Etnonazionalismo

Fiorenzo Toso, Frammenti d'Europa. Guida alle minoranze etnico-linguistiche e ai fermenti autonomisti D: Perché la costituzione dell’associazione Culturale Identità e Tradizione?

R: Poiché da troppo tempo ormai le nostre comunità etno-nazionali, le Nazioni Padano-Alpine, sono divenute terre nelle quali è sempre più difficile riconoscere e ritrovare le nostre radici etniche e le nostre Tradizioni di Popoli Padano-Alpini. Lo Stato italiano, attraverso l’immigrazione selvaggia, strumento dei poteri forti e dei potentati economici, cerca di perseguire un vero e proprio tentativo di genocidio etno-culturale ai danni dei nostri popoli, distruggendone le radici etno-culturali, promuovendo l’uniformizzazione egualitaria della mentalità ed omogeneizzando i costumi all’insegna dei valori edonistici, creando un vero e proprio meticciato, dove cresceranno solo i vuoti miti del capitalismo mondialista. Per questo assieme ad altri Patrioti Padano-Alpini è stata costituita quest’associazione. Identità e Tradizione, più che una normale associazione culturale è un vero sodalizio di Patrioti Padano-Alpini che si sono posti come compito, come dovere imperativo quello di salvaguardare l’immenso patrimonio etno-nazionale, culturale, storico e linguistico dei Popoli Padano-Alpini dai tentativi di sradicamento e d’alienizzazione posti in essere dall’ideologia mondialista, americanofila e terzomondista.

D: Cosa propone dunque l’associazione Identità e Tradizione come “antidoto” a tutto questo? R: Scopo principale dell’Associazione Culturale Identità e Tradizione è quello di promuovere ogni attività di tipo culturale, sociale, linguistico, storico, tendente alla valorizzazione ed alla difesa delle Identità e delle Tradizioni dei Popoli Padano-Alpini e alla diffusione del pensiero etno-nazionalista ed etno-federalista. Nostro primo dovere quindi è quello di far riscoprire a tutti i Popoli Padano-Alpini l’appartenenza alle proprie millenarie comunità etnonazionali. Opporsi, dunque, all’alluvione allogena che sta confondendo e deformando la stessa conformazione antropo-etnica dei nostri Popoli. Lo scopo di quest’invasione è chiaro: distruggere ogni legame etnico, culturale, tradizionale, la memoria ancestrale degli Avi per imporre un modello di società di tipo multirazziale e multireligiosa dove a popoli liberi perché consapevoli della propria identità etno-culturale verrà sostituita una massa acefala e apolide.

D: Quali sono dunque i valori fondanti della vostra associazione? R: L’etnicità costituisce dunque per noi etnonazionalisti il criterio fondante della nazione, che prende corpo attraverso la forza del Sangue. Il singolo individuo è subordinato al volere della Volksgemeinschaft, della comunità etnica. Nella visione etnonazionalista la mappa geopolitica dell’Europa andrebbe ridisegnata, attraverso la nascita di una Federazione europea etnica, costituita da Regioni-Stato, etnicamente omogenee. Ecco perché nel nostro “edificio” etnocentrico non vi è posto per lo Stato nazionale eterogeneo. Il pensiero etnofederalista si rifà ad una concezione oggettiva della nazione, che corrisponde al Volk della tradizione di Herder, Fichte e M.H. Boehm. Bisogna sostituire gli Stati nazionali etnicamente pluralisti, e quindi ingiusti, con un insieme d’unità etnicamente omogenee. Lo Stato nazionale di matrice massonica è il nemico in quanto si è storicamente sviluppato come realtà istituzionale etnicamente eterogenea, che non fonda i diritti di cittadinanza sull’appartenenza etnica. Il concetto di Sangue e Suolo non è certo astratto e trova un riscontro materiale nelle mappature genetiche italiane, che dimostrano in maniera scientifica come non esista in termini etnici un popolo italiano e come gli antichi popoli pre-romani siano ancora oggi presenti con i loro geni.

Anche linguisticamente le differenze sono nette e parlare di dialetti è un eufemismo non supportato da riscontri scientifici. Non si può inoltre confondere la razza con l’etnia, ragion per cui gli Europei autoctoni sono razzialmente omogenei ed etnicamente divisi. Il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica, unendo nella diversità rimane l’esempio più alto di un’Europa forte, libera e rispettosa delle tante patrie che la compongono. Detto questo riteniamo comunque che di fronte al pericolo immediato e mortale per l’intera Civiltà europea di un’immigrazione che è un’autentica invasione, sia oggi più importante ricercare i valori della comune Tradizione europea ed unire le forze per salvare il salvabile. Lo stato italiano è condannabile in quanto giacobino e perciò centralista e mondialista e nemico delle etnie che lo compongono. Un’etno-federazione padano-alpina basata sui valori dell’Identità e della Tradizione potrebbe essere un passo fondamentale verso la costruzione della Padania e dell’Europa delle Piccole Patrie etniche che sogniamo.

D: Pensate di cooperare con altre associazioni? R: Sicuramente. Per ora stiamo consolidando la struttura dell’associazione. Ma ci prefiggiamo di cooperare con tutte le organizzazioni ed associazioni aventi scopi analoghi ai nostri, ovvero la difesa dell’identità etno-nazionale, la Tradizione e la memoria ancestrale degli Avi. Dunque tutte quelle associazioni che portano avanti un discorso impostato sul pensiero etno-nazionalista ed etno-federalista.

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Intervista effettuata a Federico Prati, Segretario del Consiglio Direttivo dell’associazione, da “Monitor”, trasmissione condotta ogni martedì su Radio Padania Libera da Marco Rondini e Alessandro Gittani.

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