Nelle fiamme infernali

the-hell-fire-clubsNell’Inghilterra del XVIII secolo prendeva forma il sistema di potere destinato a trionfare nel mondo contemporaneo: nel 1717 nasceva la Massoneria e, parallelamente ai “lavori” dei “Liberi Muratori”, e talvolta intrecciati a questi, si svolgevano le attività degli “Hell-Fire Clubs”, i “Clubs delle fiamme infernali”.

Si trattava di società segrete il cui scopo era l’esercizio sistematico del vizio e della perversione: una vera e propria scuola di disimpegno etico e di istigazione alla delinquenza che doveva dare corposi frutti in futuro fino a generare lo scenario di corruzione morale delle democrazie contemporanee, nonché l’abominio della società multicriminale, nella quale il legislatore non distingue più tra comportamenti giusti e sbagliati, e rovescia il rapporto tra vittime e carnefici!

Ovviamente il vizio esiste fin dalla notte dei tempi, ma con gli “Hell-Fire Clubs” esso diventava quasi la condizione distintiva di chi faceva parte di un gruppo di potere.

Il più recente studio dedicato all’argomento è il saggio di Evelyn Lord The Hell-Fire Clubs, un libro di piacevole lettura e ricco di informazioni, che rivela al pubblico un pezzo di storia sorprendente e raramente affrontato dagli studiosi.

Gli aristocratici inglesi del ‘700 si stavano rapidamente adeguando ai canoni di vita della civiltà mercantile, e cominciavano a strutturare una classe dirigente adeguata ai tempi nuovi. La Massoneria è la più celebre, ma non l’unica, fra le istituzioni che caratterizzano il nuovo clima culturale: l’idea di fondo era quella di creare un tipo umano che abbandonasse le vecchie appartenenze di casta, di religione, di razza, per spianare la strada a un mondo in cui il commercio e il denaro fossero gli unici valori. Da qui all’abbandono di qualsiasi punto di riferimento morale il passo era breve.

Evelyn Lord individua il più lontano antecedente dei Clubs infernali nella vicenda del gruppo denominato “The Damned Crew”, testimoniato attorno al 1602, una banda di teppisti che fu protagonista di disordini e che sembrava agire solo per il gusto di compiere azioni criminali. Un’inchiesta rivelò che si trattava non di una banda di delinquenti comuni, ma di uomini appartenenti alla nobiltà.

Un salto di qualità avvenne nel periodo successivo al 1660, con la restaurazione seguita al periodo di Cromwell. Vero e proprio mattatore della scena era il celebre poeta John Wilmot, conte di Rochester, scrittore maledetto il cui stile di vita era basato sulle sbronze, sulle orge e sulle risse di strada…

Sulla scia di Wilmot i nobili inglesi cominciavano a frequentare abitualmente festini a base di alcool e prostitute (inutile dire che la sifilide mieteva vittime a man bassa!). Si sviluppò pertanto anche una reazione a questo fenomeno, e si costituivano associazioni per la riforma dei costumi che si proponevano di salvaguardare i valori cristiani e la pubblica decenza.

Nel 1712 un altro avvenimento scosse la società inglese: una banda terrorizzava le notti di Londra con aggressioni e atti di teppismo, creando uno scenario da “Arancia Meccanica” ante litteram. Si trattava dei “Mohocks”, un nome probabilmente ispirato alle tribù di pellerossa sulle quali allora gli europei cominciavano a fantasticare, attribuendo ai “selvaggi” attitudini delinquenziali. Ma in realtà ancora una volta si constatò che i delinquenti venivano dall’élite sociale…

Le polemiche tuttavia non si spegnevano, tanto che nel 1721 venne emanata una legge per le repressione della blasfemia e delle profanazioni. L’emanazione della legge non era casuale: proprio in quel periodo, infatti, si diffondeva l’espressione “Hell-Fire Club” poiché i giornali dell’epoca riferivano chiacchiere insistenti su queste inquietanti associazioni. Il primo personaggio riconosciuto come animatore di un club delle fiamme infernali fu il duca di Wharton. Si diceva che alle riunioni presiedute da questo nobile dissoluto si facessero brindisi al diavolo e orge sessuali. Si diceva anche che le donne coinvolte nei festini mettessero un cuscino sotto il vestito per simulare la gravidanza della Vergine Maria, in modo da aggiungere un tocco ulteriormente blasfemo a questi raduni. Ad ogni modo nel 1722 sembra che Wharton abbia abbandonato queste attività per dedicarsi a un’altra sua passione: la Massoneria, nella quale fu Gran Maestro fino a quando nel 1724, stancatosi anche delle attività di loggia, fondò il club dei “Gormogons”, il cui fine era quello di…ridicolizzare la Massoneria! In effetti a volte questi clubs infernali parodiavano non solo i riti religiosi ma anche quelli massonici.

In anni successivi Wharton viaggerà in Europa, e in Spagna si innamorerà di una dama di compagnia che sposerà alla morte della moglie, convertendosi al Cattolicesimo. Sempre in Spagna partecipa all’assedio di Gibilterra combattendo contro l’armata inglese e ricevendo, quindi, una formale accusa di alto tradimento. Durante un soggiorno in Francia invia una lettera alla stampa inglese in cui denuncia la corruzione imperante nel governo britannico! Wharton morirà nel 1731 senza fare rientro in patria.

In questo periodo si ha notizia di attività legate agli “Hell-Fire Clubs” anche nella provincia inglese e in Irlanda, nonché nelle prestigiose università di Oxford e Cambridge dove tali attività si mescolavano alla diffusione di idee illuministe sulla critica della religione.

