La maledizione della piramide di Tutankamen

Gli archeologi sono concordi nell’affermare che la scoperta archeologica più importante del XX secolo deve essere considerata il ritrovamento della piramide di Tutankamen: tale scoperta avvenne nel 1922 nella Valle dei Re ad opera degli archeologi inglesi Carnarvon e Carter. I due archeologi inglesi avevano ricevuto nel 1902 il permesso dal governo egiziano di iniziare le ricerche della piramide ma per vari problemi vari cominciarono il loro lavoro qualche anno dopo la fine della prima guerra mondiale (tale ritardo sia allo scoppio della guerra sia a problemi personali dei due archeologi). Finalmente nel novembre del 1922 essi ebbero la certezza di aver ritrovato la piramide di Tutankamen. Non fu possibile tener segreta questa grande scoperta archeologica avvenuta nella Valle dei Re cosicché in tutto il mondo si parlò del sensazionale ritrovamento di tale piramide.

Tuttavia, poco tempo dopo questa sensazionale scoperta molti di coloro che erano stati coinvolti direttamente od indirettamente in tale evento archeologico morirono in maniera misteriosa ed inquietante. Per essere più precisi in pochi anni morirono ventidue persone che erano venute a contatto con la piramide o che se ne erano interessate dal punto di vista scientifico. Tali morti vennero considerate immature ed inspiegabili. Nacque così la convinzione che queste persone fossero state colpite da una maledizione formulata dai sacerdoti egizi che proteggeva la tomba di Tutankamen da tutti coloro che la avessero profanata.

Dobbiamo dire che già nel novembre del 1922 tra gli addetti agli scavi e gli scienziati che partecipavano a questa grande impresa archeologica esisteva un nervosismo crescente, che era stato causato da una tavoletta di terracotta rinvenuta da Carter nell’anticamera del sepolcro di Tutankamen. Pochi giorni dopo il suo ritrovamento Gardiner (un collaboratore di Carter e Carnarvon) riuscì a decifrare i geroglifici e venne fuori una frase terrorizzante. Infatti sulla tavoletta stava scritto: La morte colpirà con le sue ali chiunque disturberà il sonno del faraone.

A dire il vero Carter, Carnarvon e Gardiner non ebbero minimamente paura di tale maledizione ma qualcuno dei loro collaboratori si mostrò spaventato. Inoltre Carter temeva che se i manovali egiziani che collaboravano con lui fossero venuti a conoscenza di tale maledizione avrebbero subito abbandonato i lavori. Per tale ragione egli decise che era preferibile far scomparire la tavoletta di terracotta dai protocolli ma non riuscì a cancellarla dalla sua memoria, tanto è vero che l’archeologo inglese la nominava spesso con i suoi collaboratori sebbene avesse preferito non fotografarla.

Tomba di Tutankhamon
Tomba di Tutankhamon

Dobbiamo anche mettere in evidenza un altro particolare inquietante che destò una certa preoccupazione nei collaboratori dei due archeologi inglesi: un’altra maledizione venne trovata all’interno della piramide di Tutankamen. Essa era costituita da una frase scritta all’interno di una figura magica: Sono io che respingo con la fiamma del deserto i predoni delle tombe. Io proteggo il sepolcro di Tutankamen.

A questo punto riteniamo opportuno dire qualcosa sulla presenza delle formule di maledizione nella cultura egizia.

In linea generale le maledizioni erano presenti nella religione egizia e nella maggior parte dei casi esse erano formulate dal faraone o dai sacerdoti, e qualche volta erano attribuite anche agli dei.

Non deve quindi stupire il fatto che la tomba di Tutankamen fosse protetta da  maledizioni. Quello che invece destò grande meraviglia fu il fatto che ben ventidue persone che avevano avuto un ruolo nella scoperta della piramide morirono in maniera misteriosa in pochi anni.

Sono state formulate cinque ipotesi per spiegare queste numerose morti: un evento casuale, la presenza di una maledizione molto efficace contro i profanatori della piramide, la presenza di veleni nella piramide, la presenza di sostanze radioattive e la presenza di microrganismi patogeni. Prima di prendere in considerazione tali ipotesi vogliamo descrivere come avvenne la morte di Carnarvon, che deve essere considerato il decesso più inquietante tra quelli avvenuti tra gli scopritori della piramide.

