L’orgoglio e la vergogna: i Legionari di Cristo

Marcial Maciel Degollado (10 marzo 1920 – 30 gennaio 2008)

È un fatto raro che questioni disciplinari interne alla Chiesa cattolica assurgano ad un livello tale d’importanza da essere ritenute degne di nota all’interno di quotidiani o telegiornali nazionali e, qualora ciò avvenga, normalmente l’interesse dei media si concentra su notazioni scandalistiche o legate a questioni di costume.

Probabilmente, anche nel caso dei Legionari di Cristo e del loro fondatore Marcial Maciel Degollado, recentemente balzati all’onore delle cronache per il commissariamento dei primi ed i giudizi post mortem espressi dal Vaticano sul secondo, non si fa eccezione alla regola, tanto più che le accuse (per altro regolarmente provate) relative ad abusi sessuali rivolte al discutibilissimo creatore di una delle Congregazioni più severe e conservatrici della Cattolicità, oltre a confermare una opinione superficialmente (quanto, a giudizio di scrive, in genere erroneamente) notevolmente diffusa di un Clero che “predica bene e razzola male”, si inseriscono perfettamente in una campagna mediatica legata alla “improvvisa” scoperta di casi (in verità piuttosto numerosi, ma non certamente così stupefacenti e unicamente legati all’oggi) di “pedofilia ecclesiastica”.

Ciò che più stupisce è che, in gran parte dei casi, la notizia appare come una sorta di “testo senza contesto”, quasi una sorta di faro acceso momentaneamente nell’oscurità e poi subito spento dopo aver illuminato solo un piccolo punto nel buio.

Ma chi sono realmente i Legionari di Cristo? Qual è la loro storia? Perché sono stati “commissariati”?

Forse perché si è dimostrato che il loro fondatore era, in realtà, una sorta di delinquente psicopatico e una vergogna per tutta la Chiesa? Ma, si potrebbe obiettare, una cosa è il fondatore e un’altra è la Congregazione che ne deriva e non necessariamente la seconda deve seguire le orme del primo, anzi, quasi paradossalmente, anche da un seme marcio può svilupparsi una pianta rigogliosa.

Il problema è che, nel corso della loro storia, i Legionari, in quanto Congregazione, sono stati Maciel, o meglio, sono stati ciò che Maciel ha voluto che fossero e, conseguentemente, i maggiori propugnatori del “macielismo”, fondamento ideologico e spina dorsale della Congregazione stessa.

Per comprendere questo assunto è necessario ripercorrere brevemente la storia disgraziata di quest’uomo dalla doppia vita, osannato da alcuni e odiato e disprezzato dai più, che ha sognato di essere venerato come un santo mentre compiva atti completamente opposti al messaggio evangelico. Una storia che, fin da subito, ha dimostrato, nonostante la agiografizzazione di se stesso compiuta dal suo protagonista, di essere “sbagliata”.

Messicano dello stato di Michoacan, Maciel, classe 1920, subito dopo la “guerra cristera”[1] (a cui, ovviamente, nonostante pretese contrarie dei suoi biografi, non partecipa neppure indirettamente[2]), a quattordici anni sente la vocazione sacerdotale, cosa non particolarmente sorprendente tenendo conto che ha ben quattro zii Vescovi (di cui uno[3] canonizzato nel 2006 da Benedetto XVI). A sedici anni entra in Seminario a Veracruz, dove un suo zio è Vescovo ma, improvvisamente, due anni dopo, alla morte di quest’ultimo, viene espulso. Entra, dunque, nel Seminario di Chihuahua (dove è Vescovo un’altro zio) ma viene espulso anche da qui meno di un anno dopo e solo per intercessione di un terzo zio, Vescovo di Cuernavaca, viene accolto al Seminario gesuita di Montezuma, dal quale, comunque, viene espulso l’anno seguente. Perché? Già a questo punto dobbiamo distinguere tra verità e “macelismo”: la spiegazione ufficiale era che, sentendo fin dai sedici anni l’impulso a fondare un Ordine, riunisse intorno a sé altri compagni, cosa non gradita alle autorità seminariali[4]; la spiegazione storica è molto più semplice ed è relativa a quella pedofilia omosessuale che segnò tutta la sua esistenza e che lo portava a molestare gli studenti più giovani[5]. In ogni caso, studiando sotto il controllo dello zio Vescovo di Cuernavaca, Maciel riuscì in due imprese che, visti i precedenti, sembravano impossibili: nel 1941 fondò a Città del Messico la “Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore e della Vergine Addolorata” e nel 1944 venne ordinato (sempre dallo zio) Sacerdote. Questo nonostante le accuse di pedofilia circolassero su di lui, anche tralasciando il periodo seminariale, già dal 1942 (stando ad una sua lettera del 1957 in cui si lamenta di essere da 15 anni vittima di accuse pretestuose) e, in alcuni casi, fosse anche stato picchiato per questo (ovviamente Maciel, che per tutta la vita non nascose mai i suoi sentimenti ultraconservatori e antiliberali, imputò l’aggressione a persecuzioni di massoni e comunisti, cosa difficile da credere, tenendo conto che tra gli aggressori figura certamente anche un Prete)[6].

