Contro la fenomenologia del “vivente”

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Spunti per il recupero dell’ontologia dell’essere, preludio al pensiero vivente.

Tradizione. Giovanni Sessa e la demitizzazione della modernità

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La Tradizione è liberata dalla collocazione retroattiva e torna a mostrarsi come origine sempre vigente nel tempo.

Comunismo: una religione politica. Torna un classico di Berdjaev

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Le fonti e lo spirito del comunismo russo, opera tra le più note di Berdjaev, era centrato su un’idea essenziale: il comunismo russo, pur esplicitando un tratto anti religioso, nel corso del tempo è andato assumendo una connotazione palingenetica, salvifica e pseudo-religiosa.

Louis Rougier e la fine della democrazia

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Per Louis Rougier l’egualitarismo, che è il dogma su cui si fonda la democrazia, è una semplice utopia.

La Quarta teoria politica di Aleksander Dugin. Una filosofia del Nuovo Inizio

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Aleksander Dugin si fa latore di un progetto che potrebbe determinare il corso del futuro del mondo.

La bellezza antimoderna

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Un nuovo libro di Riccardo Rosati su museologia, tradizione ed estetica.

Solidarietà, diritti e integrazione: le parole-truffa

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L’insegnamento della storia nelle scuole è stato individuato da qualcuno come canale privilegiato d’indottrinamento immigrazionista.

La seconda giovinezza del populismo

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Il libro di Revelli sul populismo è condivisibile sotto il profilo esegetico, non altrettanto nelle conclusioni cui perviene.

Profezie e previsioni per il XXI secolo

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La profezia è la visione di una serie di possibilità, un campo di probabilità che assume valori discreti differenti a seconda della direzione ad esso impressa dall’agire umano.

Chi è italiano, e chi no

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Si può ottenere la cittadinanza, ma non si può imporre il possesso della nazionalità, cioè la vera appartenenza ad un popolo, che è soprattutto un fatto interiore.

La leggenda metropolitana della “occasione perduta”

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Un bilancio impietoso del Sessantotto a cinquanta anni di distanza.

Hervé A. Cavallera, la pedagogia e la filosofia. Due recenti pubblicazioni

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Cavallera, dopo aver attraversato l’intera storia della pedagogia d’Occidente in modo organico e compiuto, torna ad un’idea dell’educare assai prossima a quella sviluppata a Roma e in Grecia

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