La massoneria moderna come inversione del ghibellinismo

Julius Evola, Il mistero del GraalPoiché la nostra ricerca ha anche considerato le interferenze fra organizzazioni iniziatiche e correnti storiche è opportuno dire qualcosa – in sede di conclusione – circa i rapporti esistenti fra ciò che abbiamo chiamato l’“eredità del Graal”, ossia l’alto ghibellinismo, e le società segrete dei tempi moderni, particolarmente di quelle che, a partire dall’Illuminismo, si sono definite in forma di massoneria. Naturalmente, qui noi dovremo limitarci all’essenziale.

Già nella cosiddetta setta degli Illuminati di Baviera si ha un esempio tipico di quel capovolgimento di tendenze, a cui poco fa abbiamo accennato. Ciò risulta dallo stesso mutamento di significato subito dal termine “Illuminismo”. Esso in origine ebbe relazione con l’idea di una illuminazione spirituale superrazionale; ma successivamente a poco a poco si fece invece sinonimo di razionalismo, di teoria del “lume naturale”, di antitradizione. Si può parlare, nel riguardo, di un uso contraffatto e “sovversivo” del diritto proprio all’iniziato, all’adepto. L’iniziato, se è veramente tale, può porsi di là dalle forme storiche contingenti di una particolare tradizione, può accusarne – ove a ciò riceva mandato – le limitazioni e porsi al disopra della loro autorità; egli può respingere il dogma, perché ha qualcosa di più, la conoscenza trascendente, e in ben altra sede sa dell’inviolabilità di questa conoscenza; infine, può rivendicare per sé la dignità di un essere libero, perchè egli si è disciolto dai vincoli della natura inferiore, umana: a tale stregua i “liberi” sono anche “pari” e la loro comunità può esser concepita come una “confraternita”. Ebbene, basta materializzare, laicizzare e democratizzare questi aspetti del diritto iniziatico, e tradurli in termini individualistici, per aver subito i principi-base delle ideologie sovversive e rivoluzionarie moderne. Il lume della mera ragione umana subentra alla “illuminazione” e dà luogo alle distruzioni del “libero esame” e della critica profana. Il sovrannaturale è messo al bando o confuso con la natura. La libertà, l’eguaglianza e la parità divengono quelle prevaricatoriamente rivendicate dal singolo “conscio della sua dignità” – non conscio però della sua schiavitù di fronte a sé stesso – per ergersi contro ogni forma di autorità e costituirsi illusoriamente come estrema ragione a sé stesso: diciamo illusoriamente, poiché nella concatenazione inesorabile delle varie fasi della decadenza moderna, l’individualismo ha avuto la durata di un breve miraggio e di una fallace ebbrezza, l’elemento collettivo e irrazionale nell’epoca delle masse e della tecnica ha presto avuto ragione del singolo “emancipatosi”, cioè sradicato e senza tradizione. Ora a partire dal XVIII secolo sorgono appunto gruppi, affiancanti le cosiddette sociétes de pensée, i quali ostentano un carattere iniziatico, mentre si danno più o meno direttamente a quest’opera rivoluzionaria e “riformistica” di “illuminismo” e di razionalismo. Alcuni di tali gruppi erano effettivamente la continuazione di organizzazione precedenti di tipo regolare e tradizionale. Così a tale riguardo devesi pensare ad un processo di involuzione spintosi fino ad un punto nel quale, per via del ritirarsi del principio animatore originario di queste organizzazioni, potè realizzarsi una vera e propria inversione di polarità: influenze di tutt’altro ordine andarono ad inserirsi e ad agire in organismi, che più o meno rappresentavano il cadavere o la sopravvivenza automatica di quel che essi in precedenza erano stati, utilizzandone e volgendone le forze in una direzione opposta a quella che era stata la propria normalmente e tradizionalmente.

Il prologo, che è qualcosa di più di una pura fantasticheria (perché utilizza dei dati risultati nel processo a questo personaggio), del Giuseppe Balsamo di A. Dumas, ove un capo che si presenta come un Gran Maestro Rosacroce dà, in una riunione segreta di “iniziati” convenuti da ogni nazione, come parola d’ordine L.D.P. (le iniziali di lilia destre pedibus – cioè: distruggi e calpesta la Casa di Francia), può valerci come un riflesso del clima proprio alle logge e ai convegni degli Illuminati e di gruppi affini, i quali promossero quella “rivoluzione intellettuale”, che alla fine doveva scatenare l’ondata delle rivoluzioni politiche dall’ 89 al ’48.