Nel 1946, tramite i suoi rapporti (e, soprattutto quelli dei suoi zii) con alcuni alti gerarchi del regime franchista, Maciel fu ricevuto in udienza da papa Pio XII e, nello stesso anno, per interessamento di Martin Artajo (ministro degli esteri di Franco), riuscì a procurare ad un gruppo di seminaristi a lui vicini una borsa di studio alla Pontificia Università di Comillas in Spagna. Anche non volendo prendere in considerazione il fatto che già nel 1945 il padre di Francisco de la Isla (un seminarista legionario) avesse denunciato Maciel al Vescovo di Cuernavaca (suo zio, che naturalmente insabbiò il caso) per aver molestato il ragazzo numerose volte, resta da capire la ragione per la quale, nel 1948, i Gesuiti, che reggevano l’Università, allontanarono Maciel e i suoi seminaristi da Comillas[7].

Il 1948 è un anno fondamentale per Maciel e i suoi seguaci: lo zio Vescovo di Cuernavaca ottiene per lui e il suo gruppo l’erezione canonica come Congregazione di diritto diocesano. Anche in questo caso, però, il tutto non avviene certamente in modo “limpido”: forse per le varie denunce di cui sopra, la Santa Sede decide di inviare una comunicazione al Vescovo in cui si dispone un rinvio sine die per l’erezione, ma Maciel, venuto in qualche modo a conoscenza di ciò, anticipa la cerimonia di due settimane e quando la comunicazione ufficiale arriva a destinazione è ormai troppo tardi[8]. Di fatto, comunque, probabilmente per allontanare le ombre del passato e su suggerimento diretto di Pio XII, l’anno seguente la Congregazione cambia nome, assumendo quello definitivo di “Legionari di Cristo” che, con il suo sapore “bellico”, già non lascia alcun dubbio sul posizionamento dei seguaci di Maciel Degollado nel panorama interpretativo del messaggio evangelico dei vari Ordini ecclesiastici[9].

Da questo momento in poi, comunque, la strada per la Congregazione, soprattutto grazie all’incredibile capacità di Maciel di attirare donazioni (e anche sulle modalità utilizzate in questo senso sono stati sollevati molti dubbi, ad esempio durante la causa intentata alla Congregazione da Roberta Garza, figlia di Flora Barragan de Garza, una delle maggiori finanziatrici di Legionari, che ha accusato Maciel di aver circuito la madre per ottenere donazioni per 50 milioni di dollari dal 1951 agli anni ’70, per poi abbandonarla completamente una volta finito il denaro[10]), diventa tutta in discesa: apre il Collegio Maggiore a Roma nel 1950, un collegio a Città del Messico nel 1954, un noviziato a Salamanca nel 1958, costruisce  la Basilica Minore di Nostra Signora di Guadalupe a Roma tra 1958 e 1960 e fonda, nel 1964, l’Università Anahuac a Città del Messico. Dal 1959, poi, viene inaugurato un movimento di apostolato laico parallelo alla Congregazione, che prende il nome di “Regnum Christi”[11]. Con questo curriculum non stupisce che Papa Paolo VI, nel 1965, decida di innalzare questi “benemeriti” della Cristianità al rango di Congregazione di diritto pontificio[12], cosa che, certamente, rende più agevole la loro diffusione con scuole e università in tutto il mondo.

Eppure, parallelamente alla crescita della Congregazione, crescono anche le accuse contro il suo fondatore: nel 1954 Federico Dominguez, seminarista dei Legionari, scrive al Vicario generale di Città del Messico[13] accusando Maciel di fare uso di stupefacenti, non osservare i voti, manipolare le coscienze dei seminaristi, ottenere in cambio di regali preziosi notizie riservate (per lo più riguardanti le accuse su di lui e tutte conservate di un “archivio riservato”, la cui esistenza sarà confermata da molti altri transfughi della Congregazione[14]) dalla Curia romana e promuovere il culto della propria persona. Tutte queste accuse verranno confermate da lì a qualche mese: nel 1956 Maciel verrà scoperto dal Cardinal Valeri, Prefetto della Congregazione per i Religiosi, a disintossicarsi dall’assuefazione alla morfina in una clinica romana, il Vicario generale della stessa Congregazione, Padre Ferreira, confermerà tutte le accuse di Dominguez, aggiungendovi quella di compiere “abusi sessuali”[15] e i Vescovi di Cuernavaca e Città del Messico chiederanno la rimozione dell'”‘indegno religioso” da superiore della sua Congregazione, rimozione avallata anche dal Segretario generale della Congregazione per il Clero, Padre Larraona. In effetti, nel settembre 1956, Maciel venne rimosso in forma privata (tanto che nessuno, mentre egli compiva un tour di raccolta di fondi in Spagna, ne venne a conoscenza), ma a favore di due Sacerdoti a lui fedelissimi (Padre Lagoa e Padre Arumì), che continuarono a dipendere dalle sue decisioni, prima delle quali fu quella di introdurre nella Regola della Congregazione il voto privato di “discrezione” o “carità”, che si aggiungeva ai tre canonici e vietava ai legionari di criticare l’operato o la persona del superiore (Maciel in primis, ovviamente) e li obbligava compiere delazione presso il superiore stesso nel caso qualche confratello venisse meno a questo nuovo obbligo.

