La via solare nel XXI secolo

LA VIA SOLARE NEL XXI SECOLO (1)

1.- Il mutamento antropologico e la ‘solidificazione del mondo’.

Nel mio libro I Misteri del Sole ho cercato di chiarire il percorso dell’adepto dei Misteri mitriaci “sub specie interioritatis”, ossia cogliendo il contenuto effettivo dell’esperienza interiore (2).

Si tratta ora di comprendere come questo percorso interiore possa essere praticato – e non meramente pensato sul piano logico-discorsivo – nelle condizioni esistenziali e ambientali del ricercatore spirituale contemporaneo.

Nel corso dei secoli e dei millenni si sono infatti verificati processi di trasformazione e di involuzione che riguardano direttamente la costituzione interiore dell’uomo; essi sono, essenzialmente, la “mentalizzazione”e il dualismo io-mondo irrigiditosi sempre di più nel modo di percepire e di vivere il rapporto uomo-mondo.

Tali processi, strettamente legati fra loro, vanno compresi nelle loro peculiarità di fondo, per un coretto inquadramento della Via Solare nell’epoca attuale.

Nel passaggio dalle società tradizionali – ossia sacralmente orientate “dall’alto e verso l’alto”(3) – al mondo moderno, vi è stato un progressivo spostamento dello stile di pensiero da un pensiero sintetico-intuitivo – che si esprime nel linguaggio del simbolo e del mito ma anche, ad esempio, nello stile asciutto e conciso della lingua latina – a un pensiero logico-discorsivo, dialettico, che tutto analizza, scompone, misura, quantizza(4). La condizione interiore corrispondente è quella in cui la testa è la parte del corpo in cui la coscienza esplica la sua condizione di veglia; l’uomo sente se stesso, si percepisce come coscienza nella testa (5).

A tale riguardo si può ricordare che il vocabolo “ragione” dipende, etimologicamente, dalla radice “ra-” che è anche la radice di “raggio”; la ragione è come un raggio che dal centro raggiunge un punto della circonferenza, mentre al pensiero sintetico-intuitivo è propria la comprensione complessiva del cerchio, ossia della realtà nei suoi molteplici livelli (6).

Orbene, questa forma mentale dialettica si è stratificata e ispessita, divenendo un modo di essere ordinario ed abituale dell’uomo.

La filosofia cartesiana del “Cogito ergo sum” e tutta la filosofia successiva sono – come giustamente osservava il Guénon (7) – un sintomo e un effetto del clima psichico e culturale dell’epoca e, a loro volta, divengono un fattore di accelerazione e di intensificazione del razionalismo.

Inoltre, lo sviluppo tecnico-scientifico, la progressiva dominazione della materia con gli strumenti della tecnica – legata alle scoperte scientifiche – hanno ispessito una concezione dualistica e pietrificata della realtà. È quella che il Guènon chiama la “solidificazione del mondo”(8).

L’uomo si concepisce e si percepisce come una entità a sé stante, staccata e isolata dal mondo dei fenomeni. Il mondo si dispiega di fronte alla coscienza dell’uomo moderno quale realtà pietrificata, disanimata, misurabile e quantizzabile ma inconoscibile nella sua essenza.
La distinzione kantiana fra fenomeno e noumeno, oltre ad essere un segno dei tempi, è, a sua volta, un fattore di consolidamento e irrigidimento di questa visione pietrificata del mondo.

Altro aspetto – strettamente connesso ai precedenti – è la prevalenza egemone dello spirito individuale; l’uomo si percepisce e si concepisce come atomo, entità a sé stante, staccata non solo dal Tutto cosmico ma anche da una tradizione culturale, da un popolo, dalle sue radici.

Tradizioni, radici, popolo, non sono più da molto tempo un “sentimento vivente” che sia parte integrante e costitutiva del modo di percepirsi del singolo. Lo stesso declino del senso della festa nelle aree metropolitane è, al riguardo, un sintomo eloquente.

Il declino dello stesso sentimento religioso fideistico, la tendenza a ignorare la dimensione del divino, a non curarsene come qualcosa che non ci riguarda, quel clima nichilistico della “morte di Dio” che Nietsche aveva lucidamente profetizzato nelle sue opere e di cui Heidegger e Jünger discussero poi in un loro famoso epistolario (8), completano il quadro del clima esistenziale e culturale dell’uomo contemporaneo.

2.- La Filosofia della Libertà.

Nella Filosofia della Libertà Rudolf Steiner (9) sistematizza i presupposti filosofici di un nuovo itinerario di liberazione interiore adatto alla costituzione interna dell’uomo moderno e dello stesso ricercatore spirituale nonché al clima generale di pietrificazione e di “pensiero morto” ampiamente consolidato nell’Europa del primo Novecento.

In questa sua opera fondamentale Steiner afferma che “il pensiero esiste al di fuori dei sensi e che non solo da essi non trae origine, ma anzi è l’unico elemento che conferisca loro un qualche valore, un qualche interesse”(10). In seguito non si limiterà a dimostrare questa vita del pensiero nata dallo spirito. A chi non la constata dentro di sé dirà: “Siete dei ciechi nati che non possono essere operati. Il mondo esteriore vi sembra l’unico reale perché non avete sviluppato quello interiore. Eppure il primo non è che il riflesso del secondo. Fortificate l’anima e vedrete che è lo spirito umano che è in voi a completare la percezione per raggiungere la realtà”(11).

Sul piano filosofico egli con quest’opera vuole legittimare le due tesi che fungono da base di pensiero e di azione interiore:

1) L’uomo è in grado di conoscere le leggi direttrici dell’universo partecipandovi attraverso un pensiero svincolato dal sensibile.

2) Quando ha riconosciuto e accettato queste leggi, l’uomo è interiormente libero e libero nella sua azione quando agisce in conformità ad esse.

La libertà che egli concepisce è incompatibile coi sistemi dei filosofi che negano all’uomo qualunque possibilità di cogliere la realtà tramite la conoscenza. Per Steiner è il “pensiero vivente” a unire l’uomo al reale e in quella attività egli è libero. Attraverso i sensi, l’uomo percepisce solo l’esteriorità delle cose e gli sarebbe impossibile comprenderle nella loro essenza. Ma alla percezione sensibile egli unisce, nell’atto del pensare, una percezione spirituale grazie a cui l’uomo riesce appunto a conoscere le realtà spirituali sottese nell’universo. Oltre a conoscerle, ha anche la libertà di agire in modo conforme alle finalità che gli vengono rivelate. Pertanto non esiste un divario fra il suo pensiero che conosce il vero e la sua volontà che vuole il bene.

3.- La “Moralische Phantasie”.

L’uomo che “pensa” prevede le conseguenze dei propri atti e può valutare se si accordino o meno con gli scopi universali che si riflettono nel suo pensiero. Per creare questo accordo fra pensiero, azione e leggi universali, egli deve dotarsi degli strumenti che consentano tale accordo.

La facoltà che si ridesta in lui è quella che Steiner chiama, con una formula divenuta celebre, la “Moralische Phantasie”, la immaginazione creatrice morale (12).

L’intuizione contemplativa di Goethe – come quella famosa della Urpflanze (“la pianta primordiale” di cui le varie piante sono singole manifestazioni sensibili) e lo sguardo creativo dell’artista potrebbero apparire doti misteriose riservate a qualche eletto, le quali possono divenire, con una seria e gioiosa disciplina interiore, una conquista di ognuno, perché la natura umana ne contiene la possibilità (13).

Per immaginazione non occorre intendere una fantasia arbitraria e disordinata ma una facoltà creatrice che trasforma il pensiero concettuale, freddo e morto, in un pensiero costituito da “immagini viventi”, pensiero che Steiner chiama “pensiero vivente” (14).

Alla “composizione vivente” Steiner contrappone il pensiero morto e concettuale che frammenta la realtà in idee conchiuse.

“Questo pensiero assume in sé la forza dell’amore quando si immerge in tal modo nei fenomeni. Questa immersione si opera grazie ad una forza che viene ad impregnare l’attività del pensiero. E’ la forza dell’amore nella sua essenza spirituale. Chi scopre la realtà del pensiero trova infatti in esso sia il sentimento che la volontà, anch’essi nella loro realtà profonda” (15).

Si può contemplare, ad esempio, una immagine vivente – come quella del seme che diviene albero, rami, foglie, fiori, frutti nel mentre si osserva un seme reale – o meditare sull’accordo di pensiero, sentimento e volontà, come in questo tema di meditazione che propone l’esoterista Massimo Scaligero.

“L’accordo del Pensiero con la Volontà è la base dell’equilibrio e della forza dell’anima. L’equilibrio e la forza dell’anima aprono il varco ad un potere sovrasensibile. E’ il potere in cui risorge come Vita il sentimento, il più vasto e liberatore”(16).

L’opera di Steiner esce con il titolo La filosofia della libertà. Risultati dell’esperienza interiore condotta secondo i metodi scientifici.

Dietro ciascuna di queste parole vi è la sintesi di 30 anni di esperienza interiore. Giova osservare subito come si coniughi, in questo titolo, l’esperienza interiore col metodo scientifico, ossia un metodo moderno applicato al dominio dell’interiorità. E’ il metodo che conduce all’esperienza del pensiero vivente.

4.- Il pensiero vivente.

Il pensiero di cui parla Steiner non è il pensiero dialettico ma quello sintetico-intuitivo, vivente, animato dal calore dell’anima e dalla volontà. Questo è il punto centrale che si segnala all’attenzione del lettore. Un pensiero freddo, cerebrale è un ostacolo sulla via della realizzazione spirituale, in cui, il pensiero che pensa per immagini viventi, sollecita la partecipazione vibrante del sentire e del volere.

Questo pensiero vivente è il frutto di una metodica disciplina interiore che Steiner insegna nelle sue conferenze e nei suoi scritti con un linguaggio chiaro e semplice, soprattutto nel suo libro L’Iniziazione.

La peculiarità metodologica è il metodo scientifico-spirituale; applicare all’interiorità il medesimo metodo sperimentale che lo scienziato applica per i suoi esperimenti scientifici. È un approccio empirico applicato all’interiorità. Si superava pertanto la dicotomia fra scienza e fede; la dimensione spirituale non è più oggetto di una fede che non muta l’uomo su un piano ontologico, mentre la scienza non si ferma più al fenomeno. Applicando il metodo scientifico moderno all’ambito interiore, la spiritualità diviene oggetto di una conoscenza.

Il punto di partenza di questo itinerario interiore è la condizione reale dell’uomo, nella sua mentalizzazione, nel suo essersi rinchiuso nella gabbia del pensiero dialettico che Steiner chiama “pensiero morto”.

A tale riguardo, è illuminante ciò che dice l’esoterista Giovanni Colazza –uno dei maggiori esponenti del Gruppo di Ur a Roma negli anni 1927-1929 nonché esoterista di orientamento antroposofico e discepolo diretto e fiduciario di Steiner in Italia:

“…Per preparare quell’irradiarsi di correnti dal fiore di loto a dodici petali verso gli altri chakra, occorre prima predisporre un centro provvisorio nella testa, e questo perché lo stato attuale dell’evoluzione – contrariamente a quanto avveniva in antico, allorché era possibile muovere da altri centri – richiede al discepolo uno sviluppo interiore condotto in piena coscienza di veglia. La testa oggi rappresenta la parte del corpo dove più la coscienza esplica la sua condizione di veglia, onde la necessitò di predisporre qui un centro provvisorio che, successivamente, potrà essere trasferito nella sua vera sede, presso il cuore. Dal centro della testa, dunque, per mezzo degli esercizi di concentrazione e meditazione progressivamente si discenderà al centro della laringe e poi a quello del cuore” (17).

Il fiore di loto a dodici petali è il chakra del cuore la cui centralità va preparata e propiziata secondo un iter adatto all’attuale stato dell’uomo.

È in questo passaggio di Colazza che si può cogliere la necessaria diversità metodologica fra il miste dei Misteri del Sole nel mondo antico e il ricercatore spirituale contemporaneo (nel linguaggio antroposofico si parla del ricercatore moderno, ma qui si preferisce parlare invece del ricercatore contemporaneo poiché siamo già nell’epoca post-moderna).

Nei Misteri di Mithra si partiva da un raccoglimento “mercuriale”, fondato sul placare il mondo delle emozioni (l’astrale) attraverso una disciplina di servizio e di obbedienza impersonale (il Corax, in tutela Mercurii). Si procedeva poi alla purificazione del centro energetico sessuale (Nymphus, in tutela Veneris), poi allo sviluppo della qualità combattiva interiore attraverso una disciplina di retta parola, di equilibratura del centro energetico della laringe (18). Soltanto al 4 ° grado si purificava ed equilibrava il centro energetico della fronte che presiede alla funzione del pensiero (Il Leo, in tutela Jovis, il dio planetario che corrisponde al centro energetico della fronte).

Nella nostra epoca occorre procedere in modo diverso (19), in considerazione di tutto il mutamento antropologico e di tutto il processo di solidificazione del mondo poc’anzi illustrato.

L’uomo contemporaneo domina il mondo materiale tramite la tecnica ma non conosce né domina il pensiero (20) che, tuttavia, adopera continuamente.

Attraverso la metodica disciplina interiore egli può conoscere il pensiero nella sua radice eterica, percepire il Pensiero come Forza nel suo stato originario predialettico, ossia cronologicamente anteriore e ontologicamente superiore al “pensiero morto”.

Questa Forza sovrasensibile del pensiero non va pensata, poiché non si tratta di introdurre un nuovo procedimento speculativo, ma un diverso tipo di esperienza interiore.

Questa Forza va percepita attraverso la concentrazione, la meditazione e la contemplazione; essa va “osservata”.

Il punto di partenza sotto il profilo operativo è dato dai Sei Esercizi fondamentali di Steiner (21), il primo dei quali è il controllo del pensiero e la liberazione del pensiero.

Il ricercatore si educa al pensiero concentrato su un oggetto insignificante e sviluppa le facoltà latenti di un pensiero concentrato, autonomo dai condizionamenti della psiche inferiore nonché dalle impressioni sensoriali. Egli entra in contatto esperienziale con la Forza del pensiero che è una Forza non meramente individuale, ma una Forza cosmica, sovrasensibile di cui è parte integrante il pensiero individuale nella sua radice eterica pre-dialettica (22).

Nello sviluppo graduale e metodico degli Esercizi egli passa a spostare il centro di sé dalla fronte alla laringe e poi al cuore.

I Sei Esercizi di Steiner hanno una loro coerenza interna, una loro logica vivente per cui i vari elementi costitutivi dell’uomo – il mentale, l’astrale, il corpo eterico, il fisico – sono riplasmati e corretti ristabilendo i giusti rapporti in cui l’Io (il principio cosciente dell’uomo che l’esoterismo antroposofico distingue nettamente dall’ego) è centrale e presente nel pensare e domina l’astrale, l’eterico e il fisico.

Giova precisare che la Scienza dello Spirito di cui parla Steiner non è una sua escogitazione individuale, ma – come egli stesso avverte – è una Scienza antica di millenni che è stata rielaborata e riformulata in forme e con modalità adatte alla presente epoca.

È altrettanto importante evidenziare che questa Scienza non è una religione, poiché va oltre le religioni e le fedi; nell’approccio scientifico-spirituale non si tratta di credere poiché non bisogna credere in nulla, ma occorre conoscere tramite l’esperienza interiore.

Questo approccio metodologico presenta, in parte, affinità con quello dello Dzogh-Chen tibetano (23), in cui si parte proprio dalla condizione reale dell’uomo, dalla sua mente ordinaria, dalla comprensione vivente del problema di come funziona la mente ordinaria, per procedere a riscoprire la “Natura della Mente” ossia la sua essenza profonda, sebbene con una metodica di pratiche che esprimono il diverso clima della spiritualità buddhista tibetana e, in particolare, dell’indirizzo del Vajrayana (la via del diamante-folgore). Il principio di partenza è comunque, lo stesso: conoscere la mente e disciplinarla per poi andare oltre, verso stati di realizzazione sempre piu’ profondi.

5.- La Via Solare e l’approccio ritualistico.

La Via Solare consiste, essenzialmente, nello spostare il centro di sé dall’astrale all’Io, al principio cosciente sperimentato e conosciuto nel pensiero mediante la disciplina interiore.

Questo Principio, autonomo dalle connessioni e dai condizionamenti della psiche inferiore nonché delle impressioni sensoriali, è un potere su sé fondato, che brilla di Luce propria e conoscendo il quale l’uomo è interiormente libero.

