Stoicismo, cristianesimo e neoplatonismo

Athena Liebighaus. Copia di età ellenistica dal gruppo di Atena e Marsia di Mirone. Frankfurt, Liebighaus Museum.
Athena Liebighaus. Copia di età ellenistica dal gruppo di Atena e Marsia di Mirone. Frankfurt, Liebighaus Museum.

Questa classe dirigente romana che sa d’esser la luce del mondo antico declinante come gli dei lo sono dell’universo, è corazzata di stoicismo. Prodotto d’una avanzata civilizzazione, non può avere del sacro che una sensazione indiretta, e d’altronde – consapevole che esso non s’improvvisa negli alambicchi della magia – è pronta a testimoniare con la sua incrollabilità umana la incrollabilità del kósmos divino.

Così, pur in uno scenario di decadenza, la classe dirigente romana resisterà per trecento anni persuasa che neque gravem mortem accidere viro forti posse nec immaturam consulari neque miseram sapienti.

Quest’ideale dell’uomo d’alto rango intrepido e saggio troverà la sua culminazione nell’impero umanistico dei Flavii e degli Antonini. È un stoicismo vissuto con spirito sociale e politico, dove la apátheia e la autárcheia – l’impassibilità e l’autosufficienza – aiutano non già a fuggire, ma a sostenere il peso del mondo.

Nelle parole dell’imperatore filosofo Marco Aurelio si esprime con fierezza la consapevolezza di questa missione: «Il dio che è in te sia guida di un animale virile e maturo e politico e romano e comandante che abbia messo in ordine il suo io».

Non sorprende che questa classe dirigente di spiriti filosofici e aristocratici si mostrasse ostile al cristianesimo. Noi sappiamo oggi cosa veramente rappresentasse il cristianesimo: un fenomeno sociale, razziale, e ideale estraneo al mondo classico.

Razziale perchè esso si propaga dall’Oriente e si impone in Occidente in conseguenza dello spopolamento e della levantinizzazione della parte europea dell’Impero; sociale, perchè contro la humanitas grecoromana si pone come «democratizzazione della cultura» (Mazzarino).

Nel mondo romano, il cristianesimo viene immediatamente sentito come qualcosa che non è nobile, qualcosa che può attecchire tra le donnette e i diseredati delle metropoli, ma che non s’addice ai patrizi, ai senatori, ai centurioni.

Sacrificio a Giove Capitolino. Rilievo da monumento onorario di Marco Aurelio (176-180 d.C.). Roma, Musei Capitolini.
Sacrificio a Giove Capitolino. Rilievo da monumento onorario di Marco Aurelio (176-180 d.C.). Roma, Musei Capitolini.

Il pathos cristiano, questo miscuglio di sentimentalismo plebeo e di semitica magniloquenza, questo umanitarismo venato d’isterismo escatologico, contraddice il gusto classico. I fumi d’incenso non riescono a dissimulare l’odore della gente piccola: per il romano distinto il gusto cristiano è una volgarità di fronte all’olimpicità d’un Seneca o d’un Marco Aurelio. Ma il cristianesimo seppe fondere in un unico crogiuolo tutti i fermenti anticlassici, anti-europei latenti nell’Impero, conferendo alla sua predicazione egualitaria un’altissima carica esplosiva.

Questo fu il vero «genio» di Paolo di Tarso: «San Paolo, l’odio del ciandala contro Roma, contro «il mondo», incarnato, fatto genio. San Paolo, l’ebreo, l’ebreo errante par excellence! Ciò che egli indovinò fu il modo come accendere un incendio universale al di fuori del giudaismo; con l’aiuto del piccolo movimento settario dei cristiani come con il simbolo del «Dio in croce», poter coalizzare tutto ciò che di basso e oscuramente sovversivo s’agitava nell’impero in un’immensa potenza raccogliendo intera l’eredità di tutte le forze anarchiche. «La salvazione viene per i Giudei». Fare del cristianesimo una formula per superare i culti sotterranei d’ogni genere, quelli di Osiride, della Gran Madre e di Mitra, ad esempio, e per riassumerli: in ciò consistette il genio di Paolo». (Nietzsche, L’anticristo, af. 58).

A parte i limiti della prospettiva nietzschiana, visibile anche nella errata chiamata di correo pel culto di Mitra, questa diagnosi è esatta, e ci aiuta a spiegare il tono incredibilmente aspro con cui la classe dirigente romana bollò il cristianesimo. Già Claudio (il quale, come ci narra Svetonio, «espulse da Roma i Giudei i quali spesso tumultuavano aizzati da Crestus» – impulsore Chresto tumultuantes) lo bollava come «nóson tês oekouménes», «una peste universale»; Plinio, giudicava la nuova religione nihil aliud quam superstinionem pravam et immodicam; Rutilio Namaziano avrebbe parlato di «odiatori della luce» (lucifugi viri), d’una superstitio deterior cyrceis venenis; tunc mutabantur corpora, nunc animi: «Questa misteriosa gentuccia che s’avvicinava nella notte, nella caligine e nell’ambiguità, che estorceva ad ognuno la passione per le cose vere, l’istinto della realtà, questa turba codarda, dolciastra ed effemminata rubò man mano le anime di questo enorme edificio, quelle nature preziose, virilmente nobili, che sentivan la causa di Roma come la propria causa, la causa della loro serietà e del loro orgoglio ». (Nietzsche, ibidem).