Insomma, tutto continuò come prima e il Cardinal Valeri, venuto a conoscenza di ciò, dispose (ottobre 1956) una visita apostolica alla Congregazione, affidata al Superiore generale dei Carmelitani, Padre Anastasio Ballestrero  (poi Arcivescovo di Bari e di Torino e Cardinale Presidente della C.E.I.), il quale, nonostante il nuovo “voto” portasse molti Legionari a mentire apertamente alle sue domande (soprattutto dopo che Maciel si era informato illecitamente sulla visita e aveva influenzato fortemente il suo esito[16]), scoprendo numerose irregolarità canoniche e amministrative, consigliò la sostituzione definitiva del superiore, il commissariamento esterno della Congregazione (che sarebbe dovuta ritornare “diocesana”), la modifica delle sue Costituzioni e l’abolizione dei “voti privati”. Purtroppo, inspiegabilmente, l’anno seguente Ballestrero fu sostituito dal Rettore del Pontificio Collegio Nepomuceno Padre Bontempi e dal francescano Padre Van Vlierberghe, i quali cassarono le valutazioni di Ballestrero, definendo Maciel vittima di una congiura dei Gesuiti: la morte di Papa Pio XII (9 ottobre 1958) segnò la fine (mai formalizzata) della visita apostolica e il successivo reintegro di Maciel nelle sue funzioni, reintegro certamente appoggiato da quella parte della Curia romana che vedeva nel Sacerdote messicano uno dei suoi maggiori finanziatori[17]. Questo periodo, rivisitato e mitizzato dai Legionari, verrà chiamato all’interno della Congregazione “la grande benedizione”, forse non cogliendo l’ironia sottesa nel definire “benedizione” una storia di raggiri, inadempienze e probabili velate corruzioni.

Con Maciel tornato saldamente al timone, nel 1966 i Legionari crearono la prima di numerosissime scuole per i poveri “Mano Amiga” (un enorme serbatoio di vocazioni per la Congregazione), nel 1970 ebbero da Paolo VI la Prelatura di Quintana Roo nello Yucatán e la missione presso il popolo maya[18], nel 1991 fondarono il Collegio Maria Mater Ecclesiae a Roma e nel 1993 l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Naturalmente, con la crescita del prestigio della Congregazione. crebbe anche quello del suo fondatore, che fu nominato membro dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi per la formazione dei candidati al sacerdozio (1990), membro della IV Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano (1992), consulente permanente della Congregazione per il Clero (1994), membro dell’Assemblea Speciale per l’America del Sinodo dei Vescovi e membro del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata e la sua missione nella Chiesa (1997).

Tutto ciò a discapito delle accuse che continuavano a piovere su di lui: nel 1976 il Superiore provinciale per gli U.S.A. dei Legionari, Padre Juan Vaca, lasciò la Congregazione e scrisse una lunga lettera aperta a Maciel, accusandolo di anni di abusi sessuali su di lui e su altri venti Legionari (quattro dei quali confermeranno l’accusa, insieme ad altri, nel 1997)[19]; nel 1995 l’ex rettore dell’Università Anahuac, il legionario Manuel Fernandez, prima di morire dettò un memoriale che ripeteva le stesse accuse e che giunse all’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinale Joseph Ratzinger (il quale rispose che, per le numerosissime amicizie curiali di Maciel era necessario attendere tempi più opportuni per istruire un processo canonico)[20]; infine, nel 1997, i giornalisti Jason Berry e Gerald Renner[21], raccolsero le testimonianze di una ventina di seminaristi e Legionari, che accusavano Maciel di nuovi abusi e che, l’anno seguente, all’infuori di due che ritrattarono dopo essere stati contattati da altri Legionari, incaricarono un avvocato canonista di istruire il tanto sospirato processo canonico contro Maciel.

Fu solo con il nuovo millennio che, però, il vento sembrò girare contro Maciel Degollado: nel 2002 il Vescovo di Columbus (U.S.A.) proibì ai Legionari di operare nella sua Diocesi a causa della loro tendenza ad agire fuori dal controllo vescovile e, negli anni seguenti, altri sette Vescovi negli Stati Uniti e il Cardinal Martini a Milano seguono il suo esempio. Ugualmente, due anni dopo, la Santa Sede diede approvazione definitiva agli Statuti legionari e addirittura, con motu proprio di Papa Giovanni Paolo II[22], affidò alla Congregazione il Centro Notre Dame di Gerusalemme, cosa quantomeno particolare se si tiene conto che, nello stesso periodo, il Cardinal Ratzinger aveva ottenuto da Giovanni Paolo II il permesso di riaprire il caso Maciel dopo aver preso visione di un dossier redatto dal legionario Patricio Cerda in cui si accusavano le Costituzioni di contenere norme contrarie al diritto canonico, si riportavano testimonianze di casi di pedofilia compiuti da legionari e si adducevano prove dell’abilità di Maciel e degli alti prelati della Congregazione di procurarsi con regali e favori importanti amicizie curiali.

