Osbern di Gloucester e le Derivationes

Osberno, Derivazioni
Osberno, Derivazioni

Un gruppo di studiosi italiani ha pubblicato un’importante testimonianza letteraria del medioevo inglese: le Derivationes di Osbern di Gloucester. Osbern fu monaco nel monastero di Gloucester attorno alla metà del XII° secolo e fu un apprezzato insegnante di grammatica. Osbern scrisse anche commenti ad alcuni libri della Bibbia e dei trattati teologici, ma le Derivationes sono indubbiamente la sua opera più importante; lo testimonia il fatto che sono sopravvissuti oltre 30 manoscritti di essa.

Nella lettera dedicatoria Osbern afferma di aver composto le Derivationes per correggere gli scolari nel riconoscere l’esatto significato delle parole latine. L’opera comincia con un proemio scritto in un latino molto ricercato che utilizza vocaboli rari; una caratteristica, questa, diffusa nella letteratura mediolatina delle isole britanniche. Poi appare la Grammatica sotto sembianze femminili per dettare il libro: quedam igitur celtica efficatique speciminis femina, que Grammatica, uti ab ipsa postmodo percepi, dicebatur. Quindi comincia l’esposizione dei vocaboli in ordine alfabetico: ogni lemma è seguito dalla spiegazione e dai nomi composti o derivati da esso. Per esempio: Anglia e nomen patrie, inde Anglus a um, et Anglicus a um, et Anglice adverbium, et Anglisso as idest Anglice loqui sic enim formantur verba de nominibus patriarum, unde Plautus: “non Atticissat inquit sed Sicilissat”. All’inizio di ogni lettera mater Grammatica si rivolge ai lettori chiamandoli poeticus chorus, per presentare la lettera di cui si elencano i lemmi. Al termine di ogni lettera c’è una sezione di repetitiones, cioè l’elenco dei vocaboli della lettera in questione con una breve interpretazione dei lemmi, con l’aggiunta di altre parole che evidentemente l’autore non era riuscito a inserire nello schema derivatorio.

Le Derivationes ebbero grande fortuna per tutto il XIII° secolo e furono utilizzate anche da Uguccione da Pisa, ma nel corso del XIV° secolo vennero soppiantate dal Catholicon di Balbi. Nel 1836 Angelo Mai fece un’edizione dell’opera ma senza sapere chi fosse l’autore perché il manoscritto utilizzato era privo della lettera dedicatoria. L’edizione del “Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo” utilizza una serie di manoscritti scelti in modo da garantire un buon margine di affidabilità. Nell’apparato di note sono indicati gli autori citati, quando è possibile rintracciare la citazione. Osbern, infatti, conosceva un numero di autori classici davvero notevole e nel suo libro si rinvengono, oltre naturalmente a numerosi passi biblici e patristici, citazioni di: Accio, Apuleio, Stazio, Cicerone, Lucano, Livio Andronico, Ilias Latina, Lucrezio, Nevio, Ovidio, Plauto, Persio, Plato Latinus, Virgilio…

Questo grande numero di autori è la testimonianza più probante della straordinaria erudizione di Osbern.

Al termine del volume c’è l’indice completo dei lemmi sia latini, sia di origine greca, sia di alcune parole in antico inglese che Osbern ha inserito nel testo; inoltre c’è l’indice degli autori citati da Osbern. Questa edizione delle Derivationes rappresenta quindi un importante passo avanti per la conoscenza di questo importante autore e in generale di tutta la letteratura dei secoli di mezzo.

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Osberno, Derivazioni, I-II, ed. F. Bertini, V. Ussani Jr, P. Busdraghi, M. Chiabò, A. Dessì Fulgheri, P. Gatti, R. Mazzacane, L. Roberti, Spoleto, 1996, pp.XXX-972. www.cisam.org

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Michele Fabbri ha scritto il libro di poesie Apocalisse 23 (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2003). Quella singolare raccolta di versi è stata ristampata più volte ed è stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e portoghese. Dell’autore, tuttavia, si sono perse le tracce… www.michelefabbri.wordpress.com
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