culturaOggi noi non ci limitiamo a cogliere l’aspetto dissolutore del cristianesimo sotto il profilo sociale. Vediamo in esso l’avanguardia di una civiltà di radice orientale – la cultura «arabo-magica» di Spengler – risucchiante poco a poco l’Occidente spopolato e impoverito. È quello estraniamento da sè medesima della civiltà classica, quella Überfremdung durch Lebensgefühl und Religiosität des Orients (von Stauffenberg). che porterà al tramonto del mondo antico. E, dietro ad esso, vediamò sorgere i mondi di Bisanzio e dello Islam che anche in Italia han le loro teste di ponte nella Roma cristiana, nella Ravenna bizantina, nella Sicilia araba.

Ma la tradizione europea si eclissa con l’affermarsi del cristianesimo. La teoria d’una diretta continuità della romanità nel cristianesimo è un abbaglio. Tra l’accettazione del Cristianesimo con il relativo trasferimento della capitale in Oriente, a Costantinopoli e il rifiorire d’una vita europea con Carlo Magno passano 500 anni in cui le luci dell’Occidente si spengono.

Il paganesimo ha avuto un ultimo guizzo di vitalità nella filosofia di Plotino e nella mistica neoplatonica: «Considerare Plotino un mistico significa equivocare quello che è la mistica: ciò che s’è preso per tale era theoria, la contemplazione creatrice di forme, e per tanto forma ereditaria dello spirito d’ogni scienza del divino dei Greci. Nella sua epoca Plotino ci appare un solitario… L’epoca era sovraccarica di fatti e di un’umanità perennemente in movimento. In Plotino prende forma di contro ad essa il mondo dello spirito, l’unico che ha pace in sè stesso, di fronte al quale l’altro sembra dissolversi come un fantasma. Di fronte al suo mondo lontano, inaccessibile, incorruttibile, tutto il resto è transitorietà e morte. Permeato di morte, è vero, anche il pensiero di Plotino. Ma la morte non è qui apparenza, fragilità, putrefazione, essa è lontananza e grandezza, conoscenza apollinea…

Plotino è Apollo, l’ultimo suo chiaro avvampare nella storia: come sempre, egli resta lontano e sublime, nè si china sul giro affannoso dell’agire umano, dove non intende portare ordine, nè direzione, nè senso. Ma il dio lo lascia nella sua frammentarietà ed ambiguità, mentre che alla superficie sopravanza quanto è turbato e falso e corrotto: solo, egli apre l’abisso che divide l’essere divino da quello umano. In un secolo come questo v’è bisogno che venga riscoperto codesto abisso, sì che appaia quel che è mortale e quel che è eterno, quel che ha grandezza e no». (Franz Altheim, Dall’antichità al Medioevo, Firenze 1961, pago 261-62).

Così tramontava il mondo classico – dove l’idea d’un Ordine sapiente e luminoso nutrita nella preistoria indoeuropea si era fatta immagine e parola nella Grecia, e organizzazione politica in Roma.

Tramontava con un’estrema theofanìa della Luce, ma lasciava un modello di chiarezza, controllo e misura nel quale l’anima della razza bianca si sarebbe per sempre riconosciuta.

* * *

Tratto da Sul problema di una tradizione europea, Palermo 1996, pp. 34-38.

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31 Responses

  1. Paganitas
    | Rispondi

    Ottimo articolo. E coglie senza giri di parole il problema in pieno. Ogni parola è da sottoscrivere.

  2. Alberto Pento
    | Rispondi

    Per fortuna sono riuscito a liberarmi del Mito di Roma e non condivido l'entusiasmo di Paganitas.

    Già la Storia aveva ridotto Roma a circa 15 mila abitanti alla fine dell'impero romano d'occidente (dal milione che aveva alla sua massima potenza polica) e già da un paio di secoli circa non era più la capitale dello Stato Romano, stato che però ancora portava il suo nome di città che fu la sua origine e la sua prima capitale per mille anni.

    Oggi ha quasi 3 milioni di abitanti, una mostruosità che vive dell'essere capitale dello Stato Italiano che l'hà posta a suo fondamento, compiendo l'orrendo peccato fonte di ogni altro male, di averla "rescuscitata" contro natura e di tenerla artificialmente in vita con il sangue e il sudore delle genti della penisola italica, proprio come ieri (2000 anni fa) quando viveva di schiavi.

    La Storia ci aveva ben liberato da l'orrore romano ma il suo fantasma ancora ci perseguita grazie anche alla cristianità-cattolico-romana che ha ridotto l'ebreo Cristo a servo di Roma e delle sue caste (anche padane).