Qualunque fosse la ragione di questo doppio registro vaticano, finalmente, a fine 2004, il Papa diede incarico al Promotore di giustizia Charles Scicluna di indagare sui Legionari. A questo punto lo scandalo non poteva più essere insabbiato. Per evitare ulteriore sconcerto ai fedeli (e, probabilmente, nella speranza che una sua posizione più defilata potesse rendere le indagini meno pressanti), Maciel lasciò immediatamente la carica di direttore generale dei Legionari che, da parte loro, reagirono rendendo pubblico un fax della Segreteria di Stato vaticana del Cardinal Sodano in cui si negava l’ipotesi di un processo canonico al loro fondatore. In effetti, al termine dell’investigazione di Scicluna, nel 2006, il Cardinal Levada, che, con la morte di Giovanni Paolo II e l’elezione di Ratzinger a suo successore aveva sostituito quest’ultimo come Prefetto della Congregazione per  la Dottrina della Fede, sulla base del dossier raccolto da Scicluna (che conteneva testimonianze di almeno trenta legionari che accusavano il fondatore di abusi sessuali e psicologici), sospese sì Maciel a divinis, ma per l’età avanzata del religioso messicano, decise di evitargli il processo canonico, invitandolo unicamente ad una vita riservata di preghiera e penitenza[23].

Ciò che sconcerta è che, anche di fronte all’evidenza, i Legionari di Cristo continuarono a ribadire l’innocenza di Maciel presentandolo come un perseguitato e un martire[24] e che questi mantenne il controllo della Congregazione (come provano le sue continue visite alle varie case dei Legionari) fino a che, nel 2008, una progressiva demenza senile e condizioni di salute sempre più precarie lo costrinsero ad un ritiro forzato in Florida, dove, in data e località incerta, morì quello stesso anno.

Solo dopo la morte del “fondatore” nuovi particolari sulla sua vita cominciarono ad emergere: verso la metà del 2008 il nuovo Direttore generale dei Legionari, Padre Alvaro Corcuera, diede inizio ad un tour delle case della Congregazione per informare i consacrati che Maciel aveva avuto, da una lunga relazione con una donna, una figlia nel 1988. L’anno successivo la notizia divenne di dominio pubblico e si venne a sapere che la donna era minorenne al momento del concepimento e che Maciel aveva stornato un numero cospicuo di fondi della Congregazione per comprare il silenzio suo e della figlia, assicurando loro un notevole vitalizio e alcune proprietà di valore[25]. Ma non era tutto: nell’agosto dello stesso anno, un avvocato messicano rivelò di rappresentare tre altri figli di Maciel avuti da un’altra donna (in seguito si scoprì che i figli di Maciel erano solo due dei tre, ma emerse che Maciel aveva avuto figli anche in Francia e Gran Bretagna[26]), uno dei quali era stato abusato sessualmente dal “padre” fin dall’età di sette anni.

Ancora una volta i Legionari negarono tutto, accusando la donna di essere solo una ricattatrice[27], ma non poterono impedire una nuova visita apostolica (marzo 2009) che indagasse sulla vita nella Congregazione, sulle sue Costituzioni e sulla sua amministrazione, visita a cui, come già nelle precedenti, non collaborarono minimamente, spostando di sede alcuni legionari prima dell’arrivo dei cinque incaricati dell’indagine (i Vescovi di Tepic, Denver, Alessandria, Conception e Bilbao) e, addirittura, raccogliendo dossier su di loro per influenzarli[28]. Il 15 marzo 2010 i visitatori hanno consegnato la loro relazione alla Santa Sede, che, nel maggio successivo, ha comunicato il commissariamento della Congregazione e la necessità di ridefinizione del suo carisma e dei suoi Statuti.

Proprio qui sta il nodo dell’intera vicenda: ci si domanda se sia sufficiente una condanna definitiva dei comportamenti del fondatore e una revisione interna per far ritornare i Legionari sulla “retta via” della Chiesa. I Legionari hanno una credibilità “oltre” la ignobile figura di Maciel? O non sarebbe piuttosto il caso di procedere, come già più volte accaduto in passato, alla soppressione di una Congregazione che, allo stato dei fatti, si pone chiaramente come una macchia all’interno della Cattolicità?

In fondo, i termini di tutta la questione stanno tutti in una sola, semplicissima domanda: appurato che Maciel era un essere abietto (sia come Sacerdote che, prima di tutto, come uomo), può essere definito il solo colpevole di oltre sessant’anni di comportamenti indegni?