Lo stile di vita dissoluto cominciava a diventare tipico dell’alta società ed Evelyn Lord rintraccia gli elementi comuni che caratterizzavano i membri dei clubs infernali, il più evidente dei quali era il cosiddetto “Grand Tour”. Era abitudine della nobiltà inglese mandare i rampolli in viaggio nelle principali corti europee, per motivi di istruzione e per preparare i giovani a carriere politiche e diplomatiche. Nel corso di questi viaggi non mancavano certo le occasioni di divertimento: in particolare l’Italia era particolarmente apprezzata in quanto terra del buon vino e delle belle donne. Non meno ambiti erano i territori dell’Impero Ottomano dove si favoleggiava sulle avventure erotiche negli harem…

Al ritorno in patria si formavano dei club il cui fine era di riunire chi aveva viaggiato in certi luoghi. I più famosi erano la “Società dei Dilettanti” per chi era stato in Italia, e il “Divan Club” per chi era stato nell’Impero Ottomano. Ovviamente il fine di tali associazioni era quello di continuare le piacevoli gozzoviglie di questi turisti di lusso!

Uno di questi personaggi decise di fare le cose in grande: Sir Francis Dashwood nel 1751 affittò l’abbazia di Medmenham, un vecchio convento abbandonato. L’abbazia divenne il luogo di raduno dei compagni di merende di Dashwood, che partecipavano addirittura con un abito monastico confezionato per l’occasione per dedicarsi alla religione della gola e della lussuria…

Sulla porta dell’abbazia c’era scritto il motto dell’abbazia di Thélème di Rabelais: “Fay ce que vouldras”. Per gli improbabili frati di Medmenham si prevedeva anche un periodo di noviziato prima di poter avere accesso alla cerchia più ristretta.

Le attività che  si svolgevano a Medmenham erano testimoniate in maniera diretta o indiretta da un filone di stampa scandalistica e libertina che era in gran voga all’epoca.

Sempre Dashwood approntò nella sua tenuta personale un giardino con tempietti dedicati agli dèi pagani, con particolare attenzione a quello di Venere, la cui struttura imitava la forma anatomica della vagina! Inoltre aveva creato delle gallerie sotto il giardino che considerava come il proprio regno infernale: si vociferava che in quelle cavità si celebrassero Messe Nere…

Si hanno notizie di attività dei clubs infernali anche in Scozia. Verso il 1732 le fonti ci informano sull’esistenza di una società denominata “Beggar’s Benison”, il cui simbolo era un sesso maschile; pare che la principale attività dei membri fosse…la masturbazione di gruppo!

A proposito di questa società l’autrice avanza l’ipotesi che all’interno del “Beggar’s Benison” fosse conosciuto il celebre classico dell’erotismo Fanny Hill di John Cleland, molto prima che fosse noto al pubblico, poiché il resoconto di una riunione menziona il romanzo almeno dieci anni prima della sua pubblicazione.

Sempre in Scozia ci sono attestazioni di un club femminile denominato “Jezebels Club”, che pare fosse costituito dalle prostitute di Edimburgo per rendere le loro attività accettabili per il senso comune. Resta comunque il dubbio che questa società fosse solo un’invenzione letteraria per stimolare le fantasie erotiche maschili.

Per quanto riguarda le colonie americane, che di lì a poco si ribelleranno alla madrepatria, è presumibile che associazioni del genere abbiano avuto un qualche spazio, anche se le fonti al riguardo sono molto frammentarie.

All’inizio dell’800 la moda degli “Hell-Fire Clubs” è decisamente in declino: l’Inghilterra è impegnata in una lotta all’ultimo sangue contro Napoleone e il clima culturale è ormai decisamente romantico: le menti e gli spiriti sono orientati in altre direzioni…

Tuttavia le vicende degli “Hell-Fire Clubs” sono tutt’altro che secondarie nella formazione della mentalità moderna: le abitudini delle classi dirigenti contemporanee non sono molto diverse da quelle dei nobili inglesi del ’700, anzi si potrebbe dire che all’alcool e al sesso si sono aggiunte le droghe! Si tratta di comportamenti che vanno ben al di là di una sana goliardia…

Gli appartenenti ai clubs infernali erano indifferentemente cattolici, anglicani, calvinisti, appartenevano indifferentemente ai partiti dei “Whigs” o dei “Tories”, e molti di loro erano membri del parlamento: le analogie coi potenti di oggi sono più che evidenti…

* * *

Evelyn Lord, The Hell-Fire Clubs: Sex, Satanism and secret societies, Yale University Press, New Haven and London 2008, pp.247.

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Michele Fabbri ha scritto il libro di poesie Apocalisse 23 (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2003). Quella singolare raccolta di versi è stata ristampata più volte ed è stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e portoghese. Dell’autore, tuttavia, si sono perse le tracce… www.michelefabbri.wordpress.com
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2 Responses

  1. Giano
    | Rispondi

    Io ritengo che restiamo il paese profano per antonomasia. Anche nell’interpretazione dell’esoterismo – nel nostrano modus in rebus – salvo qualche degna eccezione, siamo e restiamo comunque l’emblema della profanita’, nonche’ il Club dei dilettanti.

  2. Ludovico
    | Rispondi

    Giano, hai scritto una incredibile stupidaggine : forse reputi la propensione new age dei popoli nordici e anglofoni ( america, inghilterra ) più “universale” ???? Là ancora non hanno capito la differenza tra fantasia e Tradizioni. Per la storia-anche esoterica-che abbiamo siamo tra i paesi meno profani del mondo. Certi accademici d’oltre-oceano sono imbarazzanti, quando toccano certe tematiche.

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