È un principio spirituale dotato di una sua autonoma Forza sovrasensibile, di una sua Luce. È il Principio Solare che può essere ridestato nell’uomo, poiché è insito potenzialmente nella natura umana (24).

Questo approccio metodologico – basato sulla filosofia della libertà – è diverso da quello ritualistico sperimentato da vari sodalizi nel corso del Novecento, intenti a recuperare e conoscere il senso vivente del rito romano antico e soprattutto arcaico attraverso la sperimentazione del Rito (25).

Il rito è una connessione con la trascendenza attraverso azioni, “parole di potenza” e gesti ben precisi, secondo una antichissima Scienza che non lascia nulla al caso.

Nelle condizioni generali dell’epoca attuale, un contatto esperienziale coi Numi senza un’opera preliminare e metodica di disciplina interiore individuale può risultare addirittura dannosa, perché il contatto con una Forza sovrasensibile senza una adeguata e preliminare purificazione e rettificazione individuale, può andare a nutrire Potenze naturali estracoscienti, irrazionali che possono prendere il sopravvento se non si è già ridestato e fortificato il Principio Solare nell’uomo.

La scena mitica della tauromachia – e soprattutto le figure del cane, del serpente e dello scorpione che si nutrono del sangue del toro sacrificato – è, al riguardo fortemente simbolica e vale nei termini di un severo monito, che già J. Evola aveva evidenziato nella sua esegesi dei Misteri di Mithra (26).

Su questo punto Steiner è stato molto chiaro. I Sei Esercizi creano le condizioni e i presupposti per andare avanti nello sviluppo spirituale; senza le preliminari e lunghe pratiche del controllo del pensiero e dell’azione, dell’equanimità, del pensiero positivo e dell’apertura mentale (liberazione del giudizio), tutte le pratiche spirituali ulteriori, più avanzate, possono essere addirittura nocive (27).

Non si insisterà mai abbastanza sulla priorità – ontologica e cronologica – dell’azione interiore individuale rispetto, ad esempio, alle pratiche di catena di carattere comunitario di cui parla, ad esempio, la rivista Ur (28).

Tale priorità è stato il nucleo centrale dell’insegnamento di Pio Filippani Ronconi. Nel rispondere per iscritto alle domande di Roberto Incardona (29) sul tema della “regolarità tradizionale” e sulle possibilità e gli esiti di un lavoro interiore condotto isolatamente e al di fuori di una qualsiasi “catena tradizionale”, l’illustre orientalista rispose testualmente:

“[…] 1. Il lavoro interiore è sempre isolato: chi non salva se stesso non salva gli altri;
2. Le catene tradizionali regolari non esistono salvo che per i chierici furbi che ci costruiscono sopra una chiesetta per se stessi (alla morte, poi, dovranno fare i conti con il Principale che, senza neanche scomodare Jahveh, è un Signore spaventevole chiamato il Guardiano della Soglia);
3. I ‘risultati effettivi” non esistono; se ci sono, sono un inganno.
Il vero risultato risiede nel fatto che si fa fluire una corrente cosmica di volontà in quell’autentico cesso che è la nostra abituale coscienza di veglia: si percepiscono, allora, un insieme di realtà e di compiti che ti fanno maledire l’impulso ad incarnarti in questa vita, sia pure in un bellissimo posto chiamato Sicilia […].
4. ‘lavoro collettivo’ è buono solo se ognuno lavora da sé, anche se sta insieme agli altri.
Le ‘catene’ possono funzionare solamente se ogni anello è valido, cioè a dire se si attua la ‘catena senza la catena’[….] (30)

E poi ancora nella stessa lettera:

“Ora…… vorrei dire qualcosa circa la ‘regolarità tradizionale’.
Essa non è altro che la codificazione del già avvenuto, che tale appare ad un pensiero paralizzato nella sua funzione riflessa, cerebrale.
Il nostro compito è – al contrario – di trarlo da tale ipnosi cerebrale per ricondurlo alla sua ‘sorgente’ fatta di volontà in cui si attui l’identità fra io e cosmo, nel cuore di ogni uomo.
Il resto sono chiacchiere, comprese quelle che – adeguandomi alle leggi del gioco – faccio io nei convegni, congressi, tavole rotonde eccetera. Non credo, però, che ciò vi interessi […]”

In una relazione intitolata “Agni-Ignis”. Metafisica del Fuoco sacro, Filippani ebbe così a concludere:

Epperò “il ritorno del Fuoco Sacro in Occidente”, che è il motivo di questo convegno, potrà essere attuato non solo quando le antiche tradizioni ancora viventi come quella vedica saranno per bene conosciute, ma quando torneranno ad esserci uomini capaci di calcare la Via iniziatica che, secondo anche ciò che esplicitamente dicono i Veda, è fondata sul raccoglimento interiore, la concentrazione, la meditazione e, in genere, la smobilitazione degli psichismi, delle ossessioni mentali e della meccanizzazione della conoscenza. Ricordarsi occorre che la ‘tradizione’ non patisce trascrizioni canoniche e dogmatizzazioni, ma richiede la esperienza vivente sempre rinfrescata, di chi voglia ritrovarla. In tale modo il Sacro tornerà ad essere la dimensione intellegibile del Reale, e la vita cesserà di essere una funzione animale, per tramutarsi in un arto di quella consapevolezza, la samvid dell’antica sapienza spirituale degli Indi, che è il nocciolo della nostra presenza nel mondo: l’“Io sono” ” (31).

A tale riguardo, si può ricordare quanto è detto nella Bhagavad-Gita (2,66-70) , secondo cui:

Non c’è consapevolezza senza raccoglimento,
Senza raccoglimento non c’è contemplazione,
Senza contemplazione non c’è pace:
e per chi non ha pace come può esservi felicità?

E ancora piu’ avanti (6, 5, 6):

5. Da se stesso egli deve salvare se stesso
E non perdere se stesso
Giacchè solo egli stesso è l’amico di se stesso
Solo egli stesso il nemico di se stesso

6. E’ veramente amico di se stesso
Colui che da sé ha soggiogato se stesso
Ma chi non è consapevole del Sé
Si trova in conflitto, come un nemico di se stesso.

Sono versi che si segnalano all’attenzione ed alla meditazione del lettore (32). La centralità e la priorità dell’azione interiore individuale – anche quando l’individuo agisce insieme ad altri – è una conoscenza tradizionale antica di millenni che va colta come immagine vivente e non come pensiero astratto, nei termini di una moderna speculazione filosofica.

6. Disciplina individuale e pratiche di gruppo.

Nel testo I sei Esercizi è spiegato come, partendo dall’azione dell’individuo su se stesso, si possa applicare alla dimensione di gruppo la metodica della liberazione delle facoltà nel senso di questi esercizi, ossia come le pratiche della padronanza del pensiero e dell’azione, dell’equanimità, del pensiero positivo, dell’apertura mentale e la loro ricapitolazione in una sintesi operativa, si possano applicare anche su scala comunitaria (33).

Ne risulta una diversa impostazione dei rapporti interpersonali, un’altra anima delle relazioni interpersonali. Si è avuta occasione di evidenziare (34) come già la pratica individuale abbia ripercussioni dirette e concrete sui rapporti interpersonali nella vita quotidiana. Il ricercatore che proceda secondo le pratiche indicate, in modo naturale imposta in modo diverso i suoi rapporti col prossimo.

Peraltro Steiner spiega ne L’Iniziazione che i nostri pensieri non sono racchiusi nella nostra testa (35) ma che hanno un riverbero “sottile” sull’ambiente circostante e sulle persone con cui si interagisce. Cambiare la qualità e la direzione dei nostri pensieri vuol dire non solo cambiare noi stessi, ma anche l’atmosfera “sottile” intorno a noi, ossia emettere una diversa vibrazione energetica che impregna di sé l’ambiente circostante.

La dimensione della pratica di gruppo degli stessi esercizi vuol dire potenziare questo sprigionamento di energia-pensiero libero e positivo ed esercitare un’azione sottile sulla realtà circostante, con una risultante che non è la mera somma aritmetica dei partecipanti al lavoro comunitario, ma è questa somma piu’ un quid, in termini qualitativi, che è la vera Forza di un gruppo operativo.

Operare secondo questa prospettiva vuol dire portare nel mondo una Luce cosciente, un principio di libertà interiore e di positività, che contribuisce all’elevazione del mondo, una vera azione spirituale non avendo intenti egoistici perché è al servizio del mondo. Il ricercatore si considera parte integrante di un Tutto cosmico ed ha quindi la vivente e vibrante consapevolezza dei suoi legami con gli altri, con la natura, col mondo.

Il fine di questo itinerario interiore – di cui i Sei Esercizi sono solo l’aspetto preliminare e propedeutico – è sottrarre il Pensiero alla signorìa di Potenze naturali estracoscienti e quindi, mediante la conoscenza vivente del Potere dell’Io nel Pensiero, ridestare e riaffermare concretamente la sovranità del Principio Solare nell’uomo su tutti i suoi elementi costitutivi.

Il problema dell’uomo contemporaneo è il suo essere agito da Potenze infere ed avere un pensiero morto (ossia freddo, cerebrale) manovrato da tali Potenze.

Ristabilire la signorìa del Principio cosciente e i giusti rapporti fra i vari elementi costitutivi dell’uomo significa, in modo concreto, realizzare una rivoluzione interiore nel senso classico del “re-volvere”, ossia un moto di rinnovamento che riporta all’ origine spirituale dell’uomo (36).

In questo itinerario interiore va, comunque, ricordata una cosa: la vita non è come i libri di esoterismo; i libri di esoterismo offrono uno schema, un orientamento di massima, mentre la vita è un fluire (il “panta rei” di Eraclito) che può mettere di fronte a situazioni nuove e inattese, sollecitare cambiamenti di direzione, spingere ad affrontare nuove sfide. Chi stia praticando la padronanza dell’azione, ad esempio, può trovarsi d’improvviso in una situazione in cui deve saper dominare le sue emozioni e quindi occorre praticare l’equanimità, la giusta distanza rispetto all’“astrale”, in una posizione di presenza e simultaneamente di distacco.

La cosa davvero essenziale è, dunque, interiorizzare il senso generale di questo itinerario e avere l’attitudine a saper utilizzare ogni situazione quale occasione e supporto di pratica spirituale.

Ogni sfida, ogni prova, ogni irruzione dell’imprevisto, può essere opportunità di elevazione interiore. E’ un monito che già Giovanni Colazza esponeva nelle sue conferenze a Roma nel 1945 – poi riordinate nel libro Dell’Iniziazione quale commento all’Iniziazione di Steiner – e che non si ripete mai abbastanza, poiché il rischio è quello di tradurre i testi, anche quelli molto operativi, in uno schema fisso, rigido e astratto che poi è travolto dal dinamismo della vita.

Occorre, pertanto, saldezza interiore unita ad un forte senso di elasticità, sapendo anche cambiare le personali pratiche spirituali secondo le necessità del momento. Le pratiche, in fondo, sono come la borsa degli attrezzi da utilizzare di volta in volta, scegliendo quelli più adatti nella particolare situazione in cui ci si trova la quale racchiude un messaggio del karma che occorre saper cogliere.

7. La Via Solare e la questione sociale.

Se si hanno presenti le correlazioni degli elementi costitutivi dell’uomo con le funzioni costitutive dell’organizzazione sociale secondo il pensiero del mondo classico, in particolare in quello di Platone, al lettore non sarà difficile intuire le implicazioni sociali e politiche di un tale orientamento spirituale.

Il mutamento sociale e politico in senso evolutivo può nascere solo da un mutamento evolutivo dell’uomo.

E’ di intuitiva evidenza la correlazione fra le condizioni dell’uomo – il cui pensiero è agito da potenze infere – e la realtà socio-politica internazionale in cui il potere politico è agito da potenze finanziarie, speculative planetarie che espropriano i popoli della loro sovranità e libertà, concentrando la ricchezza nelle mani di un’oligarchia internazionale, immiserendo i popoli (37). L’usura è, in effetti, una forma di vampirismo energetico se consideriamo il denaro per ciò che esso è: energia solidificata (38). Tale vampirismo energetico è una “Forma-pensiero” dotata di una sua energia che si appropria delle energie altrui per uno scopo egoistico, nuocendo agli altri. E’ un pensiero manovrato dall’ego, quindi in definitiva da Potenze infere (cupidigia, brama di potere, ipertrofia dell’ego).

Un pensiero cosciente, autonomo, vivente, libero nella sfera dell’interiorità è anche un pensiero cosciente e libero nella realtà sociale in cui tende a ristabilire i giusti rapporti fra cultura, politica ed economia (39).

E’ la dottrina della triarticolazione sociale in cui Rudolf Steiner riprende e riadatta in forme adatte ai tempi moderni una antichissima filosofia politica risalente a Platone che, a sua volta, sistematizzava su un piano speculativo una dottrina e una conoscenza che era tipica delle antiche civiltà tradizionale di ceppo indoeuropeo.

In questa concezione la “cultura” corrisponde all’elemento spirituale dell’uomo – al pensiero, nel senso di “pensiero vivente” – la politica e il diritto alla funzione di tutela della società in un quadro di regole e di princìpi generali, l’economia alla sfera delle esigenze materiali ma in un quadro di più alti princìpi.

Steiner non nega affatto il concetto di democrazia ma anzi lo assume con serietà fino in fondo; si tratta di un concetto così serio e importante da poter essere applicato laddove è effettivamente possibile applicarlo – il principio del suffragio universale – nel campo delle scelte politiche generali, mentre in campi e funzioni come la cultura e l’economia devono prevalere i princìpi di selezione qualitativa, competenza, specializzazione, esperienza; si tratta di campi nei quali non è ragionevolmente possibile che ogni individuo – semplicemente in quanto maggiorenne – decida ma sono gli operatori di quei settori, coloro che vivono e operano direttamente in questi campi, a dover gestire la cultura e l’economia.

Ciò vuol dire una autoorganizzazione per corpi professionali affrancati dal parlamentarismo (40) e dunque, la eliminazione del clientelismo della partitocrazia. Una autoorganizzazione fondata su princìpi qualitativi che è, al tempo stesso, l’opposto di qualunque clientelismo baronale nel campo della cultura.

Sono queste, in estrema sintesi, le linee generali della triarticolazione sociale, dottrina che merita una trattazione specifica in separata sede e che va riletta e approfondita soprattutto in questo momento storico in cui la crisi del liberalcapitalismo, dopo il crollo dell’Unione Sovietica e del socialismo reale sollecita, con urgenza, un ripensamento, in termini di attualizzazione, della questione sociale.

8. Cenni conclusivi

Il pugnale di Mithra – ossia la Forza Solare – scende dall’alto in basso, entra nella natura taurina e la fa morire a se stessa, trasformandola nella spiga di grano. Se si coglie tutta la forza simbolica ed invocativa di questa immagine vivente, si può comprendere che è un simbolo di vivente attualità, dotato di grande Forza spirituale.

Mithra Sotér va riscoperto in noi stessi.

Il Principio Solare – ossia il potere dell’Io, presente nel pensiero vivente e poggiante su se stesso – è insito e latente nell’uomo. Si tratta di ridestarlo nell’individuo e nella società, propiziando il passaggio ad una nuova epoca.

Questo Principio Solare è una Forza d’Amore (41) poiché sulla via della realizzazione spirituale si progredisce solo con Amore, col fervore e calore dell’anima, con una viva e vibrante partecipazione animica e con lo slancio della Volontà (42).

La Conoscenza – come Filippani mi indicò personalmente nel corso di un colloquio – nasce dall’Amore, da un senso gioioso del donarsi, dell’offrire se stessi al compito superiore della Conoscenza di sé e della realtà.

Coniugare pensiero e sensibilità, accordare pensare, sentire e volere è la strada maestra della realizzazione spirituale.

Questo Potere cosciente e autonomo, vivente e libero, è la sostanza vivente di Mithra Sol Invictus, che trionfa sul toro, trasformando la potenza taurina, selvaggia e incoercibile, nella energia ordinata verso l’alto: la spiga di grano, simbolo di rinnovato equilibrio interiore e di un nuovo equilibrio politico-sociale.

La spiga di grano è un simbolo suscettibile di varie letture su diversi piani: su quello individuale esprime plasticamente il senso di uno slancio verso l’alto, ossia verso l’elevazione interiore.