I Legionari (e la Santa Sede, a quanto pare), ovviamente rispondono di sì e ciò è dimostrato ampiamente anche dalla dichiarazione del 25 marzo 2010 dei Superiori generali e provinciali della Congregazione, in cui, finalmente, hanno ammesso che “padre” Marcial era un pedofilo, non aveva rispettato il voto di castità avendo anche alcuni figli e, anzi, era praticamente accompagnato con una donna che lo ha seguito fino alla sua morte, ma in cui, sostanzialmente, sostengono la teoria di una “mela marcia” in un frutteto sano.

Le cose stanno proprio così?

Partiamo proprio da questo comunicato[29]. Perché non vi si fa menzione della tossicodipendenza di Maciel? Perché non si ammettono gli altri casi di pedofilia emersi tra i legionari[30]? Perché si continua a negare che la Congregazione fosse a conoscenza della vita dissoluta del suo fondatore, nonostante le numerose prove contrarie[31]? Perché non si parla di risarcimenti alle vittime degli abusi e di ritiro delle numerose cause di diffamazione intentate dalla Congregazione nei confronti di chi esprimeva quella che, semplicemente, è emersa essere la verità dei fatti? Perché si riafferma la validità del carisma e della spiritualità ricevuti da Maciel?

Forse la risposta più ovvia è che la Legione, questa Congregazione così radicale, così ricca, così potente, così ben radicata nell’alta borghesia conservatrice di tanti Paesi, era Maciel, è Maciel anche senza volerlo, essendo “informata” di “macielismo” in tutti i sensi.

Cerchiamo di analizzare brevemente che cosa significa questo assunto, toccando alcuni punti fondamentali della storia legionaria, punti che riguardano connivenze e complicità, culto della personalità, carisma non individuato, Costituzioni canonicamente non valide e amministrazione a dir poco “disinvolta”, pur tendendo sempre presente che certamente gran parte dei legionari erano completamente all’oscuro di queste deviazioni e hanno operato ed operano nel più puro (per quanto tradito dai loro stessi superiori) spirito cristiano, che forse meriterebbe di essere incanalato in Istituzioni meno discutibili.

Per quanto riguarda connivenze e complicità, esse sono state ampiamente dimostrate. Maciel non è stato il solo legionario a compiere abusi: almeno un’altra decina di casi sono stati provati e denunciati fin dal 2004[32] ma nessuno dei pedofili, le cui tendenze erano note ai superiori, è mai stato denunciato alle autorità ecclesiastiche (come invece previsto dalle norme canoniche), nessuno è stato sanzionato e, al massimo, si è provveduto a cambiar loro sede o incarico (in alcuni casi addirittura promuovendoli) e a tacitare i genitori delle vittime[33]. D’altra parte, è ovvio che per almeno quarant’anni lo stesso Maciel ha goduto di complicità interne alla Congregazione, in cui, anche solo per pura logica, era impossibile che nessuno sapesse che tipo di uomo fosse: l’avvocato di tre dei suoi figli sostiene (già dal 2009) di aver le prove che la sua paternità era nota nelle più alte sfere dei Legionari, nel settembre del 2009  i superiori provinciali di Atlanta e New York  hanno ammesso in una lettera[34] inviata ai membri del Regnum Christi che i superiori sapevano di sua figlia almeno dal 2005 e nel novembre dello stesso anno fonti interne alla congregazione hanno rivelato che il vicario generale Luis Garza, in una conferenza riservata ai Legionari, aveva ammesso che la pedofilia e la paternità di Maciel erano note ai superiori e ai legionari a lui più vicini almeno dagli anni ’90. Ciò significa che per vent’anni i vertici legionari hanno mentito, negando ogni addebito e accusando variamente chi li denunciava, non spiegando ai loro Consacrati la ragione delle visite apostoliche, arrivando addirittura a produrre e far circolare risposte prefabbricate da dare agli inquisitori vaticani[35] e cercando di fare pressioni sugli “amici della Legione” ai vertici della Santa Sede (si parla dei Cardinali Sodano, Martínez Somalo  e Franc Rode e di Monsignor Dziwisz, nomi eccellenti della Chiesa, fuorviati dall’immagine di una Congregazione iperattiva, ultra-ortodossa, in continua espansione e capace di raccogliere grandi finanziamenti per opere di carità[36]). Così, incredibilmente, con una sfrontatezza che, già da sola, dovrebbe provocare la perdita di ogni credibilità per la Legione, fino al comunicato del 25 marzo 2010, Maciel ha continuato ad essere proposto dai superiori ai legionari come modello sacerdotale e fonte della spiritualità della Congregazione, con i suoi discorsi che venivano fatti ascoltare ai seminaristi e i suoi scritti che venivano citati nelle omelie ed erano oggetto di studio.