  3. W.
    | Rispondi

    Saluti Pento, sperando di non essere disturbati dagli attacchi deliranti che vedo,

    infatti: un mito da cui si può anche già nascere liberi…quando si parla dell'antica Roma si parla di un mondo sommerso atlantideo (su cui era già presente una civiltà aborigena mediterranea precendente), che dopo un caos assoluto, ha lasciato il suo lascito (che è sopravvalutato e che deve tutto a Greci, Etruschi e ! a proposito del Cìola, guai a nominare i popoli che ben conosciamo! al cospetto della dittatura del 1860..) a Londra come a Berlino, ecc. Come parlare di chi ha costruito le piramidi rispetto all'odierno "comandante" politico dell'archeologia egiziana (e non egizia) che spara a tutto andare le sue tesi (un Mazzini-Maestri-Correnti** nostrano, quelli che hanno riscritto la storia a carte false, ecc.). Comunque, il libro di G. Oneto merita perchè non è poi ingiusto con Venessia (non la riduce a posteriori come la scuola italiana), e spiega tutto delle tappe del "colpo di stato" culturale risorgimentale (e dei suoi avversari). Non dico niente di eretico neanche verso i "romanisti": basta leggere qui l'articolo ben evidente di Evola sulle origini (andate) dell'italia arcaica (la penisola).

    Non era l'unica Madame de Stael a richiamare l'attenzione sul degrado di un mondo italiano piegato su se stesso (ma che non ci riguarda) e ignaro delle produzioni culturali al di fuori di esso.

  4. Alberto Pento
    | Rispondi

    La storia è un continuo della vita umana nel tempo e la sua suddivisione in periodi è soltanto una convenzione … l'epoca greco-romana detta convenzionalmente "classica" se per una minoranza europea fu un'"epoca d'oro" ma forse per la stragrande maggioranza (milioni di uomini) fu un'incubo … porla come momento più felice e più alto della vita umana rispetto a un prima e un dopo è soltanto un'operazione ideologica e non storia poiche non vale per tutti ma solo per qualcuno.

    E poi quest'epoca non è l'epoca di tutti ed è raccontata generalmente in maniera molto parziale ed escludente buona parte della vita delle genti europee che non rientrano nel racconto della storia dei greci e dei romani.

    La storia europea è molto più complessa, varia e ricca di quella raccontata e mitizzata come classica.

    Le genti europee non furono soltanto i greci e i romani la cui storia non soddisfa minimamente il bisogno di conoscere la propria storia di ogni popolo d'Europa.

  5. Paganitas ovvero Ygg
    | Rispondi

    Ok Alberto ormai ho capito il tuo punto di vista quindi nemmeno provo a convincerti 😉

  6. Musashi
    | Rispondi

    Neanche io proverò più a ragionare con questi psicopatici.

    Ci risiamo con la psicosi della patria veneta stuprata dal maschilismo e dallo sciovinismo dei romani?

    Ma guardate che questo monoideismo maniacale non promette affatto bene per la tenuta della vostra salute mentale….

    Signor Pento, a parte deprecare che Roma abbia 3 milioni di abitanti come se fosse un fatto negativo.. li vuole forse deportare?

    Si compiaceva tanto di quella certa fase del medioevo in cui Roma aveva più o meno lo stesso numero di abitanti di Venezia?

    Tutto quest'odio anti-romano (mentre NESSUNO QUI ODIA I VENETI) non le sembra ridicolo?

    Di sicuro a me sembra ridicola una cosa: non riesce a trovare un solo articolo da commentate senza infilarci dentro la storia

    dei veneti e dell'oppressione di roma sui popoli italici. non c'è argomento che lei non riesca a ricondurre all'indipendentismo veneto, vero cardine della sua teodicea, della sua visione provvidenziale della storia. Tutto ruota intorno ai romani cattivi e che opprimo i popoli della penisola… e la storia dei Veneti perseguitati si intreccia misteriosamente con quella di Cristo e dei giudei (una specie di nuova Rennes-Le-Chateaux alle pendici delle Dolomiti?)

    Ma per favore! riesce ad infilare i suoi piagnistei indipendentisti pure in un articolo (di Romualdi poi!) su "stoicismo e neoplatonismo"!!

    …Ma riuscite a parlare di qualcosa senza tirarci dentro l'indipendentismo delle jenti venete, ostregheta ?

    Mi aspetto che quando de Turris scriverà il prossimo articolo sulla letteratura di fantascienza, lei ci verrà a dire che la Fondazione di Asimov si ispirava in realtà agli statuti della Serenissima! Non mi stupirei affatto. il che ci sta bene, perchè le vostre idee sono perfettamente ascrivibili al genere fantasy.

    Ormai non ho più speranze,

    andremo avanti così, dovremmo convivere con le vostre astiose e rancorose lagnanze e i commenti fuori tema, quasi un pretesto per parlar di secessione.

    Avanti coi vostri voli pindarici, ci dobbiamo aspettare che condiate con al storia dei veneti pure gli articoli su Eliade?