Sul piano culturale e sociale esprime il passaggio dalla ‘natura’ alla ‘cultura’, da un disordine di tipo pre-cosmico e pre-civico alle forme ordinate di una rinnovata vita civile improntata all’anima cosciente, la signoria dell’Io – il Principio cosciente, Solare perché dotato di Forza e Luce propria – la cui riscoperta e il cui risveglio è il compito richiesto, con urgenza, dalla nostra epoca.

Note

1) In questo contributo ho sistematizzato e coordinato gli spunti, le riflessioni, i contenuti espressi in vari articoli – pubblicati su varie riviste – e in molteplici conferenze svolte sui Misteri di Mithra nonché nei corsi tenuti presso la Fondazione Humaniter di Napoli, negli ultimi 5 anni, sulla Via Solare come percorso di una nuova consapevolezza e come arte della calma interiore. In questo capitolo, oltre a riprendere questi contributi precedenti, ho aggiunto il riferimento a Goethe ed al suo sguardo contemplativo della natura, nonché alcuni temi di meditazione, tratti da Massimo Scaligero, da Giovanni Colazza e da Pio Filippani Ronconi per rendere più chiara e concreta l’esposizione di questo orientamento spirituale. In alcuni passaggi di questo capitolo si possono cogliere le tracce delle pratiche personali di concentrazione e meditazione che ho sperimentato metodicamente nel corso degli anni.

2) In particolare, si rimanda il lettore a S. Arcella, I Misteri del Sole. Il culto di Mithra nell’Italia antica, Controcorrente, Napoli, 2002, in particolare al capitolo VI “La struttura dei sette gradi di iniziazione”, pp.109-138.

3) Cfr. J. Evola, Rivolta contro il mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma, 2006 (con saggio introduttivo di Claudio Risé. Appendici di Alessandro Grossato [et alii]).

4) Per il linguaggio del mito e del simbolo quali espressioni di un pensiero sintetico-intuitivo si rinvia alle considerazioni esposte nella prefazione alla I edizione di questo testo, integrate da nuove osservazioni sul metodo tradizionale illustrate nella prefazione alla nuova edizione. Sul pensiero dialettico e sul suo superamento cfr. M. Scaligero, Manuale pratico di Meditazione, Edizioni Tilopa, Roma, 1984, pp.9-12; 18-24.

5) Cfr. M. Scaligero, Manuale pratico di Meditazione, cit., pp.25-27.

6) S. Panunzio, Contemplazione e Simbolo, 2 voll., Volpe, Roma,1975.

7) Guénon, Il Regno della quantità ed i segni dei tempi, Edizioni Studi Tradizionali, Torino, pp.110-124 (ora: Adelphi, Milano, 2009).

8) ID., op.cit., pp.138-145.

9) Cfr. E. Junger-M. Heidegger, Oltre la Linea (a cura di Franco Volpi), Adelphi, Milano, 1989.

10) R. Steiner, La Filosofia della Libertà, 1894 (ora: Editrice Antroposofica, Milano,2011). Sulla vita e il pensiero di R.Steiner cfr. S.Rihouete-Coroze, Rudolf Steiner. La vita e l’opera del fondatore dell’antroposofia, Convivio, Firenze, 1989.

11) Citazione tratta da S.Rihoute-Coroze, op.cit., p.46.

12) ID., op.cit., p.46.

13) ID., op.cit., p.48.

14) ID., op.cit., pp.37-44.

15) ID., op.cit., p.48.

16) M. Scaligero, Tecniche della Concentrazione Interiore, Mediterranee, Roma, 1980, p.31.

17) G. Colazza, Dell’Iniziazione (a cura dell’Editore), Edizioni Tilopa, Roma, 1992, pp.91-92.

18) Sulla relazione fra dèi planetari e centri energetici dell’uomo, cfr. R. Steiner, Pensiero umano, Pensiero cosmico, Edizioni Estrella de Oriente, Trento, 2004.

19) M. Scaligero, Tecniche della Concentrazione Interiore, cit., pp.9-12.

20) M. Scaligero, Tecniche della Concentrazione Interiore, cit., pp.12-19.

21) R. Steiner, I Sei Esercizi, Editrice Antroposofica, Milano, 2009.

22) M. Scaligero, Tecniche della concentrazione interiore, cit., pp.12-19.

23) Cfr. N.Norbu, Il cristallo e la Via della luce. Sutra, tantra e Dzogh-chen, Ubaldini Editore, Roma, 1987, p. 58 ss.

24) M.Scaligero, Tecniche della concentrazione interiore, cit., pp.24-26.

25) Cfr. Introduzione alla Magia (a cura del Gruppo di Ur), voll.I-III, Mediterranee, Roma, 1971; M. Introvigne, Il Cappello del mago. I nuovi movimenti magici, Sugarco, Milano, 1990, pp.334-364.

26) Cfr.J. Evola, La Via della realizzazione di sé secondo i Misteri di Mithra ( a cura di S. Arcella), Fondazione J. Evola-Controcorrente, Napoli, 2007, pp.56-58.

27) R. Steiner, I Sei Esercizi, cit., p.13.

28) Introduzione alla Magia (a cura del gruppo di Ur), I, cit., Roma, 1971, pp.321-324.

29) R. Incardona, Pio Filippani Ronconi e l’“Isola Iniziatica”. Memorie siciliane, in La Cittadella, Omaggio a Pio Filippani Ronconi, A. X, n.s., n° 40, Roma,ottobre/dicembre 2010, pp.66-67.

30) ID., op.cit., p.67.

31) Pio Filippani Ronconi, Agni-Ignis. Metafisica del Fuoco Sacro, in La Cittadella, cit., pp.27-35 e, in particolare, p.35.

32) Bhagavad-Gita. Il Canto del Glorioso Signore, 2, 66-70 (Traduzione e commento dal sanscrito di S.Piano), Fabbri Editore, Milano, 1994, p.43.

33) Athys Floride, I Sei Esercizi applicati agli incontri di gruppo, in R. Steiner, I Sei Esercizi, cit., pp.41-43.

34) S. Arcella, La concezione dello Stato Organico nel pensiero di Julius Evola, in Studi Evoliani 2008, Edizioni Arktos, Carmagnola (Cuneo), 2009, pp.183-197 e, in particolare, v. pp. 193-197.

35) R. Steiner, L’Iniziazione, cit., p.46 ss.

36) J.Evola, Gli Uomini e le Rovine (), Volpe, Roma, 1967, pp.15-29 (ora: Mediterranee, Roma, 2001, con un saggio introduttivo di Alain De Benoist).

37) Sul ristabilimento dei giusti rapporti fra Io, “astrale”, “eterico” e corpo fisico cfr. M. Scaligero, Tecniche della Concentrazione Interiore, cit., pp.26-28.

38) S. Wilde, Le leggi dell’abbondanza, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena, 2004.

39) R. Steiner, La questione sociale. Un problema di consapevolezza (otto conferenze tenute a Dornach fra il 15 febbraio e il 16 marzo 1919), Editrice Antroposofica, Milano, 1992; ID., I punti essenziali della questione sociale rispetto alle necessità della vita nel presente e nell’avvenire (con in Appendice: Scienza dello Spirito e problema sociale. Pensieri in tempo di guerra, in margine alla triarticolazione sociale), Editrice Antroposofica, Milano 1999; ID., Cultura politica Economia. Verso una triarticolazione dell’organismo sociale, Archiati Verlag, Monaco di Baviera, 2006.

40) R. Steiner, Cultura Politica Economia, cit., p.71, ove afferma testualmente: “L’amministrazione della vita culturale va dunque affrancata dal parlamentarismo e chi crede che anche lì debba comandare un parlamento democratico fraintende del tutto l’impulso alla triarticolazione del’organismo sociale”.

41) Sul tema dell’Amore inteso come Forza spirituale si rinvia il lettore alla lettura attenta di Platone, Simposio, Adelphi, Milano, 1979. Cfr., al riguardo, J.Evola, Metafisica del sesso, Mediterranee, Roma, 1994 (Saggio introduttivo di Fausto Antonini). Sull’amore della terra quale insegnamento spirituale di Zarathustra, cfr. Pio Filippani Ronconi, Zarathustra e il Mazdeismo, Irradiazioni, Roma, 2007.

42) L’accordo di pensiero, sentire e volontà è un tema su cui insite tutta la letteratura antroposofica. Al riguardo cfr. M. Scaligero, Manuale pratico di Meditazione, cit., pp.35-38 (“L’ascesi del sentire”).

Condividi:

54 Responses

  1. Simon Grosjean
    | Rispondi

    E' difficile leggere una opera così sintetica e al tempo stesso completa. Un mio sincero ringraziamento a Stefano Arcella per il grande Lavoro da lui svolto nella redazione di questa piccola Opera d'Arte.

    Che questo scritto possa servire da giusta guida per coloro che intendono percorrere la Vera Via Solare e soprattutto per coloro che credono erroneamente di essere su questo sentiero.

  2. sinwan85
    | Rispondi

    OTTIMO !!!!!

  3. luciano
    | Rispondi

    Caro Stefano, un bel lavoro, sintetico e profondo, che senza curarsi di convincere indica la possib ilità di un pensiero alternativo. Lo dico dalla diversa prospettiva di chi crede nel corpo e non nello spirito, ma ugualmente nelle diverse possibilità del pensare e dell'essere
    Luciano

  4. Federico
    | Rispondi

    Pio Filippani Ronconi sdogana la new age, mi dispiace….

  5. Musashi
    | Rispondi

    New age? Rudolf Steiner, iniziato nel Rito di Memphis Misraim, ti sembra new age??
    O Massimo Scaligero iniziato al Rito Filosofico Italiano da quel grande iniziato che fu Arturo Reghini, vi sembra forse new age?

    Qui si misconosce fra l'altro la reale e regolare filiazione di questi Iniziati in Ordini assolutamente regolari.

    Signori qui è bene cominciare a smetterla di usare etichette da guenoniani etilisti e drogati di pseudotradizionalismo.
    E sopratutto a voi pseudospiritualisti dico una cosa: quando la Tradizione si manifesta assumendo vesti nuove, perchè necessarie, voi – incapaci con pensiero autonomo di giudicare l'albero dai suoi frutti secondo l'esortazione evangelica- voi lanciate anatemi contro questo spauracchio della "new age" (quando si badi perfino nella deprecata newage si troverebbero, a cercare col lanternino, sprazzi di seria divulgazione, es. la Innerlife…).

    Purtroppo siete talmente inariditi da essere incapacitati a bere a fonti fresche dello Spirito, irrigiditi in in una burocratica, meccanica e pedissequa immagine della regolarità iniziatica che altro non è che il Mito Incapacitante del XX secolo operato dagli Apostati guenoniani contro la Tradizione Occidentale.

    La vostra incapacità di cogliere l' opera di un ricercatore che, come giustamente ricorda Arcella, ha saputo riconoscere il mutamento animico dell'uomo moderno e la necessità di adattare gli insegnamenti tradizionali alle condizioni spirituali del tempo, vi porta a questa blocco mentale che non ha nulla di spirituale ma che trova per altro la sua radice nel campo psichico, in una resistenza mentale e emozionale, piena di disprezzo odio e risentimento. Tanto siete incapaci di argoemntare che usate solo l'unico strumento che possedete: il dileggio. Così le vostre parole si dimostrano nella loro origine:
    esse non muovono dallo Spirito, ma dal corpo astrale, il regno di Lucifero.

    Così mi viene di introdurre un 'altra considerazione….
    Eh si il Guenon, 'maestro' della teoria dei cicli, non ha pensato minimamente di riportare un fatto tradizionalmente noto ad esempio in India: che cioè ogni era cosmica ha il suo veicolo spirituale. E che le mutate condizioni impongono vie diverse.
    Così un occidentale moderno non potrà realizzare nulla seguendo uno sciamanesimo che non è più consono alla sua struttura animica, o seguendo la via del 'Popolo dei Sogni' australiano.
    E così il Guenon si è limitato ad avallare strutture tradizionali exoteriche, veri residui fossili, di un 'era lunare dello Spirito.

    Vi sono persino- e l'ho scritto altrove in questo sito- delle strutture magiche ad esempio di origine medievale, che sono oramai del tutto decadute se non sconsacrate, come i rituali dell'Heptameron eccetra.

  6. Musashi
    | Rispondi

    Purtroppo il vostro zelo di conservazione o la vostra paura di incappare nel falso insegnamento vi rende cechi e incapaci di guardare avanti, o di imparare alcunchè. Allora tenetevi le vostre mene guenoniane e continuate a speculare sulla pseudo iniziazione e sul fatto che le vie degli altri al massimo portano a risultati psichici. Poi però ci rivediamo fra qualche decennio, mi aspetto che mostriate i carismi spirituali che testimonieranno inequivocabilmente della vostra evoluzione spirituale.
    …Ci faremo delle crasse risate, sempre che siate ancora vivi.

    Purtroppo, e qui lo dico a tanti che amano il tradizionalismo piu della Tradizione: la vera controiniziazione è quella che ricicla perpetuamente materiali vecchi, le vie ormai superate o decadute, senza apportare nulla di nuovo. il vero segnale per riconoscere il falso insegnamento da quello autentico è questo:
    i servitori della contro iniziazione non avendo accesso alle fonti pure dello spirito non possono che utilizzare solo il materiale gia esistente, gia organizzato da altri, e decaduto in ragione dei tempi; al massimo possono giungere a manipolarlo.
    la controiniziazione la riconoscerete per la sua incapacità a veicolare forze nuove nel campo animico dell'Umanità, ma solo una sterile ricostruzione di religioni decadute, di organizzazioni iniziatiche ormai divenute dei residui larvali di se stesse, e simili.materiali vecchi per riedizioni di musei spirituali, copia inutile delle vie spirtuali del ciclo precedente.

    Non sono uno strenuo difensore dell'antroposofia di cui amo- e le persone che mi conoscono lo sanno- riconoscere sempre i limiti, ma le vostre resisitenze psicologiche confermano proprio quello che vado dicendo: cosa altro obiettarono i sacerdoti ormai decaduti del brahmanesimo alla predicazione dell'asceta Shakyamuni il Buddha?
    E che altro opposero al Khristo i tristi sacerdoti ebrei della Conservazione?

    Purtroppo sempre quando si tenta una Restaurazione che sarà sempre una nuova Instauratio, e non una semplice riproposizione dell'antico, le forze oppositrici dell'Antico Avversario, L'Acccusatore, saranno sempre lì a dirci: "eretico!", o "blasfemo, dice di essere Elia" "dice di essere il Figlio dell' Uomo", oppure come oggi "newage"!
    E' proprio il gioco dell'Avversario far credere che la Restauratio sia solo la conservazione di forme ormai degenerescenti e decrepite: così da impedire alle emergenti forze spirituali e animiche di essere convogliate opportunamente.
    Ed anche è insegnamento dei falsi maestri credere che una via spirituale, per quanto qualificata e valida, relativamente al ciclo cosmico a cui poteva riferirsi, debba essere ritenuta perennemente valida e aperta, a prescindere dalle condizioni cosmico-storiche di riferimento…

  7. Musashi
    | Rispondi

    Piuttosto ora vorrei fare una ammonizione a tutti gli attori della discussione e anche ai moderatori.

    Sono mesi che una stessa mente insensata, va ripetendo lapidari e inisiginificanti slogan denigratori del
    tipo Steienr= new age
    Scaligero= new age
    Filippani Ronconi= new age.
    Facendo evincere il suo acume argomentativo…
    Ormai la clonazione perpetua di questo drone o di questo virus informatico ha raggiunto toni che, per quanto comici, data la natura insipiente di questo beota, sono comunque irriguardosi nei confronti dei seri lettori del sito.
    Soprattutto perché questo soggetto che assume oramai da mesi identità multiple continua prendersi gioco dei lettori e di tutti celandosi dietro una ridda di nomi sempre nuovi per REPLICARE la stessa menzogna (come ho detto essere proprio degli emissari della controiniziazione, nel mio commento sopra….).
    Tanto è meccanico e inumano, quasi da "posseduto" il modo di scrivere di questo soggetto, che si tradisce da solo: attacca Filippani Ronconi, quando nel commento non si parla di lui che di sfuggita..ormai carica a testa bassa e non vede neanche dove va.
    Il modo meccanico di pensare ricorda piuttosto certe manifestazioni ingenue e assai poco umane associate alla bassa medianità…
    E' evidente che non ha nemmeno letto l'articolo.