Julius Evola, Imperialismo pagano. Il fascismo dinnanzi al pericolo euro-cristiano. Quarta edizione corretta e con due appendici. Heidnischer Imperialismus. Seconda edizione rivedutaMa la duplicità contraddittoria dei due motivi – cioè da una parte sopravvivenze del ritualismo gerarchico simbolico e iniziatico, dall’altra professione di ideologie del tutto opposte a quelle che si potrebbero dedurre da una qualsiasi autentica dottrina iniziatica – è palese soprattutto nella massoneria moderna. Questa massoneria sembra che si sia positivamente organizzata nel periodo dei rumori rosicruciani e della successiva partenza dei veri Rosacroce dall’Europa. Elia Ashmole, che si vuole abbia avuto una parte fondamentale nella organizzazione della prima massoneria inglese, visse fra il 1617 e il 1692. Purtuttavia, secondo i più, la massoneria nella sua forma attuale di associazione semi-segreta militante non risale oltre il 1700 – è nel 1717 che ebbe luogo la fondazione della Grande Loggia di Londra. Come antecedenti positivi, non fantasticati, la massoneria ha avuto soprattutto le tradizioni di certe corporazioni medievali, nelle quali gli elementi principali dell’arte del costruire, dell’edificare, venivano simultaneamente assunti secondo un significato allegorico e iniziatico. Così la “costruzione del Tempio” poteva divenir sinonimo della stessa “Grande Opera” iniziatica, lo sgrossamento della pietra grezza in pietra squadrata poteva alludere al compito preliminare di formazione interna, e via dicendo. Si può ritenere che fino al principio del XVIII secolo la massoneria abbia conservato questo carattere iniziatico e tradizionale, sì che essa, con riferimento al compito di un’azione interiore, fu chiamata “operativa” [5]. Fu nel 1717 che, con l’accennata fondazione della Grande Loggia di Londra e col subentrare della cosiddetta “massoneria speculativa” continentale, si verificarono il soppiantamento e l’inversione di polarità, di cui si è detto. Come “speculazione” qui valse infatti l’ideologia illuministica, enciclopedistica e razionalistica connessa ad una corrispondente, deviata interpretazione dei simboli, e l’attività dell’organizzazione si concentrò decisamente sul piano politico-sociale, anche se usando prevalentemente la tattica dell’azione indiretta e manovrando con influenze e suggestioni, di cui era difficile individuare l’origine prima.

Si vuole che questa trasformazione si sia verificata solo in alcune logge e che altre abbiano conservato il loro carattere iniziatico e operativo anche dopo il 1717. In effetti, questo carattere si può riscontrare negli ambienti massonici cui appartennero un Martinez de Pasqually, un Claude de Saint Martin e lo stesso Joseph de Maistre. Ma devesi ritenere che questa stessa massoneria sia entrata, per altro riguardo, essa stessa in una fase di degenerescenza, se essa nulla ha potuto contro l’affermarsi dell’altra e se, praticamente, da questa è stata alla fine travolta. Nè si è avuta una qualsiasi azione della massoneria, che sarebbe rimasta iniziatica per diffidare e sconfessare l’altra, per condannare l’attività politico-sociale e per impedire che, dappertutto, essa valesse propriamente e ufficialmente come massoneria.