  7. Alberto Pento
    | Rispondi

    Lei Musashi

    ke si qualifica da solo con queste parole: … "Neanche io proverò più a ragionare con questi psicopatici" …

    oltre la violenza , ke ki par fortuna la xe sol ke verbal, e le ingiurie Lei non è in grado di andare … e stando alle sue parole sarebbe anche un professore magari universitario!

    Beh poveri quei giovani ke li gà la dexgrasia de finir en vanti de la so catedra; se avessi un figlio in una classe dove insegna lei lo ritirerei immediatamente e chiederei i danni morali e biologici alla scuola.

    L'Europa è una realtà multietnica e multiculturale sin dal Paleolitico e averla ridotta, e continuare a ridurla ai Romani e ai Greci non mi pare sia un'operazione di Coltura/Cultura ma sia indice di una grande ignoranza e di una ancor più grande presunzione tutta ideologica.

    Se si tratta dell'Europa e di tutte le sue genti, con rispetto e considerazione, io non ho alcun problema; il problema sorge quando si calpestanno le genti d'Europa, veneti compresi per esaltare soltanto due etno-culture e due lingue.

    Sarebbe ora che usciste dal vostro ghetto "acolturale" e questo si in odore di psicopatia ossessiva e maniacale.

  8. Alberto Pento
    | Rispondi

    Lei Musashi

    ke si qualifica da solo con queste parole: … “Neanche io proverò più a ragionare con questi psicopatici” …

    oltre la violenza , ke ki par fortuna la xe sol ke verbal, e le ingiurie Lei non è in grado di andare … e stando alle sue parole sarebbe anche un professore magari universitario!

    Beh poveri quei giovani ke li gà la dexgrasia de finir en vanti de la so catedra; se avessi un figlio in una classe dove insegna lei lo ritirerei immediatamente e chiederei i danni morali e biologici alla scuola.

    L’Europa è una realtà multietnica e multiculturale sin dal Paleolitico e averla ridotta, e continuare a ridurla ai Romani e ai Greci non mi pare sia un’operazione di Coltura/Cultura ma sia indice di una grande ignoranza e di una ancor più grande presunzione tutta ideologica.

    Se si tratta dell’Europa e di tutte le sue genti, con rispetto e considerazione, io non ho alcun problema; il problema sorge quando si calpestanno le genti d’Europa, veneti compresi per esaltare soltanto due etno-culture e due lingue.

    Sarebbe ora che usciste dal vostro ghetto “acolturale” e questo si in odore di psicopatia ossessiva e maniacale.

  9. W.
    | Rispondi

    Paganitas: tutto il rispetto, semmai però non si dovrebbe neanche pensare di pensare! di cambiare le idee alle persone.

    Musashi: hai dei seri problemi, non fa onore alla civiltà del sito lasciarlo sguinzagliato senza freni inibitori. Vatti a leggere "La lingua del MI" (toh, c'entra anche il bretone! ma non ti inventare che sia! bretone) delle ed. Il Cerchio e impazzisci definitivamente, caro Crispi-Mazzini-Nicotera resuscitato fuori tempo limite. passo e chiudo.

  10. Chris
    | Rispondi

    Ormai un secolo fa lo chiamavano il (grottesco, patetico) "'imperialismo degli straccioni" mica per niente….

  11. Mountcòcchel
    | Rispondi

    Musash, non leggo oltre le prime righe i tuoi commenti da ultrà con la terza media da un pezzo. È questa la civiltà romana che proproni? (a proposito non sei di Roma, vero?)

    Se non fosse la sapienza non crederei mai al lavoro che dici di fare. Non hai neanche capito che:

    la domanda era ovviamente retorica e negativa: non varrebbe la pena sfoderare il passaporto tra veneto e padania! in merito al venetismo del collega Pento,

    2000 anni fa di celti a Verona non c’entrano più di 2000 anni con o senza antichi “romani”, ma gli accademici veronesi ti possono insegnare che il veronese è ancora lombardo, e dopo i galli, hai i lombardi,

    non ho mai detto che in Lombardia (padania) oggi si parli tedesco (tranne che nelle comunità cimbre) e comunque non sai neanche che per germanico non si intende tedesco.

    Correggo umilmente alcune informazioni sul nazismo e tu pensi che sia un “arianista”, o “nazista”, ecc. questo la dice lunga..

    Non hai neanche capito che Mountcòcchel viene da Küchelberg, ma non significa che M. sia tedesco! Ti rendi conto dle tuo livello grottesco? Io ho imparato il tedesco in Germania, e ho passato la prova pubblica- del commissariato per la regione autonoma a Bolzano per lavorarci, e non ho comunque fatto a gara come te, che hai studiato un po’ di tedesco nella scuola privata della tua provincia. (comunque sarei curioso di sentire come lo parli..).

    Anziché inventare di “Highlander”, di “Asterix”, di “razzisti”, sei riuscito a capire un 1% di tutto?

  12. Kaisaros
    | Rispondi

    " l’epoca greco-romana detta convenzionalmente “classica” se per una minoranza europea fu un’”epoca d’oro” ma forse per la stragrande maggioranza (milioni di uomini) fu un’incubo".