    Peraltro ammoniamo nuovamente questo sciagurato, e denunciamo a tutti la sua identità.
    Si tratta, ripeto di un militante del Movimento tradizionale romano, in cui è noto per la scempiaggine. E' un pasticcione di cui riporto il nome di battaglia sul forum di quel raggruppamento: è registrato come "Dantian".
    Non posso qui segnalare ovviamente dati anagrafici di questa persona, il che sarebbe una violazione della legge e ci farebbe passare dalla parte del torto. Ma lo informiamamo che volendo abbiamo più di uno strumento per arrivare a lui se dovesse essere ulteriormente molesto.

    Agli amministratori del sito, se posso permettermi, suggerisco, ancora una volta, di controllare gli indirizzi IP. Ognuno ha il diritto di esprimere le scempiaggini che ha in testa, non sarò io a impedirlo. Tuttavia è una mancanza di rispetto enorme celarsi dietro nomi sempre diversi quando si vede palesemente che a scrivere è un' unica mano.
    Questi furbetti lasciamoli a casa loro. Forse gli Antichi Numi avranno piacere a ricevere culto da questi pusillanimi il cui orizzonte umano è assai lontano da quello vir romanus, se non altro tenendoli in cale di propri giullari….

    ma noi che non siamo dei e non abbiamo una pazienza "divina" cominciamo ad avere le tasche piene di questi malnati.

    Per cortesia, gentile Moderatore, abbia rispetto della nostra intelligenza, e provveda ad operare una selezione, se non sul merito al meno sulla forma.

    E' questione di educazione e di rispetto.

    Assumere di volta in volta nomi diversi, nel galateo informatico, non è un bel modo di fare.
    Sono detti Troll.
    E sinceramente non fanno fare bella figura neanche agli Amministratori del Sito.

    • runen
      | Rispondi

      Hanno però avuto il merito – certo da loro indesiderato – di indurLa a rispondere. La ragione per cui ogni tanto viene lasciato filtrare anche qualche commento un po' superficiale, insensato o deliberatamente provocatorio è proprio di vivacizzare il dibattito.
      Ovviamente la gran maggioranza dei troll viene lasciata fuori.

    • Giuseppe Gaglione
      | Rispondi

      Sei molto preparato ed acuto, complimenti. Ma perchè tutta questa ostilità verso Guènon? Mi sembri un intelletto assai aperto, è strano che tu "prenda posizione", pro o contro che essa sia. Del resto a me sembra(sei molto più addentro di me, eventualmente mi correggerai) che lo stesso Guènon affermi che le emanazioni tradizionali, quando non più "vivificate" dal loro centro originario, si prestino proprio a fungere da "involucro" per veicolare una qualsivoglia forma di contro-iniziazione. Forse non ami il tono, di Guènon, un tono che non sembra mai ammettere repliche, molto dogmatico. A dire dello stesso autore, è un dogmatismo che ci sta tutto, nella sua esposizione della sapienza tradizionale. E', questa, una cosa che egli contesta ad Eliphas Levi a proposito di Dante. Guènon non è per l'innovazione, questo è abbastanza risaputo e palese, direi. Ma ammetterai che la vastità del suo sapere è in ogni caso imponente.

      • Musashi
        | Rispondi

        Gentile Giuseppe,
        ti ringrazio per gli apprezzamenti; le mie osservazioni su Guenon si basano primariamente su tutta una congerie di imprecisioni che il "metafisico di Blois", ha commesso e peggio ancora sulle mistificazioni che operò ai danni di tutta una serie di correnti tradizionali perfettamente regolari che però ha avuto modo di infiltrare per portarvi discredito. Si trattava di un'operazione ispirata dai gesuiti di cui Guenon infamemente si rese complice rompendo così il vincolo iniziatico. E non è poco. La cosa in ogni caso è documentata da materiale epistolare che fu pubblicato a suo tempo dal coraggioso Baistrocchi.

        Circa le sue imprecisioni- legittime: siamo tutti umani- tipo quella sull'ortodossia del buddhismo, su cui ebbe a redarguirlo il Coomaraswami, mi si consenta di dire che questi errori avrebbero dovuto meritare all'autore un maggiora cautela … non certo quel dogmatismo che tu stesso giustamente riveli e che ha fatto di lui un vero enfant prodige dell'esoterismo. Senza contare che molte sue fonti sono decisamente occultismo di bassa lega. Critica la Blavatsky che almeno ebbe fra i sui maestri sacerdoti etiopi copti e lama tibetan- fra cui lo stesso Panchen Lama( ci sono le lettere); lui per converso si appoggiò a racconti di terza mano di vaggiatori come quel Sant Yve de Alveidre per scrivere il suo tanto celebrato Re del Mondo, in cui prese delle belle cantonate. Ad esempio fare di Shambala, vera residenza del Chakravarti seconto il tantra di Kalachakra e le regolari tradizioni esoteriche del Vajrayana., il centro udite udite della contro-iniziazione.
        Per contro asserì che il vero centro dell'iniziazione mondiale sarebbe invece una "agartha" che però risulta assolutamente inventata dalle confuse leggende occultistiche ottocentesche e i racconti di fantasisti piu "esotici" che esoterici.

        Anche la sua idea di "necessità di un exoterismo tradizionale" è del tutto tattica e politica, data la natura dei suoi rapporti col cattolicesimo francese. E io personalmente non condivido affatto quella teoria di Guenon
        Potrei metterne molte altre sul fuoco, ma mi fermo.

        Ovviamente non tolgo che, laddove riporta verità tradizionali, sia da dargli ragione.
        Ma per il resto si tratta di un autore decisamente sopravvalutato.

        • Davide L.
          | Rispondi

          Buonasera di nuovo Musashi. Sono il Davide che è intervenuto in questa discussione, aggiungo un lettera al mio nome per distinguermi da un altro Davide che ha replicato in altri post. Mi chiedevo quali testi del Guénon secondo lei sono ancora validi. Io ho preso e cominciato a leggere "Simboli della Scienza Sacra" e "Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi". Quali mi consigliereste di leggere e quali invece di scartare? Grazie
          Davide

          • Musashi
            |

            Quelli che hai scelti sono buoni. Ottimo direi anche "Gli stati molteplici dell'essere" anche se nell'ultimo capitolo si incarta sul tema della libertà.
            Il libro sul vedanta è passabile ma non buono, anche perche crea dei casini sul Buddhismo….meglio altre letture: se uno è interessato al vedanta può affidarsi secondo me a Raphael per le dottrine comparate oriente-occidente.
            Assolutamente da evitare "Re del Mondo", "grande Triade" ecc. per le ragioni suddette.
            Le sue fonti sul taoismo sono di seconda mano (Matgioi). Oggi si trova molto e meglio negli scritti specialistici sul Taoismo, anche perchè oggi i ricercatori studiano bene anche le dottrine esoteriche. (leggi se vuoi approfondire gli studi della Esposito o Catherine Despeux o quelli più datati di Maspero).
            Su Dante peggio che mai, si affida ai circoli rosicruciani inglesi (Rossetti) che però critica
            perche socialisti e radicali (meglio leggere quelli direttamente allora).
            In genere si può leggere tutto di lui ma il problema è che inframmezza sempre ogni argomentazione con il suo personale modo di vedere solo che ha il vizio nefasto di presentarlo tutto in modo apodittico e come verità tradizionale basata su autorità indiscutibili. E poi usa un tono pontificale assolutamente ingiustificato per le insettezze che riporta….
            Per esempio sui rapporti fra exoterismo ed esoterismo formula una sua teoria, non una necessità intrinseca.
            Noterete poi come Geunon è francamente ostile allo gnosticismo per partito preso cattolico, e non solo ma come egli sia insofferente verso la tradizione pagana anche nelle sue espressioni più alte di Giuliano, Plotino, Porfirio.
            Il suo pregiudizio sulla tradizione "magica" e sull'alchimia, da lui declassate a dottrine cosmologiche, quando anche i bambini sanno oggi che la grande opera alchemica è una via metafisica completa e soprattutto autonoma, una via verso la reintegrazione assoluta e come tale essa non è confinata a nessun "ambito contingente" come dice Guenon.

            Il mio consiglio generale è leggere non tanto i grandi guru del "tradizionalismo" ma studiare bene, per ogni singola tradizione, gli studiosi più autorevoli di quel singolo filone. possibilmente cercare quelli che erano iniziati a quelle vie: Aurobindo e Ramana Maharishi per il Vedanta, o anche Coomaraswami (lui almeno era un iniziato hindu) , lama Anagarika Govinda per il Buddhismo, Avalon per lo Shaktismo, Ambelain per la teurgia e la cabala cristiana, Gastone ventura o Brunelli per il martinismo. ecc…

          • Davide L.
            |

            Risposta esaustiva, la ringrazio. Non sapevo che Guénon la pensasse così sulla Magia, sull'Alchimia e sul Paganesimo colto dei Neoplatonici; mi prenderò allora, soltanto più "Gli stati molteplici dell'essere". Lei mi consiglia inoltre di non leggere più i "tradizionalisti"? Oltre a quelle letture da lei consigliatemi, continuerò credo a voler leggere Evola (ma anche tutti quelli una volta facenti parte de Il Gruppo di Ur), Scaligero, Filippani-Ronconi (di cui l'ultimo letto, "Le Vie del Buddhismo", mi ha colpito parecchio) ma anche i più "accademici" di quegli anni, come Eliade e Tucci. Le trova letture solamente indicative, ormai "superate" per certi versi?
            Ribadisco che comunque Aurobindo, Ramana Maharsi e altri da lei citati, sono già nella lista da tempo.

          • Musashi
            |

            Per Filippani Ronconi, Scaligero ed Evola, ha il mio incoraggiamento! il problema è che dovrebbero leggerli tutti, e più spesso.

            Eliade e Tucci sono autorità indiscusse e ancora utilissime. Mi peremtterei di aggiungere anche Gnoli, altro serio "accademico", per gli studi sul manicheismo.

          • Davide L.
            |

            Perfetto. Peccato solamente che i libri di Filippani Ronconi sia difficilmente trovabili; idem con Scaligero, anche se le Edizioni Mediterranee hanno recentemente ristampato alcuni suoi scritti; non però, purtroppo, il "Manuale pratico della meditazione", rimangono le Edizioni Tilopa.
            Grazie ancora,
            Davide

  8. Mosley
    | Rispondi

    ??! I troll non sono quelli che "cambiano nome", ma quelli che, non veramente interessati all'articolo, commentano da infiltrati al solo scopo di irritare i commentatori genuini.
    E molto diverso.

  9. Ieromante
    | Rispondi

    Complimenti Musashi per le tue considerazioni sulla chiusura di certi tradizionalismi e per la tua curiositá nel cercare il Sacro anche nei posti piú angusti (come la new age). E complimenti ad Arcella che mi ha fatto conoscere Steiner. Ovviamente lo conosco giá, ma non ho mai letto niente di suo, solo cose a riguardo che non avevano mai stuzzicato la mia attenzione. Questo articolo invece é riuscito a colpirmi in pieno. Gradirei consigli su quali libri iniziare a leggere per avvicinarmi nel modo giusto a Steiner e all'antroposofia in genere. Grazie.

    • stefano
      | Rispondi

      Se vuoi partire dai presupposti filosofici, leggi la Filosofia della Libertà che però non è proprio il testo piu' agevole. E' fondamentale, ma impegnativo.Filipani lo raccomandava soprattutto a coloro che erano riluttanti a leggere testi impegnativi.
      Sotto il profilo pratico-operativo, ti consiglio di leggere e rileggere con attezione I Sei Esercizi, di cui, nelle note di questo articolo, ho citato gli estremi bibliografici.Poi, quando hai riletto questo libbricino, ti consiglio di rileggerlo ancora. E poi ciascuno è libero di scegliere se praticare certie sercizi oppure no.
      S.A.

      • Ieromante
        | Rispondi

        Grazie Stefano. Sono proprio i due libri che citi maggiormente nel post. Volevo partire da quelli, ma non ero sicuro se fosse un buon inizio. Complimenti ancora per il post.

  10. Musashi
    | Rispondi

    Ringrazio Mosley per la precisazione. Invero la definizione data giustifica ancor più l'apostrofe di "troll" per questo insiepiente molestatore.

    Sì è vero, è possibile e doveroso, per chi ne è capace cercare i riflessi del vero, pure in mezzo nei luoghi più incerti.
    Tuttavia è opera rischiosa, ed è bene che, prima di cimentarsi in ciò si possegga, una buona preparazione dottrinale. E' quindi assolutamente indispensabile lo studio delle fonti "tradizionali"… da non confondere col Tradizionalismo (corrente di pensiero moderna che abbraccia l'esoterismo, e che tuttavia nulla aggiunge alle stesse Verità Universali).

  11. Musashi
    | Rispondi

    Di Steiner va letta soprattutto l'Iniziazione, e poco altro.
    Il resto è solo materiale "interessante", ma facilmente fuorviante perche può irretire il lettore in una corposa costruzione metafisica, in cui assorbire le proprie energie trascinate dalla curiosità anziche cimentarsi in un percorso operativo.
    Ad esempio le conferenze o la stessa "Scienza occulta" rappresentano un coacervo inestricabile di dati in parte tradizionali (ad esempio Steiner segue la classificazione angelologica di Dionigi Areopagita, ma cambia il nome delle potenze angeliche con termini di sua invenzione),più dati risultanti da sue indagini di "chiaroveggenza", e infine una robusta dose di rielaborazioni filosofiche, in cui da buon tedesco si distingueva.

    Massimo Scaligero, che pure lo venerava come Maestro, si vantava di aver letto pochissimo di Steiner, ma di averne appreso le chiavi operative, e le sue istruzioni, il suo "metodo".

  12. Francesco
    | Rispondi

    Un saggio di importanza capitale. Un sentito "grazie" all'Autore.

  13. Amfortas...
    | Rispondi

    “Ora…… vorrei dire qualcosa circa la ‘regolarità tradizionale’.
    Essa non è altro che la codificazione del già avvenuto, che tale appare ad un pensiero paralizzato nella sua funzione riflessa, cerebrale.
    Il nostro compito è – al contrario – di trarlo da tale ipnosi cerebrale per ricondurlo alla sua ‘sorgente’ fatta di volontà in cui si attui l’identità fra io e cosmo, nel cuore di ogni uomo."
    Faccio mia questa affermazione di Filippani e lui me ne scusi. La regolarità tradizionale è per i pigri di pensiero, quelli che hanno bisogno di avere una confezione di spiritualità da adattare al proprio sentire personale. La Tradizione è altro e rivive solo per chi è in grado di risalire il pensiero con cui noi occidentali pensiamo il mondo e che ci fa essere la civiltà più forte, materialmente parlando, alla sua sorgente precerebrale da dove scaturisce lo spirito in ogni epoca ed in ogni civiltà. Per quanto riguarda le letture di Steiner. la Scienza occulta non è un libro di nozioni più o meno tradizionali, è un libro di immaginazioni cosmiche che non va letto ma meditato: a tale riguardo richiamo l'attenzione sulle parole di un altro grande esoterista italiano, Giovanni Colazza, il vero iniziato ed ispiratore del Gruppo di Ur (non a parole e a proclami perchè quando si praticavano insieme a lui gli esercizi di catena "si usciva con abiti e capelli sconvolti" !!! ) Bisogna prima crearsi una immagine congrua delle comunicazioni poi farla scendere nella zona del sentire e poi in quella del volere, dopo averle esercitate a dovere con appositi esercizi. Si capisce che abbiamo a che fare con una cosa seria e faticosa e non con la lettura di un libro da spiaggia. Con Scaligero vale la stessa cosa, si deve leggere connettendo coscienteemente parola per parola, lettera per lettera, stimolando il pensiero sintetico. Leggere uno di questi testi può necessitare di molto tempo, mesi o anni. Alla base di tutto comunque, come ha sottolineato Arcella e al di la delle letture, sta la pratica quotidiana e indefessa, altrimenti lo spirito diventa argomento da bar. Concludo appropriandommi di nuovo delle parole del Sapiente Pio:

    "Il lavoro interiore è sempre isolato: chi non salva se stesso non salva gli altri;
    2. Le catene tradizionali regolari non esistono salvo che per i chierici furbi che ci costruiscono sopra una chiesetta per se stessi (alla morte, poi, dovranno fare i conti con il Principale che, senza neanche scomodare Jahveh, è un Signore spaventevole chiamato il Guardiano della Soglia);
    3. I ‘risultati effettivi” non esistono; se ci sono, sono un inganno.
    Il vero risultato risiede nel fatto che si fa fluire una corrente cosmica di volontà in quell’autentico cesso che è la nostra abituale coscienza di veglia: si percepiscono, allora, un insieme di realtà e di compiti che ti fanno maledire l’impulso ad incarnarti in questa vita, sia pure in un bellissimo posto chiamato Sicilia […].
    4. ‘lavoro collettivo’ è buono solo se ognuno lavora da sé, anche se sta insieme agli altri.
    Le ‘catene’ possono funzionare solamente se ogni anello è valido, cioè a dire se si attua la ‘catena senza la catena’[….]