Riferendoci dunque alla massoneria “speculativa”, in essa le vestigia iniziatiche restarono limitate ad una sovrastruttura rituale, che specie nella massoneria di rito scozzese ebbe carattere inorganico e sincretistico, pei molti gradi di là dai tre primi (i soli, che hanno una qualche connessione effettiva con le precedenti tradizioni corporative), essendo stati raccolti simboli delle tradizioni inizatiche più varie, visibilmente per dare l’impressione di aver raccolto l’eredità di esse tutte. Così in questa massoneria troviamo anche vari elementi dell’iniziazione cavalleresca, dell’ermetismo e della Rosacroce: vi figurano “dignità” come quella di “Cavaliere d’Oriente o della Spada”, di “Cavaliere del Sole”, di “Cavaliere delle due Aquile”, di “Principe Adepto”, di “Dignitario del Sacro Impero”, di “Cavaliere Kadosh” (cioè, in ebraico, “Cavaliere Santo”), equivalente a “Cavaliere Templare”, di “Principe Rosacroce”. In genere – e questo è il punto che per noi ha uno speciale significato – vi è una particolare ambizione, da parte della massoneria di rito scozzese, a rifarsi appunto alla tradizione templare. Si pretende così che almeno sette dei suoi gradi siano di origine templare, oltre il 30°, che reca esplicitamente la designazione di Cavaliere Templare in un gran numero di logge. Uno dei gioielli del grado supremo di tutta la gerarchia (il 33°) – una croce teutonica – reca la sigla J.B.M., che viene prevalentemente spiegata con le iniziali di Jacopus Burgundus Molay, che fu l’ultimo Gran Maestro dell’Ordine del Tempio, e “De Molay” ricorre anche come una “parola di passo” di questo grado: quasi che coloro che vi sono iniziati andassero a riprendere la dignità e la funzione del capo dell’Ordine ghibellino distrutto. Del resto, la massoneria scozzese pretende di aver avuto trasmessi molti dei suoi elementi da una più antica organizzazione, detta del “Rito di Heredom”. Questa espressione viene tradotta da vari autori massonici con “rito degli eredi”, intendendosi appunto gli eredi dei Templari. La leggenda corrispondente è che pochi Templari superstiti si sarebbero ritirati in Scozia, dove si posero sotto la protezione di Robert Bruce; da questi furono aggregati ad una preesistente organizzazione iniziatica di origine corporativa, che allora assunse il nome di “Gran Loggia reale di Heredom”.

Julius Evola, Oriente e OccidenteOgnuno vede la portata che avrebbero tali riferimenti nel riguardo specifici di ciò che abbiamo chiamato “l’eredità del Graal”, qualora essi avessero un fondamento reale: fornirebbero alla massoneria un titolo di ortodossia tradizionale. Ma, in realtà, ben altrimenti stanno le cose. E’ di una usurpazione che si tratta: non è una continuazione, bensì una inversione della precedente tradizione che qui deve constatarsi. Ciò risulta in modo caratteristico considerando nel suo complesso proprio l’ accennato grado 30° del Rito Scozzese, che in alcune logge ha per parola d’ ordine: “La rivincita dei Templari”. La “leggenda” che vi si riferisce riprende il motivo dianzi accennato: i Templari che avrebbero trovato rifugio in certe organizzazione segrete inglesi, in esse avrebbero creato questo grado nell’ intento di riorganizzare il loro Ordine e di compiere la loro vendetta. Ora, l’inversione già detta del ghibellinismo non potrebbe trovare una più chiara espressione che in questa elucidazione del rituale: “La vendetta templare si è abbattuta su Clemente V non nel giorno in cui le sue ossa furono date al fuoco dai Calvinisti della Provenza, ma nel giorno in cui Lutero sollevò metà dell’ Europa contro il Papato in nome dei diritti della coscienza. E la vendetta si è abbattuta su Filippo il Bello non il giorno in cui i suoi resti furono gettati tra i rifiuti di San Dionigi da una plebaglia in delirio e nemmeno il giorno in cui l’ultimo discendente rivestito del potere assoluto uscì dal Tempio, divenuto prigione di Stato, per salire sul patibolo, ma il giorno in cui la Costituente francese proclamò in faccia ai troni i diritti dell’uomo e del cittadino” [6].

Che poi il livello dal piano del singolo – l'”uomo” e il “cittadino” – finisca con lo scendere fino a quelle masse anonime e dei dirigenti mascherati di esse, risulta da una storia connessa al rituale di vari gradi – nel Rito Scozzese del Supremo Consiglio di Germania essa figurava nel 4° grado, detto del “Maestro segreto”. Si tratta della storia di Hiram, il costruttore del Tempio di Gerusalemme, il quale di fronte al re sacrale Salomone dimostra di avere, sulle masse, un potere così prodigioso, che “il re, il quale aveva fama di essere uno dei più randi Saggi, scoprì che, di là dalla sua, vi è una maggiore potenza, una potenza, che ne futuro, essa conoscerà la propria forza, eserciterà una sovranità più grande della sua (cioè di Salomone). QUesta potenza è il popolo (das Volk). E si aggiunge: “Noi massoni di rito scozzese vediamo in Hiram la personificazione dell’umanità”. Ora il rito, facendoli “Maestri segreti”, dovrebbe conferire agli iniziandi massoni la stessa natura di Hiram: dovrebbe cioè farli partecipi di questo misterioso potere di muovere l’umanità come popolo, come massa, potere che scalzerebbe quello stesso del re sacrale simbolico.

