Errico Passaro, fughe filosofiche dallo Zodiaco e dall’inferno

Singolare, ma significativo, che entrambi i romanzi di Errico Passaro usciti quasi insieme, ma scritti a distanza di tempo uno dall’altro, si aprano con una scena di fuga: fugge tra le vie di una città Florian G. inseguito dalla polizia politica in Zodiac (apparso sulla famosa collana «Urania» ad aprile), e fugge Corrado Marziali tra le vie di un’altra città inseguito da misteriose presenze che vogliono catturarlo in Inferni (appena uscito per Bietti). Con la differenza che il primo è vivo e si muove in un lontanissimo futuro governato dal Consiglio dello Zodiaco, una dittatura che si basa sugli assiomi deterministici dell’astrologia, mentre il secondo è morto (sì, proprio morto) e si muove in un complesso aldilà formato non da un solo Inferno, quello di Dio, ma da molti altri Inferni, tanti quanti sono le religioni e le eresie note, ognuno dei quali vuole farlo suo. Come si vede, due trame già di per se stesse estremamente originali che mettono in evidenza uno scrittore che con questa (casuale) doppietta di pubblicazioni prestigiose, anche se su due piani diversi (la collezione da edicola, il volume da libreria) raccoglie i frutti di un lavoro venticinquennale sia come narratore che come critico.

Perché fuggono i due protagonisti? Non tanto per paura, quanto per sottrarsi a un potere cui non vogliono più essere soggetti e, anche se forse inizialmente non ci pensavano, per abbatterlo, a costo della loro stessa vita (nel primo caso, ovviamente). Hanno anche un’altra caratteristica comune di cui si rendono conto in un secondo tempo: sono entrambi eterodiretti. Il primo, ribellandosi al potere dello Zodiaco si unisce ai «dissidenti», ma questi sono a loro volta senza saperlo controllati dal megacomputer centrale che è il cuore del potere astrologico che governa l’umanità; il secondo da una entità superiore (e più superiore dell’Onnipotente?) che lo usa come uno strumento per scalzare satana dall’Inferno cristiano. Tutti e due, a un certo punto si rendono conto di come stanno effettivamente le cose e agiscono di conseguenza: Florian riuscendo a introdursi nel cuore del cervellone e a distruggerlo aprendo così una via di libertà agli uomini; Corrado Marziali, dopo aver attraverso tutti i luoghi fisici della punizione (un contraltare di quelli terreni: il Grattacielo, l’Ospedale, la Megacasa, la Discoteca ecc…), affronta direttamente il Menzognero e lo sconfiggerà adempiendo, pur avendolo compreso, alla macchinazione di Dio, e raggiungendo così la sua vera punizione: lui superbo va pavido in vita, lui agnostico e incredulo, sarà costretto a reggere l’Inferno tutto.

Errico Passaro dà prova di una immaginazione esuberante e originalissima sia in ambito fantascientifico che in quello fantastico, ma in parte deve scontare le esigenze editoriali: Zodiac dà l’impressione di essere stato tagliato per poter entrare nelle dimensioni di un volumetto di «Urania», mentre Inferni, avrebbe meritato un ampliamento e un approfondimento. Entrambi i romanzi sono infatti romanzi di idee, quasi filosofici potremmo dire, affrontando temi come il libero arbitrio, il determinismo, la sorte umana nel dopo-vita, più che romanzi di pura azione, mentre rischiano di apparire semplicemente tali. Su tutto emergono i protagonisti: entrambi disinteressati, coraggiosi, determinati a farsi valere costi quel che costi nei confronti di entità leviataniche, sia in vita che in morte, sia sulla Terra che nell’Aldilà.

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Tratto da Il Giornale del 3 giugno 2010.

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Giornalista, vicedirettore della cultura per il giornale radio RAI, saggista ed esperto di letteratura fantastica, curatore di libri, collane editoriali, riviste, case editrici. E' stato per molti anni presidente, e successivamente segretario, della Fondazione Julius Evola.

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