Luce della reincarnazione

Ogni uomo rinasce sulla terra indefinite volte.

Ad ogni reincarnazione l’anima incontra gli effetti delle azioni compiute nella vita precedente. Riceve dal destino una missione di vita. Si immerge in una civiltà.

Alla morte ognuno viene giudicato per gli atti compiuti, per i sentimenti che ha coltivato nell’anima, per la stessa purezza dei propri pensieri.

Passando attraverso gli anelli della catena delle esistenze, l’anima purifica sé stessa. Ma questa purificazione non è un fatto automatico. Il vile può riscattarsi dalla precedente esistenza, l’anima nobile può rovinare in basso.

La legge di azione e reazione domina il ciclo delle reincarnazioni. Chi ha distrutto ricostruirà, chi ha preso restituirà, chi è fuggito dal proprio posto di combattimento continuerà a fuggire da tutto nell’esistenza successiva.

Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni Ma le leggi che reggono la formazione del destino sono varie e complesse. Se a un uomo onesto è stata saccheggiata la casa, ciò non significa che egli fosse un ladro nella vita precedente. Può voler dire che egli deve impegnarsi con energia a combattere il crimine.

A volte cose terribili accadono ad anime pure. Una creatura angelica massacrata da un bruto offre in sacrificio sé stessa affinché la comunità si svegli, e impugni la scure contro il male che dilaga.

Nessuno deve permettersi di gioire delle sventure degli altri e di collegarle a colpe passate. Sono pochi i saggi che vedono chiaro nel destino degli uomini. Ognuno deve invece interrogarsi sul proprio destino e chiedersi per ogni fatto che accade qual è stata la causa che egli stesso ha prodotto. Le cose vanno esattamente come devono andare. L’anima nobile coltiva in sé stessa l’amore per il destino, che è il contrario della rassegnazione. Chi ama il proprio destino matura le energie per agire nella maniera più forte.

Gli Dei che reggono il karma non sono i macellai che applicano il taglione. Nelle venture e disavventure del destino non bisogna vedere sempre premi o punizioni: l’uomo non è un cavallo che si doma con zucchero e frusta.

La buona sorte, la cattiva sorte possono essere il modo con cui il destino conduce l’uomo ad un certo traguardo. Il soldato che viene ferito, in ospedale si innamora della infermiera e la sposa da vecchio vedrà nel colpo del nemico l’aiuto un po’ brusco del destino.

Quando si incontra un uomo col quale immediatamente ci si intende, spesso antiche storie, antiche esperienze si riversano in quell’incontro. Anche il nemico che si incontra potrebbe essere una vecchia conoscenza e qualche volta ci si può chiedere se non sia il caso di interrompere la catena delle vendette e delle ripicche.

La credenza nel caso è la superstizione degli stolti. Una profonda, sottile intelligenza governa le specie viventi in natura e gli eventi umani nella vita. Bisogna fare allora come i Romani, che avevano gli occhi aperti su tutti i segni del destino. Perché ogni giorno è disseminato di indizi che svelano da dove veniamo, dove dobbiamo andare.

Viceversa ci si tenga lontani dalle vecchie che favoleggiano sulle vite passate e tengono l’anagrafe delle reincarnazioni. Il modo migliore per capire chi si era in passato è vivere intensamente il presente.

Ci si tenga anche lontano da quegli stregoni che “confessano” i peccati e impartiscono perdoni. In realtà chi ha truffato deve restituire, chi ha danneggiato deve riparare al danno, questa è l’unica forma di assoluzione. Il destino non si imbroglia con le preghiere.

Ma nei momenti di gioia e di fortuna l’anima non si inorgoglisca. Spesso sono gli Dei che per grazia concedono favori non commisurati ai meriti. La coscienza della reincarnazione dona forza nelle sventure e senso di gratitudine nei momenti propizi.

Amare la terra è il comandamento più grande. L’anima nobile rinuncia alla beatitudine dei cieli per scendere sulla terra a combattere contro il demone della oscurità. Ogni esistenza, grande o piccola che sia, ha un suo compito. Chi comprende il proprio dovere attinge al massimo piacere.

Mircea Eliade, Storia delle credenze e delle idee religiose. Vol. 2: Da Gautama Buddha al trionfo del cristianesimo Come lo spirito umano passa di era in era assumendo le vesti di diverse persone, così la Terra si sviluppa nel tempo attraverso ampi cicli storici. Il mondo non finirà domani, nuove prove, nuove aurore di civiltà attendono ancora di sorgere. Il grande ordine dei secoli procede secondo le norme tessute dal fato. Che il mondo dovesse finire all’indomani ci fu già detto duemila anni fa. Anche quando è stupido ed in buona fede (1), il credente nella apocalisse ha un fondo oscuro di malvagità nell’anima, dal momento che il fanatico che attende l’apocalissi inevitabilmente prepara la distruzione.

L’uomo che sa della reincarnazione, agisce con coscienza nella vita presente per migliorare il proprio futuro e il futuro della terra. Egli sa che le azioni compiute nella vita quotidiana hanno un valore assoluto: ordinare una casa, pulire un giardino, sradicare una spina sono azioni che agli occhi degli Dei valgono più dei discorsi dei vescovi e delle macerazioni degli eremiti.

Accade talvolta in India che qualche bambino ricordi distintamente i particolari della vita precedente. È la prova materiale della reincarnazione.

Accade in Occidente che sottoposto ad ipnosi un uomo ricordi un evento che cade prima dell’ultima nascita. Anche dalla pratica maligna della ipnosi (2) viene una conferma della reincarnazione.

Platone e Pitagora insegnarono ai Greci la reincarnazione. Ennio e Virgilio ai Latini. Cesare attribuì la credenza nella reincarnazione ai Celti, Erodoto agli Egizi. I più grandi iniziati moderni hanno ricordato all’uomo di oggi questa arcana dottrina. La conoscenza della reincarnazione è la verità universale (3) della Tradizione.

NOTE

1) I casi di malafede non infrequenti sono quelli in cui oscure profezie apocalittiche vengono interpretate e adattate di volta in volta per servire a macchinazioni politiche.
2) Nessun uomo libero dovrebbe sottomettersi ad ipnosi.
3) Sulla universale diffusione dell’idea di reincarnazione (sia pur nelle sue diverse formulazioni) cfr. Mircea Eliade, Trattato di Storia delle Religioni.

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42 Responses

  1. Mike
    | Rispondi

    Polemiche a parte, Musashi puoi spiegare come vi sarebbero state queste modifiche sulla Bibbia?

  2. Mike
    | Rispondi

    Polemiche a parte, Musashi puoi spiegare come sono avvenute modifiche al testo della Bibbia?

    • Musashi
      | Rispondi

      Il fatto che i testi sulla vita e la predicazione di Gesù (mi riferisco ai vangeli canonici) siano stati sottoposti a rimaneggiamenti, aggiunte, cancellazioni, ecc. spiega l'ansia dell'attuale Chiesa Cattolica allorché saltano fuori scritti possibilmente ascrivibili alle comunità cristiane primitive.
      Fra gli studiosi (filologi di chiara fama accademica, non scrittori new age) che hanno posto in rilievo gli aspetti poco nobili in particolare dell'attività della scuola biblica dei Domenicani di Gerusalemme, ricordo Eisenman, il grande curatore della traduzione dei Rotoli del Mar Morto, che conobbi anche personalmente.

      Per documentazione, soprattutto al signor alfareligio che non sembra molto informato o fa finta di cadere dal pero…
      consiglio questa bibliografia:
      R.Eisenman, M. Wise, The Dead Sea Scrolls Uncovered, Elements books Ltd., Shaftesbury 1992.

  3. Musashi
    | Rispondi

    Il mondo occidentale conosceva e conosce la reincarnazione. Essa è conosciuta anche nella Qabalah ebraica, nel "sefer ah gilgulim" si tratta esplicitamente di ciò.

    Per la verità anche il mondo cristiano non era alieno a questa dottrine. cristianesimo e reincarnazione convissero per quasi un quarto della storia cristiana fino al VI secolo. E molti padri della Chiesa orientale, come San Clemente alessandrino, oltre a sostenere la preesistenza dell'anima alla nascita (fatto attualmente aborrito dallo stolido catechismo cattolico) ammetteva esplicitamente la reincarnazione.
    Come lui tutti i padri della Cappadocia, che sono l'espressione più alta della patristica greca.

    Poi venne il concilio di Costantinopoli (553) imposto da Giustiniano e la dottrina venne di nuovo rivista e rimanipolata a tavolino: con conseguente censura ed espunzione dei passi scritturali non più in linea con la nuova teologia (modifiche di questo tipo alla vulgata sono variamente attestati nel corso della storia).
    Tuttavia di passi evangelici sfuggiti alla censura se ne trovano ancora:
    quando in Matteo 11, 13-14 leggiamo Gesù era ritenuto essere il ritorno sulla terra di Elia,"elia che doveva venire" ci facciamo chiaramente idea di questo. si confronti anche Luca 9,8 e Marco 6,15.
    Quando in Giovanni 9, 1-7 leggiamo del cieco dalla nascita gli apostoli chiedono se avesse peccato lui o i suoi genitori.
    Perchè una domanda del genere avesse un senso – si parla di un cieco dalla nascita! – dobbiamo postulare che nell'ambiente di Gesù, quello esseno, si ammettesse usualmente che un'anima individuale pressitesse alla nascita in questo mondo e che avesse potuto compiere delle azioni in un' altra vita umana, o comunque più in generale, in un altro stato di esistenza. altrimenti quella domanda degli Apostoli non avrebbe avuto alcun senso da un punto di vista ermeneutico.
    Poi Gesù dice che "lui non ha peccato", confermando implicitamente che avrebbe potuto tranquillamente peccare prima di nascere, che la domanda non era assurda.

    Anche brani dellìAntico testamento ammettono il ritorno in forma umana, come Giobbe 14,14 o Geremia 1,5.
    Purtroppo per loro non sono riusciti a cancellare tutte le tracce.

  4. Alfareligio
    | Rispondi

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    Tuttavia di passi evangelici sfuggiti alla censura se ne trovano ancora:
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    Questa è mitica! La censura che mi dici essere durata secoli…. a cui "sfugge" qualcosa!!!!

    Come se la censura l'avesse fatta un solo censore frettoloso e….. nei secoli poi se ne sono dimenticati?

    Questa comica espressione dimostra come l'esito del monismo è veramente la perdita totale del senso del tempo e delle relazioni, nell'assolutismo tutto si riduce un attimo ("a-timo" senza tempo). Una censura da Pravda che dura secoli ma guardacaso gli sfuggono tante frasi compromettenti…. ma guarda un po'… è che per secoli nei loro conventi potevano riscrivere tutto quello che volevano sotto la dittatura di papi inquisitori sempre pronti con la corda contro le eresie e però disattenti a tutte le frasi che potevano innescarle, le eresie.
    Una Chiesa simile più che diabolica sarebbe stata comica se fosse esistita!

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    Purtroppo per loro non sono riusciti a cancellare tutte le tracce
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    ma cosa glielo impediva???? Me lo riesci a spiegare?

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    quando in Matteo 11, 13-14 leggiamo Gesù era ritenuto essere il ritorno sulla terra di Elia,"elia che doveva venire" ci facciamo chiaramente idea di questo. si confronti anche Luca 9,8 e Marco 6,15.
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    Elia NON E' MAI MORTO per i giudei! Errore macroscopico mio caro prof.! E' stato rapito in cielo.

    Elia per gli ebrei deve tornare sulla terra come precursore del Messia e tanto concreto che gli preparano anche da mangiare durante la Pasqua.

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    Quando in Giovanni 9, 1-7 leggiamo del cieco dalla nascita gli apostoli chiedono se avesse peccato lui o i suoi genitori. "
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    ma questa è semplicemente la dottrina che le colpe dei padri vengono pagate dai figli fino alla 4° generazione. Generazione non reincarnazione.

    Scusami se mi permetto ma la tua comprensione dell'ebraismo è imbarazzante.

    Confutiamo le tue illogiche deduzioni bibliche:

    Luca 9-8

    "7 Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», 8 altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti» 9 Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque?"

