Il revisionismo buono e quello cattivo

Il 28 aprile Stefania Craxi ha dichiarato: «Trascorso il 65° anniversario della liberazione, non vi è stato nessuno ad aver avuto il coraggio politico e l’onestà intellettuale di compiere un gesto simbolico e importante volto a restituire agli italiani la verità della loro storia: recarsi a Piazzale Loreto per un atto di cancellazione dell’atroce oltraggio inflitto al cadavere di Mussolini». Parole che avrebbero dovuto provocare interventi di politici e intellettuali, e che invece sono state confinate in un trafiletto anonimo sui quotidiani, a parte le accuse di provocazione e revisionismo. Eppure Stefania Craxi ha avuto il coraggio di ripetere quanto il revisionista per eccellenza, Giampaolo Pansa, mi disse in un’intervista sei anni fa: non potendo esistere alla fine di una guerra civile una «storia condivisa», vi sia almeno una «storia accettata» da ambo le parti, sicché Ciampi vada a deporre una corona di fiori a Piazzale Loreto come atto di conciliazione nazionale, sul luogo della oscena «macelleria messicana», come la definì Ferruccio Parri. La proposta cadde nel silenzio.

Affermare che non è vero che il 25 aprile è una ricorrenza nazionale fatta propria da tutti come vuole l’ufficialità, non è revisionismo revanscista ma semplice constatazione dei fatti. Una riconciliazione nazionale non può avvenire se non si riconoscono anche gli errori e gli orrori della fazione vincente oltre che di quella soccombente. Come si fa? Si prenda esempio da quanto è avvenuto nei giorni scorsi fra Russia e Polonia. Dopo 70 anni la Russia ha desecretato i documenti in cui Beria, il capo della NKVD, dava l’ordine di fucilare 25mila militari e civili polacchi. Dopo anni di negazioni ufficiali, la Russia ammette una verità che già da tempo era accertata. È così che si giunge a una riconciliazione fra due popoli.

In Italia un passo in questa direzione non è stato mai effettuato e nessuna ammissione «ufficiale» è stata fatta da parte dei politici nei confronti degli eccidi, accertati anche da sentenze, compiuti dai partigiani dopo il 25 aprile. Chi li documenta è uno sporco revisionista che infanga «l’onore della resistenza». Nei suoi alti discorsi il presidente Napolitano dice molte cose oneste, eccetto questa. Egli si reca sui luoghi di tanti eventi collegati alla guerra civile, eccetto su quelli che hanno avuto come martiri militari della RSI.

Questo non sarebbe revisionismo, termine che del resto non viene sempre respinto a priori si badi bene, ma accettato quando fa comodo. Infatti, siamo proprio sicuri che gli storici ortodossi siano aprioristicamente contrari a qualsiasi revisionismo in sé? Oppure che, al contrario, accettino il deprecabile revisionismo solo quando fa comodo?

Vediamo. Un primo esempio riguarda l’orrore delle foibe. Il dato inoppugnabile è che nei crepacci carsici vennero gettati migliaia di italiani, proprio perché italiani. È questa la storia accertata, l’«ortodossia». Chi vi si oppone con tesi giustificazioniste sia sul numero dei morti che sulle intenzioni di quella che fu una vera «pulizia etnica» anti-italiana, è dunque un «revisionista». Ad esempio, libri come Operazione foibe di Claudia Cermigoi (Kappa) o Foibe. Una storia d’Italia dello sloveno Joze Pirjevec (Einaudi). Ma questo è un revisionismo ben accetto dagli storici di sinistra.

Altro esempio. Una commissione di storici tedeschi dopo molti anni di indagini ha stabilito che i morti causati da tre giorni di incursioni dei bombardieri alleati su Dresda (13-15 febbraio 1945) non furono tra i 100 e i 250mila, come si era scritto sinora, ma «appena» 25mila. Cifra senza dubbio enorme, ma non come la precedente. La commissione ha frugato nelle anagrafi, nei registi cimiteriali, fra le testimonianze ecc., ma avrà calcolato il numero dei profughi tedeschi delle regioni orientali che si erano ammassati a Dresda e che nessun registro elencava? Non si sa, ma la nuova cifra è stata ben accetta dagli storici ortodossi, senza alcuna indignata accusa di revisionismo perché si basa su documenti e lava in parte l’onta dei bombardamenti terroristici ordinati dal maresciallo inglese Harris, “il Macellaio” Harris, per colpire deliberatamente la popolazione e fiaccarne il morale. Però, insulti e ostracismi si sono avuti nei confronti di Massimo Filippini che nei suoi vari libri sui fatti di Cefalonia, ha potuto dimostrare sulla base di documenti inediti, che i tedeschi non fucilarono migliaia di soldati italiani (almeno 9000 come si è sempre scritto), ma «solo» 250 ufficiali (tra cui suo padre) e che meno di 2mila furono invece i caduti italiani nella battaglia sull’isola contro la Wehrmacht dopo l’8 settembre. Questo invece sì, che è revisionismo «cattivo», perché fa cadere un mito.

