Il proletarismo

il-proletarismoEmmanuel Malynski, autore del celebre libro La guerra occulta, dedicò la sua attività intellettuale alle trame che si svolgono dietro le quinte della storia ufficiale, e fra i suoi scritti si può leggere in traduzione italiana anche Il proletarismo, pubblicato dalle Edizioni di Ar.

Il libro uscì in Francia nel 1926 col significativo titolo L’Empreinte d’Israël, che si riferisce al ruolo centrale della lobby ebraica nel sistema finanziario, e si tratta di un pamphlet anticapitalista che risulta ancor oggi di straordinaria attualità. Infatti già la seconda guerra mondiale aveva evidenziato il collaborazionismo fra capitalismo e comunismo, e i recenti sviluppi della globalizzazione non fanno altro che confermare ogni giorno di più l’intima affinità fra due sistemi sociali che hanno la comune origine nella concezione economicistica della vita. Con la scomparsa del blocco sovietico si poteva sperare di vedere la fine definitiva dell’omologazione egualitaria che ha dato origine alla modernità, invece il capitalismo ha dimostrato di essere il degno successore del comunismo, raccogliendone l’eredità ideologica nonché i metodi autoritari e polizieschi. Quasi un ideale passaggio di consegne tra le due facce della sovversione!

Malynski analizza nel suo libro la nascita dello spirito borghese. La fine dei sistemi feudali, basati sulla collaborazione gerarchica dei ceti sociali, aprì la strada a una utopica uguaglianza dietro la quale si nascondeva lo sfruttamento capitalistico coi suoi presupposti internazionalisti. Mentre nei sistemi feudali il benessere dei contadini era proporzionale alla ricchezza del relativo signore, nel sistema capitalista lo stipendio degli operai non è affatto proporzionale alla ricchezza dei loro padroni, anzi il divario tende ad allargarsi. Il capitalismo, con la mistificazione della democrazia, ha dato ai subalterni l’illusione di poter contare qualcosa nella vita pubblica: il numero è divenuto signore assoluto, decretando anche in questo campo la vittoria dell’economia sulla politica.

La logica avrebbe voluto che la lotta contro il capitalismo dovesse essere prerogativa della classe nobiliare in alleanza col contadinato. Invece la borghesia inventò droghe ideologiche come il socialismo, il comunismo, l’anarchismo… In questo modo le masse operaie venivano inglobate nel sistema, il cui presupposto è un collettivismo in cui scompaiono le personalità individuali. Il pensiero farraginoso di Marx, chiaramente ispirato ai sofismi delle scuole rabbiniche, è divenuto il catechismo del mondo moderno.

Mentre il senso della proprietà è innato, il sistema capitalista è artificioso e contro natura, e le categorie di ricco e di povero non sempre coincidono con quelle di sfruttatore e di sfruttato: nel capitalismo chi diventa ricco col lavoro e con l’esercizio di attività produttive diviene più facilmente vittima di un sistema bancario usurocratico. In questo modo l’iniziativa privata viene scoraggiata e si prepara la strada al collettivismo.

Fra le strategie di lunga durata perseguite dal fronte della sovversione c’è la distruzione della famiglia, che oggi è quasi giunta a compimento. Malynski notava già negli anni ’20 come le incipienti rivendicazioni femministe stessero innescando una “guerra dei sessi” destinata a cancellare le identità di genere sessuale, per indebolire la personalità degli individui fin nelle fondamenta più elementari.

Mentre il mondo tradizionale si reggeva sui principi della proprietà, della sovranità e della personalità, il mondo moderno ha offuscato le intelligenze con le nebulose astrazioni della società, dell’umanità, del capitale, del proletariato… Su queste inverosimili parole d’ordine poggia la fortuna di una classe dirigente parassitaria che ancora oggi vive coi frutti della speculazione finanziaria in una parodia dell’ordine sociale che è la negazione della giustizia, del buon senso, della logica e dell’evidenza.

L’alternativa al sistema capitalista è rappresentata dalle comunità organiche che realizzano condizioni di totalità sociale in cui il sistema di gerarchie e di relative responsabilità è garante anche dei diritti di cui godono i membri della comunità. I sistemi sociali moderni, invece, sono caratterizzati dalla più totale irresponsabilità: nelle democrazie moderne fin dalla scuola i giovani migliori vengono demotivati e si realizza un vero e proprio sistema di selezione al contrario in cui gli elementi più furbi, più prepotenti e più meschini vengono incoraggiati ad assumere comportamenti delinquenziali.

Malynski analizzava il processo di decostruzione delle coscienze con una lucidità che sarebbe opportuno vedere negli intellettuali del XXI secolo. Commentando gli astrusi luoghi comuni della retorica progressista, Malynski afferma: “viene dato il nome di libertà al non essere padroni in casa propria”. Una frase davvero profetica che sembra descrivere il processo di esproprio della sovranità che il capitalismo mondialista sta portando avanti e che, evidentemente, è la premessa all’esproprio della proprietà privata personale: un modo come un altro per realizzare il comunismo!

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Emmanuel Malynski, Il proletarismo, Edizioni di Ar, Padova 1979, pp.206

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Michele Fabbri ha scritto il libro di poesie Apocalisse 23 (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2003). Quella singolare raccolta di versi è stata ristampata più volte ed è stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e portoghese. Dell’autore, tuttavia, si sono perse le tracce… www.michelefabbri.wordpress.com
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