Le radici spirituali dell’Europa. Romanità ed Ellenicità

Giandomenico Casalino, Le radici spirituali dell'Europa. Romanità ed Ellenicità
Giandomenico Casalino, Le radici spirituali dell'Europa. Romanità ed Ellenicità

Il nuovo saggio di Giandomenico Casalino, noto avvocato leccese, filosofo tradizionalista e studioso della cultura giuridico-religiosa romana, si inquadra in una precisa visione del mondo, che già nelle sue ben note e precedenti opere, si è andata delineando come adesione totale a quella dimensione arcaica, ermetica e quindi tradizionale, che ha avuto in Julius Evola il suo ultimo Sapiente.

Già il sottotitolo fa presagire i binari entro cui si sviluppa la sua ermenuetica, che rigetta in egual misura sia la vulgata semitica, che pretende di forzare sia la storia che l’anima dell’Europa affermando che le radici spirituali della stessa possano ritrovarsi solamente nella tradizione giudaico-cristiana, che la vulgata massonica, illuminista e laico-libertaria, altra faccia della medesima medaglia, quale seme unico della decadenza moderna d’Occidente, quale unico disconoscimento di ciò che attrae l’umano al Divino, di ciò che conduce oltre la dimensione passionale della fede o la sfera animalesca, egualitaria dello scientismo, dell’umanitarismo politico e pseudo-iniziatico.

Si tratta della relazione tenuta dall’Autore il 28 Ottobre 2006 a Forlì nel quadro di una conferenza, appunto sulle radici europee, organizzata dall’Associazione Romània Quirites e dalle correlate edizioni Victrix. Casalino precisa preliminarmente come il suo discorso, che è discorso di stretta attinenza arcaico-tradizionale, sia primariamente erotico, di amorosa attrazione, di iniziale emozionalità verso quella dimensione del Sacro, ormai svanita nelle vite e nelle società contemporanee. Tale sfera spirituale per un europeo non può che essere afferente al mondo greco-romano, alla sua cultura, alla sua civilizzazione tanto nel diritto quanto nella sua profonda religio. L’autore si riconnette giustamente ad una componente fondamentale della Grecità, quella dorico-spartana, quella platonica in netta contrapposizione con la decadenza ateniese o sofistica, ma in stretta relazione col Mistero di Roma, come definito da Evola, quali rami diversificati di un’unitaria diffusione della cultura indoeuropea nel mondo pre-cristiano, la prima riprendendo la via dell’ascesi contemplativa, il secondo la via virile ed ermeticamente secca dell’Azione. A nostro giudizio, il quadro sarebbe risultato organicamente completo, se all’Ellade, a Roma, si fosse anche affiancato un maggiore approfondimento su tutto quel mondo germanico, che, con gli Ottoni, col Barbarossa, con Federico II, tanto ha contribuito allo sviluppo dell’ultima frontiera tradizionale, all’autentico e regale spirito del Ghibellinismo, come ben avevamo compreso Evola e Romualdi…e come “perfettamente“ hanno travisato alcuni loro stolti detrattori!

Nel testo ritroviamo tutto quel furor che l’Autore ha evocato nella citata conferenza, a cui noi eravamo presenti, e possiamo dire di aver rivissuto quell’esperienza emozionale rileggendo il testo, il quale permette di capire come i riferimenti alle civiltà arcaiche siano prettamente interiori, spirituali, al quanto lontani dalle confuse e diffuse concezioni museali ed archeologiche, che oggi spesso circolano ed avanzano circa l’antichità. Ciò permette al Casalino di avanzare progressivamente nel tempo e tracciare, con le armi della sapienza antica, le tappe dell’involuzione moderna, non risparmiando giudizi in qualche caso estremi ma al quanto necessari, nei confronti del dualismo cattolico, dell’orizzontalità umanistica, della nebulosità femminea della massoneria. La stella polare è sempre una visione del mondo strettamente spirituale e verticalmente orientata, che non fa sconti alla modernità e che di essa ne ritrova tutti i sintomi come di una vera e propria patologia, di un’autentica inversione del Sacro, che era, è e sarà sempre l’elemento armonico tra umano e Natura, elemento organico tra nazionalismo ed Impero, elemento trasfigurante tra l’Io ed il Divino. Le risposte finali alle osservazioni degli astanti sono state, inoltre, la propizia opportunità per affondare con decisione “la lama” contro la vera radice della modernità, che non è di natura economicistica o socio-politica, come possono illudersi di pensare gli esponenti della sinistra, che conoscono la categoria della globalizzazione, ma filosoficamente ignorano quella del Mondialismo:”…a livelli alti il discorso è dommaticamente imperialista, ateicamente imperialista e nella profondità del suo nocciolo è propriamente satanico, satanico poiché divide l’uomo dalla comprensione del cosmo e il dominio di questo potere è finalizzato alla cattura delle anime e a null’altro, la guerra è sempre quella, il resto è contorno”.

Il testo di non troppe pagine, infine, dallo stesso autore considerato come un’utile introduzione ai suoi studi più impegnativi, risulta snello, appassionante e personalmente riteniamo possa essere considerato, per le nuove generazioni, un punto importante di riferimento, con dei contenuti essenziali per la comprensione di una visione del mondo tanto arcaica quanto necessaria ed urgente per i destini futuri dell’Europa:” …in un futuro non remoto dovremmo incontrarci con altri comites, altri fratelli, camerati, che intendono la vita come la intendiamo noi, sentono quello che sentiamo noi, con sensibilità anche differenti e direi anche contrastanti a volte, però quello che ci ha insegnato Roma è che quello che ci unisce dev’essere superiore a quello che forse ci può dividere: questo è il massimo insegnamento! “.

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Giandomenico Casalino, Le radici spirituali dell’Europa. Romanità ed Ellenicità, Edizioni Icaro, Lecce 2007.

Recensione pubblicata su Vie della Tradizione n. 149, Maggio – Agosto 2008.

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Nato a Taranto nel 1977, è stato l’animatore nei primi anni del 2000 del Centro Studi Tradizionali Cuib Mikis Mantakas, con la correlata fanzine Camelot, a cui hanno offerto la loro preziosa collaborazione numerosi studiosi del tradizionalismo italiano. Attualmente, i suoi interessi, che spaziano dalla metapolitica alla Tradizione, dall’antichità classica alla dottrina ermetico-alchemica, lo coinvolgono in alcune collaborazioni di rilievo con riviste come Vie della Tradizione, Elixir, Arthos, Orientamenti, Orion. Suoi articoli sono apparsi anche su pubblicazioni come Ciaoeuropa, Graal, Hera, Simmetria ed Arketè.

  1. Paganitas
    | Rispondi

    Completamente d'accordo. Sento tanti battersi per le radici giudaico cristiane dell'Europa. Ma parliamo delle VERE radici dell'Europa, quelle che non gelano mai. E non sono certe mitologie orentali d'importazione ma le vere radici autoctone. Io non mi fermerei solo alle Grecità e alla Romanità. Parlerei delle radici IndoArie, popolo ancestrale dai precisi contorni spirituali che si possono ancora rintracciare nelle diverse connotazioni dell'Europa di oggi. Basta cercare l'etimo di Europa e il mito che gli sta dietro, certo non è nulla di giudaico cristiano.

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