Totenkopf: la divisione ‘Testa di morto’ della Waffen SS

Massimiliano Afiero, Totenkopf: la divisione 'Testa di morto' della Waffen SS Totenkopf, un nome che evoca terrore, un nome che rimanda l’umana memoria al pensiero della morte, della distruzione, un nome legato ad una delle formazioni della Waffen SS più temute ed odiate nella storia della seconda guerra mondiale. Dipinti dalla storiografia ufficiale come una banda di assassini, carnefici, accozzaglia di ex-guardie dei campi di concentramento, ex-detenuti, criminali incalliti, ancora oggi si fa fatica a parlare dei combattenti della Totenkopf senza suscitare scalpore, diffidenza e indignazione. La divisione Totenkopf continua ad essere identificata come l’archetipo del terrore nazista applicato non solo sui campi di battaglia ma anche contro le popolazioni civili inermi. In realtà, tranne che per alcuni iniziali episodi deplorevoli e contro ogni logica di corretto comportamento militare, la divisione Totenkopf fu impegnata sempre ed esclusivamente in prima linea battendosi valorosamente e dimostrandosi una delle formazioni più combattive della Waffen SS. Infatti tra le varie formazioni dell’esercito nero, la Totenkopf è quella che maggiormente evoca lo spirito combattivo e il sacrificio fino alla morte sul campo di battaglia, non solo nella simbologia del suo emblema ma anche nelle disperate e sanguinose campagne e battaglie in cui fu coinvolta.

Massimiliano Afiero, La crociata contro il bolscevismo. Le legioni volontarie europee (1941-1944). Vol. 1 Formata inizialmente con personale scadente e di dubbia moralità, soprattutto con ex-guardie dei campi di internamento, grazie all’opera del suo primo comandante e padre fondatore, Theodor Eicke, divenne ben presto un’unità di élite, guadagnandosi da subito il rispetto dei generali dell’esercito tedesco e soprattutto il rispetto degli avversari. Dopo aver ricoperto un ruolo marginale durante la campagna polacca, in Francia la divisione si comportò egregiamente contro le forze francesi ed inglesi, fatta eccezione per l’episodio di Le Paradis. Sul fronte dell’est la divisione venne impegnata inizialmente sul fronte nord partecipando alla marcia verso Leningrado, restando poi assediata nella sacca di Demjansk dove solo lo spirito di sacrificio e la tenacia delle ‘teste di morto’ evitarono una catastrofe, arginando per mesi la spinta offensiva del nemico. Da quel momento la Totenkopf venne utilizzata come forza di pronto intervento per risolvere situazioni militari critiche e riorganizzata prima come una Panzergrenadier Division e poi come una Panzer Division. A Kharkov, Kursk, sul fronte del Mius, sul fronte polacco, in Ungheria ed infine in Austria le ‘teste di morto’ tennero testa al nemico in una lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi. Mentre tutto cedeva solo i combattenti della Waffen SS tennero ancora, mentre tutti arretravano le Waffen SS contrattaccarono con grande slancio e con grande onore, quell’onore che li legava alla fedeltà giurata, soli contro tutti a battersi per una guerra che tutti consideravano ormai già perduta. Ma questo non importava, era necessario onorare il ricordo dei camerati caduti, era necessario difendere i confini della Patria dai barbari venuti dall’est…

Michael Reynolds, Men of Steel. 1st SS Panzer Corps, 1944-45 - The Ardennes and Eastern Front Quando la situazione si fece grave i reparti della divisione tentarono disperatamente di sfuggire alla cattura da parte dei sovietici, consegnandosi agli americani. Questi ultimi, in uno slancio di umanità e di onore militare, dopo aver falsamente assicurato loro il trasferimento all’ovest, li consegnarono invece in massa ai sovietici mandandoli praticamente a morire. Colpevoli solo di aver combattuto sul campo di battaglia, accusati di numerosi crimini efferati mai commessi e mai dimostrati in qualsiasi tribunale civile o militare, i combattenti della Totenkopf accettarono in silenzio il loro destino, certi di aver dato il massimo per la causa nazionalsocialista.

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Il presente brano costituisce l’Introduzione del libro di Massimiliano Afiero Totenkopf: la divisione ‘Testa di morto’ della Waffen SS, Marvia Edizioni, 320 pagine, 380 foto in b/n.

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Massimiliano Afiero nasce ad Afragola (Napoli) nel 1964. Insegnante di informatica ma soprattutto appassionato studioso del secondo conflitto mondiale, ha pubblicato numerosi articoli sulle principali riviste di Storia a diffusione nazionale, come Storia del XX Secolo, Storia e Battaglie, Storia del Novecento, Raids e Milites e collabora attivamente con numerosi siti web a carattere storico-militare. Dal novembre 2004 è Consulente storico e Direttore Tecnico della rivista Volontari, bimestrale dedicato esclusivamente alla storia delle formazioni della Waffen SS. Dal maggio 2008 Caporedattore della rivista bimestrale SGM (Seconda Guerra Mondiale) pubblicata dall'Editoriale Lupo.

3 Responses

  1. Romeo Canzian
    | Rispondi

    Quante altre porcherie hanno fatto i grandi eroi (solo al cinematografo evidentemente) gli angloamericani. Quanti soldati tedeschi disarmati hanno ucciso gli angloamericani?? solo e. heminway na ha uccisi quasi 120 !!!

    Perchè si tacciono su queste notizie, si tacciono su tutti i massacri commessi dai sovietici sopratutto quello di Katyn al momento della loro invasione?

    Come mai questo accanimento da parte di tutte le televisioni, giornali libri ed altro in Italia a farci vedere il peggio della Germania Nazionalsocialista ? Perchè non ci spiegano il perchè nasce un Hitler chi sono stati i responsabili di quel "parto".

    Io lo so perchè però vorrei, se è possibile, avere un parere da chi leggerà questo e.mail

    Saluti a tutti

    EVVIVA LA VERITA' QUALUNQUE ESSA SIA !!!!!!!!!!!

  2. Caterpillar
    | Rispondi

    Leggiti la nascita del terzo reich di richard j. evans e scoprirai tutto ciò

  3. Algar
    | Rispondi

    Semplicemente perchè la storia la scrivono i vincitori.

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