Quando il fantasy è guerra di mondi immaginari

Due sono state le principali invenzioni belliche del Novecento: la bomba atomica e la guerra psicologica.

La bomba annichilisce la materia fisica, la guerra psicologica invade il terreno dell’immaginario, modifica le strutture psichiche e con esse i comportamenti. In un’epoca in cui l’istruzione si è generalizzata e l’accesso alle fonti di informazione ampiamente dilatato, dominare l’immaginario – sia in guerra che in pace – è divenuta la premessa fondamentale di ogni esercizio di potere.

Gianfranco de Turris, Il drago in bottiglia. Mito, fantasia, esoterismo L’ultimo libro di Gianfranco De Turris Il drago in bottiglia. Mito, fantasia, esoterismo (edizioni Ibiskos) è un resoconto gustoso, approfondito e partecipato delle vere e proprie battaglie per il “controllo dell’immaginariogossip sulla presunta coppia Gesù di Nazareth & Maria Maddalena sono divenute materia di contrasto appunto perché quelle affabulazioni non sono neutre dal punto di vista dei valori, ma suggeriscono al lettore un orientamento, addirittura uno stile di vita o un particolare sentimento religioso. collettivo” che si sono svolte negli ultimi anni. La Terra-di-Mezzo di Tolkien, la scuola di magia di Henry Potter o – ancor più – il

Riguardo all’opera di Tolkien le polemiche si sono svolte su più fronti: da un lato una guerra di interpretazione sull’ispirazione di fondo del mundus immaginalis tolkeniano. Dall’altra una querelle più politicizzata riguardante l’estrazione “politica” dell’opera. I cattolici hanno rivendicato la profonda ispirazione cristiano-medievale dell’autore; esponenti di frange più “paganeggianti” hanno invece visto in Tolkien l’epigono dei grandi bardi, degli aedi dell’Europa pre-cristiana. Sotto il profilo politico, Tolkien fu bollato in principio dai critici di sinistra come “fascista”, come responsabile di una fuga reazionaria in mondi in cui la rivoluzione francese o il ’68 non erano mai avvenuti. Solo dopo lo straripante successo editoriale (e cinematografico) del Signore degli Anelli la sinistra culturale si è rassegnata all’idea che “leggere Tolkien non è reato”, per poi passare a denunciare quei “cattivi esegeti” che indebitamente si sono appropriati del bravo autore.

Gianfranco de Turris (cur.), Il ritorno del re. Il nuovo fantastico italiano L’interpretazione che Gianfranco De Turris porta avanti da anni è però più complessa di quella che vorrebbero attribuirgli i suoi antagonisti: partendo da una concezione tratteggiata da Evola nel Mistero del Graal (Edizioni Mediterranee), De Turris ritiene che la letteratura fantastica possa manifestare il riflesso di antichi miti, o di antiche idee sacre.

Quella di rinvenire nella fantasia letteraria gli archetipi mitologici è una strada battuta nel corso del NovecentoMircea Eliade. Già, ma qual è la distanza tra una immaginazione che attinge agli Archetipi eterni e un fantasticare soggettivo? Qual è il discrimine tra mito e mistificazione? anche da Jung e con competenza più specifica da

Gianfranco de Turris (cur.), 'Albero' di Tolkien Un criterio empirico di discernimento può essere offerto dal Codice da Vinci. Ecco un bell’esempio di manipolazione dei miti, di trama costruita non sull’onda di una intima ispirazione ma di un calcolo a tavolino. De Turris, pur collocandosi in una prospettiva molto diversa da quella dei polemisti cattolici, riconduce il talento di Dan Brown a quelli che sono i suoi veri limiti: un talento più economico-pubblicitario che non letterario. Perché allora tanto successo? «Il romanzo è uscito in un momento particolare della psicologia occidentale, quella nata dopo decenni di religiosità “alternativa” e fai-da-te diffusa dalla cosiddetta New Age, di teorie sintetizzabili nello slogan “tutte le verità ufficiali sono bugie”, dell’enorme successo di opere che sostengono il complottismo, nonché di una insicurezza esistenziale e di una sfiducia nelle autorità emerse dopo gli attentati dell’ 11 settembre». Dan Brown, come un ottimo apprendista stregone, ha trovato gli ingredienti giusti: la polemica anti-papista, la magia sessuale, il complotto e la caccia al tesoro. Ma l’enorme successo di vendite non toglie il fatto che il piatto cucinato da Dan Brown rimanga una minestra riscaldata.

Per De Turris in altri autori, in altre tendenze della letteratura fantastica si annidano i veri tesori dell’immaginario. In Lovecraft, in Howard e anche in certi autori “metafisici” di fantascienza. Potrebbe sembrare paradossale che un discepolo del tradizionalista Evola (che era un vero e proprio “filosofo presocratico” del XX secolo, alla maniera di Eraclito) possa nutrire simpatie per la fantascienza. Ma è lui stesso a spiegarci le ragioni della sua predilezione: «il nucleo profondo della fantascienza consiste nel senso del meraviglioso». Ancora una volta: nel mito. Che è di ieri e di domani.

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Tratto da L’Indipendente del 10 giugno 2007.

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