    Penso che non ci sia altro da dire, tranne che, ho più di qualche dibbio che Steiner avesse qualche iniziazione pseudo-cabalistica o robe del genere o che Scaligero fosse stato iniziato da Reghini. La radice va ricercata nell'Ordine della Rosacroce, quello vero perchè invisibile e in relazione con il "mistero solare del Logos fatto Uomo" il resto è fuorviante…!!! La scienza dello spirito di Steiner è il vero ed unico collegamento allo spirito che l'uomo moderno possa ricecare il resto è per chi è rimasto uomo premoderno e ha bisogno ancora della via lunare…!!!! Purtroppo anche l'Antroposofia può diventare "tradizionalista" se si evita il lavoro su di se, quello che solo può far rivivere lo Spirito fosse anche nella forma più congrua allo "spirito del tempo"…..
    Grazie Stefano per il magistrale contributo…..Parafrasando la "Vajracchedika prajna paramita" : "BEN DETTO, BEN DETTO, VEBERABILE SUBHUTI….!!

  14. Amfortas
    | Rispondi

    Errata corrige:
    scusate ho confuso, il misraim memphis è un rito massonico, di ascendenze egizie ma si sa che la massoneria è anche fortemente intrisa di qabbala ecc… Comunque Steiner non aderì mai alla massoneria, tenne alcune confererenze nelle quali spiegò lo spirito originario dell'iniziazione al rituale del tempio (op. cit. "Leggenda del tempio e leggenda aurea") ma non accettò di farvi parte pur conoscendolo dall' "interno" (come conosceva tutti i rituali della saggezza postatlsantica; ma un iniziato solare conosce i metodi trascorsi della disciplina e la loro differenza rispetto a quello moderno).

  15. Musashi
    | Rispondi

    No!
    Steiner fu gran Maestro della massoneria egizia, riformò il rito egizio di Memphis e Misraim per l'austria. le logge austiache di detto rito (alcune) seguono il rituale riformato di Steiner. Tuttora, che porta il suo nome.
    Persino alcuni rituali esposti nella sua vera opera riservata, "istruzioni per una scuola esoterica" (in effetti tanto segreta che lui non la pubblicò, la pubblico u suo discepolo) ricalcano in parte i riti riformati del menphis austriaco. Ne parlo perche ho potuto farne il confronto.
    Purtroppo i documenti sono interni e ovviamente non possono essere prodotti qui essendo riservati.

    Tuttavia che Rudi Steiner fosse iniziato al rito di Memphis è cosa ormai risaputa (al massimo sono solo alcuni "antroposof"i che si ostinano a negare).
    Non sono lui ma anche tutti i membri del Scuola esoterica, cioè il circolo dei dodici (che si sciolse prima della grande guerra) e costituiva il gruppo interno dell'antroposofia, erano fratelli del Rito di memphis.
    Non solo: va detto che Steienr considerava la Società antroposofica solo un veicolo inferiore, di comunicazione esterna per i profani e di divulgazione: non certo di Iniziazione!!!

    Inoltre Steiner sconsigliò sempre alcuni suoi collaboratori come Wachsmut o l'alchimista von Bernus (anch'essi fratelli del Rito di memphis e già membri della "Scuola Esoterica") di aderire alla società antroposofica, dato il livello generale inferiore di insegnamento che vi si veicolava, rispetto a quello di un vero Ordine iniziatico e segreto.

    Poi scusami Amfortas, ma dire che qualcuno conosce per SCIENZA INFUSA tutti i rituali postatlantici è un mero atto di fede.!!
    Non puoi conoscere un rituale segreto senza appartenervi. Punto.
    Se poi vogliamo dire che Steiner era onniscente, vabbè passiamo all'opposto estremo di quell'altro scriteriato di prima.
    Era un grande iniziato ma non era Dio. Non esageriamo.

    Comunque circa l'appartenenza di Steiner alla Massoneria austriaca di rito egizio non vi possono essere dubbi di sorta.
    segnalo questo link http://www.memphismisraim.it/Rudolf%20Steiner%20e

    Ad ulteriore scorno degli antroposofi osservanti posso invitare a consultare i registri del Grande Oriente austriaco, ormai divenuti pubblici da un paio di decenni.
    Steiner fu iniziato, e questo fatto è documentato,semplice materiale positivo, inappellabile.

    Inoltre Steienr ricevette da T. Reuss le patenti per la sezione Mysteria Mystica Aeterna dell'O.T.O.
    Patenti attualmente conservate in Austria. Ora come tutti sanno l'OTO, a presciendere dal giudizio su di esso, non fu altro che il regime degli alti gradi della massoneria tedesca. Già questo, sarebbe sufficiente a confermare che Steiner era un alto grado del Memphis.

    Circa l'iniziazione di Reghini a Scaligero confermo.
    Il che comunque, ti inviterei a parlare con un certo rispetto che non fa mai male, non è una "pseudo-cabala"….Non è nè pseudo ne cabala.
    Il rito simbolico o filosofico, di Reghini e Armentano, non è egizio nè cabalistico, ma pitagorico pagano ed ermetico e appartiene alla tradizione italico-mediterranea
    Documentarsi meglio prima di dire inesattezze, onde evitare figuracce.

  16. Musashi
    | Rispondi

    Scaligero peraltro provò a farsi iniziare negli anni sessanta alla catena facente capo al cognato: Paolo Marchetti Virio, ermetista, e discepolo di Erim conte di Catenaia.
    Questa inziazione gli fu rifiutata, tuttavia è documentata dagli scambi epistolari.
    ….meglio per Scaligero dato il livello di quel figuro che fu il Virio. Tuattavia è a testimonianza della vicinanza di scaligero agli ambientid ell'ermetismo genitlizio romano….

    Scaligero fu anche iniziato al Naro Codruk da lama Tara Rimpoche, che venne in visita a Geshe Jampel Senghe, grande amico di Scaligero e collaboratore alla rivista East and West.
    L'iniziazione REGOLARE ( o anche solo la trasmissione del lung) fu una trasmissione REGOLARE (iniziaticamente parlando) ai Sei Yoga di Naropa. Scaligero la ricevette REGOLARMENTE e TRADIZIONALMENTE, attraverso una linea ininterrotta di Maestri tantrici del lignaggio gelupa.
    Scaligero a sua volta la conferì ai nipoti di Amedeo R. Armentano negli anni settanta. E costoro la ebbero confermata definitivamente dal Dalai Lama in visita in Italia a Venezia negli anni Ottanta.
    Questo fatto in Italia lo possono confermare almeno una decina di testimoni DIRETTI (tuttora viventi).

    Quindi regolarità iniziatica ci fu, ahime per te Amfortas, e anche nelle tanto deprecate iniziazioni orientali!
    Segno che a parole la dottrina "antroposofica" si discosta assai dal vero percorso iniziatico dei suoi pur degnissimi rappresentanti.

    Infine su Pio Filippani Ronconi, che io conobbi personalmente, bè vi garantisco che egli non fu solo "antroposofo". E quanto alla sua regolarità iniziatica essa è soprattutto legata alla figura del suo iniziatore (nonche mentore all'università) e cioè Pietro Silvio Rivetta di Solonghello,
    che era suo maestro in alcune correnti dell'esoterismo giapponese (era legato al gruppo della rivista Yamato) ma soprattutto nel filone ermetico e nei riti pagano-gentilizi.

    Purtroppo se si conoscesse la vita e il percorso iniziatico di questi maestri, non solo le loro "opere" che sono opere spesso di maniera nel solco dello steinerismo, si vederebbe che in fondo il loro percorso iniziatico non si esaurisce nell'"antroposofia" ma si estende a branche assai più ampie e peraltro tradizionali.
    Lo stesso Filippani Ronconi ebbe a ricordare che, negli anni della sua militanza nelle SS praticò il culto a Kali, la dea nera. Ora, si sa che questo si orginò tarmite una trasmissione da maestri del tantrismo indiano (sulla cui validità però ho oggettivamente delle riserve) attraverso il gruppo della Ahnenerbe.
    Ci sono persino dei filmati in cui Filippani Ronconi segnala culti tantrici nella legione SS-Italie!
    documentarsi signori… documentarsi….
    In uno di questi, intervistato da Marco Dolcetta, Filippani Ronconi fece precedere la sua dichiarazione da un agghiacciante "quello che dico deve essere preso con la massima serietà e rispetto"….

    Su questo- così come sul suo maestro Toddi (Rivetta di Solonghello) credo possano dare ragguaglio diverse persone tuttora vive, tra qui il figlio Rodrigo, qualora ovviamente volesse sollevare il velo su questo.
    per il resto invito tutti a non mitizzare Steiner ritenendolo onnisciente, e eventualmente, in caso di dubbi, consultare registri e patenti presso il grande Oriente d'Austria.

    Caro Amfortas, piuttosto, mi chiedo, puoi tu dimostrare, e sulla scorta di che, che non esistono "catene tradizionali regolari"??
    Quali prove oggettive potresti addurre a questa affermazione "metafisica".
    La trasmissione del Vajrayana (in tutte le sue declinazioni come quella Shingon che rappresento) e le altre sono forse da te dichiarate decadute?

  17. Musashi
    | Rispondi

    Come avrete capito parlo non per prese di posizione ideologica.
    Potrei anche io replicare argomenti di maniera riciclando materiale steineriano sulla Rosacroce.
    Sono buoni tutti a farlo con un minimo di lettura.
    Tuttavia io parlo allegando non frasi di maniera (come fanno i guenoniani, al contrario per demolire tutto), ma segnalando esperienze dirette mie o documenti, alcuni dei quali accessibil a tutti, altri no, purtroppo.
    Semmai Amfortas, e te lo dico fraternamente, seppur legittime sono le considerazioni sulla vara fraternità Rosacroce, che è trascendente, ti invito però a non trascurare quelle organizzazioni che legittimamente, in vesti sempre nuove nei tempi, ne veicolano l'influenza sulla terra.
    Facendolo altrimenti si rischia di gettare il bambino con l'acqua sporca.

    Purtroppo ci sid eve tenere ad un dato strettamente e squisitamente dottrianle.
    Taglio corto e vengo al dunque: ciò che scrive Steiner sulla "nuova iniziazione" è una sua utopia.
    L'iniazione è solo una cosa: l'elezione spirituale cioè il trasferimento di una influenza spirituale da un maestro ad un essere che non la possiede, e che comunque deve essere recettivo, preparato e qualificato.
    L'iniziaizione non potrai mai essere nient'altro che questo.

    Purtroppo Steiner, per ragioni che potremmo sviluppare in decine di commenti, compie una sorta di titanismo. in realtà confonde l'iniziazione mircocosmica, interiore, che condice ai piccoli misteri, con l'iniziazione tout cour. e se uno lo legge senza una solidoa preparazione tradizionale ci casca con tutte le scarpe.
    Quello che lui prospetta attraverso un percorso individuale non è altro che la meta dell'ermetismo tradizionale ( di cui peraltro riprende o sviluppa alcune tecniche "interiori") e che conduce alla solarizzazione dell'Io. Che in realtà prò non è ancora un entità solare ma è solo un corpo mercuriale fissato e rettificato.
    l'opera stienriano è dunque solo propedeutica alla grande opera.
    Conduce con forze interiori inidividuali a quello che taoisticamente è lo renjen, Uomo vero.
    Oltre questo non si va. E' il limite dell'ermetismo: cioè Akh, il mercuriale (sia pur solarizzato).
    L'ascensione a stati superiori dell'essere non può che attuarsi, dopo questa fase propedeutica, attraverso opera di teurgia. L'uomo non può autodivinificarsi 8se non oltre un certo segno). dopo che l'uomo è asceso a rango geniale dovrà essere la sua controparte celeste a venirgli incontro.
    Ostinarsi a negare questo è solo titanismo.
    Gli stati ulteriori dell'iniaizone che conducono oltre il velo di Paroket, annientano ogni individualità umana,
    testimoniano l'inanità di ogni pretesa di "iniziazione individuale".
    Purtroppo qualsiasi cosa abbia da dire Steienr non va oltre gli stati metafisici posti al di sotto di Paroket.
    Oltre il piano dell'Io umano. ma gli stati dell'Essere non si esauriscono con l'umano.
    E questo è il limite dell'antroposofia: utile molto se si è in grando di riconoscere questi limiti; causa di confusioni dottrinarie inimmaginabili non si è in grado di contestualizzare questo limitato percorso nella piu ampia ascesa dell'Essere.

    Scopo della via indicata da Steiner- e suo limite- è quello di condurre l'uomo moderno, così come l'ermetismo antico, ad uno stadio intermedio microcosmico di iniziazione. Iniziazione ai piccoli misteri. opera al Bianco.
    Oltre con le sole forze individuali non si può andare, malgrado tutti gli eventi del golgota che volete.

    Questo è un fatto che, leggendo (non pretendo di meditare, basta leggerlo) lo riconosce anche Scaligero.
    Leggasi "tecniche della Conc. Interiore". dove Scaligero afferma che la via del Pensiero non è altro che, parole sue, "l'opera pre-iniziatica del discopolo moderno".
    ad attribuire a questo genere di esercizi valore propedeutico all'iniziazione è lo stesso Scaligero. Opera pre-iniziatica.

  18. Musashi
    | Rispondi

    Rinosco il valore dell'opera di Steienr, il suo venire dalla Tradizione, la fonte perenne di tutto, ma proprio perche perche vengo, sia pur indegnamente, io stesso dalla Tradizione.
    Chi non viene dalla Tradizione e legge Steienr, non ne possede la chiave per leggerlo, nè per contestualizzarlo nei suoi limiti (la piccola opera, i picoli misteri), cade in una serie di errori grossolani, come il non capire il limiti di ciò che Steiner addita come via.

    Steiner ha commesso grandi errori: ha ceduto al suo orgoglio umano ed ha prostituito insegnamenti esoterici in una serie di conferenze pubbliche.
    Vi siete mai chiesti la ragione occulta della sua morte misteriosa per consunzione???

    la creazione di quel baraccone di società antroposofica con il suo vangelo fatto dall'immenso corpus steineriano sta a testimoniare la veridicità di quello che dico: il livello umano della corrente da lui creata testimonia del grado di spiritualità raggiunta dagli antroposofi: cioè ridicola.

    I veri insegnamenti esoterici di Steienr, a parte i sei esercizi e l' Iniziazione (ottimo testo) furono consegnati ORALMENTE solo a Colazza, al gruppo Novalis, e al gruppo dei Dodici la Scuola esoterica.
    La scienza occulta è opera di divgazione:
    pura e semplice fantasia, insieme a tante altre cose, in parte utili, in parte no, mediate da una chiaroveggenza non sempre affidabile. Più che immaginazioni cosmiche mi sembra un' opera per fare concorrenza alle analoghe "cosmologie" teosofiche.
    Se ottenete qualcosa meditando "la scienza occulta" per favore comunicatemelo telepaticamente.
    (NON SCHERZO).
    Steienr purtroppo ha ceduto alla seduzione di creare una corrente collettiva. così l'antroposofia-fenomeno-di-massa è diventata una mezza chiesa laica con la sua bislacca metafisica mediata dall'immane corpus di conferenze del suo fondatore.Dato l'ampio volume di verità preconfezionate non stupisce che i suoi aderenti si risparmino la fatica della pratica individuale. Dogmi di fede che peraltro suscitano un grado di fanatismo da parte degli antroposofi spesso più dogmatico delle religioni tradizionali.
    Su questo vi inviterei a riflettere. del resto il tuo zelo e lo slancio con cui scrivi, Amfortas, non mi induce a pensarla diversamente….

