti che gli invasori e/o immigrati maschi abbiano lasciato più discendenti nelle caste alte che in quelle basse

uomo-e-divino-nell-induismoInfatti il DNA mitocondriale (trasmissibile solo in linea materna) degli appartenenti alle varie caste è più simile a quello di altri popoli asiatici che a quello europeo, e tale somiglianza sarebbe maggiore nelle caste basse che in quelle alte. Al contrario, il cromosoma Y, che viene trasmesso solo in linea paterna, mostra in ogni casta una certa somiglianza con quello degli Europei, somiglianza che si accentua nelle caste superiori. Il che indicherebbe appunto che ad entrare nel subcontinente siano stati più uomini che donne.

Michael Barmshad dell’Università dello Utah, capo di questo gruppo di studiosi, sostiene che, avendo ampliato lo studio ad altri 40 geni addizionali, ereditari sia in linea maschile che femminile, ulteriori risultati hanno confermato che gli appartenenti alle caste più alte sono maggiormente simili agli Europei di quelli delle caste inferiori, il che rivela come nell’antica India vi fosse una certa mobilità sociale per le donne dal basso verso l’alto. [5]

Tali ricercatori sarebbero giunti a stabilire una gerarchia delle caste in base alla loro somiglianza genetica con gli Europei, e questa classifica vede al primo posto i Bramini, al secondo gli Kshatriyas, al terzo i Vaishyas. Nei mesi seguenti non abbiamo più avuto notizie di questi studi e dei loro risultati, le cui implicazioni antiegualitaristiche li avrebbero resi politicamente scorretti. [6]

I nostri lettori potrebbero affermare che si è scoperta l’acqua calda, ma non ci è parso inutile citare questi studi in relazione al dibattito in cui viene messa in dubbio la stessa realtà storica dell’invasione ariana dell’India.

Note

1 Anni di letture, viaggi e riflessioni hanno mutato su questo argomento le opinioni di chi scrive, così che non scriverebbe più come un tempo : noi ci siamo sempre rifiutati di fare dell’anticristianesimo puro e semplice l’unico criterio di giudizio o di schierarci con qualsivoglia “pagano” quando le sue concezioni siano inferiori a quelle di un modesto curato di campagna (cfr. Arthos n. 16). Per riflettere sull’argomento si veda, con qualche cautela, il saggio di Silvano Lorenzoni Origine del monoteismo, sua diffusione e conseguenze in Europa.

2 La tesi che nega l’invasione dell’India da parte degli Indoeuropei è stata fatta propria anche dal discusso e troppo spesso discutibile autore inglese Graham Hancock in Civiltà sommerse, Corbaccio, Milano, 2002, tuttavia consigliato ai lettori che – come il sottoscritto – continuano ad interessarsi al problema di Atlantide.

3 Per un punto di vista un poco diverso cfr. Cristophe Jaffrelot, Les nationalistes hindou, Presses de la Fondation Nazionale des Sciences Politiques, Paris, 1993.

4 Che la difesa delle tradizioni indù comportasse anche il curarsi delle caste più basse era già una preoccupazione del famoso esponente nazionalista indù G.D. Savarkar, il cui libro sull’argomento A warning to the hindus, pubblicato nel 1939 con prefazione di Savitri Devi, è stato ristampato nel 1993 a cura della Promilla Paperbacks di New Delhi. Sul personaggio di Savitri Devi (Maximiani Portas) si legga l’ottimo libro di N. Goodrich Clarke, Hitler Priestess (New York University Press 1998). Il libro in questione è avversato da Elst perché finirebbe per avvalorare l’accusa di fascismo rivolta a certi ambienti nazionalreligiosi induisti (con i tempi che corrono consiglieremmo ai lettori di soffermarsi sul capitolo dedicato all’ecologismo radicale).

5 D’altra parte, come scriveva H. Schreiber in Sulle orme dei primi uomini, Sugarco, Milano, 1988, pg. 118, “…non è ancora nata una organizzazione capace di impedire matrimoni misti fra vincitori e vinti e contatti sessuali tra dominatori e assoggettati”. In Sintesi di dottrina della razza, Julius Evola faceva considerazioni molto interessanti sul ruolo della donna e dell’uomo sul meticciato. (cfr. pg. 100 e seguenti dell’ediz. Hoepli, Milano, 1941).

6 Scriveva R. Battaglia, in Razze e popoli della Terra curato da R. Biasutti UTET, Torino, 1967, vol. 1, pg. 333: “…l’elemento razziale costituisce un fattore di primo piano nell’evoluzione dei popoli e delle nazioni, come in particolare nelle formazione delle classi dominanti e delle aristocrazie”.

Tratto da Arthos nuova serie anno VI (2002) – vol. II – n. 10 (2002), pp. 100-103.
Pubblicato in http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?postid=1907110#post1907110

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