    "Giovanni è risuscitato dai morti»…"È risorto uno degli antichi profeti"… Risorgere è risorgere che c'entra la reincarnazione????? Un risorto è sempre la stessa persona. Un reincarnato cambia persona.
    "Apparso Elia", come detto non è mai morto….
    "Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?»". Ti sei fatto autogol, perchè questa frase semmai mostra come gli ebrei credessero fermamente che una persona quando è morta è morta e basta!

    E poi Gesù era contemporaneo di Giovanni il Battista, almeno fosse nato dopo…!!! Scambi la reincarnazione con la bilocazione!

    • Musashi
      | Rispondi

      rapito in cielo? E' vero. come Enoch, il che conferma la veridicità della Qabalah (non facciamo due pesi e due misure. si parla della merkavah che è dottrina cabalistica).

      certo, rapito in cielo cioè è passato ad uno stato superiore dell'Essere dal quale può tornare a manifestarsi con un corpo di emanazione.

      Infatti quando un essere santo o un maestro si incarna di nuovo lo fa assumendo un copro apparizionale. come insegna la gnosi docetista.

      Se un buddha, un illuminato,un santo, realizza il Corpo di luce e ascende al cielo (espressione simbolica), puo' sempre tornare a manifestarsi con un corpo terreno.Peraltro autori tradizionalisti come Evola ammettono il ritorno effettivo in corpo (reincarnazione)solo in casi analoghi. Quindi l'assunzione in Cielo non smentisce affatto la "metensomatosi" che in questo caso sarebbe il termine corretto!
      Che povertà dottrinale la tua!

      la mia conoscenza dell'ebraismo è imbarazzante?
      si per voi lo è perche mette in imbarazzo la chiesa.

      Tu fai solo ripetizioni banali e pedisseque dell'interpretazione chiesastica.
      banalizzi la discussione che invece è ben più complessa.

      Sono davvero inadatto a parlarne? e chi lo dice? un cattolico di parrocchia?
      bè io traduco l'aramaico e conosco l'ebraico classico.

      Tu invece tenti fantasiose etimologie come facevi negli altri commenti o azzardi improbabili esegesi sul significato di una parola ebraica argomentando sui significati di una parola sanscrita.

      Ti stai coprendo di ridicolo e dimostrando con che strumenti affronti l'esegesi biblica.
      In pratica per avere ragione truccate le carte, barate. e se non vi riesce cambiate anche mazzo di carte:
      da quello ebraico a quello sanscrito. Con tutte le porcate commesse per rimanere al potere questo è il meno.
      ma filologicamente vi coprite di ridicolo.
      Beati i poveri di spirito sì, ma un po più di competenza non vi farebbe male.

    • Musashi
      | Rispondi

      Anche qui la risposta di Alfareligio è molto superificiale: dimostra come vuole banalizzare le cose.Tipico di chi prende in mano il testo delle paoline e lo legge così com'è e per di più senza porsi domande su ciò che gli impongono di pensare.
      Vediamo Luca 9,8. "E' risorto". Bene infatti l'evangelista usa il termine greco "anistemi", che significa risorgere, rialzarsi, ma non solo…..
      Per ora non siamo in possesso del testo aramaico. Aspettiamo a ritenere così certa questa traduzione, perchè il verbo aramaico potrebbe svelare qualche sorpresa. Purtroppo a Qumran è controverso che ci siano rotoli del nuovo Testamento.

      Alfareligio dice: un risorto è sempre la stessa persona, un reincarnato cambia persona. credo che l'autogol lo abbia fatto lui. INFATTI stiamo proprio parlando di un' ALTRA persona: Gesù in luogo del Battista, che sono proprio due persone diverse!!
      Vero è che Gesù non poteva per ovvie ragioni essere la reincarnazione del Battista…
      Ma infatti la reincarnazione sarebbe quella o di Elia o degli antichi profeti, nati prima di Gesù.
      Il Messia per molti ebrei sarebbe dovuto essere proprio la reincarnazione di Elia, proprio per questo ho citato questo passo.
      Peraltro lo stesso verbo greco "anistemi"contiene un'ambiguità: significa rialzarsi, dunque risorgere se si parla di un morto che tornasse in vita tal quale.
      ma significa anche "mandare indietro", che può benissimo riferirsi a un reincarnato! Ad esempio tale verbo è a volte usato da Plutarco per indicare una nuova discesa nel mondo terrestre.

      Se anche solo usiamo un po' l'ermeneutica vediamo che siamo in un contesto ebraico e a parlare è una folla di ebrei. E come si sa la cultura ebraica o ebraico-ellenistica del tempo ammetteva
      sia la resurrezione che la reincarnazione, nessuna delle due escludendo l'altra.

      Poi la chiesa ha optato per una teologia semplificata, e certe sfumature, anche nella traduzione sono state volutamente ignorate. se leggete i miei altri commenti, spiego come ciò è stato possibile.

  5. Alfareligio
    | Rispondi

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    Poi Gesù dice che "lui non ha peccato", confermando implicitamente che avrebbe potuto tranquillamente peccare prima di nascere, che la domanda non era assurda.
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    Questo è puro sofisma. Gesù ripete il contenuto della domanda, il che è una forma retorica per valorizzare non quello che pensi tu ma Gesù vuole dire che l'ansia di sapere degli apostoli è giusta. La domanda stessa è già retorica. Data la mentalità giudaica per cui i figli pagano le colpe dei padri ecco che il cieco nato è di scandalo. Perchè una simile punizione se non ha peccato, si domandano? Tutto qua.

    Marco 6,15

    "Altri invece dicevano: «È Elia»; altri dicevano ancora: «È un profeta, come uno dei profeti»".

    Idem come sopra. Solo tu ci vedi la reincarnazione.

    oltrettutto "essere Elia" vuol dire essere "come" Elia, che ha aveva il fuoco della fede. (squartò 400 sacerdoti di Baal….)

    Andiamo a Giobbe. Che pazienza… che ci vuole!

    Giobbe 14,14

    "14Se l'uomo che muore potesse rivivere,
    aspetterei tutti i giorni della mia milizia
    finché arrivi per me l'ora del cambio!"

    "Se potesse rivivere"…. dove si parla di reincarnazione??E' una semplice espressione colloquiale comunissima nella Bibbia, un linguaggio umano e trasparente delle angoscie umane.

    Geremia 1,5

    "Prima che io ti formassi nel grembo di tua madre, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, ti ho consacrato e ti ho stabilito profeta delle genti".

    Finalmente una confutazione un po' più complessa… allora è qui evidente un concetto di forma che è la forma dell'essere (questo è già tomistico). L'anima è l'essere e questa è un ente eterno nella mente di Dio. Poi l'essere prende dimora nel mondo e con ciò Dio gli crea la forma.

    Come al solito il senso della frase che è profondissimo lo perdi proprio di vista, che c'entra la reincarnazione se il messaggio è tutto un altro?

    ++++++++++
    Poi venne il concilio di Costantinopoli (553) imposto da Giustiniano e la dottrina venne di nuovo rivista e rimanipolata a tavolino: con conseguente censura ed espunzione dei passi scritturali non più in linea con la nuova teologia (modifiche di questo tipo alla vulgata sono variamente attestati nel corso della storia).
    ++++++++++

    Cerchi di dimostrare che il rifiuto della dottrina della reincarnazione sarebbe stata una cosa tardiva nell'evoluzione della Chiesa dovuta solo al potere politico (concetto peraltro fumoso) ma sbagli perchè era già ben presente in S.Paolo.

    “Tutti gli uomini sono destinati a morire una volta sola, e poi sono giudicati da Dio” (Ebrei 9:27).
    La Chiesa ha seguito questa linea.

  6. Musashi
    | Rispondi

    la Chiesa ha seguito quella linea infatti. ma ne ha scartato altre.
    I passi evangelici sono stati esclusi ma alcuni non escludenti il reincarnazionismo sono riamasti.
    sapessi quante divergenze fra i testi aramaici di Qumran e il testo greco!
    uh sai quanti articoli ci scriviamo!?? ve le fanno leggere le riviste specializzate in parrocchia?
    no vero: non c'è l'imprimatur….

    La tua esegesi del passo del vangelo sul cieco dalla nascita non convince.e non convince gli studiosi, almeno quelli non schierati (cioè i biblisti cattolici).
    Infatti se i figli pagano le colpe dei padri, e questa sola fosse la causa possibile non ci sarebbe la domanda.
    Invece si supponeva che fosse possibile anche il fatto di una colpa dovuta a precedenti esistenze. erano entrambe possibili. e la domanda non è affatto retorica! sei tu che sostieni che fosse retorica.Io invece non lo credo.
    Si scrivono articoli su quel passo di giovanni da più di venti anni. E tu lo banalizzi così? mamma mia….
    invece questo passo crea grande imbarazzo alla Chiesa, imbarazzo che nasconde ditero risposte semplicistiche che tu ricalchi a quanto leggo.

    E' vero che la Chiesa ha ufficialmente seguito quella linea. Ma solo dal 553 (nessun complottismo politco: è un fatto storico. prima non ha preso posizione in merito. E anzi a volte prevalse l'indirizzo contrario.
    Evidentemente per un quarto della sua vita (500 anni) la Chiesa non era così certa di questa linea dato che vi sono padri della chiesa reincarnazionisti (Origene, san Clemente) ed altri che non la escludono (Gregorio di Nissa). e loro conoscevano bene sia i passi che tu interpeti diversamente sia san paolo….
    Che il primo cristianesimo NON CONDANNASSE FORMALMENTE LA REINCARNAZIONE un fatto che appartiene alla storia delle idee, non si può negare.
    Inutile sostenere la tua interpretazione dei versetti. Sono interpretazioni tue della tua chiesa. Poi ci sono i fatti:
    E' UN FATTO che la Patristica greca accettasse la metempsicosi, e sulla scorta degli stessi brani che tu interpreti diversamente.
    Non prendo posizione per nessuno, costato un fatto.
    come è un fatto che questa dottrina della metempsicosi non deriva solo dalla grecità, ma è compresente a diversi settori dell'ebraismo religioso (nessun rabbino cabalista stavolta, solo torah).
    Alcuni rabbini, sulla scorta della Torah formale o degli altri libri canonici ammettono la possibilità della metempsicosi.
    per esempio il Gaon di Vilna sostiene la metempsicosi sull'esegesi del Libro di Giona che è un canonico e non è un testo cabalistico.

    Poi: quello che tu dici su Geremia 1,5 è coerente con il tomismo. ma con con altre filosofie cristiane, alcune anche cattoliche, ma ispirate al platonismo. Infatti per queste altre letture l'"anima" (che poi sarebbe lo Spirito, ma sorvoliamo) è eterna non solo nella mente di dio, ma non rispetto al tempo (come afferma il tomismo). essa sarebbe eterna anche rispetto al tempo, e coesiste con il mondo ab initio, anzichè cioè prendere esistenza (distinta dall'essenza) al momento della penetrazione nella matrice materna.

    Si tratta di diverse letture. Tu come al solito fai la petitio principii cioè assumi quello che dovresti dimostrare.
    Perchè un brano come Geremia lo dovrei interpretare secondo il tomismo?

    il tomismo è codificato come filosofia ufficiale della chiesa solo dal Concilio di Trento.
    ed è esattamente quello che io contesto.

    Contesto che le verità di fede, stabilite secondo una filosofia aristotelica, siano una scelta legittima e coerente per continuare una linea teologica ispirata (come è sempre stata nei primi secoli) ispirata l platonismo. Basata su testi alcuni dei quali legati (come il Vangelo di Giovanni) ispirate all'ebraismo ellenizzate di Filone alessandrino, nel cui pensiero converge la Qabala ebraica e il Neo-platonismo 8peraltro l'unico in grado di giustificare la Trinità essendo essa praticamente assente nelle sacre scritture, se non appunto in Giovanni!). (senza Qabala e Filone niente Vangelo di Giovanni).
    La scelta del tomismo è tarda. dovuto alla praticità con cui con gli strumenti dialettici aristotelici si riusciva confutare sofisticamente (stavolta davvero sofisitcamente) le altre religioni. scelta di pura tattica.
    Ma quando nacque l'aristotelismo cristiano la chiesa si era già allontana dall'originale insegnamento, e seguiva la sua strada in solitaria, rispetto al mondo del cristianesimo orientale.
    Anzi l'idea di san tommaso che l'anima venga creata nel momento in cui entra nel grembo fu proprio formulata per evitare che riaffiorassero voci reincarnazioniste, col pericolo di creare dissidenza all'interno della chiesa.

    ma questo non significa che san Tommaso avesse ragione.
    Significa solo che la Chiesa lo ha scelto come teologo ufficiale.