    Fu un tale incubo che quando Roma e l'Italia,cuore dell'Impero,

    non ebbero più le risorse demografiche nè i grandi uomini

    per difendere Roma,

    i più strenui difensori dell'Impero furono proprio

    quei provinciai per i quali "Roma fu un incubo".

    Da Gallo-Romani ad Arabi,da Illirici a Traci,

    l'ultima fase dell'Impero vede una splendente

    Romanità venire dalle provincie,a difesa di

    quel mondo che,grazie a Roma,divenne un'unica città

    (per citare le parole piene di gratitudine del

    gallico Claudio Rutilio Namaziano;gallico di gallia,non di Modena).

    Insomma,se volete vivere nel vostro gioco di ruolo,

    fatelo tranquillamente.

    Ma come un giocatore d"dungeon&dragon"

    non cerca delle ovviamente inesistenti prove storiche

    di un regno di orchi e draghi,

    così neanche voi cercate,con tristi risultati

    di spacciare per reale un mondo da voi autisticamente

    inventato.

    Anche se capisco che con argomentazioni

    tipo "bùter" alla mano,

    la voglia di scardinare la plurimillenaria storiografia

    è veramente forte…..

    Saluti.

  13. chris
    | Rispondi

    Musashi razza inferiore, civilizzati.

  14. chris
    | Rispondi

    Lombroso vi poteva aiutare, ma ormai, lui non c'è più… avete seri problemi, civilizzatevi

  15. Chris
    | Rispondi

    Nessuno classicista tedesco, francese, ecc. ha mai pensato diversamente dal fatto che l'antica Roma sia una civiltà "sommersa", che non abbia una continuità fisica.

    Riuscite ad argomentare civilmente e senza offendere? Va bene che la vera cultura è incultura e che i prischi latini erano dei barbari prima della civiltà greca, però…questione di educazione e civiltà.

  16. Musashi
    | Rispondi

    In primis vorrei chiedere un favore a Chris, Montecuccoli-Kuchelberg, alias Mountcucles, alias Wainer da Modena, o Wiligelmo da Modena (quello si almeno sarebbe reale!), il favore di non autoclonarsi ogni volta come a voler amplificare l'autorevolezza delle sue idee mettendole in bocca ai suoi droni. Il giochino è fin troppo evidente, e in terronia o in "romania" non siano così babbaloni come credete. Non veniamo mica dalla Val Brembana..

    Capisco che usare uno pesudonimo possa essere simpatico, anche io lo faccio, ma che sia uno, non diecimila, ne va anche del galateo internautico.

    Grazie.

    In secundis, conveniamo pure col pensiero dei (da lei non citati) classicisti francesi o tedeschi circa la disconitnuità fra la roma antica e la roma di oggi o lo stato italiano (peggio ancora!) Concesso.

    Quello che lei, mio multiforme amico, si dimentica di dire è che questa discontinuità ( o meglio parziale non-continuità) vale per tutto il mondo antico, eo ipso, in quanto intervallato da un periodo detto Era di Mezzo e poi dalle varie rinascenze e poi dal sorgere dell'era moderna.

    In fondo anche un francese soffre una discontinuità, ma non dico coi Galli, ma già coi Franchi di Carlo Magno, con cui in realtà ha ben poco a che spartire, per lingua, costumi e "ethos" nazionale ( e dopo la Rivoluzione francese la cosa è ancor più vera).

    Queste discontinuità ci sono ma sono ubiquitarie. Non valgono solo per Roma. Valgono ancor più per i Galli cisalpini, che sparirono come entità etnico-linguistica assai prima della caduta di Roma! Ergo: i primi a soffrire della temuta discontinuità sareste proprio voi.

    E anche i tedeschi di oggi, luterani pure per giunta, non sono poi certo gli antichi Germani, avendo volto le spalle al Wotanismo e avendo abbracciato una religione che oltretutto era ormai, e nella migliore delle ipotesi, già "romana".

    NON capisco una cosa, e l'ultimo commento che leggo mi conferma in questo dubbio.

    Se riconoscete che la Roma antica era "ben altra cosa" dall'Italia di oggi, e magari citate anche Evola a conferma di ciò, perchè ricoprite anche Roma antica degli stessi insulti e contumelie e la fate oggetto del vostro astio velenoso?

    Forse dovreste usare un po' piu di logica come vi dissi? oppure debbo supporre che se logica e coerenza non vi difettano, allora siete apertamente in malafede….

  17. Chris
    | Rispondi

    Io non sono M.K.

    abbiamo già finito.

  18. Musashi
    | Rispondi

    Bene.

    Ma le incongruenze nel vostro pensiero sono le stesse.E per fortuna noto che a portarle avanti su questo sito ci siete solo voi.

