L’ultimo mitografo

L’opera letteraria di Alfredo Cattabiani è destinata a restare molto viva nella cultura italiana, e anzi, con il passare del tempo, diventerà sempre più eloquente sia per l’omogeneità dell’ispirazione, sia per la profondità del contenuto. Io sono convinto che la battaglia delle idee, da cui dipendono tutte le altre battaglie, culturali e quindi politiche, si svolgerà alla fine (come già si percepisce oggi) tra due fronti contrapposti: tra i sostenitori di un’immanenza laica e materialista e i cultori di una concezione integrale della vita in cui domina la componente spirituale. Al primo fronte appartengono coloro che fanno dipendere il destino dell’uomo dal caso e dalla necessità, al secondo coloro che credono nello svolgimento di un disegno in cui tutti gli eventi e i fenomeni sono significativi, non casuali o caotici. I primi tendono a schiacciare la libertà della persona anche quando sembrano “buonisti”, i secondi la esaltano. Alfredo Cattabiani è stato un campione della fede nella trascendenza. La sua cifra culturale è stata la religiosità, che si fa visione del mondo e della vita; una religiosità che non si ferma all’osservanza rituale, ma si nutre costantemente dello studio dei testi sapienziali ed è aperta a riconoscere la scintilla del divino in ogni tradizione.

Alfredo Cattabiani

Tale atteggiamento favorisce lo sviluppo di uno sguardo non comune sulle cose, che a questo sguardo rivelano i loro segreti, la loro aura. Anche le creature e gli oggetti più umili hanno una storia fantastica, formata dai sedimenti simbolici che sono stati depositati dall’immaginazione umana, ossia dai miti e dalle leggende. Ogni cosa è un simbolo, in una catena di significati che formano il tessuto invisibile del mondo. Nemmeno i materialisti riuscirebbero a orientarsi nell’esistenza se a un tratto si spezzasse la catena immateriale che sostiene il linguaggio, la fantasia, la poesia. Con questa percezione innata, irrobustita dalla lettura dei testi dei Padri e dei filosofi della Chiesa, influenzata per quanto riguarda la modernità da autori quali Guénon e Zolla, Cattabiani si è lanciato alla scoperta di un mondo nuovo e nello stesso tempo antico, paradossalmente nuovo perché antico. La sua assidua ricerca si è trasfisa nella scrittura di una serie di libri che compongono una biblioteca ideale, quasi un’enciclopedia dell’immaginario universale.

Cito i titoli più importanti: Bestiario, Erbario, Calendario, Lunario, Florario, Planetario, Volario, Acquario. Di tutti i soggetti, animati e inanimati, compresi in ciascuno di questi titoli, Cattabiani evoca sapientemente la risonanza, ossia la convergenza di riferimenti mitologici, religiosi, poetici, artistici, disseminati nel campo sterminato di tutte le letterature e di tutte le culture antiche e moderne, d’Oriente e d’Occidente. Faccio alcuni esempi, molto stringati, tratti dall’ultimo libro pubblicato da Cattabiani, Acquario. La sirena ha una storia che è una vera sinfonia di significati nelle sue varie raffigurazioni che si infittiscono enigmaticamente sui capitelli e sugli ornamenti delle chiese romaniche; essere bello e seducente sin dai tempi di Omero, la sirena ha una doppia valenza: come icona del vizio, o al contrario – per alcuni audaci autori cristiani – come metafora della Madonna e della Chiesa cattolica che garantiscono la salvezza. Un altro esempio curioso della vitalità dei simboli è la remora, una parola che spesso si adopera in senso figurato come freno, impedimento, impaccio, magari senza conoscerne l’origine: la remora è un pesciolino che a frotte si attacca alla chiglia delle navi rallentandone, si credeva l’andatura: ma nell’immaginario cristiano allude anche a Nostro Signore perché la remora, impedendo alla nave di oscillare, la salva dalle tempeste.

Alfredo Cattabiani, <I>Acquario. Simboli, miti, credenze e curiosità sugli esseri delle acque: dalle conchiglie alle sirene, dai delfini ai coccodrilli, dagli dei agli animali fantasticiRicchissima di sensi è poi la conchiglia che rappresenta tra l’altro l’utero, quindi la donna, quindi la forza generatrice (Venere, nata dalla schiuma del mare, naviga su una conchiglia), mentre la perla è una lacrima della Luna e nello stesso tempo, secondo San Gregorio Magno e Sant’Agostino, per il suo candido splendore è il simbolo di Gesù esente da ogni peccato. Un’altra opera “enciclopedica” di Cattabiani è il corposo volume Santi d’Italia, pubblicazione a suo modo nuova per la capillarità della ricerca. Per comporre il libro, l’autore ha percorso tutta la Penisola soffermandosi anche in piccoli paesi per informarsi sui culti locali e sulla loro storia. Infine, si farebbe grave torto a Cattabiani se insieme con il contenuto delle sue opere non si sottolineasse anche il valore del suo stile letterario che si distingue per la limpidezza, oggi desueta, per la sobria e accattivante misura classica, non di rado illuminata da una radiazione poetica. Insieme, il contenuto e lo stile dei suoi scritti inseriscono a pieno titolo Cattabiani nella tradizione dei grandi autori spiritualisti dell’Ottocento e del Novecento.

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Tratto da Ideazione 4-2003, (luglio-agosto).

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