    RESTA IL FATTO CHE ALCUNI PADRI DELLA CHIESA CREDEVANO NELLA REINCARNAZIONE.
    poi la linea è cambiata…..

    La linea "paolina" ha prevalso, ma Paolo non conobbe direttamente Cristo, e non sono pochi quelli che credono che il cristianesimo attuale sia la religione fondata Saulo, anzichè da Gesù Cristo.

  7. Musashi
    | Rispondi

    Aggiungo che proprio il passo evaneglico che "Elia ritorna" conferma proprio la metensomatosi dei grandi maestri e profeti.

    Infatti questo si dice nel vangelo, e concorda con la tradizione ebraica secondo cui Elia si sarebbe incarnanto varie volte nel corso della storia.

  8. Tradizione Solare
    | Rispondi

    Indubbiamente la dottrina della reincarnazione appassiona…

  9. Musashi
    | Rispondi

    Non solo.
    E' che siamo vittime di una invasione predicatoria di uno zelante cattolico, tal alfareligio, che su questo sito va facendo l'apologia del cattolicesimo, in centinaia di commenti, essendosi piccato di voler confutare gli errori del "tradizionalismo" e l'esoterismo, dottrine umane o diaboliche, che per lui sono la "via larga" che porta all'inferno.

    In questo, il presente sito centro studi la runa sarebbe vittima dello scontro celtico semitico, e dell'errore conseguente: del risentimento di noi japeti (cioè indoeuropei) per il fatto che il loro "dio" ha voluto che il Messia nascesse nella tenda di Sem.
    Di qui, secondo lui, il peccato diabolico dell'esoterismo.

    Dovreste scrivere un bel disclaimer all'inizio del sito da far leggere ai cattolici chiarendo che è un sito tradizionalista.
    Anche perchè se cominciano a fare così anche gli evangelici, i testimoni di geova e tutte le altre chiese e conventicole, stiamo freschi….

  10. Musashi
    | Rispondi

    Voglio chiarire quello che ho detto sulle"manipolazioni".

    Anzitutto le differenze sono state notate fra il testo greco e quello aramaico dei rotoli ritrovati a Qumran (cfr. Eiseman) . Manipolazioni volontarie sarà difficile provarle in maniera certa: quello che vediamo è la difformità testuale.
    Voglio essere buono: credo in effetti che le manipolazioni sono avvenute da parte dei traduttori cattolici in gran parte in buona fede. Sono per lo più traduzioni inappropriate, mediate dal proprio schema teologico che ormai si era formato. Insomma pregiudizio di interpretazione testuale.
    La cosa si spiega con il “vizio di fondo” del cristianesimo di avere- caso più unico che raro nella storia delle religioni- il proprio testo sacro scritto nella lingua sacra di un’altra religione!
    Ora: per prima cosa il canone biblico dei cristiani non è esattamente lo stesso dell’ebraismo. I cristiani hanno fondato la loro teologia sulla Vulgata cioè la traduzione fatta nel V secolo da S. Girolamo operata sulla Bibbia dei Settanta, che era una traduzione greca. Abbiamo quindi tre passaggi: dall’ebraico al greco e poi dal greco al latino. Il canone cattolico su cui si è pensato di desumere la dottrina è pertanto tre volte lontano dall’originale. E si tenga presente che i criteri ermeneutici e filologici impiegati oggi erano praticamente assenti fino al Rinascimento! E’ vero che s. Girolamo tenne conto anche della testo ebraico, avendo studiato l’ebraico in vista proprio di questo fine, ma avendo un contesto di riferimento assolutamente diverso: non conosceva i pesharim cioè i commentari biblici delle scuole ebraiche. Differenza non da poco.
    Nel caso concreto: la reincarnazione non è certo un tema cardine della teologia ebraica, eppure essa è largamente ammessa, e in modo del tutto pacifico da scuole rabbiniche ortodosse exoteriche (senza dunque tirarci dentro la Cabala o altre correnti mistiche che non piacciono ad alfareligio). Usualmente gli ebrei ammettono che Elia, come altri profeti si incarnano più volte nel corso della storia del popolo ebraico. “Elia che deve venire” gli Ebrei lo interpretano diversamente, ma l’Antico Testamento, se mi permetto i cristiani, è materia ebraica… non pretenderanno di insegnare agli ebrei come devono interpretare le LORO scritture, scritte nella LORO lingua. Ma siamo ubriachi?
    Certo gli ebrei non saranno illuminati dallo Spirito Santo come i cattolici… ma lo Spirito Santo è argomento assai poco probante in sede filologica!
    Ad esempio Elia che deve tornare è un tema cardine di certo messianismo ebraico (nel senso che il Messia è spesso considerato reincarnazione definitiva di Elia). Semmai sono i cristiani a non leggere nella giusta sede reincarnazionista il tema messianico!
    Ad esempio Leggiamo in Malachia 4,5: “Ecco io mando Elia prima del giorno dell’Eterno…” usuale traduzione della Vulgata cristiana. Ma se leggiamo la bibbia in ebraico, secondo il testo masoretico (voglio essere breve), troviamo che l’espressione è meno “edulcorata”: in ebraico suona più o meno come “farò tornare Elia”. E gli Ebrei non ci trovano nulla di contraddittorio con al loro fede, nell’idea che una grande profeta possa incarnarsi di nuovo. Potrei andare avanti con almeno una decina di altri brani.
    La cosa significativa è che in alcuni apocrifi gnostico cristiani leggiamo proprio la stessa cosa: vi sarebbero diversi profeti o patriarchi che si sarebbero reincarnati come apostoli o discepoli di Gesù.

  11. Musashi
    | Rispondi

    Il fatto è che il tema della reincarnazione era parte dell’humus culturale contemporaneo al protocristianesimo. Platonismo, pitagorismo, misteri orientali, persino l’ebraismo. Era del tutto naturale che i primi cristiani fossero reincarnazionisti perché fatto salvo un unico passo di S. paolo non c’è nulla nelle Scritture che negasse la reincarnazione.
    Origene è chiarissimo nell’affermare la reincarnazione nel suo De principiis. E come lui altri Padri della Chiesa Greca fino a Gregorio di Nissa, anche se con meno enfasi.
    Meno spessore dottrinale dimostra la patristica latina (con Tertulliano o Ireneo) che erano piuttosto semplici e non si pongono il problema. Ma S. Agostino stesso non condanna la reincarnazione come eresia e ne ammette drammaticamente la possibilità (Confessioni 1,6). Trovava il tema della reincarnazione come del tutto plausibile e dunque non una sciocca eresia, sebbene fosse agitato da dubbi. Quindi il tema non era chiaro per lui ed evidentemente la cosa doveva essere condivisa da buona parte dei cristiani del suo tempo. La patristica greca, specie i Padri della Cappadocia furono sostenitori della metempsicosi malgrado l’attuale tendenza cattolica a “rimuovere” questo imbarazzante retaggio.
    Poi evidentemente la Chiesa trasformò la propria dottrina in un altro senso. Fece uno scelta di campo ma abbastanza tardiva, e al costo di smentire una parte del pensiero teologico precedente!
    Il fatto è che la Chiesa, forse per la sua idea primaziale, forse per la volontà politica di presentarsi come unica fonte di salvezza, voleva accentuare sempre di più lo scarto, la differenza, l’inconciliabilità con tutto ciò che fosse altro. La reincarnazione aveva un sapore che richiamava troppo il paganesimo e il platonismo, i misteri, l’ermetismo, perfino l’ebraismo: probabilmente questo indusse, per accentuare al propria differenza, a rigettare questa idea in un momento in cui- erano gli anni del concilio II di Costantinopoli- si voleva colpire il mofisismo dei Copti, e il netorianesimo. Poiché queste dottrine contenevano una cristologia affine a quella della Gnosi (consideravano solo la natura divina di Cristo, quella umana essendo solo un veicolo, cosa che adombrava principi gnostici) si volle colpire allora anche Origene e San Clemente alessandrino, per non fare sconti a quanti si illudessero sul nuovo corso: ogni elemento gnostico doveva essere espunto dalla NUOVA dottrina. La metempsicosi faceva paura: era troppo incline alla gnosi o al platonismo.
    La cosa significativa è che Origene fu dall’inizio visto non come un eretico né uno scismatico ma a pieno diritto come uno dei Padri della Chiesa, nella sua epoca. Lo strappo successivo testimonia di una svolta e di un mutamento di rotta all’interno della Chiesa, di una evoluzione improvvisa e inattesa. E a mio avviso comprensibile, per i motivi di cui sopra, ma non giustificabile e comunque imbarazzante (sarebbe un po’ come se oggi un concilio negasse l’esistenza del Purgatorio).
    Ma si tratta comunque di una linea che il nuovo cristianesimo, sviluppatosi per salti e discontinuità, non adotterà fino al VI sec.!
    Del resto la Chiesa non ha mancato di offrirci amenti esempi analoghi: come la soppressione del culto dell’Arcangelo Uriele – col pretesto che non compaia nelle scritture. Argomento opinabile, che comunque stranamente deve essere sfuggito ai teologi cattolici per quasi un millennio: tant’è che nella tradizione di tutte le chiese cristiane Uriel veniva invocato come uno dei Quattro arcangeli. Improvvisamente un decretale pontificio del 1187 (preceduto da una prima condanna del 789) bandiva il culto ad Uriel e imponeva la cancellazione delle sue immagini. I motivi reali di questo sono occulti e andrebbero trattati in altra sede…

  12. Musashi
    | Rispondi

    …Tornando a bomba, una volta stabilita la linea teologica da seguire, in questo come per altri articoli di fede, fu quasi un processo spontaneo tradurre tutto delle Scritture, spesso in buona fede, secondo la lente teologica di riferimento. Che però non sempre teneva conto della sensibilità culturale degli ebrei che scrissero la Bibbia quasi un millennio prima o di quella degli Esseni che ispirarono Gesù. Si chiama pregiudizio interpretativo ed è abbastanza normale.
    Comunque non c’è da stupirsi se il cristianesimo attuale si è allontanato così tanto dalle sue origini.
    A parte il fatto che esso, fino a metà del II secolo era una forma di INIZIAZIONE di tipo misterico più che una religione pubblica: fatto di cui è rimasta parziale traccia nella liturgia copta e ortodossa. Esso non era strutturato come Chiesa, vi era piuttosto una confederazione di comunità, alcune raggruppate per territorio, ognuna con il proprio vangelo: in genere uno solo per comunità o pochi vangeli, fra cui a pieno titolo anche quelli ora detti apocrifi (Filippo, Tommaso, Giacomo), e presumibilmente con notevoli divergenze in merito alla dottrina. Le divisioni erano presenti già al tempo degli Apostoli (concilio di Gerusalemme, scontro tra Pietro e Paolo) e di sicuro aumentarono negli anni, comunque gli gnostici cristiani erano pienamente parte della comunità dei cristiani e del clero. Basti pensare che nel 130 il grande maestro gnostico Valentino sfiorò per un soffio l’elezione papale.
    Il cattolicesimo-cristianesimo più di altre religioni non ha assunto la sua forma attuale se non a prezzo di notevoli svolte e discontinuità, a cui non furono estranee comunque ragioni di potere. Basti pensare a come si svolgevano i concili, scontri fisici, coi vescovi minacciati se non ostaggio degli imperatori bizantini prima e del patriziato delle famiglie romane poi. Comunque la dottrina fu ormai “stabilizzata” intorno al VI-VII secolo. Ma le ragioni che hanno guidato quelle scelte, nonché la volontà di esaltare le differenze ancorché la continuità con al Tradizione Perenne, vanifica, a mio avviso, il tentativo romantico di certi “tradizionalisti” nostrani di fare del cattolicesimo una specie di rivelazione metafisica di massimo valore. Un po’ più di realismo e un pizzico di conoscenza della storia della Chiesa credo che faccia giustizia di questo “tradizionalismo” cattolico, che stranamente, con tanti paesi in cui Guenon Evola o Schuon sono letti, purtroppo conosciamo solo in Italia. Ci sarà un motivo?