Per paradosso, in realtà quasi nessuno scritto di Maciel è di suo pugno: La Formazione Integrale del Sacerdote Cattolico del 1990 è stato redatto, come rivelato da molti ex legionari, da altri legionari, il Salterio de Mis Dias è un plagio di uno scritto del 1941 di Luis Lucia, come confermato da Evaristo Sada, segretario generale della Congregazione[37], e buona parte delle lettere del “padre” sono, in effetti, opera di legionari e laici del Regnum Christi[38]. Il fatto, poi, che queste lettere, che dovrebbero fondare la spiritualità della Congregazione, ma che sono, in realtà, palesi scopiazzature da fonti gesuitiche, salesiane, dell’Opus Dei (da cui anche gran parte delle Regole sono copiate) e persino mormone[39], non siano mai state pubblicate in forma sistematica è probabilmente dato dalla necessità di nascondere la mancanza di originalità e la labilità del carisma di fondo dei Legionari.

Di fatto, Maciel per quasi cinquant’anni non definì tale carisma e la ragione era semplice: Maciel, l’uomo che pretendeva di essere filmato in ogni suo atto pubblico, che creò un archivio del suo operato da consegnare ai posteri, che si faceva chiamare “nuestro padre”, che trasformò la sua casa natale in un museo[40], che impose ai suoi adepti addirittura la venerazione per sua madre Maura Degollado, ebbene Maciel era il “carisma” dei Legionari. Quando, dalla metà degli anni ’90, pressato dalla stampa, dovette definire un carisma reale per la sua Congregazione, disse semplicemente che esso era “la carità”, mostrando così anche una profonda ignoranza teologica, dal momento che la carità non è un carisma ma una virtù teologale che dovrebbe essere propria di ogni Cristiano. Nel 2009 il successore di Maciel, Alvaro Corcuera, cercò di rettificare il tiro dicendo che il carisma era dato dall’amore a Cristo, alla Vergine Maria, alla Chiesa cattolica, al Papa e alle anime[41], ancora una volta esprimendo un concetto che dovrebbe essere proprio di qualunque appartenente al Cattolicesimo. Persino la missione dei Legionari non è originale: tale missione, che secondo il sito internet dei Legionari (ora stranamente non più disponibile) è “l’estensione del Regno di Cristo nella società secondo le esigenze della giustizia e della carità cristiana” era già proprio di un’Associazione creata da Don Giuseppe Vitali nel 1942 e chiamata, guarda caso, “Regnum Christi”. Forse anche per questa mancanza di una spiritualità fondativa l’azione dei Legionari è sempre stata ondivaga e legata alla tendenza imperante in Vaticano: vien fatto di chiedersi se ciò sia dipeso dalla “fedeltà al Papa” o, semplicemente, dalla volontà di attirarsi consensi altolocati…

Se, poi, passiamo all’analisi di quella che dovrebbe essere la formalizzazione dell’agire legionario, le Costituzioni approvate da Papa Giovanni Paolo II nel 1983, non possiamo fare a meno di rilevare altre stranezze. Molti ex legionari, infatti, affermano che la versione approvata dal Papa non corrisponda a quella in uso nella Congregazione e, se anche l’assurda segretezza sul testo non permette conferme in questo senso, il fatto che alcune laiche del Regnum Christi abbiano denunciato nel 2009 di aver scoperto che solo 128 delle 1.500 norme della loro Associazione erano state approvate dalla Santa Sede risulta una conferma dell’accusa, tanto che in una lettera del gennaio 2010[42] Evaristo Sada ha dovuto ammettere che Statuti e Regolamenti sono stati mescolati senza soluzione di continuità, cosa che, già di per sé, a norma del canone 587, invalida formalmente l’approvazione vaticana.

Resta, poi, la questione dei due “voti privati” dei Legionari: quello di “discrezione”, introdotto da Maciel nel 1956, di cui si è già parlato e quello di “umiltà” che vieta ai Legionari di aspirare a cariche interne o esterne alla Congregazione e che, naturalmente, porta i vertici legionari ad essere formati da personaggi cooptati dai vertici già esistenti e solidali con la linea di potere della “cupola legionaria”. In entrambi i casi, si tratta di strumenti di controllo prima di Maciel e poi dei “macielisti” e non è un caso che essi siano stati aboliti da Papa Benedetto XVI nel 2007, ma quello che risulta assurdo è che tale annullamento non sia mai stato inoltrato dai superiori ai legionari e ai laici del Regnum Christi[43] e che, dunque, questi ultimi si sentano ancora legati a voti inesistenti.

