Chi erano i nostri progenitori del Paleolitico, proprio qui in Italia?

L’autore dedica il presente articolo alla memoria del Prof. Renato Del Ponte

In questo nostro nuovo appuntamento si parla dell’Uomo di Grimaldi (Balzi Rossi, Liguria). In questa località le principali sepolture hanno restituito solo resti di Cro-Magnon che cronologicamente vanno dall’Aurignaziano-Gravettiano all’Epigravettiano finale, partendo da uno strato musteriano (Neandertal), che però manca di reperti umani.

Partendo dall’ordine cronologico dei ritrovamenti, abbiamo:

1) la sepoltura singola (monosoma) scoperta nel 1872 da Émile Rivière nella Grotta del Caviglione, contenente i resti della ‘’Donna di Caviglione’’, scambiata precedentemente per ‘’Uomo di Caviglione’’, a causa di un’analisi errata dei reperti, una donna alta circa 1,90 m. che indossava un copricapo fatto di conchiglie e denti di cervo, il cui corpo fu cosparso di ocra rossa, adagiato sul fianco sinistro e rivolto ad Occidente, con le mani poste vicino al volto e le gambe flesse (tutte usanze persistite negli Europei fino alla tarda età del Bronzo, fino agli ultimi strati di re-indoeuropeizzazione);

2) la sepoltura tripla (trisoma), scoperta l’anno successivo, nel 1873, sempre dallo stesso Émile Rivière, nella Grotta Bausu da Ture ‘’Balzo dalla Torre’’ (in dialetto ligure), contenente i resti di un adolescente e due maschi adulti, tutti presentanti gli stessi caratteri somatometrici della precedente sepoltura (si noti la distinzione di ruolo biologico e spirituale, dunque sociale e culturale, nei nostri progenitori dell’Età dell’oro, del Paleolitico);

3) nel 1874, l’anno successivo ancora, sempre lo stesso Rivière rinvenne nella Grotta dei Fanciulli (così detta proprio dal ritrovamento) una sepoltura bisoma, contenente i resti di due bambini inumati ad una profondità di 2,7 m., deposti per decubito dorsale (con la schiena poggiante sul letto funebre) e gambe flesse, e la deposizione di varie conchiglie marine vicino all’anca;

4) dieci anni dopo, nel 1884, Louis Jullien (che scavò la Barma Grande) rinvenne uno scheletro di maschio adulto coperto di ocra rossa (solo sugli adulti, anche questa usanza persistita fino al Calcolitico, come lo si evince dalle sepolture delle varie Culture indoeuropee di quell’epoca), che però venne distrutto dal proprietario del terreno, un certo Giuseppe Abbo, che si rifiutava di consegnare la reliquia al Museo di Mentone; e nello stesso luogo il Jullien rinvenne anche diverse statuette femminili, della tipologia conosciuta nel mondo accademico (sebbene impropriamente) come ‘’Venere paleolitica’’, con esaltazione delle parti muliebri inerenti la fecondità;

5) 8 anni dopo, nel 1892, nella Barma Grande, Giuseppe Abbo ‘’il distruttore’’ (così come mi piace rievocarlo) rinvenne un’altra sepoltura trisoma, contenente un maschio adulto, un giovane ed un adolescente, tutti e tre disposti parallelamente nella medesima fossa e con lo stesso orientamento Est-Ovest (capo a Est, dove sorge l’astro solare, piedi ad Ovest, nel punto in cui l’astro solare tramonta), con un ricco corredo funebre costituito da lame di selce, denti di cervo e conchiglie
marine, il tutto databile a circa 20000 anni fa; l’adulto presenta sempre una statura abbastanza elevata, circa 1,90 m., arti superiori molto robuste ma intaccate da artrosi (segno di grande forza fisica, ma anche di intensa attività fisica);

6) ancora 2 anni dopo, nel 1894, ancora Giuseppe Abbo ‘’il distruttore’’ (ma anche questa volta di grande aiuto), sempre nella Barma Grande, rinvenne 2 sepolture monosome (ovvero singole), contenenti entrambe maschi adulti, di cui uno presentante una forte usura dentaria, l’altro la singolare deposizione sopra un focolare;

7) nel 1901, il canonico Léonce de Villeneuve rinvenne nella Grotta dei Fanciulli un’altra sepoltura bisoma (sepoltura doppia) contenente i resti di una donna anziana e di un adolescente, entrambi nella consueta posizione rannicchiata (secondo certi studiosi questo adolescente non sarebbe “cromagnoide”’).