  19. Musashi
    | Rispondi

    Infine su Colazza.
    sono perfettamente d'accordo, io lo rispetto e lo ammiro come Adepto. ma avrei preferito che citaste le sue guarigioni magari.

    Sollevare un vento magico in una meditazione di catena non attesta se non un qualche potere psichico e allora davvero avrebbero ragione i detrattori di marca guenoniana.
    Sono ben altre le dimostrazioni della sua grandezza iniziatica.

    Anche perche mettersi a fare gare di magia non porta a nulla,se ci mettiamo a fare ripicche a chi solleva il vento piu gosso si rischia di cadere in una divagante sfida di poteri psichici che degradano piu verso la parapsicologia che nel campo dell'iniziazione.
    Solo una volta ho ceduto a questo genere di sfide, sempre su questo sito, a causa delle provocazioni di un cattolico invadente, ma in quel caso era in questione un vero attacco psichico e si necessitava una difesa.
    Quel personaggio ha smesso di fare interventi e si è ritirato dicendo per per fortuna Gesù gli vuole e bene e lo ha protetto; adesso va in giro ripetendo sta cosa…..
    Per il resto non mettiamoci a fare sfide fra maghi e magoni, anche per non farci prendere per matti.
    Chi sa non ha bisogno di "mostrare".

    Vi invito però a non sminuire per partito preso antroposofico, le vie iniziatiche tradizionali e regolari.
    negarne l'esistenza testimonia solo una cosa: di non essere stati in grado di entrare in contatto con qualificati ed autorizzati Maestri di quelle tradizioni.
    ma questo non significa che quei Maestri non esistano.

  20. Musashi
    | Rispondi

    Chiamare vie lunari vie solari è il grosso limite che voi non siete riusciti a togliervi.
    Anzitutto voi non avete nessun titolo per ritenere solare la vostra via.
    in realtà, come gia dissi, la vostra conduce al massimo ad un stato che puo dirsi mercuriale, non ancora solare.
    Studia la differenza prima di parlare con le parole (di altri Scaligero).

    Lunare è solo la via religioso contemplativa.

    Solare è la via teurgica che porta al trascendimento dello stato umano, e anche quella alchemica.

    Steiner non porta questo, non porta oltre lo stato umano,seppur dignificato e potenziato: infatti si chiama non a caso antroposofia.
    essa porta ad un stadio ancora intermedio, mercuriale appunto.E mercurio media tra divino e umano Dunque siamo su un livello intermedio.
    Ritenerti "solare" è presunzione non da poco.
    Che francamente fa ridere.

    Finche non arrivi a resistere al fuoco terrestre, non puoi ambire a quello solare.
    Bruciati una mano come Muzio Scevola: se non ti carbonizzi avrai superato e dominato il fuoco terrestre: allora sarà questione se avrai o meno le condizioni per ascendere alo stato del Sole cosmico.
    Vediamo quanto sei solare!

    chi sei tu per dare patenti di "solarità" a qualcun altro?

  21. Amfortas
    | Rispondi

    Solare è ciò che fa leva sull'Io, lunare è tutto ciò che fa leva sull'astrale o comunque su altro dall'io e nell'evo moderno la coscienza umana si articola direttamente attraverso il pensiero, in particolare quello scientifico e matematico, quindi una via solare deve contemplare in primis pratiche di liberazione del pensiero dalla funzione cerebrale e dialettica, cioè la liberazione di quel principio che non necessita di altro per essere ciò che è in quanto radice di ogni verità poichè non ha null'altro dietro di se. Se si legge Filosofia della Libertà o L'introduzione agli scritti Scientifici di Goethe o Verità e metodo ecc…ci si rende conto che per prepararsi all'iniziazione non occorre altro che quello che già si ha, la materia prima dell'opera considerata vile ma senza la quale nulla si può fare: il pensiero. Poi dipende da che iniziazione si cerca ma comunque non si esce dal pensiero non fosse altro per il fatto che la via scelta la si deve per forza prima pensare. Allora per quale motivo iniziarsi a qualcosa di più "arretrato" rispetto alla costituzione dell'uomo moderno! Le vie che esistono sono tutte valide per il semplice fatto che se sopravvivono significa che hanno ancora qualcosa da dire a qualcuno altrimenti sarebbero scomparse ma la via "regolare" oggi sembrerebbe essere la via del pensiero. Io vengo da una lunga trafila guenoniana, evoliana, yogica ecc…. e ho tentato varie tipologie di pratiche, poi ho imparato il sanscrito e ho letto le opere dei maestri Shivaiti del Kashmir scoprendo che ne Evola(che non conosceva la lingua) ne Guenon li avevano letti a fondo, e ho visto che gira e rigira preparavano da lontano (e da che pulpito eccelso) anche in certune pratiche interiori, che poi ho io stesso, nella mia misura, attuato, la via del pensiero insieme a Galileo, Newton, Goethe, Hegel e qualcun'altro. Poi sono approdato alla via del pensiero, attenzione non all'antroposofia, io non sono antroposofo ne mi piace etichettarmi in un modo o nellì'altro, sono solo uno che ha capito che quel pensiero poteva essere usato altrimenti che per fare distinguo senza fine sulla regolatità, i piccoli misteri, o se la via di Steiner porti qua o là, per me avevano lo stesso valore delle dispute teologiche del medioevo. Infine ho cominciato la pratica e a dire la verità la forza e il desiderio di distinguere mi è passata. Io seguo la via solare non per fede ma per un'intima persuasione scaturita da una lunga meditazione sulle radici epistemologiche del sapere e non perchè la confraternita di turno dice questo o quello, le conventicole le lascio ai neocatecumenali….! Chi sono per dire solare o non solare!? NESSUNO, PROPRIO NESSUNO, la semplice esperienza, per questa pratica non occore nulla all'infuori di quello che si è come uomini calati nella storia, con le proprie facoltà (da allenare duramente), non servono appoggi, pentacoli, mandala, abluzioni ecc… ne tantomeno il corpo come appoggio, parte tutto dal principio cosciente, senza residuo, se non è solare questo……. Steiner non era mica Dio, era solo, forse, uno dei più alti Iniziati comparsi sulla terra, basti vedere la profondità con cui ha parlato di tutti i rami dello scibile umano, cosa mai fatta da nessuno, dando l'illusione a molti di essere iniziato a questa o quella parrocchia, ma anche questo non si accetta per fede, ma per intima convinzione scaturita dalla pratica costante e giornaliera. Poteva anche essere iniziato formalmente a qualche rituale ma ricordo che fece una cosa simile con la Teosofia; quando da questa trasse tutto quello che poteva essere importante, discepoli compresi, se ne staccò, quindi potrebbe aver fatto lo stesso con altre organizzazioni ecc…. ma l'importante non è questo ma il riconoscere l'attualità del suo messaggio e della via indicata. La persona passa, la via resta…. Con Scaligero il discorso può essere simile, se si sono lette e soprattuto capite le opere più significative (alcuni hanno detto anche che Scaligero non sapesse scrivere perchè a loro risulta incomprensibile!!!!), come "La logica contro l'uomo", per esempio (e non a caso cito una delle meno conosciute ma sicuramente una delle più complesse) si capisce che è quantomeno improbabile che egli avesse cercato una iniziazione pitagorica o simile nel dopoguerra. Tutto può essere ma dallo spirito che anima i suoi scritti e dalla testimonianza di alcuni discepoli stretti, non risulta esserci stato alcun contatto. Penso comunque che l'unico discrimine possa essere tra chi pratica e chi non pratica. In verità preferisco aprirmi la strada da me piuttosto che aspettare un diksha da chissa chi nell'illusione che faccia il lavoro per me…… in ogni caso la via solare del XXi secolo è quella fondata sulla libertà individuale del principio cosciente…..

  22. Musashi
    | Rispondi

    Solare è ciò che attiene allo stato sopraindividuale. E' qui che ti sbagli.
    Ed è qui che si evidenzia il vostro limite in sede di comprensione metafisica.

    Solare così come tutto ciò che ha la cifra dell'Oro pertiene NON all' IO. lo stato solare è proprio in senso eminente allo stato di Nume o Eone, che è pura essenza, non forma. Io al contrario è ciò che è individuale e formale.
    Dunque tutto ciò che ti insegna Steiner non può che condurti ad una tappa mercuriale dell'evoluzione, non solare.

    Solare della tua viva non puoi dirlo che per riflesso, essendo lo stato mercuriale il più prossimo sul piano umano a quello di "Sol".
    E tuttavia: non puoi confondere l'Io umano (cioè il corpo mercuriale) con il Nume, essere sopraindividuale
    di cui è solo il riflesso.

    Dunque la tua strada è mercuriale, non solare.
    Punto.
    Sai chiaro che per solarizzazione essa conduce alla fissazione dell'ente mercuriale per azione del Principio Solare. Ma l'araldo del Sole non è il Sole. Mercurio Thoth non è Hours-Apollo.

    Quindi abbi l'onestà e la capacità di contestualizzare e comprendere i limiti della struttura in cui ti trovi.
    Via mercuriale più che solare.

    Poi quanto al lunare… bè tutte le componenti del composto umano vengono coinvolte nell'opera alchimica di rigenerazione: escludere il corpo lunare è pura illusione.
    meglio trasmutarlo.

    Comunque ti sfido a riflettere: con questa definizione di "via lunare" cosa indicheresti? Puoi dire che le vie ermetico cabalistiche sono lunari? Perche? sai tu come funzionano? Non credo proprio…al massimo ne hai una conoscenza mediata da qualche lettura, per lo piu steineriana. Ma non di pratica operativa.

  23. Musashi
    | Rispondi

    In secundis: ammeti dunque che tutte le vicende che ti ho esposto, sono, anche perche potri dimostrarlo, dato che ho conosciuto sia Scaligero, sia Filippani Ronconi, e ho persino avuto accesso a documenti del Rito di memphis, che poco e nulla si può obiettare…

    Bene: ma allora ti sfido a riflettere: questi grandi maestri ritieni che avrebbero raggiunto quel grado evolutivo se non fossero prima passati anche per quelle esperienze? un iniziato è Tutto ciò attraverso cui è passato.
    Che lo ammetta o no una iniziazione agisce in Eterno. (sacerdos in aeternum).

    Tu dici di aver avuto un passato guenoniano, evoliano yoghico…ecc..

    Attenzione! Tu parli di scuole di pensiero: non di lignaggi iniziatici: hai letto il sanscrito, bene hai letto Abhinavagupta? bravissimo!
    Ma hai ricevuto una iniziazione tantrica?
    Da quello che dici no.
    E questo fa la differenza.

    hai vissuto in un ashram? no.
    Dunque la tua esperienza è stata libresca, erudita e non altro.
    Giustamente essa non ha portato stati realizzativi. Aderire al pensiero di Guenon o Evola non significa essere ne sufi ne shaiva, ma solo aderire ad una ideologia, rara, raffinata, ma pur sempre ideologia.
    Ma uscire dalla Dialettica, in questo caso sarebbe stato essere davvero iniziati.
    Se poi pensi che il Diksha (che in realtà e se sai il sanscrito dovresti capirlo, non è iniziazione ma benedizione) faccia tutto da solo e senza partecipazione soggettiva mi spiace ma non hai capito nulla.
    Se tu avessi realmente incontrato qualificati esponenti di quelle iniziazioni e non solo dei libri, la tua ricerca avrebbe presa altra strada.

    Rimane il fatto che: iniziazione è il conferimento di una influenza spirituale. Essa risveglia un genio interiore, sì. Ma comuque è sempre azione esercitata da chi posside qeull'influenza in senso attivo (chiamalo pure Christo o Logos) a chi la possiede in senso solo virtuale.
    Quel risveglio può avvenire anche per autorisveglio.
    ma questa evoluzione non potrà MAI da sola portare a trascendere lo stato umano.
    Ti sei mai chiesto perche Steiner parli solo di "Io"???? perche il suo insegnamento non può trascendere lo stato umano, e dunque esso, sebbene assolutamente legittimo nel suo ambito, NON PUO' CHE ESSERE METAFISICAMENTE INCOMPLETO!

    Per andare oltre l'ambito ristretto dei piccoli misteri, ambito microcosmico, serve "altro"…
    Queste non sono dispute da medioevo: si tratta di capire i limiti della struttura in cui ti trovi.

    Finchè non li capisci sei come un bambino.

  24. Musashi
    | Rispondi

    Infine a confutazione di quello che dici:
    basta semplicemente considerare la vita e la morte di Filippani Ronconi.
    Se si tratta di vie lunari: perche ha praticato il tantra???
    perchè l'ermetismo classico pagano, sotto la guida del suo iniziatore P.S. Rivetta di Solonghello?

    Erano vie lunari? e perchè allora? doveva bastargli la via del Pensiero se fosse solare!!

    Sai che è stato anche un praticante della magia runica? ora se il rito runico è "lunare"..lui che ci faceva?
    Ma tu dici: hanno preso quello che serviva e poi sono passati alla via dei nuovi misteri, blabala bla.

    Ma non è così.
    INFATTI:
    Filippani Ronconi non ha abbandonato queste vie "lunari" in un dato momento, e poi basta..
    A quanto pare si è lunarizzato prima di morire, se usiamo i tuoi argomenti.
    Infatti è morto nel rito della Chiesa greco-ortodossa.
    Come mai?????
    Insomma la tua teoria è smentita dai fatti!

    invece se segui quello che ti dico tutto si tiene.
    La via indicata da Steiner è una via ermetica e il limite dell'ermetismo è il mercuriale, sia pur solarizzato.
    E' il limite dell'ermetismo, che una sana preparazione dottrinale non ha difficoltà a riconoscere.
    Se poi uno ha conoscenze incomplete è facile cadere nell'errore.

    Il problema è che dovete capire che c'è un "Io" che per sua natura è INDIVIDUALE
    e c'è un Atma, un Sè, Corpo Causale, che è SUPER-INDIVIDUALE.
    al secondo stadio NON si accede con mezzi INDIVIDUALI, e la via del Pensiero non serve oltre.
    Filippani Ronconi lo sapeva.

  25. Musashi
    | Rispondi

    Detto fra noi: la funzione del pensiero è guarda caso retta da Mercurio!
    gli esercizi di Steiner, che poi sono stati ristretti da Scaligero in uno solo essenzialmente, sono fra i tanti esercizi di autoaddestramento ermetico….
    …da sempre visti e insegnati negli Ordini esoterici come propedeutici all'iniziazione.
    Ma la propedeuticità NON cancella la NECESSITA' dell'iniziazione se si vuole procedere oltre!!
    (iniziaione che lo stesso Steiner possedeva essendo stato iniziazto dal Gran Hyerofante del Memphis, lo Yarker).

    ma a ben guardare questi esercizi perdono buona parte della loro originalità se si conosce l'essenza di altri sistemi di addestramento.

    Ti faccio un esempio: gli esercizi di liberazione della facoltà del Pensare sono analoghi a e hanno la loro radice nella pratica del Silenzio (inteso anche nel silenzio fisico della parola).
    Notare che Scaligero racconta che il suo maestro Colazza parlava pochissimo, e seguiva appunto questa ascesi.
    Se leggi l' opera "La pietra iniziatica" del Vollarich, vedrai l'anello di congiunzione che lega tecniche come gli "la via del pensiero" a tecniche di "silenzio" sia fisico che interiore.
    E pensare che queste tecniche sono molto antiche: risalgono al sacerdozio egizio e all'iniziazione pitagorica! assai prima della nascita del "pensiero concettuale socratico".
    Se poi rifletti su l'origine occidentale di questa tecnica, cioè l'iniziazione pitagorica…vedrai un legame occulto e non sospettato con Massimo Scaligero! ( e così trovi risposta alle difficoltà che trovavi…).
    Così anche sta beata novità va a farsi (in parte) benedire…

    Quanto a Goethe, te lo lascio tutto per carità..!! [potrei comunque farti notare che anche Goethe fu iniziato massone!]. Devo vedere quali livelli di evoluzione spirituale comunque si possono raggiungere con Goethe.Su questo ho seri dubbi.

    Notifico comunque che ho praticato per anni anche i sistemi di meditazione indicati da Scaligero e in genere tutto ciò che è stato veicolato dal Gruppo di Ur.
    tuttavia so che queste forme di autoelevazione magico-ermetica [ottime nel loro ambito] hanno un limite metafisico oggettivo, che però gli antroposofi tendono a non comprendere, chissà come mai…eppure basterebbe studiare…
    Del resto i membri del Gruppo di Ur possedevano quasi tutti delle iniziazioni (ivi compresi gli "antroposofi").