  19. giuliogerdol
    | Rispondi

    Non leggo una sola parola nè contro nè a favore di Roma. Solo constatazioni. Non vedo come Romualdi possa essere ritenuto un letterato, è un scrittore politico. Quindi dov'è il problema rispetto ai Veneti qui presenti, o altri, che legittimamente non vogliono avere a che fare con un carattere nazionale-stato a loro stranieri? Non leggo neanche l'odio tanto sbandierato. Si legge piuttosto un'incapacità dall'altra parte di accettare dati nazionali-culturali, linguistici che sanno tutti nel mondo.
    Ho fatto un salto in giro per vari articoli, quello su Italia-Germania, su Goethe che descrive (con altre parole) le variegate puzze di Roma (lo cito ma non per sbeffeggiare), e non ho trovato solo due o tre legittimi indipendentisti dall'italia, ma un'intera sfilza già risalente a un anno prima, come è di norma ovunque, anche nelle aule scolastiche.
    Non leggo neppure alcuna incongruenza tra i colleghi. Forse è un problema personale, o una "incongruenza" che capita al momento giusto per il "censore"..

  20. Musashi
    | Rispondi

    Mah io riesco solo a costatare che i presunti legittimi indipendentisti (giacchè non reputo le loro istanze affatto legittime, stante la mia visione politica) sono davvero pochi, o meglio, sono solamente una minoranza al "Nord". Quelli che ci sono sono molto ideologizzati questo è vero, ma restano minoranza, almeno per quanto mi è dato di vedere, considerando che ho molti parenti in lombardia, che viaggio con una certa frequenza e che ho a volte collaborato con l'univ. del Piemonte orientale.

    A me sembra in genere , che quelli che scrivono qui sono proprio 3 contati (chris e montecuccoli-weiner o wiligut da Modena) e contando che qualcuno si clona il numero si ridurrebbe ancora di più.

    La cosa che rilevo è che in effetti le insoddisfazioni del nord ci sono, come ci sono a sud, per altri problemi. il nord ha le sue ragioni di insoddisfazione ma se andiamo a ben guardare sono le stesse che fanno indignare tutti gli italiani (casta, sprechi, privilegi, mafia). tutti problemi a cui non è detto che la risposta sia l'indipendentismo , ma neanche il federalismo.

    Per la verità mi sembra che al nord siano piuttosto indignati con le quote latte, le troppe tasse, equitalia e simili piuttosto che vivere uno scontro di civiltà Germanico (? voi sareste germani? mah!)-latino.
    Credo che questi temi di Noi Celti Longobardi (e magari Unni? o forse Atzechi?) abbiano presa su un dieci per cento non dico della popolazione padana ma al massimo dell'elettorato leghista (che non brilla peraltro per livello di scolarizzazione).
    Mi sembra che questa veste ideologica abbia presa su quattro esaltati privi di reale cognizione di storia antica. Che poi la panoplìa dei miti abbia potere suggestivo e catalizzante lo insegna la storia del Nazionalsocialismo. Ma credere che si possa agitare qualche elmo per essere automaticamente nel vero, mi sembra ben difficile.

    Per quel che ne so la lingua celtica ha smesso di essere attestata come scritta e orale nella pianura padana già tra il I ed il II sec. d.C. Almeno da docente di filologia questo mi è stato dato di verificare. Se dei presunti ricercatori laureati in architettura la pensano diversamente buon per loro. Diciamo che la ricerca universitaria al momento sembra smentire le idee di questi architetti prestati alla storia antica
    o di altri professori di scuola media.

    Spero che le ragioni di tale indipendentismo muovano da altre basi perchè sul piano etnico-linguistico si fondano su miti extrascientifici. Tutto sommato non basta richiamarsi ai celti o a popoli scomparsi e dissoltisi in altri per definire la propria identità. Voi non siete gli irlandesi.
    Voi siete Celti quanto gli attuali irakeni sono Babilonesi o Caldei, quanto gli arabi di Siria sono Assiri.
    O quanto gli arabi egiziani posso dire di essere i discendenti degli egiziani antichi.

    Se poi fosse così i laziali di oggi sarebbero discendenti dei Latini e non mi sembra davvero nè un demerito nè il titolo di una anti-razza inferiore. I latini erano indoeuropei come i celti. Dove starebbe l'inferiorità che mi viene attribuita? Qualcuno qui scrive che io sono di RAZZA INFERIORE. Ci sarebbero gli estremi per denunciare voi e il sito, che non vi controlla, per "istigazione all'odio e alla discriminazione razziale".
    E' un reato penale.

    Credo che basare un progetto politico su modelli ispirati a una presunta e indimostrata continuità etnico linguistica con popoli antichi, dai quali ci distanziano discontinuità di almeno due millenni, possa essere definito come una curiosa burla, una goliardata… come quella del francese del "Fronte per la liberazione dei nani da Giardino".
    Eppure dei miei amici di Bologna nessuno si senta celta! puo darsi che siano tutti dei rinnegati allora.