  13. Alfareligio
    | Rispondi

    Musashi tutto quello che scrivi e autoreferenziale; sai quante ne puoi scrivere a pioggia di queste cose che sembrano stare in piedi ma che si poggiano purtroppo su un faragginoso assunto? Elia "che torna" significherebbe "che si reincarna"? Ma dove sta scritto? E' un'interpretazione basata su un contesto, quello ellenistico-ebraico che non escludeva la reincarnazione, va bene e allora? E' realistico quanto lo è quello dell'interpretazione cristiana-cattolico. Quando mai "Che torna" significa "che si reincarna"? Bah..

    Invece può significare che torna lui come persona e non sotto altra persona.

    oppure che viene uno come lui, in linguaggio simbolico banale: uno che ha il suo spirito.

    Le tesi più semplici sarebbero sempre le preferibili ma quelle da fuggire per chi fugge lo splendore della luce e cerca le tenebre dell'occulto per nascondersi da essa.

    Ti dimentichi poi per la tua filologia da spezzatino che Gesù esclude categoricamente di essere Elia:

    "Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: "La gente, chi dice che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti". Ed egli domandava loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere."

    In questo brano è chiaro che Gesù nella percezione popolare più diffusa poteva solo essere o Elia o un altro profeta o il Cristo. Si esclude quindi categoricamente che il messia potesse essere una reincarnazione di Elia secondo la maggior parte degli ebrei e ovviamente secondo Gesù stesso.

    Inoltre quando avvenne la Trasfigurazione, Gesù apparve con Mosè ed Elia.

    Evidente l'intenzione di mostrare che quei grandi patriarchi erano persone distinte da Lui.

    Più chiaro di così.

    Questa è una tesi molto chiara, poi che ne esistano altre seguite dalla gnosi e pacifico ma negare che essa sia una tesi esplicitata chiaramente e negarne l'oggettività dei testi è operazione che si commenta da sola, classico complottismo.

  14. Alfareligio
    | Rispondi

    Prima di tutto vorrei ringraziare il Centro studi la runa per consentirmi di dialogare con degli gnostici pur essendo portatore di idee opposte.

    Musashi tutto quello che scrivi e autoreferenziale; Sai quante ne puoi scrivere a pioggia di queste cose che sembrano stare in piedi ma che si poggiano purtroppo su un faragginoso assunto? Elia "che torna" significherebbe "che si reincarna"? Ma dove sta scritto? E' un'interpretazione basata su un contesto, quello ellenistico-ebraico che non escludeva la reincarnazione, va bene e allora? E' realistico quanto lo è quello dell'interpretazione cristiana-cattolico. Quando mai "Che torna" significa "che si reincarna"? Bah..

    Invece può significare che torna lui come persona e non sotto altra persona.

    oppure che viene uno come lui, in linguaggio simbolico banale: uno che ha il suo spirito.

    Le tesi più semplici sarebbero sempre le preferibili ma quelle da fuggire per chi fugge lo splendore della luce e cerca le tenebre dell'occulto per nascondersi da essa.

    Ti dimentichi poi per la tua filologia da spezzatino che Gesù esclude categoricamente di essere Elia:

    "Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: "La gente, chi dice che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti". Ed egli domandava loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere."

    In questo brano è chiaro che Gesù nella percezione popolare più diffusa poteva solo essere o Elia o un altro profeta o il Cristo. Si esclude quindi categoricamente che il messia potesse essere una reincarnazione di Elia secondo la maggior parte degli ebrei e ovviamente secondo Gesù stesso.

    Inoltre quando avvenne la Trasfigurazione, Gesù apparve con Mosè ed Elia.

    Evidente l'intenzione di mostrare che quei grandi patriarchi erano persone distinte da Lui.

    Più chiaro di così.

    Questa è una tesi molto chiara, poi che ne esistano altre seguite dalla gnosi e pacifico ma negare che essa sia una tesi esplicitata chiaramente e negarne l'oggettività dei testi è operazione che si commenta da sola, classico complottismo. L'uomo è uguale sempre…

    E' vero che Gesù non ne parla esplicitamente e non la nega con un insegnamento specifico ma questo si spiega col fatto che non era una credenza abbastannza diffusa tra gli ebrei tale dover essere necessaramente confutata. In fondo nel mondo moderno occidentale lo è diventata solo dal XIX secolo… Invece ha dato degli insegnamenti che sono incompatibili con la reincarnazione, la dottrina dell'inferno è chiaramente insegnata "il fuoco inestinguibile". Il destino delle anime, si pensi alla domanda tranello dei sadducei sulla donna che ha avuto sette mariti. Mc 22,25 "Perciocché, quando gli uomini saranno risuscitati dai morti, non prenderanno, né daran mogli;", Lc 20:35-36 "35 ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti, non prendono né danno moglie; 36 neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione." , Mt 22:30 "Perché alla risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli nei cieli." Gesù risponde che il mondo futuro non è il prolungamento di questo e che coloro che risusciteranno non saranno più sottomessi alle leggi biologiche di questo mondo. Non insegna che ci saranno coloro che si reincarnano e prendono nuovamente moglie e marito…

    E Gesù inoltre conferma il vecchio testamento di 2Mac 7,1-2.9-14
    «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».La reincarnazione è quindi chiaramente esclusa. Si parla solo di resurrezione. La persona resta sempre la stessa persona in corpo e spirito.

    Gesù poi in Lc 16-19 racconta la parabola del ricco epulone in cui da un insegnamento che esclude necessariamente la reincarnazione, afferma che esiste un "abisso" tra i vivi e i morti e altresì afferma l'esistenza del Purgatorio "il seno di Abramo".

  15. Musashi
    | Rispondi

    L'interpretazione cattolica non è equipollente a quella ellenistico ebraica. In realtà non si tratta poi di ebraismo più o meno ellenizzato. ma di ebraismo tout-court. Le interpretazioni reincarnazioniste dell'Antico Testamento, non credo siano debitrici dell'ellenismo. Anche perchè il mondo ebraico ha scarsa permeabilità nei confronti dell'esterno (guardiamo la storia dei Maccabei). Mi attengo all'ebraismo ortodosso e non ascuole di "derivazione erbaica". Ora la tradizione antica dei pesharim, i commentari tradizionali alla Bibbia, non escludono affatto la reincarnazione e questo è un dato di fatto che appartiene alla storia delle religioni, incontestabilmente.

    Intere sezioni dell'ortodossia ebraica ammettono la reincarnazione. Tuttavia non ritengo che la lettura "cattolica" sia equipollente. Non che l'ebraismo sia perfetto ma è evidente che l'Antico Testamento è materia ebraica,ed è scritto in ebraico. inoltre esso ha assai meno importanza per i cattolici, che lo accettano solo perchè le profezie messianiche ivi contenuto darebbero giustificazione alla nuova religione. ma non hanno la stessa attenzione che vi è nell'ebraismo. Ripeto che l'antico Testamento è materia ebraica, è scritto in ebraico e – titoli -credo che ne abbiano più diritto loro di saperlo interpretare.
    Tradurre è tradire, per questo i cattolici forzano l'antico testamento in ragione della loro chiave di lettura.
    Che però non sarà mai a pari diritto con quella ebraica. E' il problema di chi ha il proprio libro sacro scritto nella LINGUA sacra di UN'ALTRO sistema religioso. Ermeneuticamente è un posizione oggettivamente molto scomoda.

    Secondo la teologia ebraica ad esempio: reincarnazione e resurrezione non sono affatto in contrasto, questo per spegnere l'obiezione da te formulata citando Mt.
    La storia del" fuoco inestinguibile" non è probante: se il fuoco è inestinguibile indica che esso è eterno(in senso assoluto o relativo alla fine di un era poi??). Esso è inestinguibile perchè è uno Stato dell'Essere ma non è affatto detto che le anime vi saranno immerse per l'eternità!! potrebbe anche darsi che le purfichi dopo un certo tempo. O anche che le annichilisca, secondo lo schema della morte dell'anima o della morte seconda di cui parla san Francesco, che la dottrina teologica cattolica identifica semplicisticamente con l'inferno,perdendo il vero significato…
    Comunque Gesù non dice quante eternità o cicli cosmici passeranno le anime in quel fuoco inestinguibile. E io non amo mettergli in bocca cose che non ha detto. Questo brano non giustifica l'eternità delle pene infernali.
    Resta tutto il fondo di antichi padri della Chiesa (a voler escludere i vangeli gnostici, perchè se includiamo quelli avreste già perso), padri della Chiesa che si interrogano sulla reincarnazione come S.Agostino, altri accettandola, come Origene e i padri greci, sia pur con diversi gradi di certezza. nessuno però rifiutando a priori: segno di come niente nei vangeli antichi la facesse davvero escludere, almeno secondo loro (a differenza dei cattolici di oggi che leggono con una chiave interpretativa condizionata dalla schema teolgico posteriore).Se invece ci atteniamo alla tua lettura completamente antistorica, l'atteggiamento dottrinale dei padri della Chiesa appare del tutto incomprensibile..e infatti tu non rispondi su questo punto.

    In realtà schema teologico di "dottrina tragica della salvezza" si è configurato solo posteriormente, a forza di salti per discontinuità, e a prezzo dell'aspetto misterico dell'antico cristianesimo.
    Questo fatto appartiene alla storia delle religioni.
    E solo un atto di fideismo cieco può portare a non vederlo.

  16. Musashi
    | Rispondi

    Ai tempi di Gesù la reincarnazione era dottrina diffusissima e conosciuta.Era una delle note comuni di tutte le religioni misteriche antiche del mediterraneo: gli orfici, i pitagorici,e soprattutto il neoplatonismo, diffuso al tempo di Gesù. Era credenza comune dei celti e di tutti i popoli semiti. Di sicuro anche presso gli Ebrei,sia negli ambienti ortodossi che nella mistica. Difficile dire quanto avesse presa negli strati popolari della popolazione ebraica. ma di sicuro gli Esseni di Qumran ammettevano la metempsicosi. E fra l'altro attendevano proprio la reincarnazione del loro Maestro di Giustizia.
    Proprio questo sostanzia di senso la domanda sul cieco nato di cui in Gv 9, che infatti, tolto il tema della reincarnazione diventa una domanda del tutto priva di significato.

    Di sicuro sia Gesù che gli apostoli avevano qualche tangenza col mondo esseno.La diffusa credenza degli esseni nella metempsicosi è in parte confermata dai ritrovamenti di Qumran, ma già ben attestata da Giuseppe Flavio, e in maniera ancora più netta da Filone.

    Esseni a parte il mondo ebraico già all'epoca conosceva la metempsicosi e la reincarnazione.

    …..Credere che gli apostoli non avessero mai neanche sentito parlare di "metempsicosi" è pura follia. eppure alcuni di loro non erano neanche degli incolti, venendo dalla classe degli scribi e dei pubblicani.

    In effetti credo che Gesù avrebbe avuto modo di parlare di reincarnzaione data la diffusione del tema all'epoca.Del resto gli apocrifi, coevi ai canonci ne parlano eccome. Strano dunque che tu dica che non si conoscesse.!!
    Anzi semmai, data la diffusione di questa falsa e orrenda credenza, credo proprio che il Salvatore avrebbe dovuto mettere in guardia gli uomini da questa folle eresia. eppure, per tua stessa ammissione, gesù non la condanna esplicitamente, perchè a tuo dire non la conosceva.

    Strano tipo di Salvatore onnisciente, se ignorava una dottrina diffusa presso il suo stesso popolo, come attesta più di una fonte…
    Lo storico ebraico Giuseppe Flavio, contemporaneo di Gesù, dimostra nelle Antichità giudaiche (18:1,3) e nelle Guerre giudaiche la credenza diffusa mondo ebraico circa i gilghulim, i ritorni ciclici delle anime.

    Questo per confermare che il cattolicesimo attuale si è basato su delle astrazioni "teologiche" che ignorano assolutamente la struttura di pensiero su cui si muoveva il fondatore.

  17. Mike
    | Rispondi

    I brani evangelici citati da Alfareligio, concordo con Musashi, non mi sembrano che escludano affatto la reincarnazione. Posso dire che non la menzionano, ma non c’e nulla che la escluda logicamente. Posso dire che il passo di Giovanni sul cieco sia, a mio parere, un tacita ammissione di un credenza di fondo in qualche esistenza pregressa. In effetti sarebbe un caso tipico: uno pecca in altre vite e nasce con una malformazione. Se gli apostoli si ponevano questa domanda evidentemente questo schema di ragionamento dovevano conoscerlo e implicitamente condividerlo.