Quanto al grado specificatamente templare (il 30°), vale ancora notare, nel suo rito, la conferma dell’associarsi dell’elemento iniziatico con l’elemento sovversivo antitradizionale, il che va a dare necessariamente al primo i caratteri di una effettiva contro-iniziazione là dove il rito stesso non si riduca ad una vuota cerimonia, ma metta in moto forze sottili. Nel grado in questione, l’iniziato che abbatte le colonne del Tempio e calpesta la croce, essendo ammesso, dopo di ciò, al Mistero della scala ascendente e discendente con sette gradini, è colui che deve giurare vendetta e concretizzare ritualmente tale giuramento col colpire con un pugnale la Corona e la Tiara, cioè i simboli del doppio potere tradizionale, dell’autorità regale e di quella pontificale, esprimendo con ciò null’altro che il senso di quanto la massoneria come forza occulta della sovversione mondiale ha propiziato nel mondo moderno partendo dalla preparazione della Rivoluzione francese e dalla costituzione della democrazia americana e, passano per i moti del ’48, giungendo fino alla prima guerra mondiale, alla rivoluzione turca, alla rivoluzione di Spagna e altri analoghi avvenimenti. Là dove nel ciclo del Graal, come si è visto, la realizzazione iniziatica è così concepita, che ad essa si lega l’impegno di far risorgere il re, nel rito ora indicato si ha esattamente l’opposto, vi è la contraffazione di una iniziazione che si lega al giuramento (talvolta con la formula: “Vittoria o morte”) di colpire o rovesciare ogni forma di autorità dall’alto.

Julius Evola, L'arco e la clavaAd ogni modo, ai nostri fini il lato essenziale di queste considerazioni è di indicare il punto in cui l'”eredità del Graal” e di analoghe tradizioni iniziatiche si arresta e in cui, a parte eventuali sopravvivenze di nomi e di simboli, non si può più constatare alcuna filiazione legittima di esse. Nel caso specifico della massoneria moderna, da un lato il suo confuso sincretismo, il carattere artificiale della gerarchia della gran parte dei suoi gradi – carattere appariscente anche per un profano -, la banalità delle esegesi correnti, moralistiche, sociali e razionalistiche applicate a vari elementi ripresi, aventi in sè un contenuto effetttivamente esoterico – tutto ciò porterebbe a far vedere in essa un esempio tipico di organizzazione pseudo-iniziatica [7]. Ma considerando, d’altra parte, la “direzione di efficacia” dell’organizzazione in parola con riferimento agli elementi dianzi rilevati e alla sua attività rivoluzionaria, sorge la sensazione precisa di avere di fronte una forza che, nel campo dello spirito, agisce contro lo spirito: una forza oscura appunto di antitradizione e di contro-iniziazione. Ed allora è ben possibile che i suoi riti siano meno inoffensivi di quel che si possa credere, che in molti casi essi, senza che coloro che vi partecipano se ne rendano conto, stabiliscano appunto il contatto con questa forza, inafferabile per la coscienza ordinaria.