Ovvia conclusione: non è il «revisionismo» in sé che fa straparlare certi politici e certi storici, ma solo quello che sconvolge la vulgata imposta dalla cultura della sinistra ortodossa (ma ormai anche da certa destra neo-antifascista). Invece, un altro tipo di «revisionismo» viene accettato senza problemi perché la rafforza, oppure edulcora eventi sino a quel momento indifendibili.

* * *

Tratto da Il Giornale del 4 maggio 2010.

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Giornalista, vicedirettore della cultura per il giornale radio RAI, saggista ed esperto di letteratura fantastica, curatore di libri, collane editoriali, riviste, case editrici. E' stato per molti anni presidente, e successivamente segretario, della Fondazione Julius Evola.

2 Responses

  1. lighea salina
    | Rispondi

    Ho letto con molta attenzione quanto lei ha scritto e nonostante non sia di destra condivido che la conciliazione tra le parti è possibile solo se ognuno si assume la responsabilità dei propri "errori ed orrori" -come lei giustamente dice.Il problema però è a monte, noi sudici(per dirlo alla Salvemini) vorremmo che i Nordici, specie i Piemontesi,si facessero carico, dei massacri consumati in Sicilia, in Calabria ,in Basilicata nelle Marche , e si smettesse di parlare di un Glorioso Risorgimento Italiano perchè tale non è, non esiste ancora nemmeno una Nazione Italiana ,perchè la Nazione non è solo un territorio riunito formalmente e forzatamente sotto una bandiera ,la Nazione è "l’anima e il principio spirituale di un popolo, che gode di una ricca eredità di ricordi e del consenso attuale”. La nazione “esiste finché trova posto nella mente e nel cuore delle persone che la compongono che per esser tale deve essere, per il cittadino,il plebiscito di ogni giorno”Ahinoi questa Italia nazione non è quindi non vi possono essere sensi di conciliazione.Il ventennio ha in qualche misura ha tentato di costituire i sentimenti della Nazione, così come la Resistenza ha riunito gli antifascisti che non sono solo i marxisti, è fastidiosa l'appropriazione indebita della Resistenza da parte della sinistra storica di Togliatti . La resistenza ha fatto anch'essa errori ed orrori, così come la destra storica, non quella oggi al potere che è la quintaessenza del trasformismo e la cui ambizione è superiore alla sua stessa dignità, deve assumersi la responsabilità dei milioni di morti, dell'allenza con Hitler, della persecuzione delgli ebrei e smetterla di comportarsi come il Presidente dell'Iran che sostiene che non vi siano mai stati massacri e che Auschwitz sia un'invenzione ;sarebbe come dire che la mafia è un'invenzione della polizia.Alla pari bisogna che la sinistra storica riconosca che la Rivoluzione russa è una "rivoluzione tradita" lo dicono i venti milioni di contadini morti uccisi da Stalin e che il socialismo reale è un fallimento,lo dimostra la Storia ; quando le parti tutte con un gesto di consapevolezza avranno il coraggio di tirare fuori gli orrori e farsene carico , allora potremo iniziare a dirci Nazione e trovare una possibilità di conciliazione.

  2. Massimo Filippini
    | Rispondi

    I documenti ‘inediti’ da me ‘scoperti’ e di cui scrive Gianfranco De Turris sono DOCUMENTI CONSERVATI ALL’ARCHIVIO DELL’UFFICIO STORICO DELLO STATO MAGGIORE ESERCITO (AUSSME) in via Damiata a Roma dove chiunque può andare a consultarli.
    Quel che invero E’ SCANDALOSO è il fatto che le FFAA -che li detengono- NON NE ABBIANO MAI PARLATO LASCIANDO CHE SI SVILUPPASSE UNA ‘VULGATA’ PIENA DI MENZOGNE SU CEFALONIA ORCHESTRATA DALLA SOLITA SINISTRA CON QUELLA CHE ORMAI NON PUO’ CHE DEFINIRSI LA LORO COMPLICITA’.
    E’ incredibile infatti che esse commemorino 10.000 Caduti quando SANNO BENE (O DOVREBBERO SAPERE) che non è vero !
    Ma forse anch’essehanno perso la vergogna !
    Massimo Filippini

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