  18. vate
    | Rispondi

    il problema della reincarnazione è fino a che punto quella forza che genera la vita possa ospitare la condizione individuale. Il che significa che ciò è possibile solo quando l'individuo supera tale condizione. Quindi una discussione in tal senso genera un paradosso. Ciò che si reincarna non è mai l'individuo e neppure le sue caratteristiche storiche cioè condizionate, ma ciò che svincolandosi dall'individualità stessa non ha più motivo di replicarsi sullo stesso piano della condizione.

  19. Musashi
    | Rispondi

    Salve vate.
    Concordo in una certa misura.
    Mi sembra che il tuo discorso poggi su una lettura "evoliana", correggimi se sbaglio ("la dottrina del risveglio", "maschera e volto" ecc.).
    Essa non è sbagliata: in effetti poggia sul fatto che l'uomo attuale non ha memoria delle precededenti forme di esistenza. Ma ciò era non era proprio dell'uomo antico o dell'orientale poichè in essi la connessione con il principio atmico era non del tutto persa.
    Dal punto di vista tradizionale, fermo che in buona parte mi ritrovo in quello che dici, vorrei però integrare questa osservazione con altri dati tradizionali. Vi sono due "enitità", secondo una dottrina dell'esoterismo comparato, ad andare incontro ad una metensomatosi:
    una prima è ciò che si reincarna sul piano orizzontale: cioè un corpo di desiderio, spesso con una certa promiscuità con le energie delle razze e degli antenati: esso è la sede degli atavismi ed ha una qualche relazione con "genius". Esso nella dottrian buddhista riportata da Evola è "l'antarabhava" (anche se Evola non intende propriamente questo termine: poichè esso nel vajrayana è il corpo del bardo, che è un'altra cosa). ora questa entità è sub-individuale, ciò non di meno essa ha un conato ad una nuova esistenza , e immancabilmente si porta dietro, nel nuovo nato, che con più o meno consapevolezza ha "scelto" di incarnarsi, una certa memoria ancestrale. Spesso è questa memoria, e niente di "superiore" che affiora nelle ipnosi regressive.
    Questo ente è un veicolo astrale assolutamente necessario a che un principio spirituale discendendo posso essere ospitato in una matrice fisica.

    Un secondo ente, è quello spirituale, che però – e qui mi permetto di correggerti- è ancora individuale. esso è il Corpo causale (karana sharira) detto nella tradizione occidentale Uomo storico. O anche dioscuro celeste, Sè superiore ecc. esso è la base per successive evoluzioni verso il mondo sopra-individuale.
    Esso si incarna perchè ha bisogno di perfezionarsi, non essendo il suo stato di risveglio, sufficiente a farlo evolvere da solo. la nascita in un corpo umano è un fatto prezioso che persino i deva invidiano: come insegna il buddhismo tantrico, poichè il corpo umano è un vaso alchemico insostituibile. se vuoi praticare il tantra serve un corpo fisico e uno sottile con al sua anatomia specifica. Per la verità è una nozione tipica anche della tradizione occidentale cabalistica (Pico ecc..)
    Ora normalmente l'uomo comune costituisce un "fallimento" da un punto di vista iniziatico, poichè rarissimamente il suo stato coscienziale gli permette di entrare in contatto col corpo causale, che conserva la memoria SOLO delle esperienze spirituali o iniziatiche delle vite rascorse, solo di ciò che è anagogico.
    la coscienza individuale inferiore, ove non sia connessa con esso muore in un sonno leteo (la morte seconda), ma il principio spirituale, fallito quel progetto umano, è destinato ad una nuova nascita, sia essa fisica o sottile, a seconda del suo grado di sviluppo.
    A tutti quei tradizionalisti come Guenon che negano la reincarnazione (Guenon era suggestionato dalla sua militanza filocattolica), volglio ricordare l'assoluta tradizionalità di dottrine come il mahayana cittamatra, la cui psicologia è incentrata sull'idea di alaya vijnana, la coscienza-deposito.

    ovviamente l'individuo non risvegliato, non possedendo un Io solare-magico, non sopravvive alle condizioni imposte dalla morte, non "sopravvive" essendo privo del suo principio individuale superiore, mai risvegliato in vita. pertanto per l'uomo comune si parla di reincarnazione con una certa improprietà. diciamo che per l'uomo parzialmente risvegliato, vi è una qualche continuità più o meno consapevole, di un flusso, di una serie di cause e connessioni, essendo effettivamente. Se avesse realizzato un Io sidereo assolutamente stabile non necessiterebbe più di una nuova incarnazione (salvo casi eccezionali). Tuttavia i meriti accumulati dall' "Uomo Storico" (corpo causale, o come volgiamo chiamarlo) ci forniscono la base per l'evoluzione in questa vita.

    tuttavia i miei precedenti interventi non chiarivano questi aspetti teoretici. Non volevo dire se essa sia giusta o meno per come è concepita.
    Era solo un excursus di storia delle idee per dimostrare che la metempsicosi di pitagorica memoria era diffusa nel mondo antico, non ignorata dagli ebrei e, almeno fino al V secolo accettata, sia pur marginalmente, da alcuni Padri della Chiesa d'Oriente.

  20. Mike
    | Rispondi

    Vorrei chiedere a Musashi cosa significa il fatto che il fuoco infernale possa durare ‘pro tempore’… Vi e’ davvero traccia di cio’ nella religione ebraica?

  21. Musashi
    | Rispondi

    Mike,
    La dottrina della reincarnazione nell’ebraismo è stata approfondita soprattutto dalla mistica ebraica, la quale però non è un corpus estraneo alla religione, ma è con essa in un rapporto di continuum, assai più di quanto non avvenga nel mondo cristiano-cattolico. Ma era già diffusa al tempo di Gesù, come ci raccontano gli storiografi ebrei..
    In primis:si deve distinguere il Nefesch (corpo eterico-astrale), il Ruach (corpo mentale) e dal Neschamah (Spirito): parlare di anima è semplicistico.
    La dottrina ebraica della reincarnazione è ben articolata. Una parte di quella che fu anima umana è suscettibile di incarnarsi, passando in forma di "influenza errante", persino nel mondo vegetale. Tanto è diffusa questa credenza che nella religione ebraica in primavera si compie la benedizione degli alberi, per il beneficio di quelle anime che così si sono incarnate.
    Bisogna distinguere fra gilghul (metempsicosi propria) e ibbur (che implica che l’anima di un Giusto possa trasferirsi come “spirito guida” o genio superiore a guidare una anima terrena). Ibbur è gia previsto dallo stesso Antico Testamento. Secondo L’esodo Dio trasse dallo Spirito di Mosè (togliendolo a lui) la sostanza spirituale per trasforamere gli anziani di israele nei primi sacerdoti. Elia anche trasferì ad Eliseo tre quarti del suo spirito. (questa idea per inciso è assai prossima alla nozione tibetana di “tulku”, che non è propriamente e completamente una “reincarnazione”).
    Il “gilghul” ebraico è invece una reincarnazione in senso comune del termine e i commentari biblici ne prevedono diverse: es. Mosè come reincarnazione di Abele, Esaù di Caino ecc…
    Secondo rabbi Isaac Luria, massimo esponente della scuola palestinese, le anime scendono ciclicamente nei corpi prima del Giudizio, per purificarsi e accrescere i propri meriti. Solo le anime più impure devono sostare nel Gehinnom (Geenna, che non significa tanto “inferno” come traducono i cristiani: in effetti esso rende meglio l’idea di un Purgatorio). Per rispondere a quanto chiedevi esso è eterno, perché è uno stato dell’essere. Ma secondo la Tradizione ebraica in genre l’espiazione nella Gehinnom è temporanea. Secondo Luria e Chaim Vital di Calabria essa dura al massimo un anno (ma è evidente che si tratta di una cifra simbolica).
    Tutto questo non osta affatto con la resurrezione, come di solito obiettò il mondo cristiano. In effetti uno dei veri motivi per cui il cristianesimo temette la reincarnazione è proprio perché esso è assai più incentrato dell’ebraismo sull’idea di reincarnazione, a partire da quella del suo Fondatore. I cristiani temevano dunque che essa potesse creare problemi al cardine della loro fede.
    In realtà per l’ebraismo non c’è nessuno ostacolo. Dimostra semplicemente che il cristianesimo occidentale ha abbracciato una idea materialistica del corpo di resurrezione, che non è affatto il corpo materiale di cui ci si è serviti in questa o in quella incarnazione: ma un CORPO SPIRITUALE del tutto NUOVO, cioè un nuovo "veicolo", come la patristica greca e lo stesso S. Paolo hanno ben mostrato di sapere.
    Purtroppo la grande ignoranza non solo dell'ebraismo ma delle radici stesso del cristianesimo porta all'intransigentismo dottrinale che rende il cattolicesimo (come il protestantesimo, sua involuzione) una triste eccezione- speriamo passeggera- nella storia delle religioni.

    • Musashi
      | Rispondi

      errata corrige:
      esso è assai più incentrato dell’ebraismo sull’idea di reincarnazione,

      volevo dire di "resurrezione".
      Gli ebrei accettano l'idea di resurrezione ma senza l'enfasi e la centralità che vi è nel cristianesimo.
      In realtà il fatto che uno stesso principio cosciente possa incarnarsi più volte non toglie nulla all'idea di una resurrezione. A meno che di essa non si abbia una idea semplicistica e materialistica come quella che si è affermata nel cristianesimo occidentale.

      Ovviamente nella religione l'idea di "resurrezione" è scaduta a semplice concetto exoterico, secondo una semplificazione escatologica assai infantile che mistifica assolutamente il significato di "corpo di resurrezione" facendo di esso una realtà automaticamente estesa a tutti.
      Il Corpo di resurrezione, o Rebis, o Corpo di Vajra, come lo si chiami è conseguibile solo al limite di un processo di reintegrazione iniziatica: è il dominio su qualsiasi forma di manifestazione "corporea" corrispondente a ciascuno degli Stati dell'Essere…. e dunque un fatto assai più eccezionale e raro di una semplice "caduta" in un altro corpo.

  22. vate
    | Rispondi

    Salve Musashi.
    Non sbagli sulla la fonte evoliana circa il concetto di reincarnazione posto a commento. Comunque non mi sembra fuori luogo ricordarlo nel merito di una diatriba che anche se riguarda la forma mentis di chi ci ha preceduto piuttosto che la validità di tale concezione, ne fa risaltare la relatività.
    La tua precisazione è tuttavia gentile ed impeccabile dal punto di vista dottrinale e lo è a tal punto che tornando fra le righe bisogna anche riconoscere che se il principio individuante in una certa misura è anche l'individuo, l'individuo in se stesso non è il principio individuante e dal momento che ha la possibilità di risolversi in esso, non è più individuo con le sue caratteristiche peculiari di coscienza e memoria di se.
    Comunque che vi possa essere o meno continuità di coscienza comunemente intesa, tra le manifestazioni e le dislocazioni dell'essere, questo non pregiudica che tra essere condizionato e il suo spirito incondizionato vi è una tal differenza di stato che le questioni della reincarnazione e dalla continuità cosciente possono reclamare le loro ragioni solo da un punto di vista formale.

  23. Musashi
    | Rispondi

    Rispondo a quei cattolici che ritengono essere la cabala “dottrina umana”. In realtà so che pensate che essa è dottrina addirittura diabolica, ma non avete il coraggio di dirlo apertamente. Sorvoliamo il fatto che esiste una mobilissima cabala cristiana che ha avuto i suoi massimi esponenti in Pico e Reuchlin… e proprio in base ad argomenti tratti dalla Qabalah (come metodo di indagine) un grande rabbino cabalista, di recente scomparso, ha ammesso la divinità di Cristo, o meglio ha riconosciuto in esso il Massiach atteso.