    E' l'ultima volta che rispondo su questi argomenti risibili!
    Se parliamo di inferiorità razziale allora vi consiglio di farvi un giro presso i raduni della Lega, lì tra i terroni del Nord ne vedrete davvero di facce neanderthaliane (calderoli lo avete visto?) o di nani come Maroni (dove sta questa super-razza di biondi vikinghi?). Quanto a "civiltà": civiltà significa anche SOBRIO CONTEGNO e DIGNITAS. io lì di civiltà ne vedo ben poca tra i rutti di Bossi, e i vostri starnazzi in dialetto, ed altre oscenità granguignolesche. Ci mancano solo le gare di peti!

    Ripeto è l'ultima volta che rispondo a queste demenze. anche perchè la politica non è l'intento per cui scrivo dei commenti di qui. Mi occupo di ben altro.E' l'ultima volta che rispondo a voi o ad altri su queste follie nordico-federaliste o celtico-leghiste.
    Se continuate a scrivere non vi risponderò.

    Vi avverto però, che se continuerete a scrivere cose del tipo" RAZZA INFERIORE" a me o ad altri, o se l'amministratore del sito non provvedesse a sospendervi come dovrebbe, procederò con una segnalazione alle autorità competenti.

  21. Musashi
    | Rispondi

    @Alberto Pento

    Danni biologici?

    Caro amico veneto ma lei sragiona…cosa sarebbero dei danni biologici?
    cosa avrei fatto ai "soi fioli poareti" per causare cotanto danno biologico?
    al meno che per danno biologico non intendiate la contaminazione razziale! ma tranquillo non sono il padre dei suoi figli! E risparmio ai lettori le facili ironie che mi verrebbero in mente….

    Spero davvero non intendiate per danno biologico l'inquinamento razziale, anche perchè davvero qui ragazzi rischiate che di fa chiudere il sito che con troppa generosità vi sta ospitando!
    Ve l'ho già detto.

    Comunque per sua informazione, sono un docente universitario. non che che questa debba conferirimi una qualche autorità o primato culturale. Lascio parlare le argomentazioni storiche che metto in campo non i titoli o le pubblicazioni accademiche al mio attivo.
    Credo che quello che scrivo sia assai più circostanziato e documentato delle vostre fole ideologiche o dei vostri sentimentalismi viscerali.

    Lascio davvero questo genere di discussione, non mi interessate più, ma vi avverto che se, ormai senza argomenti, vi mettete a scrive o a dare all'interlocutore epiteti tipo "razza inferiore", rischiate perfino una denuncia.

  22. Paolo Maria
    | Rispondi

    @Musashi: io sto cominciando ad avere il sospetto che questi "patrioti veneti" siano in realtà dei troll, cioè gente che viene su questo sito a sparare fesserie assurde apposta per suscitare reazioni e farsi quattro risate alle spalle di chi li prende sul serio. Penso che la cosa più saggia sia ignorarli.

  23. vate
    | Rispondi

    La grandezza e la civiltà di Roma storica non può essere messa in discussione poiché essa esprime la messa in atto dell'idea di ordine presente nelle genti indoeuropee ed in particolare nord europee dalle quali gli antichi romani derivarono. In illo tempore il Veneto non era vassallo di Roma ma un alleato fedele che si riconosceva nello stesso spirito dell'Urbe.

    Attualmente però la questione va presa da un'altro punto di vista che per ovvi motivi non può azzardare pretesti razziali attendibili. La questione è che tra le genti del nord e del sud italia vi è di fatto una divergenza "etica" sulla percezione del senso civile che si evidenzia soprattutto sul rispetto delle regole seppur dettate da vertici alquanto deplorevoli.

    Si denota così una tendenza predominante di quelli del nord verso l'ordine e di quelli del sud verso il disordine. Di fronte a tale fatto ogni tentativo di individuarne le cause può essere ricondotto ad un effetto, e non vi è neppure la ragione di parlare di mancanza di cultura da un lato o di maggior furbizia dall'altro. La dignità dell'uomo non si misura dai titoli accademici.

    Si è giunti quindi ad una sorta di paradosso dove i nordisti avanzano pretese di differenza e quindi il diritto di autogovernarsi, epperò basandosi sugli stessi contenuti (perlomeno formali) che fecero grande lo spirito di Roma.

    Quindi è in ragione al punto di vista che ognuno può reclamare le sue verità, le quali comunque hanno credito immediato quando rispondono agli interessi personali dell'uomo, mentre confidando sul fatto che la verità è sempre e solo una sarebbe meglio riferire ad essa i molteplici punti di vista.

  24. giuliogerdol
    | Rispondi

    Questo stato annulla le differenze tra olandesi, tedeschi, danesi (noi bocciamo gente che arriva all'esame credendo che esista una lingua norvegese (è danese), o tra portoghesi e danesi, non parliamno poi di austriaci e jugoslavi, ecc.

