Divinità, culto e religiosità degli Indoeuropei

cover Nel descrivere la religiosità indoeuropea, Hans F.K. Günther scriveva tra l’altro: «Uomini e Dei non sono per gli Indoeuropei esseri incomparabili, remoti gli uni dagli altri, meno che altrove presso gli Elleni: gli Dei ci appaiono come uomini superiori e immortali (Aristotele, Metafisica), e gli uomini quali nobili esemplari di stirpi elette posson nutrire in sé alcunché di divino, posson vantare per la loro schiatta un’affinità con gli Dei». E tuttavia, nel politeismo indoeuropeo vi è la coscienza della diversità tra l’uomo e gli Dei, la comprensione del destino di finitezza del primo e la sua accettazione eroica: questo dilemma è alla base di famose tragedie, nelle quali l’uomo trionfa accettando con fermezza il proprio destino.

Gabriele Costa, Sulla preistoria della tradizione poetica italica Per Haudry «la religione indoeuropea è politeista, poiché consiste in una pluralità di riti caratteristici di vari gruppi sociali e di diversi luoghi, e pagana, ossia rurale, poiché riflette la diversità del popolo, non l’unità di un culto di Stato o di una chiesa istituzionalizzata». Questa religiosità è severa e ignora gli slanci sentimentali; non chiede pentimenti né prostrazione. «Per gli Indoeuropei», scriveva ancora Günther, «il problema dell’anima e del corpo non è mai troppo importante, neppure nella vita religiosa. Questo problema non li ha mai oppressi, mai essi spregiarono il corpo per conferire all’anima un valore più grande. L’idea di un corpo costretto nel mondo, sudicia prigione di un’anima anelante oltre di esso a un aldilà, è assolutamente lontana da loro». Anima e corpo appaiono all’indoeuropeo come parti di un tutto, il cui equilibrio è sommamente ricercato. Non vi è pertanto alcuna negazione del corpo, ma la sua gioiosa celebrazione. L’idea latina “Mens sana in corpore sano” è tipicamente indoeuropea.

Georges Dumézil, Le sorti del guerriero Al vertice del pantheon indoeuropeo stava un dio-padre (Deus-pater) la cui figura si è conservata in tutte le civiltà. Questo dio padre e sovrano degli altri dei sovrintende al cielo e all’ordine cosmico. Spesso la prima funzione, quella magico-sacerdotale, è esercitata da una coppia di divinità complementari, come Mitra e Varuna in India, che sono legate rispettivamente alla sovranità giuridica e a quella magica. Nel posto della terza funzione vi è spesso una coppia di gemelli, anch’essi complementari. Non sono poi rari i casi di conflitti tra dei appartenenti a diverse funzioni; la pace che si ristabilisce tra di loro (talvolta al termine di una guerra) segna l’inizio dell’equilibrio sociale e della perfetta armonia cosmica.

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Tratto da La Padania del 15 febbraio 2004.

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Alberto Lombardo è stato tra i fondatori del Centro Studi La Runa e ha curato negli anni passati la pubblicazione di Algiza e dei libri pubblicati dall'associazione. Attualmente aggiorna il blog Huginn e Muninn, sul quale è pubblicata una sua più ampia scheda di presentazione.
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