    Bollare la Qabalah come dottrina umana sarebbe falso per l'Ebraismo, e non solo: perchè la Tradizione non ha origine umana. Fare di esso come del talmud opera non ispirata dal divino è un assurdo: sulla base di quale argomento? forse che sono dottrine orali?
    Per la verità ora sono scritte, soprattutto il Talmud. ma anche la Qabalah ha i suoi i testi canonici.
    Prima di venire "scritta" da interpreti umani anche la Bibbia era trasmessa oralmente: non si capisce perchè solo essa sarebbe allora ispirata da Dio!
    Vi sono diversi lbri dell'AT che sono considerati non canonici dai cristiani, o deuterocanonici dai cattolci ma non dagli ortodossi. E allora?
    Cosa ne segue: la mistica ebraica è tutta basta su una fantasiosa e arbitraria (solo perchè non letterale) interpetazione della Bibbia. E il Midrasch? e i Pescharim? tutta l'esegesi ebraica è solo dottrina umana?

    A ben guardare la stessa teologia cattolica, presso a queste premesse, è dottrina umana essendo basata sulle opere della patristica e dai successivi perfezionamenti filosofici della scolastica. Non è forse un'opera umana, di un filosofo umano, la Summa theologica di San Tommaso?
    E dove trovano il concetto di Trinità? Esso non è presente nel Nuovo Testamento (al massimo si parla di Padre, Figlio, e Spirito Santo): ma tutta la teologia che ne segue e i rapporti fra le varie Persone è tratto dalla patristica: da Tertulliano, da S. Agostino. Il Nuovo Testamento, coi pochissimi riferimenti a queste tre Persone (solo due versetti tratti da Giovanni), non dà certo la risposta su cosa esse siano e quali rapporti intercorrano.
    Insomma a rigor di logica il Nuovo Testamento supporta teologie multiple…. E infatti le diverse e contrapposte confessioni trinitarie hanno tutte gli stessi vangeli. La teologia cattolica, a voler seguire gli argomenti messi in campo da Alfareligio, è per il novanta per cento frutto di elaborazioni di filosofi o teologi, più che di rivelazioni contenute esplicitamente nelle parole del Salvatore.
    Persino il concetto di Persona (in greco hypostasis) è tratta da un filosofo, pagano per giunta: il grande Plotino!

    E hanno il coraggio di parlare di "dottrine umane"….!!

    Giusto per farsi due risate: i cristiani hanno persino avuto la faccia tosta ( o la dabbenaggine, scegliete voi) di considerare canonici, fino al III secolo, gli Oracoli Sibillini, degli apocrifi dell' AT : testi profetici pagani rimaneggiati e piegati in chiave di apocalittica giudaica. E successivamente rimaneggiati in senso messianico dai cristiani. Insomma un falso d'autore frutto di tre manipolazioni successive!

    E giù S.Ambrogio, e S.Agostino, Giustino martire, ed Eusebio – tutti ispiratissmi dallo Spirito Santo- a giurare su di essi che fossero veri…..
    Ma se lo Spirito Santo ci fosse davvero entrato per qualche attimo in quelle zucche vuote deve esserne uscito subito inorridito!

    Il bello è che poi hanno avuto la faccia tosta di espellere dal canone i vangeli di Tommaso e Filippo!

  24. sinwan85
    | Rispondi

    GRAZIE A TUTTI VOI PER IL GENEROSO LABORIOSO OPEROSO ONESTO SINCERO IMPEGNO!!!!!

  25. Auletes
    | Rispondi

    Concordo con la tesi secondo cui nel protocristianesimo fosse conosciuta la reincarnazione, sebbene si cominciasse a delineare una ‘ortodossia’ che via via l’avrebbe, nel giro di pochi secoli, respinta.

    Non parlo di filosodi platonici convertiti al cristianesimo o di settari o degli gnostici: ma di autori e teologi cattolici.

    San Giustino di Nablus afferma: ‘l’anima piu’ volte si incarna in corpi umani, ma se si sono rese particolarmente indegne, prendono corpo in animali inferiori’.

    San Gerolamo scrive nella Lettera a Demetra ammette la reincarnazione come ‘Dottrina tradizionale che non doveva essere divulgata’.

    In un altro passo affermava: ‘non conviene si parli troppo delle rinascite, perche le masse non sono in grado di comprendere’.

  26. Musashi
    | Rispondi

    Malgrado oggi i cattolici facciano di tutto per cercare di dare una immagine extra-storica (se non addirittura anit-storica) e perfettamente unitaria della loro religione, come se essa fosse scesa dai Cieli già confezionata e non contenesse aggiunte umane,
    vi è a smentirli lo studio della storia dell'ebraismo.

    Vi ho già ricordato come secondo Gli ebrei Elia doveva, e secondo una tradizione la sua seconda incarnazione ( o "discesa" o venuta, visto che qualcuno pretende di stabilire con quale veicolo corporeo Elia potesse o non potesse ritornare) doveva precedere quella del Messiah. Secondo altre correnti ebraiche Elia sarebbe tornato lui stesso come messiah. Queste due letture sono entrambi presenti tradizione ebraica. (Accenno appena al fatto che secondo alcune letture vi sarebbero addirittura due Messiah da attendere. Infatti in Zaccaria 4,14 : "Che significano quei due olivi a destra e a sinistra del candelabro?". […] "Questi ,soggiunge, sono i due consacrati [massiach] che assistono il dominatore di tutta la terra").

    Ovviamente il racconto evangelico, soprattutto quello di Giovanni, ma anche Matteo, privilegia l'ipotesi che Elia fosse il Battista, piuttosto che Gesù stesso.
    si legga Mt 11, 14:
    "Se volete accogliere Giovanni Battista, egli è l’Elia al quale mi riferivo allorché dissi che sarebbe venuto".

    Questo mi sembra il brano più chiaro. dunque Il Battista Giovanni è Elìa. ora sta a vedere se la cosa debba intendersi solo come un modo di dire. O si tratti di di una seconda discesa in corpo umano (cioè di una nuova INCARNAZIONE.
    La prima ipotesi, che farebbe piacere a cattolici, mi sembra debole. Infatti il greco è una lingua abbastanza esente da troppe ambiguità: il Vangelo potrebbe dire "os" Elia, "come Elia". Perchè non usa un comparativo? e notare: in tutti i passi evangelici di Matteo (17, 10-13), o Giovanni, o in Mc 9, 11-13, in cui si parla del battista non si dice MAI, neanche una volta, che egli sia come Elia. Insomma il costrutto della frase, in greco, prevede l'uso del sostantivo Elìa in funzione predicativa e non attributiva, come invece ci si potrebbe aspettare se "elia" fosse quasi un aggettivo o un modo d'essere spirituale, un "essere come Elia". Invece il testo è stringente, tanto è vero che giammai viene usato un comparativo. E poi sono troppi i passi evangelici a riportare la relazione Elia-Battista. Se fosse una semplice analogia non si capisce come mai insistervi tanto.
    Infine faccio notare, a conferma del fatto che l'uso del nome Elia sia predicativo, che esso è preceduto – come nel brano sopra di matteo che ho lasciato il più letterale possibile- dall'articolo: 'o Elias. Elia è quindi il nome proprio di una entità spirituale. "Proprio lui", "ipse" in latino,e infatti in greco viene usato l'articolo. Non un "elia" in senso aggettivale. Questa seconda ipotesi è antigrammaticale.
    Il testo, e la sua analisi grammaticale e sintattica impongono una sola conclusione: si parla proprio di Elia, e- come si vede- egli ha assunto un a nuova incarnazione.

    D'altro canto se gli evangelisti avessero avuto tanto a cuore l'insegnamento del fatto che nessuna anima può rivestire un nuovo corpo, avrebbero potuto togliere ogni ambiguità dicendo "egli è un grande maestro o profeta" senza nominarne uno in particolare. Oppure avrebbero potuto almeno una volta dire è "come Elia", ("più o meno siamo lì"). Invece viene enunciata una identità, non una similitudine.
    Evidentemente Gesù stava proprio affermando una identità sensu strictu, almeno questo è ciò che sintatticamente è più corretto.
    E ciò è corroborata dal contesto ermeneutico ebraico, che in effetti parla di seconda venuta di Elia in senso letterale. A me sembra che Elia, a detta del maestro Gesù, sia dunque disceso nel corpo del Battista. Ora che si tratti di "Ibbur" cioè infusione di spirito o "gilgul", non mi metterei a cavillare… basta precisare che quando una grande persoanlità spirituale torna ad incarnarsi non lo fa come un essere ordinario. Però tecnicamente siano in presenza di "metensomatosi", ritorno nella dimensione corprorea!

  27. Musashi
    | Rispondi

    ma le prove ermeneutiche non finiscono qui.

    Ora ritengo doveroso fare dei collegamenti coi testi di Nag Hamadi. E' vero che non sono ritenuti canonici, ma sono coevi ai canonici. quelli che sono successivi lo sono di poco (al massimo un secolo). In quanto tali essi testimoniano di un sentire diffuso presso i compilatori e le prime comunità cristiane: ci fanno capire come venivano interpretati quei brani. Insomma anche essi fanno parte del contesto ermeneutico.
    Ad esempio L'Apocrifo copto di Giovanni ci dice in proposito:" Ma Satana,il Principe di questo mondo, conobbe che io ero venuto per cercare e salvare quelli che erano perduti e mandò un suo messaggero, cioè il profeta Elia, che battezzava con l’acqua ed era chiamato Giovanni Battista".Qui si fa riferimento alla corrente dei "cristiani di san giovanni", e vi è un intento polemico, tuttavia testimonia di una associazione letterale e strictu senso fra Elia e Giovanni, che evidentemente era ben nota presso le comunità cristiane dell'epoca.

    Vediamo cosa dice il vangelo della Pisits Sophia. In essa Gesù dice:
    «In luogo dell’anima degli arconti che (Giovanni Battista) era destinato a ricevere, trovai – negli eoni della sfera – l’anima del profeta Elia: presi lui, tolsi la sua anima, la portai alla vergine luce, lei la passò ai suoi ricevitori, questi la portarono alla sfera degli arconti e la spinsero nel seno di Elisabetta.
    La forza del piccolo Jao, che è nel mezzo, e l’anima del profeta Elia sono unite nel corpo di Giovanni Battista.
    Quando vi dissi: “Giovanni ha asserito: io non sono il Cristo”, voi avete dubitato e mi rispondeste: “Nella scrittura è scritto: quando verrà il Cristo, sarà preceduto da Elia che preparerà la sua via”; e io vi risposi: “Elia è già venuto, ha preparato ogni cosa – come sta scritto – ed essi lo trattarono a loro piacimento”.
    Visto che voi non capivate che io mi riferivo all’anima di Elia, la quale è unita a Giovanni Battista, mi rivolsi a voi con un linguaggio chiaro, faccia a faccia: “Se volete accogliere Giovanni Battista, egli è l’Elia al quale mi riferivo allorché dissi che sarebbe venuto”» (Pistis Sophia, Libro I°, 7,7-9).

    Insomma qui si spiega persino in che modo nei mondi superiori sia stata preparata la seconda discesa dello Spirito di Elia nel corpo del Battista!
    Si potrà dire che i testi gnostici siano stati scritti da cristiani paganizzanti, ellenizzanti, platonizzanti.
    Comunque i brani citati dimostrano che non è una mia fantasia: l'interpretazione in senso stretto e non letterale dell'identità Elia-Giovanni è più che evidente, e si tratta di una interpretazione assai antica.

    Sta di fatto che i relativi testi canonici sono ben lungi dallo smentire questa lettura…per le ragioni, sia sintattiche che esegetiche, che esposto sinora.

  28. alfareligio
    | Rispondi

    Tutto quello che scrivo Musashi è intrinseco al suo sistema di pensiero. Posso apprezzare il gran da fare che si dà perchè dimostra un interesse sincero. A monte vi è secondo me l'errore di spezzettare i testi e di non confrontarli alla ricerca di una vera coerenza. La stessa modalità di perdersi nel particolare è di Mike che afferma "
    I brani evangelici citati da Alfareligio, concordo con Musashi, non mi sembrano che escludano affatto la reincarnazione. "

    Cristo risponde agli apostoli che lo interrogano sul senso del male che accade all'uomo, a proposito del crollo della torre di Siloe. Dice: non è per i loro peccati che la torre gli è crollata addosso, ma per la maggior gloria di Dio.

    Questo è sufficiente per far cadere ogni tesi di reincarnazionismo evangelico e biblico.

    Non entro nel merito della questione reincarnazione in altre culture ma solo sul tentativo di leggervi quello che nell'essenza del cristianesimo, non c'è. Che poi il mondo che circondava Cristo credesse quella come ad altre teorie non c'entra nulla. Il Cristo esclude la reincarnazione e questo basta. Il resto sono elementi di cultura umana.

