Moeller van den Bruck: un ribelle conservatore

Luca Lionello Rimbotti: Quel Terzo Regno del socialismo nazionale europeo Nato nel 1876 a Solingen, Arthur Moeller van den Bruck passò la gioventù a Düsseldorf, dove manifestò un carattere introverso ma anche ribelle. Ben presto iniziò una vita da bohémien, prima a Erfurt, poi a Lipsia, dove si iscrisse all’Università, senza completarla. Spirito autodidatta, si formò sui classici del pangermanesimo culturale, Langbehn, H. S. Chamberlain, Gobineau. Nel 1896 è a Berlino, dove entra in contatto con Rudolf Steiner, August Strindberg e il pittore völkisch Fidus. Nel 1902, sfuggendo alla chiamata alla leva, abbandonò la giovane moglie incinta e si recò a Parigi, dove frequentò tra gli altri il pittore norvegese Edvard Munch e il letterato simbolista russo Dimitri Merezkowskij, che gli fece conoscere e amare Dostoewskij. Nel 1906 venne a Firenze in compagnia del poeta Theodor Däubler, con cui compose il poema epico Nordlicht (Aurora boreale), e dello scultore espressionista Ernst Barlach, che poi diventerà nazionalsocialista. Dal 1904 al 1910 scrisse l’opera enciclopedica Die Deutschen (I Tedeschi) un ritratto dei maggiori geni della cultura tedesca, che ebbe non poca influenza sul circolo di Stefan George. Dal 1906 iniziò la traduzione delle opere complete di Dostoewskij. Tornato nel 1907 a Berlino e risposatosi, intraprese una vita di viaggi e collaborazioni a riviste, tra cui la conservatrice Die Tat. Nel 1913 pubblicò Die italienische Schönheit (La bellezza italiana), in cui emerse la sua preparazione artistica.

Giuseppe A. Balistreri, Filosofia della Konservative Revolution: Arthur Moeller van den Bruck Arruolatosi volontario nel 1914, dopo un periodo al fronte orientale, venne assegnato all’Ufficio Propaganda dell’esercito, dove collaborò con Friedrich Gundolf, Hans Grimm e Börries von Münchhausen, il primo un seguace di George, gli altri due intellettuali che diventeranno noti sotto il regime nazionalsocialista. Nel 1916 Moeller pubblicò Der prussische Stil (Lo stile prussiano) e, dopo la disfatta, nel giugno 1919 lo troviamo tra i fondatori dello Juniklub, sodalizio nazionalconservatore di Berlino, e di Gewissen, rivista del radicalismo nazionale. Del 1919 è il suo libro politico Das Recht der jungen Völker (Il diritto dei popoli giovani), mentre alcune fonti danno per certo un suo incontro con Hitler nel 1922, presso lo Juniklub. Due anni dopo la pubblicazione del suo capolavoro, Das dritte Reich (Il terzo regno, traduzione italiana di Luciano Arcella, Settimo Sigillo, Roma 2000), nel 1925, per una depressione dovuta a motivi personali e insieme ideologici, si suicidò a Berlino. Su Moeller, in lingua italiana, oltre alle opere di carattere generale sulla Rivoluzione Conservatrice, si possono leggere: A. De Benoist, Moeller van den Bruck o la Rivoluzione Conservatrice, Akropolis-Edizioni del Tridente, La Spezia 1981; D. Cantimori, Arthur Moeller van den Bruck (scritto risalente al 1935), in Politica e storia contemporanea, Einaudi, Torino 1991; S. Lauryssens, L’uomo che inventò il Terzo Reich. La vera storia di Moeller van den Bruck, Newton Compton, Roma 2000. Nel 1997, le edizioni Settimo Sigillo di Roma hanno pubblicato L’uomo politico, un’antologia di scritti di Moeller degli anni tra il 1916 e il 1924, già apparsa in Germania nel 1933.

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Tratto da Linea del 12 settembre 2004.

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