Julius Evola, La Tradizione ErmeticaUn ultimo accenno. Nella leggenda del 32° grado del rito scozzese (“Sublime Principe del Segreto regale”) è spesso quistione della organizzazione e della ispezione di forze (concepite come raccolte in vari “accampamenti”) che, una volta conquistata “Gerusalemme”, dovranno costruirvi il “Terzo Tempio”; Tempio, questo, che va ad identificarsi col “Sacro Impero”, quale “Impero del mondo”. Ora, è stato molto discusso sui cosidetti Protocolli dei Savi di Sion, i quali contengono il mito di un piano dettagliato di congiura contro il mondo tradizionale europeo. Noi diciamo “mito” a ragion veduta, intendendo con ciò lasciare aperta la quistione della veridicità o della falsità di un tale documento, spesso sfruttato da un volgare antisemitismo [8]. Il fatto che resta è che questo documento, come vari altri consimili usciti qua e là, ha un valore sintomatico, giacchè i principali rivolgimenti della storia contemporanea verificatisi dopo la sua pubblicazione hanno presentato una impressionante concordanza col piano in esso descritto. In genere, scritti siffatti riflettono l’oscura sensazione dell’esistenza di una “intelligenza” direttrice dietro ai fatti più caratteristici della sovversione moderna. Essi dunque, quale pur sia la finalità pratica della loro divulgazione o, se sono falsi ed inventati, della loro compilazione, hanno colto “qualcosa, che è nell’aria” e a cui la storia sta via via dando conferma. Ma proprio nei Protocolli vediamo anche riapparire l’idea di un futuro impero universale e di organizzazioni che lavorano sotterraneamente per l’avvento di esso [9], però in una contraffazione che possiamo dire satanica, perchè quel che sta effettivamente in primo piano è la distruzione e lo sradicamento di tutto ciò che è tradizione, valori della personalità e vera spiritualità. Il presunto Impero non è che la suprema concretizzazione della religione dell’uomo terrestrizzato, resosi estrema ragione a sè stesso e avente Dio per nemico. E’ il tema con cui sembra debbano concludersi lo spengleriano “tramonto dell’ Occidente” e l’età oscura – kali yuga – dell’antica tradizione indù.

Paragrafo tratto dal libro di Julius Evola Il mistero del Graal.

Note

1- Per un puro caso – per via dei documenti trovati addosso ad un corriere ucciso da un fulmine – si ebbero prove positive anche di un’azione organizzata rivoluzionaria svolta dalla setta degli Illuminati.

2- Per il meccanismo di questo processo, nella sua analogia ad un’azione necromantica, cfr. R. Guénon, Le règne de la quantité et les signes des temps, Paris, 1945, cap. XXVI, XXVII (tr. it.: Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Adelphi, Milano, 1982).

3- La sigla L.D.P. appare nel primo dei cosidetti gradi cavallereschi massonici (il 15° della gerarchia complessiva delRito Scozzese). Oscuramente, sembra che la leggenda di questo grado alluda proprio allo spostarsi della funzione dell’iniziato; vi si parla, infatti, di contrassegni di dignità principesche che l’iniziato, insieme alla libertà, riceve da “Ciro”, ma che poi pede; raggiunto però il maestro che insieme a pochi fedeli superstiti si era rifugiato fra le rovine del Tempio salomonico, gli viene detto del dubbio valore di quei titoli ed egli riceve un nuovo titolo e la spada.

4- Cfr. A. Pike, Morals and Dogmas of the Ancient and Accepted Scotch Rite, Richmond, 1927.

5- Devesi rilevare che già nel suo periodo operativo ed iniziatico è constatabile, nella massoneria, una certa usurpazione, quando essa si riferisce a sè l'”Arte Regia”. L’iniziazione legata ai mestieri, infatti, è quella che corrisponde all’antico Terzo Stato (la casta indù dei vaysha), cioè a strati gerarchicamente inferiori alla casta dei guerrieri, cui corrisponde legittimamente l'”Arte Regia”. Peraltro, va anche rilevato che l’ azione rivoluzionaria della massoneria speculativa moderna è quella che ha minato le civiltà del Secondo Stato e ha preparato, con le democrazie, l’avvento di quelle del Terzo Stato. Per il primo punto, anche dal lato più esteriore non può non nascere una impressione di comicità nel vedere fotografie di re inglesi, che, come dignitari massonici, portano il grembiule e altri contrassegni delle corporazioni artigiane.

6- Rituale del XXX grado del Supremo Consiglio del Belgio del rito scozzese antico ed accettato, Bruxelles, s. d., pp.49,50. Nell’azione drammatica rituale si fa apaprire Squin de Florian, colui che avrebbe denunciato i Templari, il quale come sua giustificazione afferma il principio: “La Chiesa è al disopra della libertà”; contro di che il Maestro della loggia afferma: “La libertà è al disopra della Chiesa”. Evidentemente, è giusta la prima proposizione, se si tratta della pretesa di libertà di un qualunque individuo, mentre è vera la seconda se si tratta di chi abbia la qualificazione richiesta per porsi di là dalle inevitabili limitazioni proprie ad una particolare forma storica di autorità spirituale.