  25. giuliogerdol
    | Rispondi

    A me sembra che metà sito sia nordista (usando una parola a voi cara), anche nei commenti di un anno fa tra salentini ecc. nessuno di noi pensa ai Galli o ai Veneti più di quanto voi non pensiate ai romani, come vorreste credere per banalizzare e sentirvi al sicuro dal disagio settentrionale, anche perchè tra tanti pregi-difetti del Settentrione (un "nano politico") c'è quello della concretezza e della riservatezza, queste cose non vengono certo urlate. Ma se guardate i voti a favore dell'indipendenza e della (orrenda) "devolution", pur fatti malamente dal pessimo partito in questione… (ma non barate…..!e non considerate solo la Bologna di Merola, la Milano e Torino di Jannacci, Calà, Celentano, Vecchioni)…

  26. giuliogerdol
    | Rispondi

    I titoli accademici non sono certo una rarità in siti come questo.
    A proposito di Wiligut, il santone delle SS?, anche io conosco in varie regioni dei Wainer, poi dei Walmer e dei Widmer (un suonatore di…! fisarmonica di una certa fama!!! comunque il nome esiste), conosco non direttamente dei Wilmer, dei Wolmer e dei Waldemar, e garantisco che non sanno una parola di tedesco né credono di essere irlandese (mi pare qui esserci una certa propensione a buttare tutto allo sfascio con battutone meridionali su Asterix, sui settentrionali che però non parlano tedesco, solite cose..).
    Alla maggior parte delle famiglie di certi distretti di questo stato il vostro "Albertone nazionale" fa inorridire e saltare i nervi. Capisco il vostro sentire a riguardo, ma pensate che nazione…"finzione verbale, auspicio dell'impossibile".
    Questo stato annulla le differenze tra olandesi, tedeschi, danesi (noi bocciamo gente che arriva all'esame credendo che esista una lingua norvegese (è danese), o tra portoghesi e danesi, non parliamno poi di austriaci e jugoslavi, ecc.

  27. giuliogerdol
    | Rispondi

    Vate è inteso come riferimento a Gaetano Rapagnetta?

  28. vate
    | Rispondi

    Co tuto el rispeto par Gaetano Rapagnetta no credo che ghe sia qualche comunansa.
    Invese se l'etimologia a dovese avere qualche rason, Vate el pol esar mejo asocià a Giulio che sicuramente el se un nome roman.

  29. giuliogerdol
    | Rispondi

    Saluti, chiedevo solo, gaetano rapagnetta è d’annunzio. Ma sì scriviamo in lingua, (se penso ai danesi e olandesi e portoghesi…(quelli sì, dialetti …), solo che anche il Devoto dice che la mia è più difficile del veneto (sarà?).
    Sempre civilmente, nel complesso io direi che sono gli antinordisti quelli che offendono e cominciano con la razza..capisco che faccia comodo inventare fantasmagorie razziali nordiste per rafforzare l’invadenza materiale e politica del monolite.., ma io lo devo ancora trovare qualcuno che si dica irlandese o “vikingo”, anche tra i “peggiori leghisti” (non sono leghista, anche se tutti ne conosciamo), o tra i nostri nordici friulani, ecc. (ma poi, voi sapete chi sono e come sono gli irlandesi?) Tutta la gente di intere regioni vive la propria distanza dall’italia vera, e dalla sua gente, e dai suoi personaggi pubblici soprattutto, in una indipendenza nei fatti, senza credersi Highlander. ll “povero” Calderoli è obiettivo improprio di certa “propaganda fisica” …non saprei perchè ma non invito a cominciare tra le due nazionalità lo studio razziale-fisiognomico che amate tanto.

  30. giuliogerdol
    | Rispondi

    Certo decenni di regime romanista cambiano un po’ le cose sul piano formale: milioni di termini avevano l’aggettivo celtico fino a ieri, o più comunemente gallico. Dalle tenebrose “malattie celtiche”, ecc. ai senatori dello stesso regno risorgimentale che trattavano di lingua e genti celtiche, gallo-romanze. Provare! con il termine –gallico-: tutti i bolognesi che conosco io sanno che i loro galli non erano folletti. Tutti sanno di Bononia sul fiume Reno parallela a Bonn sull’altrettanto fiume Reno, (come per Mediolanon). E da quello che leggo, se si crede che nelle università di Brescia, Parma, ecc. fosse di casa il FUAN (oggi azione giovani), c’è poco da dire….e viene citato come fosse patrimonio comune tra la vostra gente e la nostra..ma è vero: nessun nativo, passato per queste università in 40 anni, sa cosa sia, neanche i bolognesi (per esempio il FUAN a Bologna era appannaggio di una cerchia chiusa di gente venuta da fuori, che ruotava ad ogni sessione di laurea, visto che io, lavoro con l’università di Bologna, ma non sono “emiliano”). Ah già, questa, dall’altra parte, viene chiamata ignoranza…non dimentichiamolo.

  31. Teo
    | Rispondi

    Non a caso Nietzsche fu furente antiplatonico e il neoplatonismo fu una esegesi orientaleggiante delle dottrine platoniche.

    Comici i commenti dei “nordici”. Guarda te i romani e i greci meticciati fondarono imperi mentre i Germani facevano i migranti straccioni che una volta al potere ci sprofondarono nel Medioevo. Gli islamisti sono i nuovi ariani.

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