Veniamo, infine, all’amministrazione della ricchissima congregazione. Quasi tutti gli asset dei Legionari sono gestiti dalla holding “Grupo Integer”, una multinazionale che ha ben poco di caritatevole, essendo stata accusata di attività finanziarie ai limiti della legalità, di storno di donazioni per fini privati[44] e di mobbing[45]. Accanto al Grupo Integer, comunque, esiste una grande rete, creata negli anni dal braccio destro della Congregazione Luis Garza, di società, associazioni e privati che supportano i Legionari. Tra i pochi nomi trapelati, uno fa particolarmente impressione: la Blackwater Worldwide[46], corporation di mercenari che ben poco sembrano spartire con lo spirito cristiano, ma tra i “supporters” si contano il miliardario messicano Carlos Slim, il produttore cinematografico Steve McEveety (suo il film La passione di Cristo di Mel Gibson, fortemente amato dai legionari), Thomas Monaghan, fondatore di Domino’s Pizza e dell’Ave Maria University in Florida, l’ex governatore della Florida Jeb Bush e l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum, il tenore Placido Domingo e, negli ultimi tempi, il direttore della rivista “teocon” “First Things” John Neuhaus[47]. Persino in Italia i Legionari sono stati indicati dal banchiere Giampiero Fiorani, al centro dello scandalo per la scalata all’Antonveneta, come destinatari di donazioni richieste dall’ex governatore della banca d’Italia Fazio[48].

Insomma, siamo così certi che il “dopo-Maciel” sia così diverso da prima?

Certo, quella dei Legionari è una storia di successi: 800 Preti passati attraverso ben tredici anni di studio (contro i circa 6 normali), 2.500 seminaristi in un periodo di crisi vocazionali, 1.000 laici consacrati, 65.000 membri laici attivi in venti Nazioni, un budget annuale stimato intorno ai 650 milioni di dollari nel 2006[49], amicizie importanti fin dai tempi del franchismo in Spagna[50] e via via fino all’alta nomenclatura del governo Aznar, educazione dei figli dell’alta borghesia in 158 scuole (dalla disciplina rigidissima, dalle rette altissime e dagli stipendi ai minimi salariali per gli insegnanti)[51] e ben 18 università[52] in tutto il mondo … Forse, l’unico successo che è sempre mancato, però, è quello più importante, quello che, probabilmente, molti Legionari che in buona fede sono entrati in un ordine rigidissimo e vi hanno vissuto e vi vivono con grande passione più avrebbero desiderato: essere davvero una Congregazione cristiana.


[1] Sollevazione popolare messicana tra 1926 e 1929 contro le leggi governative anticlericali del presidente Calles.

[2] Maciel aveva sempre preteso di aver assistito al martirio del Beato José Sánchez del Rio nel 1928, quando, invece, la sua famiglia si era trasferita in un altro stato.

[3] Rafael Guizar y Valencia, Vescovo di Veracruz.

[4] M. Maciel, J. Colina, Christ is My Life, Sophia Institute Press 2003, pp. 49 ss.

[5] S. Guerrero, F.M. González, J. Erdely, P. Escalante, El Círculo del Poder y la Espiral del Silencio. La Historia oculta del Padre Marcial Maciel y Los Legionarios de Cristo, Grijalbo 2004, pp. 35 ss.

[6]“Familia Founders Ousted”, Regain Network 2008.

[7] F.M. González,  Marcial Maciel – Los Legionarios De Cristo: Testimonios y Documentos Ineditos, TusQuets 2006, pp.97 ss.

[8] J.P. Lennon, Our Father, Who Art in Bed. A Naive and Sentimental Dubliner in the Legion of Christ, BookSurge Publishing 2008, pp. 44 ss.

[9] J.Looback, Christ Was a Cons. The Church and the Right Wing Policy, Almond Press 2007, p. 87.

[10] R. Vera, “Maciel, el ‘intocable'”, Proceso, 31 luglio 2005.

[11] A. Torres, La Prodigiosa Aventura de los Legionarios de Cristo, Foca ediciones y distribuciones generales S.L., 2001, passim.

[12] G.B. Montini (SS. Paolo VI), Decretum Laudis, Ed. Vaticana, 1965.

[13] Lettera di Luis Ferreira Correa all’Arcidiocesi di Città del Messico, 1956.

[14] J. M. Marcos Ruiz, La Orden Maldita. La Historia Oculta de los Legionarios de Cristo, El Aleph 2007, pp.108-126 passim.

[15] Ivi, pp, 138 ss.

[16] S. Guerrero, F.M. González, J. Erdely, P. Escalante, Citato, pp. 89 ss.

[17] A. Torres, Citato, pp. 106 ss.

[18] In seguito considerate destinazioni punitive per i Legionari inadatti a trattare con i genitori altolocati degli studenti delle scuole della Congregazione. Cfr. S. Guerrero, F.M. González, J. Erdely, P. Escalante, Citato, p. 118.

[19] ”The first apostolic visitation of the Legionaries of Christ: 1956-1959”, Blog di Cassandra Jones, 23 giugno 2009

[20] M. Fernandez, “Carta abierta al Papa Juan Pablo II”, novembre 1997.

[21] J. Berry, G. Renner, I Legionari di Cristo: Abusi di Potere nel Papato di Giovanni Paolo II, Fazi 2006, passim.

[22] K. Wojtyla (SS. Giovanni Paolo II), Motu Proprio del 24 novembre 2004, Ed. Vaticana.

[23] Congregazione per la Dottrina della Fede, Dispositivo di Sospensione a Divinis di P. Marcial Maciel Degollado,  19 maggio 2006

[24] “Comunicato della Santa Sede sul fondatore dei Legionari di Cristo”, Zenith, 19 maggio 2006.

