Paganesimo cristianesimo Europa

Il passaggio dal politeismo a una forma enoteista matura all’interno delle grandi civiltà tradizionali. In Persia si afferma il culto di Ahura Mazda, il Supremo Signore attorniato dai sui arcangeli; in Egitto Akenaton promuove il culto di Aton, simboleggiato nella sua purezza metafisica dal disco del Sole. Peraltro l’affermazione di un Dio Supremo non cancella le altre forze che tuttavia vengono subordinate in una gerarchia (spesso identificata alla scala planetaria).

In Grecia un enoteismo filosofico si sviluppa con l’Arké dei Fisici della Ionia, con l’En della scuola platonica, con il Dio Causa Prima di Aristotele; in India si affermano le scuole che di volta in volta colgono l’Assoluto in Brahma, in Vishnu o in Shiva, concependo gli altri dei come emanazioni di questo Principio Primo.

Presso gli Ebrei il dio di origine cananea Jahve diventa il Dio creatore unico del cielo e della Terra. In questo caso al monoteismo si aggiunge una nota di esclusività (“il Dio geloso”) che sfocia nel fanatismo.

14872610_10209428569583960_1174677773_nAnche nel tardo Impero romano si afferma – spesso per impulso della stessa autorità imperiale – una forma di enoteismo solare, con la venerazione del Sol Invictus. Lo stesso imperatore Costantino si converte al cristianesimo dopo aver avuto la visione del segno del Chrismon – il monogramma del Cristo – in associazione al Sole, da lui precedentemente venerato.

Questo passaggio avviene in concomitanza dello sviluppo di quella che si potrebbe chiamare anima razionale. Mentre l’anima arcaica percepiva le forze divine nelle manifestazioni della natura, l’anima razionale coglie il disegno complessivo che caratterizza l’universo e risale al suo autore primordiale.

La morte di Pan di cui parlava Plutarco rappresentava appunto questa svolta. Il Divino si ritrae dalla natura, ma ovviamente non scompare, perché risorge nella interiorità degli uomini.

Già le lettere del filosofo stoico Seneca testimoniano ampiamente questo passaggio.

La diffusione del Cristianesimo nell’impero romano si inserisce in questa cornice e assume l’aspetto di una necessità storico-spirituale.14914961_10209428564383830_1903092568_n

“Il Regno di Dio è dentro di voi” annuncia Cristo, a conferma di quell’avvenuto passaggio. Il cristianesimo supera gli interdetti rituali nell’alimentazione: “non ciò che entra, ma ciò che esce dalla bocca dell’uomo lo rende puro”. Esso opera una forma di interiorizzazione della legge.

Peraltro i riferimenti misterici nel cristianesimo sono molteplici: Cristo muore, discende agli inferi, risorge. Era quella l’esperienza profonda dei misteri. La trinità cristiana Padre, Figlio, Spirito Santo è un corrispettivo religioso della Triade neoplatonica Uno-Mente-Psiche.  La Fanciulla vestita di Sole che partorisce il Bambino (secondo il testo dell’apocalisse) è la naturale evoluzione della Iside egizia.

A differenza che nell’ebraismo e nell’islamismo il cristianesimo prevede l’immagine e il culto stesso delle immagini. Ciò è coerente con il dogma fondamentale dell’incarnazione: il Dio si è incarnato in forma umana, dunque può essere raffigurato.

“Figlio di Dio” è l’uomo che vive in armonia con il Divino; a sua volta il Dio creatore ha l’attributo fondamentale di Padre, “Padre che è nel cielo”. Ma a coloro che gli contestavano la filiazione divina (oggettivamente una bestemmia nella mentalità del tempo e del luogo) Gesù Cristo rincarava la dose: “Non avete inteso che vi fu detto: voi siete Dei!”

Fu il Rinascimento italiano – nelle splendide raffigurazioni di Michelangelo, Leonardo, Raffaello – a cogliere una conseguenza profonda dell’idea di Resurrezione della Carne. La resurrezione implica una glorificazione dello stesso corpo fisico, tramutato in ciò che in altre tradizioni sarebbe definito Atma (Uomo completamente spiritualizzato), corpo di diamante-folgore.

14885831_10209428568463932_1997563236_nNella sua avversione al cristianesimo, l’imperatore Giuliano progettò di ricostruire il tempio di Gerusalemme. Non vi riuscì per una sottile fatalità: i tempi forse non erano più propizi al rinnovarsi di culti etnicamente caratterizzati, basati su sacrifici animali e interdetti rituali.

Nel nuovo eone spirituale più probabile che la via da seguire sia quella in cui il Divino viene riconosciuto nella interiorità e viene coltivato lungo un cammino di formazione interiore cosciente.

Nel corso del suo sviluppo storico – pur caratterizzato da aspetti oscuri e contraddittori –  il cristianesimo si afferma nell’Impero Romano dopo una lunga guerra civile spirituale. In effetti tutto nella storia romana era avvenuto per effetto di guerre o di guerre civili, ma già Tiberio aveva proposto di inserire Cristo nel novero degli Dei.

È interessante poi la spontaneità e la rapidità con la quale Germani e Slavi si convertirono al cristianesimo.

La cattedrale gotica e l’amor cortese, i racconti del Graal e gli ordini cavallereschi, il monachesimo benedettino e la concezione della natura della scuola di Chartres sono alcuni frutti di questa amalgama. Per la Russia pensiamo alle opere di Dostoevskij, Soloviev, Florenskij, Bulgakov, Berdjaev che rappresentano ancora i germi di un futuro sviluppo di civiltà.

14877253_10209428568503933_332668777_nOra siamo giunti a un bivio: le autorità delle chiese occidentali (cattolica e protestanti) tendono a liberarsi dalle forme della civiltà europea e si rivolgono a popoli diversi principalmente di origine subequatoriale. Nello stesso tempo assumono un atteggiamento di soggezione all’ebraismo e all’islam, anche a costo di abdicare a quelli che sono i principi fondamentali del cristianesimo.

Al contrario nell’Est Europa inaspettatamente dopo settanta o quaranta anni di regimi ateo-materialisti risorgono i riferimenti al cristianesimo che, nell’ottica orientale, si riconducono al tema dell’eredità bizantina e di Mosca-Terza Roma.

Noi riteniamo che i valori più profondi sia della tradizione classica-precristiana che della tradizione cristiana siano custoditi oggi nell’Est Europa e trovino in essa uno sviluppo che li pone al riparo dal “tramonto dell’Occidente”.

In quanto italiani ricordiamo come esempio massimo di conciliazione tra le due correnti la posizione e l’opera di Dante Alighieri.

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