    Ovviamente la mia storia personale si è intrecciata anche con trasmissioni iniziatiche orientali ed occidentali.

  26. Musashi
    | Rispondi

    " si capisce che è quantomeno improbabile che egli avesse cercato una iniziazione pitagorica o simile nel dopoguerra"
    ma lei non capisce che c'è molta differenza fra quello che si scrive e quello che si fa?
    tanto piu nel campo dell'esoterismo, visto che "la lettera uccide lo Spirito" (come dice il vangelo). Nessuno ha scritto le parti piu segrete del proprio percorso. le opere di Scaligero hanno grande potere anagogico ma rimangono, per alcuni versi, opere di maniera, ed è bene che siano così perchè hanno veicolato una grande forza spirituale anche alla limitata visione antroposofica, aiutando così molti….

    Comunque ciò che è di maniera è stato poi smentito da altri scritti, specie privati.

    L'iniziazione pitagorica (in realtà massonico piatgorica) la ricevette prima della guerra (Reghini mori nel 46 quindi non potè certo dargliela nel dopoguerra, come dice lei).
    Gli allievi di Scaligero li conobbi tutti da A. Rubino a Sagramora.
    Solo una parte di quello che so mi viene dalla conoscenza diretta di Massimo (ero un ventenne all'epoca) e lo incontrai si e no tre volte.Tutto ciò che seppi mi venne dal contatto con la sorella, Luciana Sgabelloni, che mi mise a parte di molto, alcuni anni dopo la morte del fratello.

    Gli allievi di Massimo erano tutti antroposofi zelanti, nessuno vuole ammettere realtà del genere, anche perche irretiti completamente dall'ideologia steineriana, che Scaligero, specie negli ultimi anni della sua vita, andava assai riconsiderando.
    Del resto se lo hai letto così tanto avrai notato quanto si discosta da Steiner, sino a trattare temi come l'eros sacro, iside ecc…)

    Ad esempio lui venne iniziato al tantra buddhista negli anni fine sessanta. Questo smentisce tutte le panzane di "maniera" sull'oriente che scrisse nelle opere giovanili, prima che incontrasse lama realizzati e qualificati!
    Peraltro non trasmise a nessuno del suo circolo romano queste iniziaizioni (Sei Yoga di Naropa). Nessun discepolo "antroposofo" la ricevette. Egli la trasmise solo a tre persone, non di Roma. I testimoni di ciò sono circa una decina in Italia. Ci sono, e la loro testimonianza vale quanto piu di quella di altri"discepoli diretti", che però non erano li presenti.
    Oltretutto conobbi due delle tre persone che ricevettero questa trasmissione da Scaligero, e ne ho già parlato. Questo cancella ogni dubbio.

    E come spiegare il Nome Tilopa delle edizioni di Scaligero?
    Questo ha a che fare con Tilopa, maestro del lignaggio kagyu del buddismo tibetano e maestro di Naropa.
    Scaligero fu riconosciuto dai lama in visita in Italia, e suoi iniziatori, quale tulku dello stesso Tilopa.

    [Senza sapere questi fatti il nome "tilopa " resta una bizzaria assai strana, peraltro assi dubbia visto il pregiudizio steienriano sull'"oriente"….]

    Scaligero è stato tra i primi in Italia a ricevere iniziazioni tantriche della classe Anuttarayoga tantra.
    Questo lo sapeva anche la sorella Luciana e, forse, da quello che mi di disse lei, anche Alfredo Rubino, il che comunque non dovrebbe averne parlato con nessuno.

  27. Amfortas
    | Rispondi

    Vorrei subito chiarire una cosa! sarebbe quanto meno imprudente da parte mia pensare che un iniziato diventi tale ex abrupto, senza essere passato per le cosiddette "prove" in questa o nelle esistenze precendenti e altrettanto lo sarebbe non pensare che a volte occorre ricapitolare le tappe conseguite ma con un nuovo approccio. Il problema secondo me è l'approccio e l'importanza che si da all'io individuale come base di una ipotetica ascesa. Però non mi si faccia passare per ingenuo, quando parlo dell'IO di certo non parlo dell'io storico di Musashi o di Amfortas, quello è l'Io degli elementi, l'aggregato condizionato di cui parla il buddhismo, il coacervo di klesha e skhanda, quello che si dissolve con la coscienza di veglia ogni volta che ci addormentiamo e quando moriamo. Per IO si intende una essenza spirituale che vi riposa quiescente e che possiamo chiamare come vogliamo: Atman( che è un pronome riflessivo che sta per Sé), Io Superiore, Luz, seme d'immortalità, il palazzo del nihuan ecc. L'iniziazione non è altro che il risveglio e lo sviluppo di quest'essere che vive in noi negli stati si sogno sonno e catalessi e che guarda caso Abhinavagupta & co. chiamano Aham-Io che è l'anagramma di Maha-Tutto. Gli esercizi preliminari di Steiner i cosiddetti 5+1 sono una preparazione, un addestramento, così come lo sono quelli di Tecniche della concentrazione interiore e de L’Iniziazione. E’ il lavoro preparatorio che nessuno può fare per un altro, poi l'influenza spirituale di cui parli tu, è chiaro che viene trasmessa, non ci piove su questo, io però non credo che la trasmissione allo stato attuale della spiritualità necessiti di una catena visibile o istituzionalmente in ordine. Punto. Ora quell'essenza che prima si cercava attraverso la quiete della mente(si ricordi il "citta vritti nirodha" arresto dei vortici della mente di Patanjali) ed esercizi rivolti all'arresto delle sue funzioni (perché il mentale premoderno non aveva ancora conosciuto nella misura a noi familiare il pensiero tecnico-scientifco-matematico moderno e la materializzazione e “fisicizzazione” del mentale ed era assimilabile alla psiche, infatti si parlava di proliferazione mentale e complessi, di certo non era la veglia di chi contempla adialetticamente il rapporto tra gli angoli e i lati di un triangolo!!!! Per conquistare questa veglia, l’uomo costituzionalmente antico doveva arrestare le funzioni fisio-mentali, noi ce l’abbiamo come costituzione di base anche se nella forma dialettica quindi semisognante e pertanto dominata sovente dai complessi di cui sopra ma, una volta resuscitato dallo stato dialettico è anche la chiave per la risalita! Non sto parlando per fede ma per esperienza!!) oggi si può cercare nel pensiero stesso, attraverso l’approfondimento immanente ed individuale dell’atto conoscitivo.

  28. Amfortas
    | Rispondi

    Se approfondissi davvero operativamente questa via ti renderesti conto della differenza: un conto ad esempio è contemplare un punto fermo o un’immagine costruita staticamente e un conto contemplare un triangolo che si muove diventando isoscele scaleno rettangolo acutangolo ottusangolo per poi passare all’intuizione informale ma sempre dinamica dell’essenza che sta dietro, cambia proprio la polarità della forza messa in atto. In merito a vuoto e silenzio è ovvio che siano fondamentali ma se non si domina il mentale prima, passandoci dentro credo che il silenzio o vuoto che sia, resti un’utopia. Il limite di cui parli non esiste, semplicemente perché la mente ha tutto in sé e il principio vajrayana di ashraya paravritti come il concetto di udaya, lo schiudersi su cui riposa il pensiero e quindi il sé, dello Shivaismo, lo dimostrano. Per tornare a Scaligero: se ne sono dette e scritte di tutti i colori e non starò qui a fare polemiche su cose che non conosco direttamente. Se tu dici di averlo conosciuto direttamente e di conoscere retroscena che mi sono ignoti alzo le mani, ma una cosa la posso dire. Non sta scritto da nessuna parte che gli esercizi da soli portano automaticamente al'iniziazione. Per quanto riguarda Tilopa: Il Vajrayana, soprattutto se leggi il Sekoddesha, l’iniziazione Kalacakra di Naropà( discepolo di Tilopa, maestro di Marpa e Milarepa) è la via più vicina alla “Via del Pensiero adamantino” di cui parla Scaligero in tutte le sue opere, vi si trova tra l’altro anche l’immagine del fiore di luce che sboccia nel “deserto della vacuità” il “fiore che divora la base” immagine usata anche da Scaligero per illustrare la contemplazione assoluta della Luce-folgore del Logos. Quindi mi sembra quasi ovvio che Scaligero la tenga in così grande considerazione e che magari ne fosse anche maestro e conoscitore. Filippani stesso era maestro non solo di una via ma di molte vie, tantra, sufi, alchemica ma quando trovava una certa libertà interiore indicava senza tema di sbagliare Tecniche della concentrazione interiore o il Manuale pratico della meditazione e questo non lo dico io per sentito dire, lo dice chi l’ha conosciuto per anni direttamente e inoltre Filippani era molto legato a Scaligero, probabilmente è quello che spiritualmente l’ha conosciuto meglio per la sua stessa levatura. Infine su Goethe, forse non era un iniziato “regolare”, nei fatti ebbe alcune intuizioni eccelse come quella sull’immaginazione da mettere in atto nell’intuizione del Tipo o dell’ Urpflanze, egli intuì che nel pensiero, essere e conoscere sono uno quindi intuì la base dello sviluppo interiore nell’evo moderno e quindi il rapporto tra spirito e pensiero scientifico e pertanto l’approccio moderno alle pratiche interiori. Si pratichi quello che si vuole ma non si dimentichi che se non si cambia il rapporto col pensiero, anche il rituale Memphis e compagnia cantando verrà pensato con lo steso pensiero con cui si pensa il bicchiere o la ciotola del mio cane….!!! Il contenuto non conta, conta sempre il pensiero con cui lo pensi….questa è la differenza cruciale, l’oggetto del pensiero, quindi del meditare ecc… non è importante come il pensiero che lo pensa…..: Filosofia della libertà!!!!!
    Buon lavoro Musashi….oltre ogni polemica sterile…siamo tutti alla ricerca dello spirituale che è in noi al di là della via che si scelga e al di là dell’opinione, sempre personale che ognuno di noi può avere sulla via degli altri (che in quanto opinione è personale, mentre lo spirituale vero si trova sul versante dell’impersonalità) anzi voglio ringraziarti per avermi offerto l’occasione attraverso questo dibattito di far luce su alcuni aspetti delle mie stesse convinzioni….! Un saluto….!!

  29. Musashi
    | Rispondi

    Da quanto ne so: addirittura il riconoscimento del suo essere "emanazione magistrale della mente di Tilopa", avvenne in seguito all'esposizione di alcune sue parole. I lama che lo ascoltarono, si accorsero in quel momeno che che ne era un Tulku, Quindi questo conferma che vi è un legame profondo fra il suo insegnamento sul pensiero e quello dato da Tilopa che ha a che fare con la Mahamudra.
    In questo non ti smentisco affatto, anzi apprezzo che tu ne abbia visto un aspetto che avevo segnalato esplicitamente. (in realtà Scaligero, come avrai letto anche in tecniche della concentrazione interiore, opera giovanile, ne parlava già da tempo con rispetto,anche se usa dei clichè che parlano di via antica….in realtà però quando incontrò realmente questa via, non solo tramite la mediazione steineriana, la abbracciò anche sul piano dell'iniziazione formale).

    In realtà io volevo solo ribadire che quando si parla di solare, se si segue una ascesi puramente solitaria e individuale, non si ascende al piano sopraindividuale quasi per definizione. Dunque sarà un "solare" di tipo ancora riflesso(sebbene non lunare), cioè il riflesso del "sol" in senso archetipico nel piano umano, che è appunto alchemicamente il Mercurio. Lo stato effettivamente "soalre" compete solo agli esseri che sono in Tiphereth e da lì in su…

    Quando si dice IO (non l'io degli elementi, ma quello fabbricato alchemicamente da opera di rettifica e fissazione) si intende un entità geniale o mercuriale enucleata dalla pratica (non tutti vi arrivano!), ed è però soltanto il riflesso del nostro principio solare atmico( o gemello celeste che però appunto appartiene ad altro ordine di realtà). Quando si dice "Io" (l' Io magico o solare di Evola) si intende però, preciso meglio sulla traduzione un "jiva", atma essendo unicamente il principio sopraindividuale.
    Chi "fissa" il proprio jiva viene ad essere, secondo il vajrayana ad esempio, un vidyadhara di secondo livello, e potrà estendere indefinitamente la propri esistenza individuale sui piani sottili.
    E realizzare "successivamente" l'illuminazione.

    Quella dell'Io è pertanto tappa intermedia ( e oggi per noi ineludibile), base da cui poter ascendere a stati superiori dell'essere. la via dei piccoli misteri si arresta lì. Il fatto è che con sole forze individuali non si esce da questo limite inidividuale.La strada fra divino è umano dovrà essere percorsa in parte dall'umano; poi dopo un certo segno dovrà essere il "divino" a stendere una mano.
    Anche il buddha Shakyamuni, raggiunto lo stato di jiva, individualmente, ha poi "dovuto" ricevere, sul piano del sambhogakya delle iniziazioni tantriche dalle divinità quali Chakrasamvara e Guyasamaja per proseguire la sua ascensione oltre.

    Purtroppo non molti antroposofi hanno la capacità di comprensione in termini di esoterismo comparato edi contestualizzare la via che si trovano a percorrere e "si montano la testa". Credo però che tu possa fare eccezione, così come molti che scrivono su questo sito, come Arcella e Piscitelli.

    Era però una precisazione necessaria.

  30. Musashi
    | Rispondi

    Il merito di Steiner e della sua intuizione è stato di comprendere che l' uomo occidentale moderno deve per forza passare attraverso l'Io (o mercurio solarizzato). in realtà però è un dato tipico della tradizione occidentale, in particolare dell'ermetismo già da secoli, dall'era egizia, a mio avviso.
    Steiner lo ha semplicemente portato a maggiore evidenza ed esposto chiaramente, se vuoi, portato a compimento il processo.

    Mentre l'orientale antico non aveva bisogno di passare attraverso un "Io solarizzato", noi non possiamo oggi trascurarlo.
    Per l'orientale (del periodo vedico o upanishadico nel migliore dei casi) bastava "uscire" dall'io di gruppo (altro nome dell'io degli elementi) per agganciare la dimensione superindividuale di atma, data da la sua vicinanza a questa.
    Ecco perche molte vie orientali, financo il buddhismo mahayana, sviluppano una ascesi oblativa, di sacrificio, senza passare per l'Io. Si sacrifica tutto per l'Atma: la propria possibilità di fissazione individuale non conta e non si prende in considerazione. L'illuminazione dell'atma potrà avvenire fra centinaia di esistenze….. tanto lo sia fa per sacrifico all'Atma (che però i buddhisti non nominano per ragioni di dommatica). Infatti la via dei Sutra era via della Rinuncia. E si sacrifica tutto al proprio principio superiore. Questo era possibile però perche questo principio atmico era più "prossimo" e passaggi intermedi potevano non erano così indispensabili.
    Ci si proiettava totalmente nell'oltre, senza che fosse necessario il passaggio ad un Io strutturato.

    Il jiva (IO) è infatti tema operativamente sviluppato nel tantrismo shivaita e da qui al buddhismo tantrico.
    Ecco perche il vajrayana è via "moderna" ed infatti è stata divulgata nel mondo umano solo dopo secoli di mahayana.
    nel vajrayana la realizzazione è assai piu rapida, collocandosi al massimo nel giro di poche esistenze, possibilmente già in questa. Comunque l'essenziale è raggiungere almeno lo stato di vidyadhara, uno stato di immortalità e solarizzazione del proprio principio ancora INDIVIDUALE, sì da poterlo poi sviluppare e superare, magari in altri piani di esistenza (terre pure ecc…). In questo si vede la vicinanza con l'ermetismo occidentale che passa infatti per lo stato mercuriale. Ed ecco perche mentre il buddhismo dei sutra è, come via, quasi completamente sparito oggi nella sua operatività reale e tradizionale (salvo inutili imitazioni), il vajrayana è considerato una via assai adatta all'occidentale moderno.
    (ovviamente però l'iniziazione formale è ancora necessaria, anzi se dovessero passare tutti i lama realizzati detentori del lignaggio, il vajrayana non sopravviverà in questa dimensione..)