[25] “Cuando conocí a Maciel, yo era una menor de edad”, El Mundo, 10 agosto 2009.

[26] ” Dudas razonables sobre los hijos de Marcial Maciel”,  Cimacnoticias, 30 settembre 2009.

[27] “El Obispo Ricardo Watty Urquidi recibe a los dos hijos mayores de Maciel acompañados de su madre”, El Trastevere, 28 settembre 2009.

[28] A.Gutierrez, “Imperio de la legiôn”, 3 febbraio 2010.

[29] “Comunicato sulle presenti circostanze della Legione di Cristo e del Movimento Regnum Christi”, Sito ufficiale del Regnum Christi, 25 marzo 2010.

[30] “El pederasta solitario”, Informador de Guadalajara, 29 aprile 2010.

[31] P. Alfredo Torres, L.C.: “Yo lo sabía todo, pero si lo contaba no me iban a creer”, in “Desmontando a Marcial Maciel”, El Trastevere 29 marzo 2010.

[32] “Calling out Jim Fair”, Life after RC, 28 aprile 2010.

[33] “Sexual Assault in LC Seminary”, Regain network.

[34] A. Insunza, J. Ortega, Legionarios de Cristo en Chile: Dios, Dinero y Poder, Copa Rota 2008, pp. 79 ss.

[35] “Legionarios de Cristo. Guía para responder a los visitadores apostólicos”, Fundación de la Mano con la Justicia, 28 gennaio 2010.

[36] “Money paved way for Maciel’s influence in the Vatican” e “How Fr. Maciel built his empire”, National Catholic Reporter, 6 e 12 aprile 2010.

[37] “Oops, maybe he didn’t write that”, Life after RC, 12 dicembre 2009.

[38] Per esempio, la lettera in cui fu formalizzato il voto privato di discrezione o carità è del seminarista legionario Josè Dominguez. Altre sono attribuite ai sacerdoti legionari Rafael Arumì, Juan Jose Ferran e all’attuale segretario generale Evaristo Sada.

[39] H. Musacchio, “Maciel y sus cômplices: acusaciones desde su juventud”, Siempre!, 11 novembre 2008.

[40] “The Museum of the Foundation in Cotija”, Regnum Christi, 11 novembre 2005.

[41] “The Legion charism”, Life after RC, 4 febbraio 2009.

[42]R. Vera, “El infierno o la gloria”, Proceso,  3 febbraio 2010.

[43] “Censura legionaria”, Tribuna de los cabos, 6 settembre 2009.

[44] Persino l’ex amministratore della Congregazione Steven Fichter ha accusato Maciel e la cupola di stornare fondi per uso privato. Cfr. “Saving what can be saved”, First Things, 9 febbraio 2009.

[45] “Deciphering the obvious”, Life after RC, 12 marzo 2010.

[46] “Eric Prince supporter of the Legion of Christ and black covert operations”, Enlightened Catholicism, 20 agosto 2009.

[47] J. Berry, “Money and Influence Peddling in the Vatican”, National Catholic Reporter, 6 aprile 2010.

[48] “Anche i Legionari di Cristo per scalare Antonveneta”, Rainews24, 23 marzo 2010.

[49] New Oxford Notes, marzo 2006.

[50] J. Martinez de Velasco, Los Documentos Secretos de los Legionarios de Cristo, Ediciones B 2010, pp. 46 ss.

[51] Ivi, pp. 27-28.

[52] Dati numerici tratti da G.G. Vecchi,  “Legionari di Cristo, inchiesta del Vaticano dopo gli scandali”, Corriere della Sera 1 aprile 2009.

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Nato a Londra nel 1968 ma italiano di adozione, si laurea a 22 anni con il massimo dei voti in Lettere Moderne presso l'UCSC di Milano con una tesi sui rapporti tra cultura cabbalistica ebraica e cinematografia espressionista tedesca premiata in Senato dal Presidente Spadolini. Successivamente si occupa di cinema presso l'Istituto di Scienze dello Spettacolo dell'UCSC, pubblicando alcuni saggi ed articoli, si dedica all'insegnamento storico, ottiene un Master in Marketing a pieni voti e si specializza in pubblicità. Dal 2003 si interessa di storia e simbologia religiosa: nel 2006 pubblica Il Graal è dentro di noi, nel 2007 Non per mano d'uomo? e nel 2009 L’anima e la svastica. Nel 2008 ottiene, negli USA, "magna cum laude", un dottorato in Studi Religiosi a cui seguono un master in Studi Biblici e un Ph.D in Storia della Chiesa, con pubblicazione universitaria della tesi dottorale dal titolo Nicea: what it was, what it was not (2009). Collabora con riviste cartacee e telematiche (Hera, InStoria, Archeomedia) e portali tematici, è curatore della rubrica "BarBar" su www.storiamedievale.org e della rubrica "Viaggiatori del Sacro” su www.edicolaweb.net. Sito internet: http://www.lawrence.altervista.org.

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