Nei primi giorni di aprile del ’23 Carter ebbe la notizia che Carnarvon era gravemente ammalato. Egli era rimasto vittima al Cairo di una misteriosa febbre che non voleva sparire in nessun modo. Carnarvon morì misteriosamente, ma quello che più spaventò tutti furono due particolari: la sorella di Carnarvon affermò che egli nel delirio parlava con Tutankamen e le ultime parole che l’archeologo inglese pronunciò furono: Sento che Tutankamen mi chiama. Vado con lui. In secondo luogo nel momento stesso in cui Carnarvon morì avvenne un’improvvisa mancanza di energia elettrica la quale ritornò subito dopo la morte dell’archeologo inglese. Subito vennero interrogati i tecnici della centrale elettrica del Cairo i quali affermarono che non esisteva nessuna spiegazione in grado di motivare la mancanza ed il ritorno improvvisi dell’energia elettrica. Essi dissero a chiare lettere che per loro non esisteva nessuna spiegazione naturale di tale fenomeno.

Fu allora che per la prima volta gli scienziati ed anche i giornalisti parlarono della maledizione presente sulla tavoletta di terracotta e quando nello stesso anno altri due uomini che avevano partecipato agli scavi della piramide di Tutankamen morirono in maniera misteriosa si diffuse un vero e proprio panico tra gli addetti ai lavori.

Vediamo ora di prendere in considerazione le cinque ipotesi formulate per spiegare le numerose morti. Cominceremo con il prendere in considerazione l’ipotesi che tutte queste morti siano dovute esclusivamente ad eventi fortuiti e casuali. Appare evidente che tale ipotesi è difficilmente sostenibile per almeno due ragioni: in primo luogo appare sinceramente poco credibile che ben ventidue su venticinque persone che ebbero un ruolo nella scoperta e nello studio scientifico della piramide e della mummia di Tutankamen siano morte in maniera così inquietante e prematura per una semplice coincidenza o per eventi casuali e fortuiti; in secondo luogo alcune di queste morti, come quella di Carnarvon della quale ci siamo occupati in precedenza, furono precedute e accompagnate da eventi che sembravano di origine soprannaturale.

Vogliamo fare un esempio molto semplice e significativo per far comprendere al lettore come siano basse le probabilità statistiche che tali morti siano dovute semplicemente ad eventi casuali e fortuiti. Immaginiamo di lanciare in aria una moneta: statisticamente ci dovrebbero essere 50% di possibilità che esca testa e 50% di possibilità che esca croce. In realtà esiste però una terza possibilità e cioè che la moneta resti in bilico ma tale possibilità è così remota che non viene mai presa in considerazione nel calcolo statistico delle probabilità. A nostro avviso le probabilità che le ventidue morti inquietanti e misteriose di cui abbiamo parlato siano dovute al caso sono pari alle probabilità che lanciando in aria una moneta non esca né testa né croce ma che la moneta rimanga in bilico.

Prenderemo ora in considerazione la seconda ipotesi proposta per spiegare le numerosi morti, e cioè che esse siano dovute ad una maledizione formulata dai sacerdoti egiziani mediante riti magici finalizzata a proteggere la mummia del faraone dai profanatori della piramide. Questa ipotesi è ritenuta valida dalla maggior parte degli studiosi che si sono occupati di questo fenomeno misterioso anche se non mancano alcuni che si dimostrano scettici su tale spiegazione o quanto meno la ritengono insufficiente per spiegare tutte le morti, cosicché ritengono che essa vada integrata da altre spiegazioni, come la presenza di veleni nella piramide o di sostanze radioattive. Il principale punto debole di tale spiegazione è considerato da coloro che non l’accettano il fatto che gli scopritori di altre piramidi non hanno avuto le stesse tragiche conseguenze degli scopritori e degli studiosi della piramide di Tutankamen. A tale obiezione i sostenitori di tale ipotesi rispondono che i riti magici compiuti dai sacerdoti che hanno formulato la maledizione che doveva proteggere la piramide di Tutankamen sono stati più efficaci di quelli effettuati per proteggere le piramidi di altri faraoni.

Passiamo ora a prendere in considerazione la terza ipotesi, e cioè che le morti siano state dovute alla presenza di veleni sia all’interno della piramide sia nella mummia di Tutankamen. Anche questa ipotesi è sostenuta da molti autori che sostengono che gli scopritori e gli studiosi di altre piramidi non hanno subito le stesse conseguenze degli scopritori e degli studiosi della piramide di Tutankamen poiché nelle piramidi da loro scoperte non erano stati posti veleni a protezione delle mummie. Il principale punto debole di tale ipotesi – messo in evidenza da quanti sostengono l’ipotesi che le morti in questione siano dovute ad una maledizione formulata dai sacerdoti egizi – è che se tutte queste persone fossero morte avvelenate non si spiegano i fenomeni soprannaturali che hanno preceduto ed accompagnato alcune di tali morti.

