Carlo Mattogno si segnala come il più importante storico revisionista italiano. La sua ultima pubblicazione Negare la storia? Olocausto: la falsa “convergenza delle prove” vuole essere una risposta a un libro scritto a quattro mani da Michael Shermer e Alex Grobman, pubblicato negli Stati Uniti, e tradotto anche in italiano: Negare la storia. L’Olocausto non è mai avvenuto: chi lo dice e perché (Editori Riuniti, Roma, 2002). Il libro di Shermer e Grobman dimostra che la cultura ufficiale è sempre più spaventata dai risultati scientifici ottenuti dalla storiografia revisionista, e gli stessi autori ammettono che gli storici revisionisti sono altamente motivati e molto preparati. Essi aggiungono anche che i revisionisti sono “ben finanziati”, e questa è una menzogna che si commenta da sola, poiché chi segue questo filone storiografico sa benissimo che i libri revisionisti sono pubblicati da piccole case editrici con capacità di diffusione quasi irrilevante, senza contare che pubblicare studi revisionisti costa sempre l’emarginazione intellettuale, spesso la perdita del lavoro, e talvolta anche persecuzioni giudiziarie.
Carlo Mattogno analizza le “prove” che Shermer e Grobman adducono a sostegno della veridicità dell’Olocausto secondo un decalogo di “metodologia storiografica scientifica” che gli stessi autori considerano come fondamento di una storiografia attendibile. Partendo da questo presupposto Mattogno rileva come Shermer e Grobman contravvengano sistematicamente ai punti del loro decalogo. Le fonti sono talvolta citate in modo errato e con dati bibliografici imprecisi, spesso si tratta di documenti passati attraverso più traduzioni (in genere dal tedesco al polacco e poi all’inglese), e la loro attendibilità è minata dalle condizioni che le hanno viste nascere: un esempio su tutti è la famosa “confessione” di Rudolf Höss, il comandante di Auschwitz, che fu ottenuta con la tortura. Inoltre gli autori traducono alcune parole tedesche in modo tale da assecondare le loro tesi, estrapolandole dal contesto in cui vennero utilizzate e arrivando a fenomeni che Mattogno definisce di “superstizione della parola”. In particolare i documenti riguardanti l’evacuazione degli ebrei nei territori orientali vengono presentati come prova dello sterminio intenzionale. Sfiorano il ridicolo le pagine in cui Shermer e Grobman affermano che in effetti le vittime dei Lager sarebbero molte meno di quelle dichiarate dalla versione ufficiale, però questi “buchi” sarebbero colmati dalle fucilazioni degli Einsatzgruppen! Una parte del libro di Mattogno è poi dedicata alla famosa questione delle camere a gas, di cui la storiografia ufficiale ribadisce la finalità omicida, sebbene il funzionamento delle camere a gas a questo scopo fosse estremamente macchinoso e del tutto inadatto a esecuzioni di massa. Alcuni studi hanno mostrato come questi locali fossero verosimilmente destinati alla disinfestazione del vestiario, tuttavia la credenza popolare nelle camere a gas omicide è talmente diffusa e radicata che viene tenuta in vita anche per non deludere le folle di turisti che visitano i campi!
Il lavoro di Mattogno è una lettura irrinunciabile non solo per gli specialisti del dibattito storiografico, ma per tutti coloro che si fanno domande sul ruolo degli intellettuali nella società contemporanea. Infatti il revisionismo storico è la grande avventura culturale del futuro: ai risultati della ricerca storica sul tema dell’Olocausto sono legati gli assetti geopolitici del mondo a venire, e alla possibilità di divulgare questi risultati sono connessi i diritti individuali relativi alla libertà d’opinione. Attualmente la situazione sembra volgere al peggio: la cappa dell’intolleranza è sempre più soffocante e la lista dei martiri si allunga. Ma forse l’ora più buia è quella che annuncia l’alba: se i revisionisti riusciranno a resistere alla grande persecuzione, in futuro il loro lavoro uscirà dalle catacombe, e potrà finalmente mettere in discussione tanti aspetti della storia del XX° secolo che oggi sono cristallizzati nei rassicuranti dogmi “democratici”.
Il libro di Mattogno è dotato di una nutrita bibliografia (varrebbe la pena di acquistarlo solo per quella) nella quale spicca il libro che lo stesso Mattogno ha pubblicato nel 1996 per le Edizioni di Ar, e il cui titolo riassume efficacemente i termini della questione storiografica presa in esame: Olocausto: dilettanti allo sbaraglio.
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Carlo Mattogno, Negare la storia? Olocausto: la falsa “convergenza delle prove”, Effedieffe edizioni, Milano, 2006, pp.184, euro 15,00.
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