    In ultimo, vi è probabilmente un atteggiamento "lunare"e meccanicistico in alcune organizzazioni esoteriche nostrane, nel senso che si tende a pensare che la catena agisca da sè e così il rito. Ma questo NON è la tradizione ermetico-esoterica occidentale, si tratta di una deviazione. In realtà questo può valere per una religione che conta su un eggregore di milioni se non miliardi di persone.
    il magista dovrà invece operare individualmente per ignificare e risveglare il potere eggregorico del rito a cui eventualmente si connette. anche perchè un rito exoterico e religioso vibra su una ottava molto più bassa e collettiva, ma una struttura esoterica è più elevata a livello sottile (in genere) e richiede che sia l'operatore ad elevarsi (sia pur con tecniche differenti).
    In questo le vie di autorealizzazione interiore, di tipo ermetico, così come quelle indicate da Steiner o Colazza, o altre specificamente indicate all'interno di una qualche tradizione operativa di un qualche valore, sono sicuramente una base necessaria e propedeutica, salvo rari casi di persone eccezionalmente qualificate.

    Spero che queste mie considerazioni, sviluppate sulla base della mia indagine(non certo per mio merito, ma del magistero dell Tradizione invisibile e vivificante) possano risultare di un qualche interesse e stimolo alla riflessione alla ricerca.
    Un saluto ad Amfortas e a tutti.

  31. Davide
    | Rispondi

    Buonasera, volevo chiedere una cosa a Musashi, che peraltro i cui commenti trovo sempre interessanti e ricchi di spunti, e li leggo con vivo interesse.
    Se l'iniziazione è necessaria, dopo un cammino propedeutico di "fissazione" dell'Io, ma di catene tradizionali valide, che riescano a farti fare il passo successivo, sono poche, non si rischia di fermarsi in uno stato intermedio per questa esistenza?
    Esempio: ho sempre trovato il Buddhismo Vajrayana molto interessante, come altre correnti, ma l'eventuale messa in pratica dei suoi insegnamenti (peraltro filtrati da autori o da traduzioni), rimarebbe propedeutica, non trovando Maestri che possano farti fare il definitivo salto di qualità?

  32. Amfortas
    | Rispondi

    Credo che Musashi abbia centrato il problema e compreso lo spirito dei miei interventi. La questione è proprio questa a mio avviso: rendere fruibile all'occidentale moderno una spiritualità perenne in forme adatte all'individuo mentalizzato che voglia saltare di livello restando però ancorato alla terra e ai doveri che essa impone. Bisogna conciliare il Buddha(liberazione del mentale) e Zarathustra(l'amore per la battaglia terrena). Ora al di là di schieramenti e partiti della spiritualità, le strategie operative propedeutiche al'iniziazione proposte dalla Scienza dello Spirito appaiono, forse, le più adatte allo scopo di riconvertire il mentale alla sua funzione luminosa originaria ma restando nel mondo. Per quanto riguarda le "catene" la critica va rivolta unicamente contro quell'atteggiamento che vorrebbbe che la forza del gruppo agisse in vece dello sforzo individuale. E lo stesso vale per l'iniziazione, il seme va coltivato con strenuo esercizio, altrimenti il fallimento e il tradimento sono l'esito scontato. Grazie, per gli spunti di riflessione e confronto. E' questo l'atteggiamento giusto tra operatori seri…..confronto e scambio di conoscenze….!

  33. Musashi
    | Rispondi

    fermarsi o no a metà strada non è poi un problema pratico, il mio era un tentativo di inquadramento teorico.
    In realtà si arriva sempre dove le proprie forze lo consentono e di realizzati completi in questa vita (a parte Ramana Maharishi o Aurobindo o altri rarissime personalità se contano sempre meno). Già realizzare il completo cammino che conduce ai "piccoli misteri" è opera eroica e non da poco, in questa epoca!

    Il Maestro, visibile o invisibile, arriva se e quando il karma del ricercatore sarà tale da permettere questo "incontro"….
    Come dicono i manifesti Rosacroce: "se qualcuno desiderano incontrarci davvero, nel profondo del suo cuore e sinceramente, saremo noi a farci presenti a lui".

    Se ti interessa il buddhismo vajrayana probabilmente troverai la possibilità in occidente di incontrare lama qualificati. In genere è così che capita, visto che il Tibet ormai si è svuotato. Io ho avuto la possibilità invece di incontrare il vajrayana giapponese, o shingon, avendo vissuto in quel paese per certo periodo.
    Ma è una eccezione.
    Attualmente i centri cittadini di Dharma, legati al buddhismo tibetano delle quattro scuole, sono ancora in grado di ospitare Lama qualificati (che purtroppo sono sempre meno).
    Tuttavia segnalo il Maestro N.Norbu per lo Dzog Chen e lama Ole per la mahamudra.
    Vengono spesso in Italia. Il primo risiedeva sul monte Amiata, ma ora non vive piu in Italia, dove torna solo saltuariamente.

    ovviamente il vajrayana è un lignaggio esoterico e richiede iniziazioni e istruzioni dirette perche segrete, le letture hanno solo un ruolo "esegetico", ma non consentono nessuna pratica.
    Comunque per fortuna vi è ancora la possibilità,se veramente interessati e disposti a fare qualche chilometro, di incontrare lama qualificati. Sperando che rimangano ancora nel samsara per beneficio di tutti gli esseri.

  34. Davide
    | Rispondi

    Ringrazio sia Musashi che Amfortas per gli approfondimenti.
    Mi chiedo se esista quella che viene chiamata "autoiniziazione". Ho letto recentemente, e cercato di mettere in pratica, gli insegnamenti di Franza Bardon, nel suo primo volume "Introduzione alle dottrine ermetiche". Cosa ne pensate di questo autore? Ma anche qui, l'ermetismo anch'esso è una via esoterica, quindi dovrebbe valere la regola dell'istruzione diretta?

  35. Musashi
    | Rispondi

    Bardon è un ottimo autore.
    Si tratta in questo caso del ristretto ambito dei piccoli misteri.

    Le pratiche soggettive possono essere svolte appunto anche in solitario (meglio comunque sarebbe un apporto diretto di un maestro). In ogni caso si lavora con la propria energia e campo di forze e di "meriti" individuali, per cui non sono coinvolti impegni di tipo iniziatico verso strutture esterne all'operatore.
    In questo senso è legittimo parlare in un certo senso, sebbene assai improprio, parlare di una specie di "autoiniziazione" (diciamo più propriamente che è un addestramento interiore e anche un processo di autodignificazione). ovviamente rientrano le restrizioni di tipo metafisico di cui sopra.
    In ogni caso è un testo più che buono.
    Tuttavia sconsiglio invece Bardon nella parte relativa alle evocazioni cabalistiche (dal secondo volume in poi), perche le istruzioni da lui riferite si discostano su diversi punti dagli insegnamenti cabalistici tradizionali (si tratta di dettagli tecnici tuttavia importanti in cui Bardon si allontana non poco dal Sepher Yetzirah o da altri testi "canonici", senza peraltro citare le sue fonti). Oltretutto Bardon fece dei pasticci con alcune evocazioni e si danneggiò non poco…… anche se poi come al solito hanno voluto dare la colpa ai nazisti esoterici!

    In ogni caso pratiche di quel tipo dovrebbe affrontarle solo chi è regolarmente iniziato (su questo non scherziamo). Alla pronuncia dei nomi divini e arcangelici sono autorizzati solo gli iniziati, e nello specifico iniziati a un qualche ramo dell'esoterismo ebraico-cristiano o comunque occidentale. Del resto è pura follia praticare operazioni magico-teurgiche senza una copertura iniziatica. Ci si può far male sul serio.

    Il primo volume è invece molto utile e può essere praticato in sicurezza.

  36. Davide
    | Rispondi

    Sì, del resto anche lui mette in guardia dalle evocazioni, se non si è almeno al settimo grado del suo primo libro. Comunque sia, allora seguirò le indicazioni del suo primo libro, scartando l'acquisto degli altri. Per uno come me, che deve partire, districarsi tra i vari esoteristi e trovare testi che siano validi è cosa non da poco; non si sa cosa leggere, o meglio non si sa capire se un autore od un libro possano essere considerati "seri" e veramente vicini ad una spiritualità legata alla Tradizione.
    la ringrazio ancora per la sua disponibilità; se ha voglia e tempo, vorrei lasciarle la mia mail, così le chiedo le ultime cose, visto che mi sembra molto preparato, e non rischio di andare troppo off-topic e di intasare i commenti.

  37. paolo
    | Rispondi

    Salve Musashi, anch’io seguo da tempo con attenzione i tuoi commenti nelle varie discussioni. Vista la tua grande preparazione, sia in quanto professore che iniziato, dato che hai potuto toccare con mano e vivere in prima persona certe esperienze e non ne parli solo per “sentito dire” o per mera erudizione teorica, mi permetto di chiederti: perché, un po’ per volta, compatibilmente con i tuoi impegni professionali, non prepari delle “dispense”, magari sotto forma di articoli da pubblicare sul sito del Centro Studi La Runa che ti potrebbe dedicare una sezione ad hoc, in cui trattare i vari temi attinenti alla Tradizione? Chiaramente non intendo un’opera omnia e completa (che richiederebbe chissà quante migliaia di documenti!) ma una sorta di introduzione generale, di tipo teorico, per mettere un po’ d’ordine nel mare magnum della materia e nella confusione che spesso si fa su più fronti. (segue…)

  38. paolo
    | Rispondi

    (…) Una sorta di “Teoria generale della Tradizione”, in cui partire dai principi, dalle fonti, dai vari filoni spirituali, estinti o ancora attivi, ora di tipo religioso-devozionale-essoterico, ora di tipo iniziatico-esoterico, magari anche con un glossario dei termini (mi viene in mente ad esempio il concetto di eggregore, di teurgia, ecc.) toccando anche un po’ tutti i temi e le problematiche affrontate durante le tante discussioni sul sito, comprese quelle sul cristianesimo che, personalmente, mi interessano molto, essendo io su posizioni simili a quelle di Paolo Maria , di un altro paolo (siamo in tanti!), di kaisaros e altri commentatori del sito (cristianesimo gnostico delle origini, cristianesimo ortodosso, problematiche legate ad esempio al rapporto cristianesimo-reincarnazione, ecc.). (segue…)

  39. paolo
    | Rispondi

    (…) Il tutto sempre sotto forma di infarinatura generale, rimandando poi alla lettura di pochi ma indispensabili testi di riferimento sia per l’approfondimento teorico che, poi, per chi vorrà e potrà, per affrontare forme reali di iniziazione tramite le tecniche regolari ancora attive. Ovviamente, anche se impostato per linee generali e un po’ per volta, sarebbe comunque un gran lavoro che richiederebbe tempo e impegno, perciò questa è solo un’idea che può essere accolta o meno, o magari solo in parte, per certe questioni.
    Ovviamente qualora tu abbia scritto qualche libro, cosa in effetti molto probabile, dacci qualche indicazione. Insomma, facci sapere qualcosa … Un saluto.

    • runen
      | Rispondi

      Raccogliamo volentieri l'invito rivolto da Paolo a Musashi.

      • Davide
        | Rispondi

        Inutile dire che anch'io mi associo, sarebbe veramente molto utile.

  40. Musashi
    | Rispondi

    Non mi dispiacerebbe, essendo stato sollecitatoda voi in tal senso, poter stendere di tanto in tanto qualche breve nota per chiarire alcuni punti delle dottrine tradizionali, nei limiti di quello che so ovviamente.

    Se l'amministrazione del sito è d'accordo possiamo vedere di inserire ogni tanto qualche articolo, se dovesse essere di interesse generale.

  41. Dottor Mistero
    | Rispondi

    Un saluto a tutti i partecipanti.

    Seguo da qualche tempo, seppur sporadicamente, questo sito che mi sembra proporre contenuti spesso più solidi rispetto al fin troppo variegato panorama dell’esoterismo contemporaneo.

    Mi è capitato così di incrociare questo interessante articolo, e l’ancor più interessante discussione che ne è seguita.

    Vorrei modestamente proporre qualche precisazione ed il mio contributo:

    E’ perfettamente vero quel che afferma Musashi al riguardo di Memphis-Misraim: Rudolf Steiner ricevette da Yarker una patente, tenne conferenze in quell’ambito e ne celebrò il Rito. Di ciò troviamo ampia traccia nel volume 265 dell’opera omnia, vi sono riprodotti perfino gli schizzi per la preparazione del Rito.

    Tra l’altro Rudolf Steiner attribuiva grande importanza alla personalità e all’azione di Giuseppe Garibaldi, che del Rito, a Napoli, fu il restauratore (cfr. Considerazioni esoteriche sui nessi karmici).

    Tuttavia il senso dell’operare di Steiner nell’ambiente massonico, può essere solo dedotto dalla sua autobiografia, ne riporto qualche passo:

    “…presi il diploma della società a cui ho accennato, che apparteneva alla corrente rappresentata da Yarker, ed aveva le forme massoniche dei cosiddetti gradi superiori. Nulla, assolutamente nulla, ho preso da questa società, se non la legittimazione puramente formale di istituire io stesso, in collegamento storico, un’attività rituale-simbolica.”

    E ancora:

    “Accanto all’elaborazione delle idee, nella cui veste il contenuto della conoscenza dello spirito veniva dato, si aspirava ad avere qualcosa che parlasse in modo immediato alla percezione, al sentimento. A questo bisogno volevo venire incontro.” (“La mia vita”, ed. Antroposofica, 1980 pp 343,344)

    Quindi nessuna Iniziazione, cosiddetta “tradizionale”, per Rudolf Steiner. Particolari significativi se ne possono cogliere dalla lettura del già citato volume.

    Per quanto invece riguarda la “Filosofia della libertà” e l’Iniziazione microcosmica, vale senz’altro quanto affermato da Musashi; lo stesso Rudolf Steiner ebbe più volte a precisare che “la comprensione della FdL fa del corpo astrale una Vergine Sophia”.

    Al riguardo delle iniziazioni di Massimo Scaligero posso precisare, avendolo conosciuto e seguito, con una qual minima cognizione di causa: definire “effervescente” la sua attività esoterica giovanile è un assoluto eufemismo, mi permetto di riportare un estratto dalla sua ultima conferenza pubblica, del 23 gennaio 1980. Sono le ultime parole della conferenza, quindi le sue ultime parole pubbliche, che faccio qui valere come suo testamento spirituale:

    “…guardate, ve lo dice uno che conosce tutte le correnti, le conosce a fondo, non c’è una corrente che io non abbia sperimentato. Le conosco tutte, con tutti i loro inganni, le loro insidie.

    Vi posso dire che la Scienza dello Spirito del Dottore è l’Oro del Sole sceso sulla Terra, è la grande ventura dell’uomo, è la via della liberazione dell’uomo, perchè c’è tutto; e noi dobbiamo essere degni di realizzare quest’impulso, è un dovere verso gli altri, verso il prossimo.

    Animati di amore verso il prossimo, realizzeremo quest’amore unicamente se siamo capaci di essere i portatori di questo principio; quindi strumenti, sia pure non degni, del Logos.”

    In conclusione direi che senz’altro Musashi afferma il vero quando dice che, oltre la Soglia dell’Iniziazione microcosmica, è il Divino che deve giungere all’umano e non viceversa.

    Massimo Scaligero soleva ricordarci che tutto l’impeto e l’afflato esoterico valgono solo fino a questa Soglia. Ma conseguito che sia il Pensiero Vivente, la Via diviene remissione al Divino, attesa e silenzio.

    Qui si prepara l’accesso ai misteri superiori, che sono soltanto allusi nell’opera pubblica di Rudolf Steiner, nè potrebbe essere altrimenti.

    Sotto la mole inesauribile della sua opera omnia giace un segreto sepolto, cui mai gli antroposofi della filiazione ufficiale osarono attingere: l’Oro del Sole è sceso sulla Terra.

    Ma questo non può certo essere argomento da comari esoteriche: giunge chi deve giungere, come afferma Musashi.

    Spero con questi accenni di non aver suscitato fraintendimenti, se è accaduto me ne scuso e sono pronto a chiarire.

    Buon silenzio a noi tutti

  42. Gregorio
    | Rispondi

    Cito :

    “…guardate, ve lo dice uno che conosce tutte le correnti, le conosce a fondo, non c’è una corrente che io non abbia sperimentato. Le conosco tutte, con tutti i loro inganni, le loro insidie. ”

    Una simile ridicola spacconeria squalifica immediatamente chi la proferisce…perchè è una stupidaggine da ignoranti totali.

    Quanta confusione…..

Rispondi a Ieromante Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *