Continuo (mi pare per la settima volta) ad appuntare in brevi note le ultime letture. Nei quasi due mesi passati dal mio ultimo post, Libri in ordine sparso, ho letto ancora una volta un libro di Simon Leys – credo il più noto: La morte di Napoleone. So che ne è stato tratto il film I vestiti nuovi dell’imperatore, diretto da Alan Taylor: la cosa non mi stupisce, perché il breve romanzo sembra proprio scritto per la macchina da presa. Ha una forma impeccabile, e soprattutto presenta il ritratto un po’ impietoso di una fedeltà che diviene astratta e grottesca.
Ho poi letto con interesse il breve saggio di Stefano Fabei Operazione Barbarossa, recentemente pubblicato da Mursia, che mette bene in luce un fatto storico tanto ineccepibile quanto, come è regola, generalmente negato: l’attacco sferrato da Hitler alla Russia sovietica fu una scelta obbligata e inevitabile. Stalin preparava contestualmente l’assalto all’Europa; nel ’41, la scelta del Führer non avrebbe potuto essere diversa.
Ho poi letto, finalmente, Tsushima di Frank Thiess, che attendeva da parecchio. La copia a mie mani (una vecchissima edizione Einaudi) era stata letta da mio nonno, cui venne regalata, poi da mio padre, e ora da me. E’ un bel racconto di quella straordinaria battaglia tra la Russia zarista e il Giappone imperiale di cui avevo sempre avuto notizie frammentarie, senza mai informarmi più dettagliatamente. Esiste anche un film sulla battaglia di Tsushima.
Poi sono tornato alla mia gran passione per i temi artici con Esplorazioni polari di Nino Bussoli. Ora devo quindi correggere, almeno in parte, quanto scrivevo in Libri sui libri a proposito di Deserto di ghiaccio di Fleming; anche il saggio di Bussoli è molto valido, e copre un arco di tempo maggiore di quello (prende le mosse da Pitea di Marsiglia). Per esempio, Bussoli dedica diverse pagine all’eroico svernamento artico di Vitus Bering, su cui avevo trovato sinora solo pochissime informazioni.
Dall’estremo nord sono passato all’estremo sud, e più precisamente all’Antartide, leggendo con piacere il libro di Luigi Romersa Il pianeta del silenzio. E’ il reportage di un viaggio compiuto una cinquantina d’anni fa dall’autore, un noto giornalista-inviato, nel continente australe. Romersa, che fu ospite in due basi militari americane, fu uno dei primissimi italiani a raggiungere il Polo Sud geografico.
Ho letto anche La tigre del Wolchow di Rudolf Nowotny, dedicato dall’autore al suo eroico fratello, asso della Luftwaffe insignito della croce di cavaliere con fronde di quercia, diamanti e spade. Il libro, pubblicato dalle Edizioni del Borghese, è la biografia di un grandissimo ed esemplare pilota.
Mi hanno incuriosito I verbali di Hitler pubblicati recentemente dalla Libreria Editrice Goriziana; ma avendo da diverso tempo gli Ultimi discorsi, pubblicati dalle Edizioni di Ar, mi son letto questi ultimi. Contengono osservazioni molto interessanti e in alcuni casi profetiche.
Mi sono avvicinato anche a Gottfried Benn, di cui ho letto le Lettere a Oelze. Il libro è curato in modo meticoloso, ma l’improvvida scelta di Adelphi di pubblicare le note in calce, anziché a pié pagina, rende la lettura faticosa. A questo si aggiunge il fatto che è un epistolario “tronco”, poiché contiene le sole missive di Benn e non quelle del suo corrispondente, il che lascia molti ragionamenti (già di per sé non sempre chiari) in forma troppo implicita. Nonostante queste riserve, si trovano parecchie perle di grande bellezza, e anche frequenti riferimenti a tanti autori importanti, da Evola a Jünger, da Hamsun a Nietzsche eccetera.