    • Giuliano S.
      | Rispondi

      lo sai che su quel brano si fonda l'eresia pelagiana?
      in pratica se lo prendi in senso universale si nega il castigo per i peccati e il libero arbitrio, sia afferma la grazia e la predestinazione.
      A volte, come in quel caso della torre di Siloe si viene colpiti per dare lustro a Dio (che bel Dio! è un Arconte e non lo vedi? ma lasciamo stare…). Quel brano non può essere universalizzato scrive giustamente S. Agostino. Infatti in altri casi si viene colpiti per i propri peccati già in questa vita, e la storia biblica ne è piena (cito un esempio, Saul).
      Se invece si nega che le punizioni terrene possano essere dispensate per punizione dei peccati (come avvenne a Caino, Saul, Datan, Sodoma e Gomorra) si rasenta il plelagianesimo o il predestinazionismo, che sono pericolose eresie esecrate come la reincarnazione!!!
      dunque per bandire una eresia rischia di avallarne un'altre: è una infelice nemesi!!!

  29. Musashi
    | Rispondi

    Il metodo con cui procedo, signor alfareligio è ben più rigoroso e scientifico di quello che crede lei.
    Io non spezzetto testi: è ovvio tuttavia che qui per ragioni di brevità non posso che presentare le risultanze di un lavoro di comparazione (non spezzettamento) ed esegesi. di sicuro ci sono studi e pubblicazioni in ambito sia di neotestamentarismo che di storia delle religioni che danno ampia analisi a tesi analoghe alle mie. A questo dibattito ho contribuito anche io, nel mio piccolo, in ambito accademico.

    Per farsi una idea può leggere il volume del cardianle J. Danilou su Gregorio di Nissa e la reincarnazione. Il quale, pur volendo sostenere che questo grande padre della chiesa criticava la reincarnazione, in realtà fa emergere la complessità del tema. Più si legge il suo libro e più ci si convince ad esempio che certe tesi sono assai poco definitive. Del resto altri padri della Chiesa, comunque la accolsero la reincarnazione.

    Lei invece pensa che basta citare un mezzo brano evangelico per tagliare la discussione. Ma chi? un prete di campagna?

    Lei forse non si rende conto della complessità della ricerca scientifico filologica sul tema.

    Quello che dice lei non fa cadere nulla della discussione.

    Anzitutto NON è vero che Cristo esclude la reincarnazione. Semmai ci sono brani evangelici "ambigui" che fanno pensare invece che implicitamente la accettasse! E sono i passi in questione. Di sicuro non la condanna. Non è un caso che la condanna eresiologica della reincarnazione venga solo dopo secoli! (553 d.C.) Se i brani evangelici fossero stati così espliciti, come si spiega questo ritardo?

    Si spiega così: i passi evangelici non sono espliciti, semmai anzi sono stati probabilmente manipolati o forzatamente interpetati. Anche però a vole escludere queste eventuali manipolazioni (per la verità assai probabili visto lo stato dei vangeli, con le loro lacune, e il fatto che in sostanza il loro testo è palesemente rimaneggiato), in ogni caso non c'è aperta confessione di antireincarnazionismo, o di una particolre escatologica nei vangeli. Questo è un dato di fatto.
    Fu così che ci vollero cinque secoli di dibattito ed elaborazione teologica per arrivare alla condanna del reincarnazionismo in sede cristiana.

    Il che conferma quello che ho scritto finora: che il cristianesimo originario, in più di una corrente, e in più di uno dei suoi interpreti ammetteva quello che lei nega.

  30. Musashi
    | Rispondi

    Se parla di reincarnazionismo evangelico, tenga presente anche la letteratura apocrifa.
    Anche quelli sono vangeli.
    io non parlo di cattolicesimo ma di cristianesimo: in particolare cristianesimo delle origini.
    e' lei che mostra il vizio metodologico del suo pensiero. Lei ammette una perfetta continuità teologica e di pensiero tra cattolicesimo e cristianesimo. La verità è che il proto-cristianesimo è ben altra cosa.
    Devo citarle tutta la corrente di pensiero accademica che mi sostiene? da Walter Bauer alla Pagels?

    La realtà di quello che lei chiama cristianesimo è la continuità di un filone che si è affermato a scapito degli altri. Ed esso stesso è costellato specie fino al sesto secolo da una serie di non poco conto di svolte e ripensamenti teologici. poi dal sesto secolo in poi la dottrina si è stabilizzata, e nasce la "continuità"… ma prima le cose stavano altrimenti.

    Lei vuole difendere il dogma cattolico ad ogni costo. Quindi ogni altro studio del NT diventa inaccettabile. la capisco. Ma lo stato dell'arte della ricerca scientifica esige ben altre ragioni.

    Ad esempio lei dice che sono sbrigativo e taglio corto: questo è esattamente quello che fa lei.
    Nessun brano può essere letto al di fuori del contesto. Dunque nel contesto ermeneutico del detto evangelico ci sono anche i vangeli gnostici: almeno quelli di Filippo, Tommaso, Maria, Verità, Egiziani, Ebrei.
    Se gli stessi padri della Chiesa raccontano che i primi martiri andavano in pasto ai leoni recitando passi del vangelo di Filippo, è evidente che non si può non tenerne conto.
    Quindi i cattolici non vogliono leggerli: ma tengano presente che essi, volenti o nolenti SONO PARTE DEL CONTESTO ERMENEUTICO.

    Siccome qui stiamo interpretando e cercando d contestualizzare i passi evangelici in questione, dobbiamo cercare di capire cosa pensavo quelli che vivevano nelle prime comunità cristiane e avevano più probabilità di noi di aver ascoltato insegnamenti di "prima mano".
    i Vangeli gnostici ad esempio avallano con maggiore disinvoltura questa dottrina escatologica.

    Secondo punto del contesto emrenutico: gli esseni. L'essenismo è una delle probabili fonti del cristianesimo. Più ancora dello stesso AT (il quale è comunque anch'esso opera composito e non unitario monolitica come credete). Alcuni insegnamenti assai simbolici e profondi di Gesù come quelli sulle beatitudini vegnono da ambrienti esseni ( 4Q 525). Persino il rito eucaristico era praticato come centrale nell'essnismo (il che lo distingue dall'ebraismo,) come attestato nelle regole della comunità. Si legga: 1QS VI 2-8 et alii. Anche la pratica del battesimo li differenzia dai giudei. Tutto questo già dal II sec. a.C.
    Che Gesù fosse un esseno è cosa assai probabile. Di sicuro i suoi riti vengono dagli Esseni, più che dall' Antico Testamento.
    Si pensa che Cristo se ne sia distaccato aprendo alla predicazione pubblica una tradizione cenobiti e chiusa.
    Lo stesso cardinal Danielou scrive: "quando la prima chiesa incominciò a svilupparsi, che essa dovette darsi una forma più istituzionale. E qui ancora emergono i punti di contatto con la comunità di Qumran. […] Risulta così evidente che la prima comunità cristiana è immersa in un ambiente ebreo e vicino a Qumran, dal quale essa riprende numerose forme di espressione." (le origini del Cristianesimo e i manoscrtti del marmorto ed. Arkeios).
    Perfino Ratzinger scrive: "i colpisce la devota serietà di questi scritti: sembra che Giovanni il Battista, ma forse anche Gesù e la sua famiglia, fossero vicini a questa comunità. In ogni caso i manoscritti di Qumram presentano molteplici punti di contatto con l’annuncio cristiano. Non è da escludere che Giovanni il Battista abbia vissuto per qualche tempo in questa comunità e abbia in parte ricevuto da essa la sua formazione religiosa"
    Ora così come molte sue dottrine di Gesù vengono da lì (beatitudini, Maestrato di Giustizia= sacerdozio di Melkitzedek, messianismo) , nonchè alcuni riti (battesimo, eucarestia), non si può non far confluire nel contesto ermeneutico l'esseinismo.

  31. Giuliano S.
    | Rispondi

    La credenza degli Esseni nella metempsicosi è variamente attestata. Sia da alcuni riferimenti negli stessi Dead Sea Scrolls, sai dalle testimonianze indirette dei coevi storiografi come il Flavio giuseppe e Filone.
    Entrambi riportano tra le dottrine praticate dagli esseni l'astrologia, la terapeutica e la metempsicosi.(per le citazioni leggere sopra).
    Anche questo è contesto ermeneutico. Non si può dire: quello che pensavo gli uomini intorno a Gesù non conta o non interessa.
    Neanche un cieco fideista ragiona così!
    Invece è essenziale ricostruire, almeno se si lavora in ambito di filologia scientifica, cosa pensavano e insegnavano coloro alla cui scuola si formò probabilmente Gesù.

    Del resto se pensi che in termini escatologici l'AT testamento sia fonte univoca di una dottrina univoca sbagli. esso è la stratificazione di espressioni che sottendono concezioni escatologiche differenti. Nell'ebraismo anzitutto la nascita di una escatolgia che ammettesse la vita dopo la morte è abbastanza tarda. Gran parte dell'antico testamento sembra avallare perfino una visione materialista. Solo dal V secolo avanti Cristo sia affaccia nel pensiero religioso ebraico la riflessione sul post mortem ( e per lo più sotto la spinta del confronto con la religione babilonese). In ogni caso i riferimenti al post mortem biblici (AT) sono abbastanza scarni. E ben lungi dal fornire una linea unitaria. circa le differenti concezioni escatologiche bibliche rimando al grande storico delle religioni Puech. leggasi "Storia dell'ebraismo".
    Sembra che perfino all'epoca di Gesù gruppi cospicui di ebrei come i sadducei seguivano il materialismo biblico.
    E' evidente che il contesto vetero testamentario è assai poco adatto ad indicare i lineamenti di una escatologia cristiana.

  32. Giuliano S.
    | Rispondi

    tornando a bomba:
    esseno forse fu Gesù. Di sicuro gli elementi di essenismo in quello che chiamiamo "predicazione di gesù", sono notevoli. Gli Esseni professavano la reincarnazione.
    Anche questo è contesto ermeneutico.

    Mi preme anche far notare che insegnamenti reincarnazionisti sono presenti negli apocrifi.Persino il più antico vangelo di Tommaso parla di "liberarsi dalle morti" (cit: chi conosce il principio, conosce la fine e si libera dalle morti")
    Per me non è dirimente cercare solo di spremere notizie da quello che emerge nei canonici: è evidente che ci fu una restrizione nel definire il canone cristiano. Ergo nei sinottici si troveranno solo degli accenni.
    Accenni che però non sono passati inosservati.
    Ad esempio lo stesso brano del vangelo di Giovanni, che secondo alfareligio non dovrebbe mai essere letto in chiave reincarnazionista, invece era letto proprio in quella guisa!
    vi è una antica scuola interpretativa (che faceva capo al vangelo Pistis Sophia) che commetna lo stesso insegnamento su Elia-Giovanni: e lo fa spiegandolo nel dettaglio su base della metmpsicosi.
    A me preme dimostrare non tanto quello che Cristo abbia detto (o si vuole che abbia detto). In fondo è questione secondaria, dato che la teologia, qualunque essa sia, sia cattolica che gnostica, si riserva il diritto di interpretare.

    Quello che ha senso in sede di storia delle religioni è ricostruitre un sistema dottrinario e restituirlo nella sua storicità.
    Non mi sono mai arrogato il diritto di fare affermazioni perentorie tipo: "Gesù ha detto questo…".
    Lo lascio a voi del Gris…
    L'unica cosa sensata – tenendo conto dello stato dei testi, del fatto che il canone è stato arbitrariamente selezionato da una corrente (quella "proto-cattolica"), che i testi sono stati esposti e soggetti a manipolazioni (ìn parte anche involontarie), che i vangeli sono stati scritti non da Gesù ma dai suoi uditori, che quello che vi hanno inserito è MATERIALE INCOMPLETO (per stesso ammissione di Giovanni)- sia cercare di ricostruire una struttura del pensiero protocristiano.
    Che questo sia l'espressione fedele del dettato del suo fondatore resta impregiudicato. Certo io ritengono più vicino all'originale il pensiero di un cristiano del III secolo che quello di Tommaso d'Aquino, se non altro per ragioni di probabilità.