7- Stupisce trovare in un autore, altrimenti così qualificato quanto a studi tradizionali, quale il Guénon, l’affermazione che, insieme al Compagnonaggio, la massoneria sarebbe quasi l’unica organizzazione attualmente esistente in Occidente che, malgrado la sua degenerazione, “possa rivendicare una origine tradizionale autentica e una trasmissione iniziatica regolare” (Apercus sur l’initiation, Paris, 1946, pp. 40,103; tr.it.: Considerazioni sulla via iniziatica, Il Basilisco, Genova, 1984). La diagnosi giusta della massoneria quale sincretismo pseudo-iniziatico portato da forze sotterranee di contro-iniziazione, formulabile proprio sulla base delle vedute del Guénon, viene da lui più o meno esplicitamente diffidata (cfr. p. 201). Come ciò possa conciliarsi col carattere di tradizionalità che il Guénon in pari tempo riconosce al cattolicesimo, nemico mortale della massoneria moderna, è cosa che resta all’oscuro. Un travisamento del genere è pericoloso anche sotto uno speciale riguardo, perchè esso offre armi preziose ad una interessata polemica cattolica. Il fatto della mistificazione e dell’uso sovversivo del Mistero, avvenuto per inversione nelle correnti già dette e precipuamente nella massoneria in un’epoca recente (laddove in precedenza non costituì che una anomalia teratologica), ha servito per una stravagante tesi del cattolicesimo militante: quella, secondo cui tutta la tradizione inziatica, in ogni tempo, avrebbe avuto un carattere tenebroso, diabolico, anticristiano e, nelle sue conseguenze, sovversivo. Ciò, naturalmente, è solo uno scherzo di cattivo genere. Ma una tale tesi non è forse confortata da chi dà inconsideratamente un carattere di ortodossia e di regolare filiazione iniziatica alla massoneria? Terremmo assai che il lettore non supponesse in noi una qualche animosità preconcetta verso la massoneria. Personalmente abbiamo avuto rapporti con alti esponenti di essa che si sono sforzati di valorizzarne le vestigia iniziatiche e tradizionali. Su tale linea hanno lavorato anche, per esempio, un Ragon, un A. Reghini, un O. Wirth. Sappiamo inoltre di logge, quali la Iohannis Loge ed altre, che si sono mantenute staccate dall’attività politico-sociale presentandosi essenzialmente come centri di studi. Ma per un dovere verso la verità non sapremmo modificare in alcunchè il quadro generale qui dato della massoneria moderna dal punto di vista storico, in considerazione della direzione predominante, effettiva e attestata, della sua azione.

8- Nei Protocolli dei Savi di Sion le fila del complotto vengono supposte in mano all’ebraismo, ma si fa anche cenno alla massoneria. Un altro punto che, quanto alla massoneria, va messo in rilievo, è che gli elementi da essa presi in prestito da tradizioni propriamente occidentali passano quasi in secondo ordine di fronte a quelli ebraici – la gran parte delle “leggende” oltre a quasi tutte le “parole di passo” hanno base ebraica. Questo è un altro punto sospetto. Infatti, anche nell’insieme dell’ebraismo può riscontrarsi un processo di degradazione e di inversione che ha parimenti destato forze di contro-iniziazione o di sovversione antitradizionale. Tali forze hanno forse avuto nella storia segreta della massoneria una parte non trascurabile.

9- Di passata, devesi rilevare che l’opera rivoluzionaria della massoneria resta essenzialmente limitata alla preparazione e al consolidamento dell’epoca del Terzo Stato (che ha dato luogo al mondo del capitalismo, della democrazia, della civiltà e società borghesi). L’ultima fase della sovversione mondiale, poichè corrisponde all’avvento del Quarto Stato, si lega ad altre forze, che necessariamente vanno oltre la massoneria e lo stesso giudaismo, anche se hanno spesso utilizzato le distruzioni propiziate dall’una e dall’altro. E’ significativo che le attuali avanguardie dell’epoca del Quarto Stato hanno eletto il simbolo del pentagramma, la stella a cinque punte, come rossa stella dei Soviet. L’antico simbolo magico del potere dell’uomo quale iniziato e dominatore sovrannaturale – simbolo, che si è visto consacrare anche la spada del Graal – diviene, per inversione, simbolo della onnipotenza e della demonia dell’uomo materializzato e collettivizzato nel regno del Quarto Stato.

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