L’ambiente alpino di fronte all’aggressione

Luigi Dematteis, Le Alpi per noi... e noi per loro?Industrializzazione e urbanizzazione hanno aggredito i nostri paesaggi, deturpando aree di meravigliosa bellezza. Gli ultimi secoli, e in particolar misura gli ultimi decenni, hanno visto una spaventosa accelerazione nell’intrusione di fumi, asfalti, macchinari e cementi in luoghi sino a poco tempo fa incontaminati. Alla base di questa turpe aggressione verso l’ambiente sta una concezione predatoria e utilitaristica della natura, vista quale mero strumento nelle mani dell’uomo, concepito invece come il signore e il fulcro dell’intero universo.

Nei tempi antichi una simile idea avrebbe fatto inorridire qualunque persona di buon senso. Tradizionalmente, infatti, il cosmo veniva concepito come una totalità, della quale l’uomo è parte integrante e nella quale vive in modo simbiotico. In via esemplificativa si possono richiamare, a questo proposito, le immagini sacrali di boschi, fonti e ruscelli; le divinità che gli antichi ritenevano dimorare sulle vette montane o agli incroci dei sentieri, quelle protettrici della caccia o dei raccolti, o ancora le feste legate al ciclo annuale, che avevano una precisa corrispondenza con altrettante fasi della vita dell’uomo. Spezzato il legame tra uomo e natura, secolarizzati i rapporti di tipo sacrale e religioso col mondo, l’ambiente in cui viviamo ha finito per l’appunto col venire considerato alla stregua di una semplice risorsa da sfruttare, vuoi a fini industriali, estrattivi, commerciali o turistici. Anche la fauna ha subito gli effetti devastanti delle idee di matrice illuministica.

Questa metamorfosi dell’ambiente è esaminata con cura e passione da Luigi Dematteis, autore di un altro prezioso volume che è venuto recentemente ad arricchire la nota collana “Quaderni di cultura alpina”: essa, fiore all’occhiello delle attività delle Edizioni Priuli e Verlucca, annovera testi dal contenuto vario, ma accomunati da eguale rigore scientifico. Il libro si sofferma maggiormente – per il piacere del lettore – su come le Alpi erano (e in parte fortunatamente ancora sono), ossia su quella severa cultura contadina che commuove profondamente per la sua bellezza semplice e autentica. Seguendo un itinerario non geografico ma tipologico, l’autore ci conduce così, di capitolo in capitolo, attraverso le Alpi “archiviate, pascolate, coltivate, abitate, consacrate, lottizzate, fortificate, studiate, scalate, sfruttate, attraversate, vendute arrabbiate e riconciliate”. Vediamo così in rapida successione monti, valichi, baite, il duro lavoro di uomini e muli, le fortificazioni medievali e quelle della Grande Guerra, mappe rinascimentali e architetture ultramoderne. Ciò che resta, voltata l’ultima pagina e osservate tutte le 370 fotografie che compongono il volume, è una gran voglia di tornare al più presto a respirare l’aria di questi luoghi di grande richiamo spirituale, per ritrovare quel che ha resistito sinora alla foga distruttrice dei tempi moderni.

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Luigi Dematteis, Le Alpi per noi… e noi per loro?, Priuli e Verlucca (Quaderni di cultura alpina), Torino 2004, pp. 96, € 19,50.

Tratto da La Padania del 2 novembre 2004

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Alberto Lombardo è stato tra i fondatori del Centro Studi La Runa e ha curato negli anni passati la pubblicazione di Algiza e dei libri pubblicati dall'associazione. Attualmente aggiorna il blog Huginn e Muninn, sul quale è pubblicata una sua più ampia scheda di presentazione.
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  1. WALTER
    | Rispondi

    Concordo. Concordo 'così tanto' che da tre anni sono venuto a vivere quassù a Ferrera Moncenisio, all'ombra di un frassino che ha tre secoli, ed in una casa del 1585…"Le radici profonde non gelano"…

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