    Il modo più probabile per capire che significato da dare alle parole di Cristo, in sede ermeneutica, è quello appunto di contestualizzare: cioè ricostruire ciò che pensavano i primi suoi seguaci.
    Insomma i brani evangelici ci sono. Mi accontento di descrivere come venivano intesi nel proto cristianesimo delle origini. Il fatto che alcune di queste letture poi furono messe in minoranza, dopo alcuni secoli e PROIBITE (non lo scordiamo, perchè questo elemento non è secondario per dimenticare una idea), non toglie che esse fossero perfettamente legittime in quello che era il cristianesimo antico.
    Su questo rimando all'opera dell'esimio pioniere W. Bauer che ha esposto il tema della reincarnazione cristiana sulla base delle scritture e dei padri della Chiesa. si legga "Ortodossia ed eresia nel cristianesimo delle origini". basta leggerlo per capire che non si tratta di suggestioni teosoficheggianti, ma di un lavoro accademicamente serio, che ha fatto e fa scuola.

  33. Giuliano S.
    | Rispondi

    (NOTA: Preferisco continuare a scrivere senza il mio vecchio pseudonimo: Musashi.
    In fondo sto espondendp qualcosa che riguarda non le mie ricerche esoteriche ma un lavoro di ricostruizione accedmica, non devo nascondere nulla: è solo ricerca universitaria, il mio lavoro).

    Ora per concludere:

    1) vi sono correnti ebraiche coeve a Cristo reincarnazioniste.
    2) Gli Esseni, di cui è sempre più vivo l'influsso sul Cristianesimo come dottrine e rituali erano reincarnazionisti: tant'è che c'è chi li considera degli ebrei pitagorici (cosa peraltro controversa. Comunque è certo che ammettessero la metempsicosi.
    Se ci si chiede da dove derivi il reincarnazionismo crisitano (oltre che nello stesso ebraismo) lo possiamo cercare proprio fra gli Esseni.

    3) Gli gnostici erano cristiani: Valentino per pochi voti non divenne papa nel 140. sono addirittura considerati i primi teologi cristiani e di fatto lo furono. L'essere considerati eretici, non toglie che fossero cristiani. In tanto poterono essere avversati come eretici in quanto furono cristiani. Altrimenti sarebbero stati considerati pagani o gentili e non certo eretici.
    in ogni caso la corrente reincarnazionista sopravvisse agli gnostici, essendo infatti seguita o ammessa anche da cristiani tecnicamente non gnostici o antignostici (citai anche S. Agostino).
    4)anche dopo l'espulsione degli gnostici, la metempsicosi fu ammessa dai seguenti Padri della Chiesa:

    -Origene Adamantio e la sua scuola.
    -Dionigi Aeropagita
    -San Clemente di Alessandria
    -S. Giustino martire
    -Arnobio
    Aggingere anche San Gregorio di Nissa, ma con ampia riserva. (poichè sembra ammettere la reincarnazione ma solo in forma umana, mentre aborrisce la rinascita in forma animale. In altre opere passa a contrastare anche la reincarnazione sostenuta dai platonici: tuttavia lo fa con poca enfasi e quasi sembra ammettere quello che vuole confutare. Insomma posizione altalenante, indice forse della necessità di un compromesso fra istanze vecchie e nuove).
    Se il signor alfareligio si prendesse la briga di studiare i padri della Chiesa e non solo il catechismo cattolico (io vi ho passato anni a studiare la teologia greca, orotodssa e cattolica) forse capirebbe che ripetere a vanvera gli articoli del catechismo non serve a molto in sede filologica.
    gli scritti dei padri della Chiesa ci sono: segno evidente che i concili non hanno potuto occultare tutto
    Basta leggerli.
    ….li legga alfareligio e poi ne riparleremo.

    Lei ama e preferisce il "nuovo cristianesimo". Mi domando se questo suo fideismo si basa più su una cecità interiore, sull'ignoranza dei testi (almeno quelli della patristica), o sulla mancanza di onestà intellettuale.
    Personalmente le sue scomuniche mi toccano assai poco.
    Credo che chi abbia avuto la pazienza di leggermi (ancorchè il materiale che allego deve essere per forza limitato in questa sede) sia in grado di farsi una opinione sulla serietà di quello che scrivo.

  34. Auletes
    | Rispondi

    Quoto in pieno quanto scritto da Musashi.

    Concordo anche con le ‘ragioni’ da te ipotizzate per spiegare l’orientamento teologico che ha via via allontanato la nascente chiesa dai lineamemti originariamente posseduti. Credo che tutto vada inquadrato nella perdita (volontaria o meno) dei tratti ‘misterici’ originariamente propri al cristianesimo antico.Su questo sito si trovano vari articoli in merito come quello di Nuccio d’Anna sui Culdei e la Chiesa Celtica, inizialmente sfuggita alle riforme imposte dalle ortodossie conciliari, e quindi testimoniante ancora i tratti misterici che doveva avere l’antica dottrina.

    Penso anche io che sulla reincarnazione i teologi abbiano voluto essere piu’ realisti del re e tacciare di eresia tutto cio’ che fosse proprio anche a religioni precedenti. Se qualcosa e’ gia’ stato sostenuta dai pagani deve essere per forza sbagliata.

    Per il resto -come si vede nelle polemiche antignostiche degli eresiologi- tutto fu orientato verso la massima semplificazione dei temi metafisici: pee rendere piu’ digeribile ai semplici la dottrina.

    In ogni caso restano le testimonianze di santi dei primi secoli-io ho citato anche S Gerolamo. Tutto questo crea molto nervosismo nei cristiani di oggi.

  35. Giuliano S.
    | Rispondi

    "elementi di cultura umana"?? e chi stabilisce dove finisce l'umano e dove inizia il divino? alfareligio torna col suo cavallo di battaglia, avendo scienza infusa può certo dirci cosa è umano e cosa è divino.

    Ora dismessa la veste del ricercatore esoterico, mi limito a studiare i brani scritturali. Lascio del tutto impregiudicato se un testo della Bibbia sia di natura umana o divina, anche perchè la cosa non ha rilievo scientifico.
    Mi limito a leggerlo per quello che c'è scritto con la riserva scientifica e filologica di interpretarlo secondo le concezioni attestate all'epoca e nell'ambiente in cui fu compilato e con in più la conoscenza che mi viene dallo studio delle religioni comparate.
    Prendiamo un passo del Libro della Sapienza.
    testo:" Ero un fanciullo di nobile indole, avevo avuto in sorte un'anima buona oppure, essendo buono,
    ero entrato in un corpo senza difetto."
    Ci insegna due cose. la prima è che si nasce in un corpo o con determinate segnature (astrologiche, fisiche, morali, psichiche) sulla scorta di qualità morali o spirituali acquisite precedentemente all'incarnazione. ("essendo buono ero entrato in un corpo senza macchia"). Acquisite in precedenti forme di esistenza, non necessariamente fisiche.E' comunque indubbio che secondo il Libro della Sapienza l'anima preesiste al corpo e alla nascita fisica, come insegnavano i platonici. Questo smentisce la dottrina cattolica, o meglio le DECISIONI imposte dai concili.
    In secondo luogo questo passo insegna che si riceve in sorte l'anima. Che viene quindi distinta dal principio coscenziale e spirituale. In ebraico infatti Neschamah e ruach sono due cose ben distinte da nephesch (anima).
    L'anima è la parte psichica, vitale, sede degli istinti e non è la parte spirituale. Anche questa viene assegnata o scelta , essendo un veicolo sottile come il corpo. La scelta del daimon è presente più o meno in questi termini anche nel platonismo (mito di Er).
    La distinzione fra spirito e anima fu bandita solo nell' 870, dal IV concilio di Costantinopoli.
    Il motivo fu che proprio in ragione del fatto che l'anima tradizionalmente è un veicolo sottile che viene assunto al momento dell'incarnazione. le caratteristiche che risiedono nell'anima come dato di nascita hanno implicazioni nella preesistenza al corpo. Così quello fu un residuo della precedente (e tradizionale) dottrina metafisica. ll concilio statuì la sola esistenza dell'anima (intesa come "facente funzione" anche per lo Spirito, il che però è una bella deviazione dall'originale antico, anche solo se vogliamo limitarci all'ebraismo).
    La scelta fu quasi obbligata perchè la distinzione fra Spirito e anima trova collocazione anche in metafisiche reincarnazioniste. E però anche nel Libro della Sapienza. La Chiesa se ne avvide però solo dopo altri tre secoli dalla condanna della reincarnazione.
    Peccato però che nel canone biblico siano rimasti passi, soprattutto quelli dei libri sapienziali che implicano una metafisica diversa da quella voluta dal cattolicesimo.

    Temo che alfareligio ci rimarrà male. Il fatto è che la Chiesa ha errato nel lasciare nel canone un testo come quello della Sapienza, che non è certo in linea con il suo sentire, semmai lo è con la tradizione salomonica che è una tradizione magico regale.
    si tenga presente che, seppur accreditato a Salomone il libro fu scritto nei primi decenni della nostra era da ebrei alessandrini. Che condividevano una metafisica affine al pitagorismo e al platonismo (questi influssi sono presenti nello stesso vangelo di Giovanni).
    Libero un cattolico di rigettare come "filosofia umana" il platonismo.
    Lo storico delle religioni deve però prendere atto di cosa è scritto nella Bibbia, nel canone ebraico, quale era il pensiero ebraico e tutto questo trova conferma nel Libro della Sapienza.
    Quello che vede lo storico delle religioni è che dottrine di quel tipo sono presenti nello stesso ebraismo e nei testi ritenuti canonici dall Chiesa. Che l'influsso del platonismo si avverte non solo nel cristianesimo ma in buona parte anche nell'ebraismo stesso, da cui il crisitanesimo pretende di essere originato.
    che la tradizione ebraica non è nulla in se non il prodotto di influssi egizi e babilonesi.

    In tutto ciò è miope voler seguire una linea interpretativa del tipo:
    ebraico= biblico= divino.
    Tutto il resto viene dall'uomo o dal Maligno.
    Di tecnicamente ebraico c'è poco. Molta parte della tradizione biblica viene dall'egitto, da babilonia, perfino dal platonismo. gli influssi esogeni al mondo semitico ebraico sono ugualmente presenti nella Bibbia ( e non solo in essa). Molti di questi insegnamenti sono assai difformi nella loro metafisica dal teismo cattolico. Problema dei cattolici.

    Però si riconosca che queste istanze furono ancora presenti nel cristianesimo antico, non ancora riformato dall'opera dei concili.
    Se poi il cristianesimo si è modificato o è stato modificato, è affare loro.
    Anche se capisco la loro difficoltà a volerlo ammettere. (ne va della loro stessa legittimità).

  36. Marco
    | Rispondi

    Dotta discussione, devo dire che malgrado le inevitabili polemiche, e’ stata esposta, soprattutto da Musashi, una notevole messe di materiale.
    Vorrei chiedere se qualcuno di voi mi sa indicare qualche testo che tratta della eventuale presenza di reincarnazione o metempsicosi nel cristianesimo.

  37. Musashi (Giuliano)
    | Rispondi

    A meno che tu non voglia leggere "Rechtglaubigkeit und Ketzerei im altesten Christentum" del Bauer,
    credo di materiale serio in lingua italiana ce ne sia ben poco.
    In compenso abbondano le pubblicazioni, specie delle edizioni paoline, di esegeti cattolici in cui si tende a mostrare lo zelo antireincarnazionista di molti Padri della Chiesa. Famoso lo studio di J.Danielou su Gregorio di Nissa. Ma ve ne sono molti di saggi storici su autori cristiani, pur platonici che, in linea con l'ortodossia , rigettavano la metempsicosi.
    Tanto zelo non servirà a nascondere l'imbarazzo per quegli antichi padri del cristianesimo che invece -prima dei concili- si erano espressi in tutt'altro senso??fatta questa ironica considerazione
    mi limito a consigliare:
    -Bertholet "La reincarnazione nel mondo antico e moderno", ed. mediterranee, opera in due volumi. nel primo volume si trovano trattati gli aspetti controversi dell'accoglimento della reincarnazione fra i primi cristiani. Lavoro molto serio.
    – Elizabeth C. Prophet "Reincarnazione. L'anello mancante del Cristianesimo". Opera più recente che ha il vantaggio di contemplare le fonti letterarie di Nag Hammadi e di Qumran, insieme all'analisi comparata dei testi "canonici" del Nuovo Testamento.

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