Le Dictionnaire infernal: una curiosa operetta del XIX secolo

dictionnaireA partire dal XV secolo, l’attenzione dei demonologi concentratasi dapprima solo sullo studio dei poteri del diavolo, si spostò sulle specifiche attività dei demoni. Le fonti cui questi pii dotti facevano riferimento erano essenzialmente costituite da credenze popolari e da interpretazioni di teologi e anacoreti.

Una delle fonti più consultate era rappresentata dalla Pseudomonarchia daemonum di Johann Weyer, medico olandese allievo del celebre mago ed alchimista Agrippa von Nettesheim, che passava in rassegna varie entità demoniache, descrivendone fattezze, peculiarità e poteri.

Proprio dall’opera di Weyer trarrà numerosi spunti Collin de Plancy per il suo Dictionnaire Infernal, pubblicato per la prima volta nel 1818, in Italia nel 1876. Il libro raccoglie oltre duemila voci riguardanti le credenze, le superstizioni, la magia, l’esoterismo e il folklore sia passato sia contemporaneo all’autore.

Così nel frontespizio dell’edizione del 1826 viene descritto il contenuto di quest’aureo libretto: « Dizionario e Libro Universale sulle credenze, i personaggi, i libri, le morti e le cause che portano alle manifestazioni e alla magia degli accordi con l’Inferno; divinazioni, scienze occulte, meraviglie, errori, pregiudizi, tradizioni, credenze popolari, superstizioni varie, e generalmente tutte le particolarità del meraviglioso, del sorprendente, del misteroiso e delle credenze soprannaturali».

L’opera, infatti, si presenta come un repertorio curioso, ricco di aneddoti a metà fra storia e leggenda. Si tratta spesso di descrizioni che hanno del comico, ma che presentano tuttavia grande valore antropologico, in quanto mostrano in che modo la civiltà umana si sia rappresentata nel corso dei secoli creature e regni d’oltretomba, sabba e riti magici, bislacche credenze e simboli apotropaici, attraverso immagini desunte dalla mitologia, da culti arcaici od esotici e dalla semplice immaginazione.

Nel susseguirsi delle sue edizioni – dalla prima (Parigi, 1818) alla sesta e definitiva (Plon, 1863) – il libro ha subìto numerose modifiche sia riguardanti il contenuto sia inerenti la sensibilità filosofica e religiosa dell’autore, dapprima sostenitore delle tesi illuministe, poi fervente cattolico. Probabilmente l’edizione più famosa è quella del 1863, nella quale furono accluse al testo delle illustrazioni tratte per lo più dai ritratti di demoni di Louis Breton e da Les diables de litographie, raccolta di tavole di demonologia scherzosa di Eugène-Modeste-Edmond Poidevin. Molte di queste immagini furono poi utilizzate nell’edizione del libro The Lesser Key of Solomon di S. L. MacGregor Mathers, iniziato e Gran Maestro del famoso sodalizio magico della Golden Dawn.

diavoloDedicatosi sin da giovanissimo alla filosofia e alle scienze occulte – pare infatti che da ragazzo facesse parte di una setta dedita al culto di Lucifero volta a promulgare scritti filosofici – de Plancy avrà in odio i valori tradizionali della gente semplice. Imbevuto di filosofia razionalistica, non credeva inizialmente in molte superstizioni. Per esempio, nel Dizionario così avrà ad esprimersi sui tormenti dell’Inferno: «Negare che dopo la morte ci siano tormenti o ricompense è negare l’esistenza di Dio; da quando Dio esiste, deve essere stato necessariamente così. Ma solo Dio conosce le pene inflitte ai colpevoli, o il posto che li conterrà. Tutte le catalogazioni fatte fino ad oggi sono solo frutto di una maggiore o minore immaginazione disordinata. I teologi devono lasciare che i poeti raffigurino l’Inferno e non cercare di spaventare la gente con descrizioni orribili e libri raccapriccianti».

L’atteggiamento verso la materia trattata non muterà nemmeno dopo la sua conversione al cattolicesimo avvenuta nel 1841, anche se alle voci che compongono il Dizionario saranno aggiunti giudizi in linea con l’ortodossia religiosa e con l’insegnamento della Chiesa: la superstizione per de Plancy è pur sempre da combattere, se prima era nemica della Ragione ora lo è della Fede.

Curioso è il fatto che gran parte delle opere del de Plancy sia stata composta nell’eremo norvegese di Sognefjorden dove a soli diciotto anni ebbe a ritirarsi in solitudine, dedicandosi all’attività letteraria: tra di esse, oltre al Dictionnaire Infernal, ricordiamo il Dizionario delle reliquie e delle immagini miracolose (1821). Mentre, dopo la conversione De Plancy terminò la sua carriera collaborando con l’Abate Migne alla stesura di un Dizionario delle scienze occulte od Enciclopedia Teologica, morendo di polmonite alla veneranda età di 95 anni nel 1887.

La sua profonda competenza nelle scienze occulte gli valse il plauso del mago inglese Aleister Crowley, che ebbe a definirlo “sommo filosofo del sapere proibito”, il suo Dizionario Infernale, invece, gli varrà la sempiterna permanenza nelle librerie dei curiosi d’ogni latitudine, oltre che in quelle di esorcisti e studiosi dell’occulto. Del resto nella ristampa della quarta edizione, edita in Italia nel 1969 per i tipi della Bompiani, si rammenta che il libro: «Potrà essere usato liberamente da due tipi di lettori: i timorati, per trovarvi notizie sugli spiriti infernali da evitare, i corrotti, per sapere come commerciare col demonio».

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  1. Federicosecondo
    | Rispondi

    De Plancy, Crowley, Golden Dawn : la fantasia degli occultisti al potere. Ma non parliamo di esoterismo, per cortesia…

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