Questa ultima scoperta del 1901 fu la base di lancio della più micidiale stupidaggine anti-razzista e globalista usata dai malevolissimi progressisti e ripetuta a mo’ di ‘’pappagallo scemo’’ da tutta la massa di ebeti liberal-marxisti fino agli anni ’70 (per la serie “la mamma dei grulli è sempre incinta”). Dal leggero prognatismo, tipicamente Cro-Magnon, del volto di questa donna e di questo adolescente (tra l’altro unici casi tra tutti gli altri sino a quel momento rinvenuti) nacque la grande
balla spaziale del “Negroide di Grimaldi”, divenuto poi “Uomo di Grimaldi”, e non quasi, ma proprio a sottolineare che i primi Italiani fossero stati “negroidi”, ossia un “anello della catena evolutiva mancante” che spiegasse la depigmentazione dell’uomo negride venuto dall’Africa e divenuto bianco “uomo moderno europeo”. A partire dal Sergi (e purtroppo lo sappiamo che era fatto così), passando per V. Giuffridda-Ruggeri (migliore rispetto al primo, ma da prendere sempre con le dovute cautele) fino a Ugo Chiamparino nel 1967 veniva scritto che questi “Grimaldiani” fossero di origine africana, sebbene l’opinione più diffusa fosse che questa “somiglianza” (intravista solo nella mascella della donna) con i “negroidi” non implicasse alcun legame di tipo genetico, tanto è vero che H. Vallois negava questa presunta ed intravista “affinità”. Ma già a partire dal 1973-1974, allorquando gli studiosi Olivier e Mantelin esaminarono il cranio del ragazzo, si ebbe conferma dell’appartenenza alla razza Cro-Magnon del soggetto (dissero “appartenenza al cromagnoide”). Ed ancora per fortuna -per nostra fortuna-, intervenne anche l’antropologo Pierre Legoux, che occupandosi proprio dell’apparato masticatore/dentario, dimostrò che il leggero prognatismo della donna era dovuto ad una “malformazione sopravvenuta per continua errata masticazione, non essendo dunque congenita e trasmessa per via ereditaria, mentre nel caso dell’adolescente si è trattato di una vera e propria contraffazione effettuata per far rientrare questa “scoperta” nella casistica dei cosiddetti “anelli mancanti della catena evolutiva”… quando invece i due individui appartenevano alla razza Cro-Magnon proprio come tutti gli altri: erano bianchi, erano Europei, come noi, proprio come tutti noi Indoeuropei d’Italia e del resto dell’Europa.

Andiamo ora a vedere da vicino questi ultimi due casi della Grotta dei Fanciulli, donna adulta e adolescente, le cui caratteristiche antropometriche sono: forte dolicocefalia, di forma ellittica (crani aristencefali), con capacità cerebrale pari a 1375 cm³ nella donna e 1570 cm³ nel ragazzo; faccia cameprosopa, ossia larga (con euriprosopia, ossia “faccia corta’’, di nuovo il caso tipico dell’euridolicomorfia del Cro-Magnon o “disarmonismo cromagnide”, che non è assolutamente “negroide”); un certo prognatismo alveolare, presente solo nella donna e di cui ben sappiamo ora la causa e che, anche se congenito ed ereditario, non è assolutamente caratteristica negride o negroide); orbite cameconche a contorno sub-rettangolare (ovvero infossate rispetto alla fronte, larghe, orizzontali e rettangolari, sempre tipiche del Cro-Magnon); una certa camerrinia (altro tratto tipico del Cro-Magnon, oggi ancora riscontrabile nel tipo dalo-falico scandinavo e Nord-europeo); struttura del bacino alta. Grazie Professore Pierre Legoux! Ancora grazie!

Tra l’altro, il Cro-Magnon più arcaico era caratterizzato da un leggerissimo prognatismo (mascellare, ovviamente, e che il buon Bertil Lundman aveva già mostrato nelle schede e mappe dei suoi brillantissimi studi, The Races and People of Europe del 1977), che noi tutt’oggi possiamo ancora osservare nelle varietà fenotipiche dalofaliche e paleo-atlantiche (entrambe del Nord Europa): un esempio, proprio evidente, è il prognatismo di Arnold Schwarzenegger, l’attore di origini austriache che ha interpretato brillantemente il ruolo di Conan il Barbaro (1) , il guerriero cimmero di Robert Ervin Howard che rappresenta perfettamente l’immaginario maschile indoeuropeo (e su questo concorda anche il Prof. Fabio Calabrese, grande tradizionalista ed appassionato di temi indoeuropei). Ditemi un po’: vi pare Arnold Schwarzenegger un negroide? Potrebbe mai apparire un negroide? Ma tutto questo riuscirebbe mai a dare uno scossone alle teste vuote cultural marxiste che ci sono in giro, a questo grande gregge di teste vuote?

.

Ecco a voi, l’uomo di Cro-Magnon.

 

Per tutto questo vedasi:
Raffaello Parenti, Lezioni di antropologia fisica, 2ª ed. (a cura di Francesco Mallegni), ed. Libreria Scientifica Pellegrini, Pisa 1973;
Vincenzo Formicola, Le sepolture paleolitiche dei Balzi Rossi, in Le Scienze, Vol. 280, ed. Dicembre 1991, pagg. 76-85;
G. Olivier – F. Mantelin, Nouvelle reconstitution du cran de l’adolescent de Grimaldi, in Bulletin du Musée d’Antropologie Préhistorique de Monaco, Vol. 19, 1973-1974, pagg. 67-81;
Pierre Legoux, Étude odontologique de la race de Grimaldi, in Bulletin du Musée d’Antropologie Préhistorique de Monaco, Vol. 10, ed. 1963, pagg. 63-121.
Ed infine, non meno importante:
Renato Del Ponte, Le origini etniche dei Liguri (conferenza tenuta ad Aosta nel corso del terzo Festival Celtique), tratto da http://www.celti.it/revue/revue12.htm#I%20LIGURI, e disponibile anche nel Centro Studi La Runa.

Nota

1 Il film Conan the Barbarian (titolo per la fruizione italiana Conan il barbaro) fu realizzato nel 1982, regia di John Frederick Milius, sceneggiature di John Frederick Milius e William Oliver Stone; dal personaggio ideato da Robert Ervin Howard in Weird Tales nel 1932, con l’imponente e meravigliosa colonna sonora scritta dal compositore Basil Poledouris, che lo scrivente non ha mai smesso di ascoltare.

 

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3 Responses

  1. marco
    | Rispondi

    Ottimo

  2. Antonio Bonifacio
    | Rispondi

    Eccellente articolo!
    Fa entrare un poco d’aria fresca (boreale!) in questo settore fondamentale di studi e getta luce disinfettante sul pattume conformista contemporaneo
    A Bonifacio

  3. Razza Ariana
    | Rispondi

    E’ stata la genetica che ha rovinato e livellato l’ antropologia ;

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