Secondo la quarta ipotesi le morti in questione sarebbero dovute alla presenza di sostanze radioattive all’interno della piramide o in alcuni ornamenti ritrovati nella mummia di Tutankamen. A dire il vero, tale ipotesi è sostenuta da un numero limitato di autori che partono dal presupposto che gli scienziati dell’antico Egitto avessero conoscenze scientifiche superiori a quelle che noi possiamo immaginare.

L’ultima ipotesi formulata per spiegare la tragica fine degli scopritori e degli studiosi della piramide di Tutankamen è la presenza all’interno della piramide di microrganismi patogeni (virus, batteri e funghi) che avrebbero causato malattie infettive fatali a tante persone. Secondo i sostenitori di tale ipotesi i microrganismi patogeni sarebbero stati presenti anche nelle mummia di Tutankamen, cosicché avrebbero contagiato anche quegli studiosi che si erano limitati a compiere studi sulla mummia senza aver partecipato alla scoperta della piramide di Tutankamen.

Infine vogliamo mettere in evidenza che un numero non trascurabile di autori ha proposto di unificare due delle ipotesi proposte, ovvero la presenza di una maledizione e la presenza di veleni sia nella piramide sia nella mummia di Tutankamen, cosicché le morti accompagnate da fenomeni soprannaturali sarebbero state conseguenza della maledizione formulata dai sacerdoti mentre le morti inspiegabili ma non accompagnate da fenomeni soprannaturali sarebbero state conseguenza dei veleni messi dai sacerdoti nella piramide e nella mummia di Tutankamen. Secondo tale ipotesi, a nostro avviso meritevole di considerazione, i sacerdoti incaricati di proteggere la piramide e la mummia del giovane faraone morto all’età di solo diciotto anni non si sarebbero limitati solo ad effettuare riti magici per colpire i profanatori della piramide ma avrebbero anche inserito i veleni nella piramide e nella mummia nella consapevolezza che i riti magici non avrebbero colpito tutti i profanatori della piramide di Tutankamen.

I sostenitori di tale ipotesi mettono anche in evidenza il fatto che i sacerdoti egizi erano anche esperti conoscitori di molti veleni oltre che in grado di effettuare riti magici di vario tipo dal momento che nella religione egizia i sacerdoti erano anche incaricati di effettuare in numerose occasioni rituali magici finalizzati sia a proteggere il faraone sia a colpire i nemici del faraone e dell’Egitto.

Vogliamo chiudere il nostro articolo mettendo in evidenza che Tutankamen è un faraone che ha attirato l’attenzione degli studiosi dell’antico Egitto non solo per il fatto che molti degli scopritori e degli studiosi della sua piramide sono morti in maniera tragica ed inspiegabile ma anche perché la morte del giovane faraone è avvolta da un profondo mistero. Infatti l’autopsia effettuata sulla mummia di Tutankamen dimostrò che il faraone era morto giovanissimo (all’età di diciotto anni) ed inoltre non era morto per cause naturali, ma di morte violenta. Per essere più precisi la morte del giovane faraone era stata causata da un’emorragia cerebrale dovuta ad un trauma cranico attribuibile non ad una caduta ma al fatto che Tutankamen era stato colpito al capo con violenza da un corpo contundente, con tutta probabilità un bastone molto pesante.

Come appare chiaro molti sono i misteri che accompagnano sia la vita sia la morte di questo giovane faraone, a cominciare dai motivi che determinarono la sua morte violenta in giovanissima età. A tali misteri vanno aggiunti quelli che riguardano la tragica fine degli scopritori e degli studiosi della sua piramide.

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2 Responses

  1. Michela
    | Rispondi

    Ho appena letto l'articolo riguardante la maledizione di Tutankhamon e vorrei segnalarvi un grossolano errore in cui l'autore incorre ripetutamente: non esiste alcuna piramide di questo faraone! Nella XVIII dinastia quel tipo di sepoltura era stata da tempo abbandonata in favore di tombe più nascoste. In questo caso si tratta di un complesso tombale molto noto situato nella Valle dei Re.

  2. Dr. Ing. Raffaele Pasculli
    | Rispondi

    Articolo interessante, ma poco preciso. Carnarvon non era un archeologo, ma il lord inglese finanziatore degli scavi. Morì per le conseguenze della puntura di un insetto. Queste parole che pronunciò nel delirio sono documentate? Dove
    è finita questa famosa tavoletta d’argilla con scrittavi la maledizione, e perché non se ne vede mai una foto, come tante altre riguardanti la tomba? Nel suo libro “I poteri occulti di gioielli magici e pietre maledette”, molto serio e ocumentato, la nota giornalista francese Simone de Tervagne riporta questa maledizione in una forma assai più lunga, Quale è il suo testo esatto? E quali sono questi “fenomeni soprannaturali” che accompagnarono “alcune”
    delle morti?

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