Lusso e capitalismo

Werner Sombart, Lusso e capitalismo
Werner Sombart, Lusso e capitalismo

La supremazia femminile è notoriamente l’obiettivo finale delle oligarchie che governano l’Occidente moderno. Per spiegare i motivi  di tanta sollecitudine verso le istanze femministe è utilissima la lettura di un classico del pensiero economico: Lusso e capitalismo di Werner Sombart. In questo saggio del 1913 il grande economista tedesco analizza i processi che hanno portato da un’economia basata sulle esigenze reali alla moderna società dei consumi fondata sui beni voluttuari, e mette in luce il mutamento nel rapporto fra i sessi che ha determinato la nascita di nuove strutture sociali.

Sul finire del Medioevo si assiste a uno straordinario sviluppo della vita di corte. La prima corte moderna che fece sfoggio di lusso superfluo fu la corte papale di Avignone. I principi italiani del Rinascimento amplificarono queste tendenze, e nelle loro corti le dame avevano grande influenza. Naturalmente fin dall’Antichità c’erano state figure femminili con ruoli regali o comunque di notevole potere, ma la novità era che nelle corti rinascimentali trovavano spazio sempre più spesso dame di compagnia, amanti e prostitute di alto rango.

Mentre nel Medioevo la ricchezza era eminentemente rappresentata dalla proprietà terriera, nel Rinascimento comincia a circolare una grande quantità di denaro, anche a causa dell’oro e dell’argento provenienti dalle Americhe. Si moltiplicano gli acquisti di titoli nobiliari e si assiste all’ingresso nell’alta società di elementi venuti dalla borghesia del tutto alieni dallo stile di vita della nobiltà guerriera: la concezione mercantilistica del mondo si estende sempre di più e contagia tutti gli strati sociali. Le città si ingrandiscono a dismisura e comincia a formarsi una sorta di “proletariato” urbano di cui le forze della sovversione si serviranno abilmente nei secoli a venire. Inoltre la Riforma Protestante, com’è noto, darà un impulso decisivo al capitalismo, rimuovendo la diffidenza verso la ricchezza che aveva caratterizzato tutta la riflessione economica medievale. Il nascente capitalismo trovava i suoi naturali alleati in tutte quelle figure che il Medioevo aveva guardato con sospetto: gli ebrei, gli eretici, gli infedeli, gli stranieri…

Il denaro, che per la Chiesa medievale era lo “sterco del demonio”, per i protestanti diventa una benedizione di Dio.

Parallelamente all’ascesa del capitalismo si fa strada una concezione disimpegnata e puramente edonista del rapporto fra i sessi, in cui le unioni stabili lasciano posto a coppie di amanti occasionali e in cui il principio di legittimità appare sempre più degradato. Nella corte francese del XVIII° secolo si assisterà alla istituzionalizzazione di coppie di fatto come quella celebre formata da Luigi XV° e Madame Pompadour. La stessa Maria Antonietta, del resto, sarà sempre pronta a ostentare il lusso più sfrenato, e il comportamento dignitoso che tenne nei momenti drammatici della Rivoluzione Francese non vale a giustificare la condotta di vita indecorosa di una nobiltà ormai completamente corrotta.

Gli intellettuali illuministi esaltavano lo stile di vita dispendioso per la sua capacità di muovere i mercati, anche se questi illuminati filantropi chiudevano un occhio sulla tratta di schiavi africani che assumeva in quegli anni proporzioni gigantesche (fra i negrieri avevano un ruolo non secondario anche capitalisti ebrei e massoni…).

Nel corso del XVIII° secolo si assiste a una produzione abnorme di beni di consumo che non hanno giustificazione nel loro effettivo utilizzo: specchi, porcellane, fiori artificiali…

Sombart pensa che le forme economiche siano variate soprattutto in virtù di questi grandi mutamenti psicologici avvenuti nel periodo preso in esame, mentre gli storici marxisti o liberali, improntati a un rigido determinismo, ritengono che tali cambiamenti fossero il risultato inevitabile di nuove scoperte geografiche e della relativa espansione dei mercati. Il risultato finale di questi processi, comunque, è oggi sotto gli occhi di tutti: il turbo-capitalismo globalizzato che trova nelle rivendicazioni femministe l’alleato più fedele. L’annientamento della famiglia naturale, infatti, ha prodotto una ulteriore dilatazione del consumo, che ha ormai toccato livelli inverosimili.

Lusso e capitalismo, oltre a essere uno studio storico che suggerisce originali prospettive di ricerca, è un efficace antidoto contro il pensiero unico liberista e, nell’epoca che ha portato alle estreme conseguenze le logiche della speculazione finanziaria, è particolarmente raccomandabile la lettura di questo classico dell’anticapitalismo militante.

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Werner Sombart, Lusso e capitalismo, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma, 1982, pp.212, € 18,00.

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Michele Fabbri ha scritto il libro di poesie Apocalisse 23 (Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2003). Quella singolare raccolta di versi è stata ristampata più volte ed è stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e portoghese. Dell’autore, tuttavia, si sono perse le tracce… www.michelefabbri.wordpress.com
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